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“Lucy Undying”: la recensione del retelling gotico di Kiersten White


lucy undying recensione - kiersten white

Lucy Undying” è il retelling gotico di Kiersten White che recupera il famoso personaggio di Lucy Wensterna dal “Dracula” di Bram Stoker e lo consegna, ora e per sempre, fra le braccia della comunità queer mondiale! 😀

Scherzi a parte, si tratta di un titolo, a mio avviso, assolutamente imperdibile. Soprattutto se ami il classico originale e ti senti disposto a sperimentare una prospettiva nuova e originale su una sequenza di avvenimenti che già conosci – o che credevi di conoscere.

Soprattutto se stravedi per i new adult, ma anche per lo struggente “Intervista col Vampiro” di Anne Rice.

Perché recensire “Lucy Undying” vuol dire parlare di un’epopea ipnotica e coinvolgente, che si dipana attraverso i secoli e aggiorna abilmente il mito del vampiro…


La trama

Il suo nome era scritto fra le pagine della storia di qualcun altro: Lucy Wensterna è stata una delle prime vittime di Dracula.

Eppure, la sua morte ha segnato soltanto l’inizio di un’odissea ancora da raccontare.

Infatti Lucy, risorta dalla tomba, diventa una vampira e trascorre gran parte della sua vita a inseguire il mostro che l’ha creata, nel tentativo di trovare risposte alle domande esistenziali che l’assillano malgrado la sua non-vita si sia rivelata ricca di avventure, tresche, complotti ed emozioni.

Il punto di svolta giunge a Londra, nel ventunesimo secolo, grazie all’incontro con una giovane donna di nome Iris. Anche Iris, infatti, sta disperatamente cercando di sfuggire alle ombre del suo passato. La sua famiglia ha costruito un impero economico basato su un sinistro segreto, e adesso i suoi membri farebbero qualsiasi cosa – letteralmente – pur di restare al potere.

Lucy, che non credeva di poter amare di nuovo, si innamora di Iris, ricambiata. Ma forze esterne di ogni tipo minacciano la loro intensa connessione e loro nascente love story: la madre di Iris, infatti, non permetterà mai alla figlia di sfuggirle senza ingaggiare una lotta letale per il controllo della sua vita.

E il passato di Lucy ha ancora le zanne: Dracula, infatti, non ha mai smesso di cacciare…

“Lucy Undying”: la recensione

“Lucy Undying” è il retelling saffico a tema vampiresco che S. T. Gibson ci aveva promesso, ma che, a mio avviso, l’autrice di “An Education in Malice” non è stata in grado di consegnare.

Attraverso una pluralità di punti di vista e ben tre linee narrative, che si espandono dalla Londra ottocentesca ai giorni nostri, Kiersten White interesse una trama complessa e ricca di suggestioni. Un intreccio che tiene in grande considerazione tutti i tropes tipici della letteratura gotica relativi ai nostri succhiasangue preferiti, affrontandone le tematiche ricorrenti (immortalità, etica, fede, amore immortale ecc.) da una prospettiva intrigante, fresca e coinvolgente.

Protagonista assoluta di questa saga (di un solo libro: infatti, anche se seguiranno probabilmente altri volumi, “Lucy Undying” si legge come un romanzo perfettamente autoconclusivo…) è la biondissima, “fragile” e benestante amica/pupilla di Mina Harker; la prima vittima londinese di Dracula, passata alla storia come “colei che Van Helsing e gli altri non riuscirono a salvare“.

Probabilmente perché, come ipotizza Kiersten White, non erano poi così interessati a farlo.

E bisogna dire che, attraverso le pagine di “Lucy Undying”, la nostra eroina compie una trasformazione incredibile, da timida ragazzina accecata da un amore impossibile a spia, medico di frontiera, cacciatrice di vampiri, nemesi per eccellenza dello stesso Dracula.

Fortunatamente, senza mai rinunciare a quel nucleo di umanità e a quei tutti quei peculiari tratti caratterizzanti che contribuiscono a renderla un’eroina complessa, contradditoria e ricca di sfumature….


Una gang di vampire immortali contro il patriarcato

Lo stile di Kiersten White si rivela perfettamente all’altezza del compito. Lirico, suggestivo e intriso di un romanticismo quasi disperato, riesce tuttavia a tenersi in perfetto equilibrio fra una tensione drammatica di natura prettamente letteraria e un gusto tutto “cinematografico” per le scene d’azione, gli intrighi, i colpi di scena al cardiopalma.

Il frequente ricorso all’ironia e a un senso dello humor squisitamente dark aiuta, inoltre, a gustarsi anche le scene dal taglio più cupo; tant’è che, in alcuni passaggi particolari di “Lucy Undying”, diventa facilissimo cogliere l’influenza di “Buffy: The Vampire Slayer” e di tutti i suoi derivati.

Anche il tema della found family ha la sua importanza. E riesce a brillare soprattutto grazie alla presenza di un cast secondario eccentrico e straordinario: mi sto riferendo, in modo particolare, a tutte le vampire (ex-vittime di Dracula) che Lucy ha occasione di incontrare nel corso dei suoi innumerevoli viaggi attraverso il globo.

(Breve parentesi a tema “fan casting”: in un adattamento cinematografico ideale, l’Amante avrebbe indubbiamente il volto di Kirsten Dunst, mentre Viola Davis darebbe vita a un superlativo Dottore.

Ma penso che possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che nessuno sarebbe in grado di interpretare la Regina al di fuori di Michelle Yeoh…)


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7 libri romance gotici “saffici” che combinano horror e love story


Una bella rassegnata dedicata ad alcuni fra i più popolari libri gotici romance a tema “saffico”: potremmo forse sperare di celebrare in maniera migliore la recente uscita di “Moonstone”, il primo YA dell’autrice britannica Laura Purcell?

Se non hai ancora letto nulla di questa acclamata regina del romanzo storico-gotico, ti consiglio di correre a recuperare “Il Filo Avvelenato” (edito in Italia da Mondadori): si tratta di una storia cupa e serratissima, che ti terrà avvinghiata dalla prima all’ultima pagina. Fino a un finale brutale, assolutamente sconvolgente, che non ti lascerà più andare!

Con “Moonstone”, invece, Laura Purcell compirà una vera e propria incursione nel campo del gothic-romance. Prima di scoprire gli altri libri protagonisti del nostro articolo, diamo allora un’occhiata alla trama di questo attesissimo romanzo…

7 libri romance gotici “saffici” che (forse) non conosci ancora: “Moonstone” di Laura Purcell

libri romance gotici saffici - moon stone

Non comportarti male. Fai attenzione alla luna. E non uscire mai dopo il tramonto…

A causa di uno scandalo nei giardini del piacere di Vauxhall, Camille viene spedita a vivere con la sua madrina, un’eremita che vive nei boschi con l’unica compagnia di sua figlia, una ragazza molto bizzarra di nome Lucy. Tagliata fuori dalla società civile, Camille dovrà imparare ad adattarsi alle severe regole della sua madrina.

Ma Camille non ha mai incontrato nessuno come Lucy. E, mentre le due iniziano ad avvicinarsi, permettendo alla loro relazione di sconfinare in un territorio sempre più pericoloso, una serie di strani episodi prende a verificarsi. Morti misteriose, segni di artigli che marchiano le porte, e un terribile ululato che squarcia la notte. Il verso di una creatura che sembra quasi… sovrannaturale.

Ma di cos’è che Camile farebbe meglio ad avere paura? Di ciò che si nasconde nei boschi, o… del suo stesso cuore?

L’edizione in lingua originale inglese di “Moonstone” ti aspetta già su Amazon.


“Bitthertorn” di Kat Dunn

“Bittherton” è un ammaliante e irresistibile slowburn, dedicato soprattutto ai fan di titoli come “Belladonna” e “One Dark Window”.

La storia, in effetti, impiega qualche capitolo a scaldare i motori. Ma ti assicuro che, nel giro di una cinquantina di pagine, ti ritroverai a scoprire il valore di ogni singolo istante di pazienza!

Dopotutto, l’atmosfera è così affascinante da togliere il fiato e la caratterizzazione delle due protagoniste si rivela eccellente!

Ecco la trama…

Blumwald è una città tormentata da un’oscura maledizione: in un sinistro castello annidato fra i boschi, vive una Strega mostruosa. Una volta ogni generazione, la Strega arriva in paese e reclama un companion da portare al castello con lei. Tutti, in paese, sanno la verità: il prescelto non farà mai più ritorno.

E, adesso, si sta avvicinando il tempo di un nuovo sacrificio…

Mina, la figlia del duca, sta cercando di superare un lutto, ma la sua vita è intrisa di un’insopportabile solitudine. Ha perso ogni speranza di un futuro a Blumwald. E così, quando la Strega arriva, pronta a esigere la sua prossima offerta, Mina si offre volontaria. Ma non ha la più pallida idea di ciò che la aspetta…

L’edizione in lingua originale inglese di “Bitterthorn” è già disponibile su Amazon.


“All the Dead Lie Down” di Kyrie McCauley

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In pochi conoscono questa piccola perla gotica. Ed è un peccato: il libro di Kyrie McCauley riesce a combinare la tensione sovrannaturale di “Pet Semetary” con lo struggente romanticismo gotico della serie tv “The Haunting of Bly Manor”!

Se vuoi saperne di più, ti basta dare un’occhiata alla mia recensione di “All the Dead Lie Down”.

La sinossi, invece, recita così:

Qualche giorno dopo che una tragedia lascia Marin Blythe orfana e sola al mondo, la ragazza riceve un sorprendente invito da parte di Alice Lovelace – un’acclamata autrice di libri horror, nonché grande amica d’infanzia di sua madre. Alice offre a Marin una posizione da governante a Lovelace House, la sua dimora di famiglia sulle coste del Maine.

Marin accetta e si ritrova a occuparsi delle peculiari figlie di Alice. Thea è una bambina che seppellisce le sue bambole in giardino, celebrando un solenne funerale per ognuna di loro, mentre Wren cerca di fare tutto il possibile per convincere Marin ad andarsene. Poi la sorella maggiore delle ragazze, Evie Hallowell, torna a casa dopo essere stata espulsa da una prestigiosa accademia.

Anche Evie si comporta in modo strano. Eppure, Marin si sente incredibilmente attratta da lei; magari a causa del suo comportamento magnetico, o della sua grazia eterea.

Eppure, con il passare dei giorni, Marin non riesce a scrollarsi di dosso l’ansia che la segue come un’ombra. Uccelli morti si materializzano nella sua stanza. Le burle delle bambine vanno incontro a un’escalation. E qualcosa di pericoloso si annida nei boschi, lasciandosi alle spalle una scia di animali mutilati.

A Lovelace House non va tutto bene. E Marin dovrà svelare i suoi segreti, prima che il mistero della casa abbia la possibilità di consumarla.

Come sempre, l’edizione in lingua inglese di “All the Dead Lie Down” ti aspetta su Amazon!


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“An Education in Malice”: la recensione del libro dark academia di S. T. Gibson


an education in malice - recensione s t gibson - libro gotico

Arriva la recensione di “An Education in Malice”, libro gotico di S. T. Gibson a metà strada fra coming-of-age e dark academia.

Questo romanzo nasce come una “costola” del chiacchieratissimo “Una Dote di Sangue”, pubblicato in Italia dalla Mondadori nel 2022. In linea teorica, si tratta di una sorta di retelling del classico ottocentesco “Carmilla” di Sheridan Le Fanu.

Dico “in linea teorica” perché, a conti fatti, le uniche cose che “Carmilla” e “An Education in Malice” effettivamente condividono sono i nomi di alcuni personaggi. Ma vediamo di approfondire meglio l’argomento, a partire dall’accattivante sinossi del nuovo lavoro della Gibson…


La trama

Il college di Saint Perpetua si staglia nelle profondità delle dimenticate colline del Massachusetts. Isolato e antico, non è decisamente un luogo per ragazze pavide. Qui, infatti, i segreti sono una merce di scambio corrente, l’ambizione è linfa vitale, e strane cerimonie accolgono le studentesse al loro arrivo a scuola.

Il suo primo giorno di lezioni, Laura Sheridan si trasforma, quasi senza volerlo, nella più acerrima rivale accademica di Carmilla, una compagna di studi bellissima ed enigmatica. Insieme, le due ragazze finiscono risucchiate nell’orbita dell’esigente professoressa di poesia, Miss De Lafontaine, che intrattiene la sua particolare ossessione oscura nei confronti di Carmilla.

Ma mentre la rivalità fra Laura e Carmilla inizia ad assumere i connotati di un legame sempre più intenso e delizioso, Laura è costretta a confrontarsi con i suoi strani appetiti. Intrappolate in un sinistro gioco di politica, professori assetati di sangue e magia, Laura e Carmilla dovranno decidere quanto siano disposte a sacrificare, nella loro incessante ricerca di conoscenza.


“An Education in Malice”: la recensione

Tagliamo subito la testa al toro: meglio “An Education in Malice” o “Una Dote di Sangue”?

Eh, direi che dipende: per una questione di gusti personali, ammetto di aver preferito leggermente questo secondo retelling. Eppure, nel complesso, ritengo che “Una Dote di Sangue” sia un romanzo meglio strutturato, più significativo e, soprattutto, dotato di una voce narrante più incisiva.

In ogni caso, non sei costretto a leggere “Una Dote di Sangue” per seguire gli eventi narrati in “An Education in Malice”, o viceversa. Sappi solo che le due opere sono veramente molto simili e che si concentrano, pressappoco, sull’esplorazione delle stesse tematiche: relazioni tossiche e sesso libero fra partner consenzienti.

In definitiva, cos’è che ho apprezzato di “An Education in Malice”? Bè, da una parte, la sua sinistra e misteriosa atmosfera, degna dei migliori romanzi dark academia; dall’altra, le prime 100 pagine del romanzo, incredibilmente coinvolgenti e immersive.

Perché bisogna dire che il primo atto di questo originale retelling, ambientato fra le celebri contestazioni degli Anni Sessanta, risulta particolarmente accattivante e ricco di suspense. Un ottimo punto di partenza per gli archi narrativi delle due protagoniste, e della dolce Laura in modo particolare, con la sua passione per la letteratura weird-erotica ottocentesca e la sua pericolosa inclinazione per il ruolo di giovane dominatrix-wannabe…


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“Bride”: la recensione del paranormal romance di Ali Hazelwood


bride recensione ali hazellwood - libro romance

Per scrivere la recensione di “Bride”, paranormal romance di Ali Hazelwood, dovrò fare del mio meglio per calarmi al di fuori del (mio) personaggio e indossare le lenti dell’Obiettività (ebbene sì: con la maiuscola!).

«Per quale motivo?», ti starai forse chiedendo. Bè, innanzitutto, lascia che ti dica che questa è una domanda più che lecita da parte tua. Soprattutto se hai cominciato a bazzicare da queste parti da poco, o se questa è, addirittura, la tua prima visita sul blog.

Perché chi mi conosce, sa già che il paranormal romance non è esattamente il mio sottogenere del cuore. Ho scelto di leggere “Bride” soprattutto perché il libro di Ali Hazelwood ha rappresentato una delle novità di febbraio 2024 più chiacchierate e amate dal pubblico.

Ero curiosa di scoprire a cosa fosse dovuto tutto il trantran. Anche perché l’autrice è molto famosa, ma nessuno dei suoi titoli precedenti era riuscito a instillare in me la benché minima scintilla d’interesse.

Mi sono detta che la lettura di “Bride”, con i suoi ammiccamenti al mondo dell’urban fantasy e la sua travolge dose di ironia, aveva tutte le carte in regola per rientrare un po’ più nelle mie corde. E devo ammettere che, in parte, avevo ragione


La trama

Misery Lark è l’unica figlia del vampiro più potente del Consiglio del Sudest. Misery è cresciuta come un’emarginata, costretta a fare da garante per la sua gente per tutta l’infanzia e a vivere in mezzo agli umani.

Quando è tornata a casa, ha scoperto che questa parola aveva perso completamente di significato per lei. Perfino fra i vampiri, ormai, non sembra più esserci alcun posto per lei. Per questo, Misery ha scelto di trascorrere in suoi anni successivi mimetizzandosi fra gli umani, avvolgendosi in una confortevole cappa di anonimato.

Un giorno, però, suo padre la convoca nel suo ufficio. Il vampiro vuole che Misery lo aiuti a forgiare un’alleanza con i licantropi, acerrimi nemici della loro gente da tempo immemore. Per riuscirci, la ragazza dovrà sposare Lowe Morland, l’alpha del branco più vicino, e sforzarsi di inaugurare una nuova era di pace fra i due popoli.

Si dice che i lupi siano violenti e imprevedibili, ma Misery ha i suoi motivi per accettare la proposta. Lowe, però, sa che non può fidarsi di lei. Sorveglia ogni movimento della sua nuova sposa, soppesa ogni sua parola, cerca di alzare fra di loro un muro incrollabile.

Invano: a poco a poco, infatti, l’impenetrabile facciata d’arroganza e brutalità di Lowe inizia a crollare, rivelando a Misery le vulnerabilità di un giovane uomo disposto a tutto, pur di proteggere il suo branco.


“Bride” di Ali Hazelwood: la recensione

Se ami il genere romantasy, lo spicy e il classico trope del maschio alpha pronto a trasformarsi in “sottone per amore“, sospetto che “Bride” ti piacerà da impazzire! È un libro molto divertente, dopotutto, che si lascia leggere alla velocità della luce malgrado la sua considerevole “mole” (chiamatemi bacchettona, ma resto convinta del fatto che nessun romance “puro” abbia bisogno di 400 pagine per chiudere il cerchio e consegnare al lettore un finale soddisfacente!).

La narrazione è scandita dalla voce narrante di Misery. Un personaggio che, a onor del vero, non brilla particolarmente per acume o capacità di iniziativa. In compenso, la nostra eroina può sicuramente aspirare a una candidatura per il premio “Maestra delle One-Liner” dell’anno!

Misery, infatti, si dimostra sempre pronta a fornire al lettore un irriverente commento sarcastico a proposito della situazione o degli altri personaggi.

Alcune di queste battute risultano genuinamente divertenti. Altre… virano un po’ più sul versante “adolescente nevrotica e immatura”, diciamo. Ma tant’è: nel complesso, ho apprezzato molto la leggerezza dei toni della narrazione e la grande intelligenza dell’autrice (testimoniata dalla sua cronica incapacità di prendersi troppo sul serio).


Storia di una “sassy girl” e del suo uomo-lupo

A livello di ambientazione, “Bride” forse ricorda più una romcom con Sydney Sweeney o Anne Heathway che il franchise di “Underworld”. Di fatto, l’elemento fantastico è solo un corollario: potresti eliminarlo dal quadro e non cambierebbe assolutamente nulla. A parte, forse, il contenuto di una o due scene di sesso dal taglio particolarmente bizzarro…

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“Una Tempesta di Tè ‘”: vampiri, tè e rapine nel libro fantasy di Hafsah Faizal


una tempesta di tè - hafsah faizal - data uscita ita

Una Tempesta di Tè” è stato uno dei libri fantasy più venduti dell’anno. In Italia, l’heist novel di Hafsah Faizal arriverà a ottobre 2024, sotto l’egida di Mondadori.

Ma cosa possiamo aspettarci da questo chiacchierato e amatissimo titolo?

Bè, direi che basta un’occhiata distratta alla trama per evocare il ricordo di “Sei di Corvi” di Leigh Bardugo. Ho letto una buona parte del romanzo, per cui posso assolutamente confermarti la validità dell’impressione.

Tuttavia, in questo suo nuovo libro, l’autrice di “Catturiamo la Fiamma” si assicura anche di consegnare ai suoi lettori un nutrito carico di segreti, relazioni pericolose e patinatissimi vampiri


“Una Tempesta di Tè”: la trama

Sulle strade di White Roaring, Arthie Casimir è un genio del crimine. La sua prestigiosa sala da tè si trasforma in una casa del sangue illegale con il favore dell’oscurità, spillando soldi ai vampiri tanto temuti dalla società.

Ma quando il suo giro d’affari viene minacciato, Arthie si ritrova costretta a stringere un’improbabile alleanza con un affascinante avversario per rimediare alla situazione… e non potrà svolgere il compito da sola.

Per mettere nel sacco il leader della città e salvare il suo locale, infatti, Arthie dovrà chiamare a raccolta alcuni degli emarginati più talentuosi della città e metterli al servizio del suo piano: infiltrarsi presso le fila dell’Athereum, un’oscura e scintillante società di vampiri.

Tuttavia, non tutti i disadattati che fanno parte della sua squadra sono davvero dalla sua parte. E così, mentre la verità che si nasconde dietro il colpo comincia a dipanarsi, Arthie si ritrova invischiata in una cospirazione pronta a mettere a repentaglio il mondo che ha sempre conosciuto.


Un nuovo inizio, con uno sguardo al passato

“Una Tempesta di Tè” sarà il primo libro di una dilogia nuova di zecca. Tuttavia, come è pronta a spiegarci la stessa Hafsah Faizal, il romanzo non sarà del tutto privo di collegamenti con la storia di “Catturiamo la Fiamma”:

«Sì, è ambientato nello stesso universo di “Catturiamo la Fiamma”. Ma usciremo dai confini di Arwiya e visiteremo alcuni nuovi paesi, in modo particolare Athean, che è essenzialmente un’Inghilterra fantasy, ispirata all’età vittoriana. […] Sì, dovrebbe avere un ritmo più veloce rispetto a “Catturiamo la Fiamma”, un sacco di avvenimenti in più […]»

Hafsah Faizal, in un’intervista rilasciata per Bookpeaple Teen Press Corps

Su Pastemagazine, l’autrice descrive “Una Tempesta di Tè” come un sorta di “Peaky Blinders incontra Re Artù, con una spruzzata di vampiri e un colpo da progettare” e spiega che il libro è iniziato come una sorta di lettera d’amore a tutto ciò che può essere considerato “dapper”. Da quel momento in avanti, l’autrice è stata completamente risucchiata dal mondo della sua eroina.

Arthie è una giovane rifugiata proveniente dall’isola di Ceylan (da noi conosciuta come Sri Lanka). È stata costretta a fuggire per via dell’arrivo dei colonizzatori. Un evento che, ovviamente, ha alterato per sempre il corso della sua vita e l’ha spinta a coltivare un grande desiderio di rivalsa.


Una tempesta di tè e la sua eroina “in sobillazione e pronta a obliterare”

Ti dirò cosa ne penso: “Una Tempesta di Tè” è un romanzo interessante, se sei naturalmente attratto dagli heist movie in stile “Ocean’s Eleven” e non disdegni un tipo di narrazione dal taglio apparentemente graffiante, in realtà semplicemente “stiloso” e manierato.

Nel complesso, ho avuto l’impressione che Hafsah Faizal fosse un po’ troppo innamorata di Arthie, e questo rappresenta, a mio avviso, il peggior difetto del libro. Ho smesso di leggere un po’ perché le continue descrizioni di ambienti e personaggi in stile hardboiled (ma sempre in chiave YA) mi stavano esasperando, ma soprattutto perché frasi altisonanti come « she was, simply put, a tempest in a bottle, tiny and simmering and ready to obliterate» tendono sempre a logorarmi i nervi piuttosto che a intrigarmi, soprattutto quando tendono a ripetersi con una certa costanza.

Ma non lasciare che la mia opinione personale ti influenzi troppo! Se stravedi per “Sei di Corvi” e “This Violent Delight”, sei sinceramente affezionata al personaggio di Lila Bard in “A Darker Shade of Magic” e apprezzi sinceramente il trope del “touch her and you die“, non correre il rischio di lasciarti sfuggire “Una Tempesta di Tè”!


 “A Tempest of Tea”: quando esce il libro di Hafsah Faizal in italiano?

Mondadori porterà in libreria “Una Tempesta di Tè” a partire dal 29 ottobre 2024. La traduzione sarà a opera di Alessandro Vezzoli.

Su Amazon puoi già acquistare la tua copia di questo super-bestseller a tema gangster, vampiri sexy e femme fatale!


E tu? Cosa ne pensi della cover e della trama di “Una Tempesta di Tè”?

Hai mai letto qualcosa di Hafsah Faizal? 🙂


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Buffy l’Ammazzavampiri: i 5 libri da leggere nel 2023


Buffy l'Ammazzavampiri libri

La serie tv “Buffy: L’Ammazzavampiri” ha generato dozzine di libri “collaterali” ambientati nello stesso universo.

Parliamo per lo più di romanzi, o di raccolte di brevi storie dedicate ai comprimari o ai numerosi personaggi secondari del famoso show cult di Joss Whedon.

La serie televisiva sarà anche finita decadi fa, ma, per i fan, il Buffyverse è ancora più vivo che mai.

Lo dimostra lo straordinario successo di vendite (anche in Italia) del nuovo reboot targato Boom! Studios, l’imminente pubblicazione americana di altri romanzi in chiave YA, un fumetto nuovo di zecca scritto da Sarah Galley e perfino l’annuncio di uno splendido mazzo di tarocchi in grado di scatenare la delizia di qualsiasi appassionato del genere gotico.

Ma quali sono i libri di “Buffy: L’Ammazzavampiri” che, nel 2023, un fan della serie dovrebbe assolutamente prendere in considerazione? Quali sono le uscite imperdibili? I nuovissimi titoli disponibili in lingua inglese?

Direi che è arrivato il momento di scoprirlo insieme…


“Big Bad” di Lily Anderson

Buffy l'Ammazzavampiri libri - big bad

Demondale, Callifornia, 1999… Un po’ come Sunnydale, ma con un sacco di malignità in più! Una realtà alternativa, insomma, in cui solo il caos regna supremo. Immagina che l’ombra-sul-sole del Sindaco sia riuscita a provocare un’oscurità perenne su Sunnydale. La città, ovviamente, sarebbe stata ribattezzata “Demondale”, e sarebbe diventata il covo indisturbato di vampiri, bestie, demoni e ruffiani di ogni tipo.

Gli aspiranti super-villain (e supernerd) Jonathan e Andrew cercano di ritagliarsi un posto in questa inquietante dimensione di super cattivi, mentre il demone della vendetta Anya si sforza di ritrovare uno scopo nella vita, sprecando la maggior parte del suo tempo a lavorare come cameriera in un bar di pessima categoria. Un brutto giorno, però, giunge alle loro orecchie la notizia di una nuova “Big Bad” appena giunta in città; una forza più potente e distruttiva di qualsiasi cosa il pianeta abbia mai visto prima. Questa minaccia è, ovviamente, Buffy l’Ammazzavampiri. In preda al panico, Anya, Andrew e Jonathan decidono di formare una super-squadra di cattivi in stile “The Suicide Squad – un team che includerà villains del calibro di Angelus, Glory, Willow vampira, Spike e Drusilla – per cercare di salvare il loro mondo di malvagità dal pericolo incombente. Unico obiettivo: eliminare Buffy, prima che sia troppo tardi!

“Big Bad” è disponibile su Amazon in lingua inglese.


“Bloody for Love” di William Ritter

Non proprio un libro di “Buffy: L’Ammazzavampiri”, quanto… un prequel interamente dedicato al personaggio di Spike!

Spike è appena diventato un leggendario sterminatore di Cacciatrici, e non vede l’ora di godersi i frutti della sua fama. Decide quindi di tornare a Londra – la più grande città del mondo. Sfortunatamente, però, il suo nuovo covo è tutt’altro che idilliaco (immagina una sorta di scantinato umido), e il resto della sua piccola, strana “famiglia” di vampiri sta ancora cercando di riprendersi dal fatto che il loro patriarca, Angelus, abbia scelto di abbandonarli.

L’amore della vita di Spike, Drusilla, sembra particolarmente devastata da questa perdita, dal momento che trascorre la maggior parte del suo tempo a giocare con i tarocchi e a programmare la loro prossima, sanguinosa cena di famiglia. Disperato, Spike giura di trovare una potente reliquia in grado di aiutarla a focalizzarsi, piuttosto, sul loro imminente futuro insieme. Sembra il piano perfetto, certo… Se non fosse che un mostro di nome Gunnar, leader dei demoni di Londra, ha deciso di rubare la reliquia per primo.

“Bloody for Love” è disponibile su Amazon in lingua inglese.

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“Day Shift”: la recensione della commedia horror disponibile su Netflix


day shift - recensione - a caccia di vampiri

Iniziamo il nostro martedì con una bella recensione di “Day Shift”, una commedia horror diretta dal regista e artista marziale J.J. Perry disponibile su Netflix.

Potremmo descrivere il film come una sorta di adrenalinico “buddy-cop-con-vampiro”.

Dal punto di vista di un amante del genere action e della comicità demenziale, la pellicola con Jamie Foxx vanta sicuramente molte frecce al suo arco: un “prologo” divertente e acrobatico, una pletora di battute fulminanti, un paio di pittoreschi villain da cartone animato, movimentati inseguimenti in autostrada…

Ma bisogna dirlo: la sceneggiatura di “Day Shift” è praticamente l’equivalente di un disastro ferroviario, ragazzi!

Gli attori fanno del loro meglio per incoraggiarci a dimenticare le stramberie e le evidenti insensatezze della trama, ma, a lungo andare, perfino la verve di Franco e la grinta di Foxx cominciano a mostrare le prime crepe…


La trama

Bud Jablonski (Jamie Foxx) è un cacciatore di vampiri in incognito.

Ripulisce puliscine per mantenere una sorta di “copertura”; ma, in realtà, si trova ad affrontare un mucchio di problemi finanziari, soprattutto da quando la gilda ufficiale degli ammazzavampiri locali ha deciso di sbatterlo fuori a causa dei suoi metodi anticonvenzionali.

Il carico di segreti che Bud è costretto a portare sulle spalle ha incrinato il suo matrimonio con l’esuberante Jocelyn (Meagan Good), ma l’uomo fa comunque del suo meglio per restare accanto all’adorabile figlioletta Paige (Zion Broadnax).

Un brutto giorno, però, Bud si ritrova a uccidere una succhiasangue dall’aria particolarmente mummificata, risvegliando gli istinti di vendetta di una spietata vampira di nome Audrey (Karla Souza).

La creatura, potente e ben agganciata, decide quindi di dichiarare guerra a Bud e regolare i conti a qualsiasi costo…


“Day Shift”: la recensione

Nel tempo, ho notato che la maggior parte dei film e dei romanzi che non riescono a funzionare al 100% sono anche – in maniera tutt’altro che accidentale –  degli strani “ibridi” strutturali incapaci di asserire con forza la propria identità.

“Day Shift”, certo, pretende di essere prima di tutto un film d’azione, fracassone e declinato in salsa comedy. La componente horror, in questo caso, si dimostra più che altro ornamentale: i villain del film sono vampiri, ma avrebbero potuto tranquillamente essere lupi mannari, zombie o gangster viaggiatori del tempo provenienti dalla Shangai degli anni Trenta.

Dal punto di vista della costruzione della trama, ti assicuro che avrebbe fatto ben poca differenza.

E, considerando la natura goliardica della pellicola in questione, diciamo che fin qui non ho (tantissime) proteste da avanzare.

Tuttavia, la trama prevede anche l’inclusione di parecchi elementi tipici dell’urban fantasy, per non parlare di un robusto innesto di “materiale” tratto dal popolarissimo sottogenere del buddy cop.

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“First Kill” (recensione): la serie tv che tutti i fan dell’urban fantasy stavano aspettando

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“First Kill” è una serie tv di genere horror/action, indirizzata al pubblico dei giovanissimi e approdata su Netflix all’inizio di giugno.

La trama è tratta da un omonimo (e adorabile!) racconto di V. E. Schwab, contenuto nell’antologia “Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite”.

La sceneggiatura del primo episodio (sempre firmata dalla popolare autrice dei romanzi “La Vita Invisibile di Addie LaRue” e “Gallant“…), offre una trasposizione fedelissima della breve storia originale.

In effetti, al pilot bastano una manciata di minuti per sfoggiare il divertente high concept, presentare le due protagoniste e il loro vivace ambiente famigliare, introdurre l’incidente scatenante (galeotto fu il gioco della bottiglia…) e stabilire le irresistibili tonalità in stile “campy horror” della serie.

Un impeccabile esempio di storytelling? Mmm…

Probabilmente no, ma sospetto che perfino il più accanito detrattore dello show rischierebbe di trovarsi in cattive acque, se cercasse di negare l’evidenza: “First Kill” è una serie che si dimostra in grado di anticipare i desideri del suo target con un livello di chiarezza preternaturale, e di consegnargli ciò che vuole praticamente su un piatto d’argento

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“Vampire in the Garden” (recensione): amore, guerra e vampiri nell’anime di Netflix

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Vampire in the Garden” è un anime in 5 episodi disponibile su Netflix.

La serie sfoggia un’estetica horror alla “Devil May Cry” e una tipica ossatura da racconto distopico. Da un punto di vista strutturale, però, incarna due generi completamente diversi: la STORIA DI FORMAZIONE e la LOVE STORY.

Questo che cosa implica?

Bè, tanto per cominciare, che non dovresti lasciarti ingannare dai dettagli visul-gore delle animazioni e dall’eccitante taglio in stile action della premessa!

Non fraintendermi: la trama di “Vampire in the Garden” si rivela sicuramente in grado di offrire parecchie gustose scene di intrattenimento ad alto tasso di adrenalina.

Ma la sua costruzione tende ad appoggiarsi soprattutto sulla componente romantica e sul viaggio di crescita interiore delle due protagoniste, concedendo poco spazio all’approfondimento del wordlbuiling e alla qualità dei colpi di scena

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“The Wicked and the Willing”: la recensione del romanzo gotico di Lianyu Tan

recensione the wicked and the willing - copertina lianyu tan

The Wicked and the Willing” è il secondo libro di Lianyu Tan, autrice che nel 2020 ci aveva già “scioccato” con il suo dark romance fantasy “Prigioniera negli Inferi”.

La sua nuova opera è un romanzo horror storico ambientato a Singapore, nel bel mezzo dei ruggenti anni Venti.

Al cuore della trama, la relazione abusiva fra una carismatica vampira britannica e una docile domestica dal passato tormentato.

Inquietante, seducente e brutale, “The Wicked and the Willing” rappresenta un enorme passo in avanti rispetto alla semplice parata di «piaceri perversi» offerti nel precedente retelling della Tan.

Una storia gotica a tinte forti, contrassegnata da un potentissimo nucleo tematico (l’ordalia della violenza domestica) e ispirata tanto ai grandi classici del gotico (“Dracula” e “Carmilla”), quanto al viscerale cinema “a impatto” di Park Chan-wook (“The Handmaiden”).

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