Titolo: Hold Your Breath
Regia: Karrie Crouse e William Joines
Anno: 2024
Genere: Horror
Cast: Sarah Paulson, Amiah Miller, Alona Jane Robbins, Ebon Moss-Bachrach
Disponibile su: Disney+
“Hold Your Breath”: cosa ne penso del film
La sceneggiatura del film “Hold Your Breath” riesce a fare tante cose male, ma anche alcune bene. A essere sinceri, trovo che gli elementi poco riusciti della pellicola abbiano a che fare più con la regia e il montaggio, che non con la costruzione della trama.
Perché l’idea di ricorrere a un montaggio sincopato e stordente per sottolineare la graduale perdita di percezione della realtà a cui va incontro la protagonista non è necessariamente una scemenza, anzi. Ma diventa un errore nel momento in cui permette allo spettatore di smarrire completamente il filo della storia, minando la sua capacità di empatia nei confronti dei protagonisti e degli eventi narrati.
Del resto, non fa un gran bene al film neanche il denso (eccessivo?) simbolismo che permea le sue scene. Fra tempeste di proporzioni bibliche, sibilline apparizioni dell’Uomo Grigio e soffocanti mascherine che cercano di richiamare in ogni modo la recente pandemia, il film rischia di smarrire il focus un po’ troppo spesso, e senza neanche accorgersi delle cose importanti che si sta lasciando alle spalle… vale a dire, in primo luogo, l’attenzione e la curiosità dello spettatore.
Lode alla regina delle scream queen!
Tuttavia, per come la vedo io, “Hold Your Breath” – un film horror tutto sommato godibile, per certi versi addirittura intrigante – può contare anche su due grandissimi punti di forza. Il primo, ovviamente, è il cast, capitanato dalla nostra scream queen televisiva preferita, la magnifica Sarah Paulson (che rivedremo presto, forse, in una delle prossime stagioni di “American Horror Story“).
Ho trovato valida anche l’interpretazione della giovanissima Amiah Miller (“L’Esorcismo della Mia Migliore Amica“), nei coinvolgenti panni di una ragazzina abbandonata dagli adulti e costretta a prendere ogni sorta di decisione impossibile.
Interessante anche il personaggio di Ebon Moss-Bachrach, che in “Hold Your Breath” interpreta un predicatore dalla parlantina d’argento e i modi estremamente ambigui.
Suggestioni, spauracchi e polvere
Tuttavia, vorrei soffermarmi un momento a considerare l’altro elemento in cui “Hold Your Breath” riesce a eccellere: la costruzione dell’atmosfera. Un traguardo non da poco, considerando che stiamo parlando di un horror/thriller psicologico che ambisce a inquietare il suo pubblico in maniera disturbante e allusiva, senza stare lì a scomodare jumpscares e twist al cardiopalma.
Ma in che modo “Hold Your Bteath”, nelle sue sequenze più riuscite, riesce a farci spostare sul ciglio della poltrona, in preda a un’ansia smodata? A spingerci a trattenere il fiato, mangiucchiandoci le unghie, insieme ai suoi ambigui (e travagliati) personaggi?
Bè, a livello narrativo, secondo me le tecniche più significative sono soprattutto tre:
- ricorso al narratore inaffidabile;
- esasperazione del conflitto Uomo VS Natura;
- sapiente uso degli archetipi (soprattutto nella definizione del suo villain e, se non hai ancora visto il film, ti avverto: questo è decisamente il momento di smettere di leggere l’articolo e correre ai ripari!).