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“La Casa dei Cadaveri”: la recensione del thriller bestseller di Jeneva Rose


la casa dei cadaveri recensione - jeneva rose

Tempo di pubblicare la recensione de “La Casa dei Cadaveri, il nuovo, effervescente thriller “blockbuster” di Jeneva Rose!

Per chi non lo sapesse, il libro è rimasto ai vertici delle classiche di vendita negli USA per diverse settimane, diventando, in breve, un bestseller del New York Times. Non è difficile intuire i motivi alla base di questo successo: dopotutto, il romanzo incarna la quintessenza stessa della definizione di “thriller estivo”!

Ma non sarebbe degno di un vero amante del genere lasciarsi dissuadere da un piccolo “disallineamento” stagionale, dico bene? E, con le giornate che si allungano di giorno in giorno, non è neanche così difficile intuire il profilo delle giornate soleggiate che ci aspettano appena dietro l’angolo…

Ad ogni modo, diciamo subito che “La Casa dei Cadaveri” è un titolo che si caratterizza per il suo ritmo serrato, il suo linguaggio scorrevole e un plot dal taglio “lineare”, ma mai banale.

La storia segue, a capitoli alterni, i punti di vista di tre fratelli che si riuniscono, dopo tanti anni di lontananza, per occuparsi insieme dell’eredità di famiglia.

Fra vecchi dissapori, ferite che si riaprono e l’emergere di nuovi rimpianti, si imbatteranno in una scomoda verità: la prova schiacciante dell’atroce crimine commesso dai genitori…


La trama

Dopo la morte della madre, tre fratelli si radunano, dopo aver perso i contatti per tanto tempo, con l’obiettivo di decidere del destino della proprietà di famiglia.

Beth, la figlia maggiore, non ha mai lasciato la casa dei genitori. Ha preferito rimanere con la madre, prendendosi cura di lei fino alla fine.

La figlia di mezzo, Nicole, invece, è scivolata in una sorta di limbo, disprezzata da tutti a causa del suo problema di dipendenza da sostanze stupefacenti.

Micheal, il figlio minore, si è trasferito fuori dalla stato e si è rifiutato di tornare nella loro piccola città del Wisconsin fin dal giorno in cui loro padre, sette anni prima, ha deciso di scomparire nel nulla.

Mentre passano in rassegna gli effetti personali della madre, i fratelli si imbattono in una collezione di vecchie VHS. Il videoregistratore funziona ancora, per cui, dopo qualche tentennamento, decidono di concedersi un’ultima possibilità di rivisitare i loro ricordi d’infanzia.

Ma quel sentimento di innocente nostalgia è destinato ad avere vita breve: una delle videocassette, infatti, rivela una notte del 1999 di cui nessuno di loro sembra conservare la benché minima memoria. Sullo schermo, si materializza il loro padre… farneticante e completamente ricoperto di sangue.

Quello che segue è il primo piano di un cadavere e il terribile patto che i genitori hanno stretto per sbarazzarsi di ogni prova del misfatto.

Il video si interrompe bruscamente. Non c’è altro. Ma ogni cosa è cambiata, e i fratelli lo sanno.

Perché, adesso, Beth, Nicole e Micheal dovranno prendere una decisione molto, molto difficile: lasciare che il passato resti sepolto, oppure riportare i galla tutti gli oscuri segreti che la madre ha cercato di portare con sé nella tomba.


La Casa dei Cadaveri”: la recensione

La trama de “La Casa dei Cadaveri” mi ha fatto subito tornare in mente l’episodio “Lock Henry” della serie tv “Black Mirror”.

Per amor di precisione, aggiungerò che, nello show cult di Charlie Brooker, si cela senz’altro un livello di caratterizzazione dei personaggi e una profondità di tematiche che all’interno del romanzo di Jeneva Rose, purtroppo, si rivela quasi impossibile ritrovare.

Non che il libro in questione mi abbia deluso in maniera particolare. Anzi, diciamocelo… “La Casa dei Cadaveri” mi ha sicuramente riservato qualche ora di piacevole intrattenimento ed è riuscito a tenermi sulle spine in più di un’occasione!

In effetti, il ritmo martellante e lo stile scorrevole dell’autrice contribuiscono ad avvolgere il lettore in una morbosa rete di curiosità e fascinazione. Sospetto che saranno soprattutto i fan più entusiasti del domestic thriller a rimanere deliziati da questo titolo: le coinvolgenti dinamiche famigliari al centro de “La Casa dei Cadaveri” , infatti, rappresentano senz’altro il maggior punto di forza del romanzo.

Del resto, come ogni buon lettore di thriller sa bene, è sempre meglio non fidarsi al 100% del narratore di una storia. E i tre protagonisti di “La Casa dei Cadaveri”, da questo punto di vista, si confermano degli autentici campioni di ambiguità, sgradevolezza e paranoia.

Anche perché l’autrice riesce a giocare molto bene con questo elemento, sfruttando le rivalità sepolte e le tipiche animosità in gioco fra parenti-serpenti per intorbidare le acque e creare una costante atmosfera di sospetto e tensione.

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“The Gorge – Misteri dal Profondo”: la recensione del film sci-fi con Anya Taylor-Joy e Miles Teller


the gorge - misteri dal profondo recensione

Per chi non avesse avuto occasione di guardarlo, “The Gorge: Misteri dal Profondo” è un film romantico/sci-fi diretto da Scott Derrickson. In Italia (così come, presumo, in buona parte del resto del mondo…), il lungometraggio è stato caricato direttamente sulla piattaforma streaming Apple+.

La data prescelta per il lancio di questo rocambolesco blockbuster si è rivelata tutt’altro che casuale: dopotutto, non credi anche tu che il 14 febbraio sia un giorno migliore di tanti altri, quando si tratta di proporre ai propri abbonati un titolo che sembra “Passengers” incontra “Monster Hunter“?

Devo ammettere, però, che non è stato il genere di “The Gorge” ad attirare la mia attenzione. Devi sapere, infatti, che la sottoscritta ha sempre profondamente ammirato il lavoro di Anya Taylor-Joy. Finora, non ho mai corso il rischio di perdermi una delle sue grintose, brillanti interpretazioni! Inoltre Derrickson, nel 2021, ha pur sempre diretto quel gioiellino della suspense chiamato “The Black Phone“…

Insomma, nutrivo delle moderate aspettative nei confronti di “The Gorge“…

Invece, mi sono ritrovata a seguire le vicende dei due protagonisti in preda a una sorta di stuporosa sonnolenza; una sensazione di imbambolamento relativamente piacevole che, sospetto, non ha tantissimo a che spartire con le romantiche emozioni che la sceneggiatura si aspettava, forse, di riuscire a suscitare…


Di cosa parla “The Gorge: Misteri dal Profondo“?

Levi (Miles Teller) e Drasa (Anya Taylor-Joy) hanno ricevuto dai rispettivi Paesi l’incarico di sorvegliare i due versanti opposti di una misteriosa gola avvolta dalle nebbie.

Le loro postazioni sono munite di un arsenale di armi ed esplosivi di ogni tipo: fa parte dei loro doveri, infatti, assicurarsi che niente e nessuno riesca a emergere dal fondo del baratro. Su questo punto, il boss di Levi (Sigourney Weaver) è stato particolarmente chiaro: bisogna assolutamente assicurarsi che le pareti della gola restino indisturbate. A qualsiasi costo.

Si prevede che Levi e Drasa trascorrano il loro anno in servizio nel più totale isolamento, ciascuno arroccato sul proprio versante della gola.

Invece, non appena riescono a escogitare un modo per comunicare a distanza, i due iniziano ad avvicinarsi sempre di più, fino a innamorarsi


The Gorge: Misteri dal Profondo“: la recensione

In realtà, “The Gorge” ha il grande merito di riuscire a coniugare (moderatamente) bene la sua doppia anima: film romantico e monster movie. Due generi che, a prima vista e malgrado l’esistenza di alcuni illustri precedenti, potrebbero anche non risultare così immediatamente compatibili.

Il difetto principale, invece, consiste forse nella totale incapacità di eccellere nell’uno o nell’altro campo: perché Levi e Drasa rimangono, molto semplicemente, due personaggi troppo abbozzati per riuscire a instillare nello spettatore un grande senso di entusiasmo nei confronti della loro love story, mentre le numerose scene d’azione distribuite nel corso nella seconda parte si limitano a rifarsi ai capisaldi del genere e a riciclare un paio di tropes familiari al grande pubblico (senza riuscire a dare prova, però, di un’esecuzione particolarmente creativa).

Gli attori, dal canto loro, ce la mettono davvero tutta, per riuscire a conferire un po’ di anima ai loro personaggi. Ma, purtroppo, non basta guardare una scena in cui Teller suona la batteria (come faceva in “Whiplash“…), o un’altra in cui la nostra Regina degli Scacchi si concede una partita, per evocare una caratterizzazione degna di questo nome.

Dello spreco di potenziale insito nel personaggio interpretato dall’immensa Sigourney Weaver, poi, preferisco non prendermi neanche la briga di parlare…


Vi bastan… poche briciole, lo stretto indispensabile…

Ma non è questo, naturalmente, l’unico aspetto del film sul quale sento di nutrire alcune riserve. Per come la vedo io, infatti, “The Gorge” è un film leggero, simpatico, che si propone/riesce a compiere il minimo indispensabile su quasi tutti i fronti (regia, scenografia, effetti speciali ecc. )… ma pochissimo più di questo.

Una pigrizia di fondo che faccio fatica a tollerare, considerando l’indiscutibile appeal del concept e il piccolo elenco di grandi nomi coinvolti.

La fotografia, forse, ha effettivamente una marcia in più, dal momento che alcune scene, esteticamente intriganti, riescono a colpire in maniera significativa l’attenzione dello spettatore. Ma la sceneggiatura, per quanto dotata di beat veloci e dialoghi frizzanti, risente di crepe logiche grosse quanto un camion, mentre il terzo atto offre una vagonata di cliché in rapida successione.

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“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino”: la recensione del thriller psicologico di Kim Jin Yeong


recensione le bugie sepolte nel mio giardino - giunti

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” è stato il primo romanzo thriller del 2025 a catturare la mia attenzione.

E… cosa posso dire? Si è trattato certamente di un colpo fortunato, poiché l’ho trovato intrigante e super-coinvolgente! Un titolo dal ritmo incandescente, che riesce ad ammaliare soprattutto in virtù del curatissimo profilo psicologico dei suoi personaggi e della graffiante intelligenza con cui affronta le sue tematiche.

Un libro che, grazie all’adrenalinico taglio cinematografico delle sue scene e ai suoi numerosi rimandi letterari, ha tutte le carte in regola per attirare un pubblico ampio e trasversale, non necessariamente confinato ai soli fedelissimi delle storie ad ambientazione asiatica…


La trama

Ju-ran è convinta di vivere la vita perfetta. A quasi quarant’anni, ha raggiunto tutti gli obiettivi che la sua società considera importanti: un marito medico, disposto a concederle ogni più insignificante capriccio; un figlio belloccio che se la cava bene in matematica; una splendida casa con giardino in un quartiere benestante…

Un giorno, però, Ju-ran inizia a prendere coscienza dello sgradevole odore dolciastro che si insinua dalle finestre. Un fetore che sembra provenire da quella stessa aiuola che suo marito, Jae-ho, pare intenzionato a coltivare con tanta cura.

Jae-ho cerca in ogni modo di convincerla a lasciar perdere. Tuttavia Ju-ran, turbata da uno strano presentimento, inizia a lasciarsi ossessionare dal miasma che aleggia nel suo giardino. Finché, un giorno, la donna non decide di armarsi di pala e di iniziare a scavare…

Sotto uno strato di terra brunastra, Ju-ran rinviene il dito di una persona.

Nello stesso momento, dall’altra parte della città, la spregiudicata Sang-eun affronta le conseguenze di una vendetta che potrebbe costarle ogni cosa. E’ povera, vedova e incinta, e sua madre sta rapidamente perdendo ogni contatto con la realtà a causa di una gravissima malattia degenerativa.

Eh, sì… Il destino ha dispensato a Sang-eun una mano particolarmente sfortunata!

Ma, del resto, una donna come lei – costretta a vendere materassi per sopravvivere, e a ingoiare ogni giorno migliaia di torti e soprusi con un rigido sorriso sulle labbra – ha sempre saputo la verità: il mondo non è un posto gentile con le persone deboli.

Per fortuna, Sang-eun non ha mai nemmeno saputo cosa sia, la debolezza…


Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“: la recensione

Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” si pone al crocevia fra thriller psicologico e domestic thriller.

Per trama, velocità narrativa e qualità dei colpi di scena potrebbe ricordare, secondo me, grandi bestseller internazionali del calibro de “La Ragazza del Treno” di Paula Hawkins; ma i suoi personaggi ti fanno pensare anche – e, forse, soprattutto – a certi pungenti romanzi satirici di Gillian Flynn o Sarah Pinborough.

L’amore bugiardo di un matrimonio – anzi, due – come metafora di una società che sembra sempre più pronta a collassare su se stessa, nel narcisistico sforzo di replicare i propri feticci a discapito di ogni morale, legge o semplice buon senso.

Le due protagoniste de “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” brillano di un’energia oscura, magnetica, che ti costringe a tifare per loro nonostante la loro deliberata (e innegabile) sgradevolezza. Le loro voci narranti, irresistibili e ben distinte, spalancano una doppia prospettiva sugli eventi, alternando momenti di autentico shock ad altri di profonda, intima e quasi rammaricata comprensione.

Ju-ran, dopotutto, è una donna frivola, superficiale e ipocrita, ma è anche disposta a rinunciare alla sua vita “ideale” pur di svelare la verità; rivelandosi, a più riprese, totalmente incapace di tornare al suo ruolo di mogliettina devota e di “mollare il colpo”….

Sang-eun, d’altro canto, è manipolatoria, ambiziosa e distaccata… ma la bambina che porta in grembo la induce a cedere agli sporadici assalti della sua coscienza, alla faccia di tutti i suoi tortuosi complotti e della sua fame di riscatto.

Nessuna delle due si rende conto, ovviamente, del tormento dell’altra.

Del resto, lo sappiamo tutti come funziona, no?

L’erba del giardino degli altri splende sempre come una cometa, quando ci arroghiamo il privilegio di osservarla da una certa distanza…


«Basta scavare… Non è poi così difficile!»

Come promette la sinossi riportata in quarta di copertina, la brillante scrittrice e sceneggiatrice Kim Jin Yeong riesce a evocare per noi un’ambientazione che tira palesemente in ballo i conflitti sociali e l’abissale divario fra ricchi e poveri di “Parasite“… ma anche le tematiche femministe, la guerra fra i sessi, l’allucinata desensibilizzazione mediatica che ci ha portato a sostituire il concetto di “etica” con quello di “estetica” (e a compiacerci di noi stessi per l’aberrante errore).

L’autrice non cerca di affrontare i punti nevralgici del suo intreccio con un particolare livello di raffinatezza; in effetti, potrei citarti almeno un paio di scene in cui rifiuta palesemente di andarci giù per il sottile (basti pensare alla rievocazione della prima notte di sesso fra Ju-ran e il futuro marito Jae-ho). Ma si tratta di una “schiettezza” sapientemente calibrata, del tutto aderente agli scopi della narrazione, che ha senz’altro il potere di enfatizzare il messaggio e rendere ancora più magnetica la lettura.

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“You’re Dead To Me”: la recensione del libro YA di Amy Christine Parker


you re dead to me recensione - amy christine parker

You’re Dead to Me“, dell’autrice veterana Amy Christine Parker, è un thriller YA che appoggia la maggior parte del peso della sua struttura su due tecniche principali: il cliché e l’effetto jumpscares.

Il risultato è un romanzo dal taglio, a mio avviso, piuttosto mediocre. Soprattutto dal momento che i personaggi si rivelano tragicamente unidimensionali e l’intreccio, pur nel suo vago retrogusto cinematografico, commette l’errore di concedere al lettore un’eccessiva quantità di indizi prematuri, svelando la propria mano troppo presto e compromettendo la riuscita dei principali colpi di scena.

Se hai meno di quattordici anni, i numerosi cliffhanger e twists sparpagliati per tutta la trama potrebbero anche riuscire a prenderti per la gola. In caso contrario… Che ne diresti di un bel rewatch compulsivo di “Gossip Girl“, piuttosto? ;D


La trama

Ruby frequenta la prestigiosa Oleander High School, un’accademia a cui ha avuto accesso grazie a una borsa di studio. In realtà, la sua mamma single annega in un mare di guai finanziari a causa delle conseguenze di un matrimonio sbagliato e della fallimentare attività di famiglia, un parco acquatico/zoo sull’orlo della chiusura.

La maggior parte degli studenti tratta Ruby con condiscendenza a causa delle sue origini. Questo, ovviamente, la indispone profondamente; soprattutto dal momento che l’elite cittadina sembra sempre pronta ad approfittarsi di chiunque si trovi in una posizione più debole per continuare a rimpinguarsi il portafogli.

Ruby attua la sua vendetta attraverso il famoso account locale di gossip, ReputationKiller. Ma quando salta fuori che è lei la responsabile della “caduta” di diversi nomi prominenti in città, l’intera comunità si rivolta contro di lei.

Tuttavia, soltanto nel momento in cui una terrificante visione del suo suo stesso fantasma, avvolto in un abito da ballo impregnato di sangue, si manifesta davanti ai suoi occhi, Ruby inizia a capire fino a che punto la sua situazione personale stia diventando drammatica.

Perché più di una persona ha giurato vendetta contro di lei. E Oleander Bay non è affatto quella pittoresca, tranquilla cittadina da cartolina che si sforza di sembrare.

Qualcuno ha deciso di uccidere Ruby. E, con così tanti segreti, scandali e colpi di scena in ballo, il suo aspirante assassino potrebbe essere, letteralmente… chiunque.


You’re Dead to Me“: la recensione

Fra le (poche) cose che mi sono piaciute di “You’re Dead to Me“, non posso fare a meno di citare la sua torrida, assolata ambientazione: dopotutto, non ho letto tantissimi thriller per ragazzi ambientati nelle Everglades, il caratteristico ecosistema umido e paludoso della Florida.

Coccodrilli e acquitrini giocano un ruolo di primo piano all’interno del romanzo di Amy Christine Parker. E intendo questo da un punto di vista letterale, quanto simbolico, dal momento che l’intreccio pullula di alligatori in giacca, Rolex e cravatta e di pantani traboccanti di menzogne!

Se ti piacciono le storie plot-driven, sospetto che potresti apprezzare anche l’inenarrabile concentrazione di colpi di scena e la catena di morti a casaccio, in perfetto stile slasher, che l’autrice collega all’improbabile subplot di un serial killer mascherato a spasso per la città.

Per quanto mi riguarda, ho avuto la netta impressione che l’autrice stesse cercando di mettere sul fuoco più carne di quanta fosse in grado di masticarne – fra oscuri segreti famigliari, turpi apparizioni di ragazze dai capelli gocciolanti e cloni imbranati di Ghostface – e che la narrazione mancasse drammaticamente di focus.

Probabilmente perché la protagonista di “You’re Dead to Me” è una delle eroine YA più anonime e deludenti di cui abbia letto ultimamente. Non c’è davvero modo di coinvolgere il lettore negli sviluppi del suo “viaggio interiore”; quando la sua caratterizzazione si basa, essenzialmente, su un grappolo di stereotipi presi in prestito da questo o quell’altro trascurabile personaggio televisivo…

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9 libri thriller coreani da leggere il prima possibile


Oggi ho iniziato a leggere “Le Bugie Sepolte nel Mio Giardino“, di Kim Jin Yeong, e immediatamente la mia mente traditrice ha iniziato a formulare una domanda: quanti altri libri thriller coreani sono stati tradotti, di recente? Quanti che valga la pena di aggiungere in wish-list, leggere e/o collezionare?

Il risultato delle mie ricerche ha portato alla compilazione di questa piccola lista, dedicata ai 9 romanzi thriller provenienti dalla Corea del Sud che mi sono parsi più intriganti, misteriosi e interessanti. Se stai leggendo queste parole, e hai una conoscenza più vasta di me sull’argomento, ti invito ovviamente a intervenire e a commentare, per consigliarmi tutti i titoli che ti sono piaciuti di più e anche quelli che mi sono sfuggiti!


9 libri thriller coreani da leggere: “The Hole” di Pyun Hye-young

libri thriller coreani da leggere - the hole

Iniziamo dal famosissimo “The Hole“, un thriller psicologico del 2007 (in Italia, l’edizione Mondadori è arrivata nel 2023).

Oghi si è svegliato dal coma dopo aver causato un devastante incidente automobilistico. Sua moglie ha perso la vita durante la tragedia e lui stesso è rimasto paralizzato e brutalmente sfigurato.

A prendersi cura di lui, adesso, provvede sua suocera, una vedova alle prese con la perdita della sua unica figlia. Oghi viene trascurato e lasciato solo, abbandonato nel suo letto. Il suo mondo si riduce lentamente a una stanza, mentre giace immobile e ripercorre, nei suoi ricordi, la travagliata relazione con sua moglie. Una donna sensibile, intelligente, che si era ritrovata costretta ad abbandonare tutti i suoi obiettivi, eccetto uno: coltivare il giardino di fronte alla loro casa.

Presto, però, Oghi inizia a notare sua suocera in giardino, intenta a sradicare ciò che sua moglie ha piantato con tanto fatica. La donna scava ossessivamente, una fila di buchi sempre più larghi. Quando le viene chiesto cosa stia combinando, risponde soltanto una cosa: sta finendo ciò che sua figlia ha iniziato…

Bestseller in Corea, nonché vincitore del premio Shirley Jackson nel 2018, “The Hole” è disponibile su Amazon. Fortunatamente, anche in lingua italiana…


The Forest of Stolen Girls” di June Hur

Di recente, Giunti ha portato in libreria anche questo originale libro thriller coreano per ragazzi: “The Forest of Stolen Girls“, candidato a diversi premi importanti nel suo anno di pubblicazione originale.

1426, Joseon. Da quando lei e sua sorella minore sono scomparse – per poi venire ritrovate, più tardi, in stato di incoscienza, in una foresta accanto a un’orribile scena del crimine – la famiglia di Hwani non è più stata la stessa.

Anni dopo, il padre di Hwani, il detective Min, scopre che altre tredici ragazze sono recentemente scomparse dalla stessa foresta che aveva rubato le sue figlie. Il detective viaggia verso la loro città di origine, sull’isola di Jeju, per indagare… e poi, svanisce a sua volta.

Determinata a ritrovare suo padre e a risolvere il caso che ha dilaniato la sua famiglia, Hwani cerca di mettere insieme gli indizi. Tuttavia, mentre inizia a scavare nei segreti che affliggono il minuscolo villaggio in questione, Hwani scopre che le risposte alle sue domande potrebbero annidarsi nei suoi stessi ricordi

Puoi acquistare la tua copia di “The Forest of The Stolen Girls“, in lingua italiana, in libreria o direttamente su Amazon.


Le Origini del Male” di You-jeong Jeong

le originio del male - libri thriller coreani da leggere

Quando Yu-jin si risveglia, ricoperto di sangue, e scopre il corpo di sua madre in fondo alle scale, decide di nascondere le prove e mettersi alla ricerca dell’assassino.

Poi, una serie di giovani donne inizia a scomparire dalla sua cittadina della Corea del Sud. A chi sta dando la caccia, Yu-jin? E perché la risposta lo riporta al fratello e al padre che hanno perso la vita tanti anni fa?

Dalla penna di un’autrice più volte paragonata a Patricia Highsmith e a Jo Nesbo, un libro thriller coreano ispirato a una sconcertante storia di cronaca nera. L’edizione Feltrinelli de “Le Origini del Male” è disponibile su Amazon.


Palazzo di Sangue” di June Hur

Joseon, 1758. Presso la capitale, per una figlia illegittima, le opzioni disponibili non sono moltissime. Eppure, attraverso il suo duro studio e il suo diligente lavoro, la diciottenne Hyeon è riuscita a guadagnarsi una posizione come infermiera di palazzo.

Tutto quello che vuole è tenere la testa bassa, esercitare il suo mestiere con dignità e, forse, riuscire finalmente a guadagnarsi l’approvazione del suo distante padre.

Invece, da un momento all’altro, Hyeon viene scaraventata nell’oscuro e pericoloso mondo della politica di corte. Nel corso di una singola notte, qualcuno uccide quattro donne e il primo sospettato è proprio il più caro amico e mentore di Hyeon.

Determinata a provare l’innocenza del suo adorato insegnante, la ragazza deciderà di mettersi a indagare per conto proprio…

Un altro YA firmato June Hur, disponibile in lingua italiana grazie alla casa editrice DeA. Puoi acquistarlo su Amazon in formato cartaceo, oppure in edizione digitale Kindle.


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“La Casa sulla Scogliera”: la recensione del libro thriller di Riley Sager


la casa sulla scogliera recensione - riley sager

Con la recensione de “La Casa sulla Scogliera”, torniamo a parlare di thriller.

E, in modo particolare, di quell’ormai caratteristica commistione fra murder mistery e rivelazioni scioccanti (in perfetto stile cinematografico) alla quale Riley Sager ci ha ormai abituato.
Ancora una volta, l’autore di “Survive the Night” e “Home Before Dark” torna a giocare con un canovaccio consolidato all’interno del filone gotico – la ghost story – e ci offre un’intrigante rivisitazione di un tipico cold case alla Lizzie Borden.

Il risultato è un romanzo dal ritmo incalzante e ricco di suspense, deliberatamente “poco serio” e dai toni parecchio surreali. Una storia che non concede quasi nessuno spazio all’introspezione dei personaggi, insomma, ma che riesce a tenere costantemente avvinto il lettore grazie al suo intricato mosaico di false piste, indizi sconcertanti e sospettati impossibili


La trama

Quando aveva diciassette anni, Lenora Hope ha fatto fuori la sua intera famiglia. Questo, almeno, è quello che si dice in giro: non che la polizia l’abbia mai incriminata ufficialmente per qualcosa, o che esistano prove incontestabili della sua colpevolezza.

Gli omicidi sono avvenuti nel 1929. Da quella tragica notte, Lenora non ha più aperto bocca su quei fatti sanguinosi e si è ritirata nella sua isolata magione in cima alla scogliera, con la sola compagnia di una fidata governante e di un leale maggiordomo.

Adesso è il 1983, e la badante Kid McDeere è un passo dal perdere ogni possibilità di proseguire la sua carriera. Accettare un incarico presso la sinistra Hope’s End, la dimora della tristemente famosa Lenora Hope, rappresenta la sua ultima spiaggia.

La vecchia signora, ormai, ha superato abbondantemente i settanta e può muoversi soltanto con l’ausilio di una sedia a rotelle. Non riesce più a parlare, ma è in grado di comunicare con Kit attraverso l’uso di una vecchia macchina da scrivere.

Una notte, però, Lenora usa l’apparecchio per farle una proposta allettante: Voglio raccontarti ogni cosa, scrive la presunta assassina di Hope’s End.

Per Kit, sarà l’inizio di un incubo che affonda le radici in un passato molto lontano…


“La Casa Sulla Scogliera”: la recensione

Se hai già letto qualcosa di Riley Sager, sai già che non è buona idea aspettarti dai suoi titoli una qualsiasi attinenza con la realtà, delle tematiche importanti o un arco del personaggio particolarmente complesso. In realtà, dopo aver fagocitato quasi tutti i suoi libri, posso dirti che mi considererei già fortunata nel trovarvi un protagonista dotato di un minimo di sale in zucca!

E, in effetti, devo ammettere che, anche in questo caso, le reazioni e gli assurdi, convoluti processi mentali dell’eroina Kit mi hanno dato parecchio da pensare.

Quello che invece puoi sempre aspettarti di trovare in un thriller di Sager, d’altro canto, è un intreccio gustosamente intricato, corredato da una pioggia di colpi di scena e da un ritmo martellante. E una piccola schiera di sottotrame, che si legano insieme a comporre un quadro intrigante.

Il brivido di un perfetto giallo alla Agatha Christie, insomma, abilmente camuffato da qualcos’altro… In questo caso, un’agghiacciante storia di fantasmi. Un piccolo tocco di classe, eseguito alla perfezione, che aiuta “La Casa sulla Scogliera” a distinguersi da dozzine di altri titoli nati da una premessa simile…

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“Una di Famiglia”: Sidney Sweeney e Amanda Seyfried nel cast del film tratto dal bestseller di Freida McFadden


Una di Famiglia il film - il cast

Il cast del film tratto da “Una di Famiglia” (“The Housemaid“) ha già trovato due interpreti di primissimo livello.

La notizia, riportata da Deadline, farà sicuramente la gioia dei fan di Freida McFadden: la giovanissima star Sidney Sweeney (“Madame Web“) vestirà i panni della protagonista Millie, una domestica pronta a lasciarsi coinvolgere dai pericolosi intrighi della sua nuova famiglia, mentre Amanda Seyfried (“L’Apparenza delle Cose“) sarà Nina, la sua ambigua e benestante datrice di lavoro.

Entrambe le attrici ricopriranno anche il ruolo di produttrici esecutive. Al timone del progetto troveremo, invece, il regista veterano Paul Feig… Una scelta artistica che, nel mio piccolo, non posso fare a meno di lodare. A breve, ti spiegherò il perché!


“Una di Famiglia”: la trama del libro

Ogni giorno, Millie pulisce da cima a fondo la bellissima casa dei Winchster. Va a prendere la loro figlioletta a scuola, cucina dei pranzetti deliziosi per l’intera famiglia prima di ritirarsi a mangiare, da sola, nella sua stanzetta all’ultimo piano.

Cerca di ignorare il modo in cui Nina si diverte a sporcare tutto soltanto per la gioia di guardarla pulire. O le bugie che racconta in giro, sul conto della sua stessa figlia. O l’aspetto sempre più distrutto di suo marito, Andrew.

Eppure, mentre guarda nei giganteschi occhi castani di Andrew, Millie non riesce a fare a meno di chiedersi come sarebbe vivere la vita di Nina. Con il gigantesco armadio, la macchina di lusso e il suo marito perfetto.

Così, un giorno, Millie commette l’errore di provarsi uno degli abiti di Nina. Soltanto una volta, ma è abbastanza: la padrona di casa se ne accorge subito. Il tempo di realizzare che qualcosa non va, e la porta della stanza di Millie comincia ad aprirsi soltanto dall’esterno.

Ma niente paura. I Winchster non sanno che Millie non è chi dice di essere.

E non hanno la più pallida idea di cosa sia capace


I libri di Freida McFadden

Il super-bestseller “Una di Famiglia” è rimasto ai primi posti della classifica del New York Times per oltre un anno consecutivo.

In Italia, il libro rivelazione di Freida McFadden è stato tradotto da Newton Compton ed è disponibile su Amazon, sia in formato digitale che in edizione cartacea. Al momento in cui scrivo (9 ottobre 2024), è possibile anche leggerlo in ebook, attraverso l’abbonamento al servizio Kindle Unlimited.

Le disavventure di Millie proseguono nel sequel “Nella Casa dei Segreti“, un nuovo mistery pubblicato in Italia nel marzo di quest’anno. La traduzione del terzo libro della serie, “The Housemaid Is Watching“, sarà disponibile prossimamente.

Fra le novità thriller di settembre è comparso, invece, “Non Mentire“, un thriller incentrato sulla storia di una donna che, dopo essersi imbattuta per caso in una stanza segreta, inizia ad ascoltare le registrazioni audio dei pazienti di una psichiatra misteriosamente svanita nel nulla.


Quando uscirà il film?

Le riprese sono iniziate all’inizio di gennaio 2025, e si prevede che si concludano entro la fine di febbraio.

Negli USA, il film debutterà nelle sale il 25 dicembre 2025; una data non casuale, che ci comunica tutte le aspettative che i produttori e lo studio cinematografico ripongono su questa attesissima uscita.

Di recente, Deadline ci ha confermato anche che l’attore italiano Michele Morrone (noto per aver interpretato il ruolo di Massimo Torricelli nel film “365 giorni“) farà parte del cast. Mentre il ruolo di Andrew, il marito di Nina, è stato assegnato al Brandon Sklenar di “It Ends With Us: Siamo Noi a Dire Basta“, il fortunatissimo (quanto al centro di innumerevoli controversie) adattamento dell’omonimo bestseller di Colleen Hoover.


Chi è Paul Feig, il regista del film tratto da “Una di Famiglia“?

Nel corso della sua carriera, il regista e attore Paul Feig ha diretto parecchie commedie e pellicole di genere degne di nota. Da “Corpi da Reato” al Ghostbusters” al femminile del 2016, fino ad arrivare al recentissimo e irriverente action “Jackpot – Se vinci ti uccido!“, il film con Awkwafina e John Cena disponibile su Prime Video.

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“Scarpetta”, la serie tv si farà: Amazon Prime Video ordina due stagioni dello show con Nicole Kidman


scarpetta serie tv amazon - nicole kidman

La serie tv “Scarpetta”, tratta dalla popolarissima serie di medical thriller di Patricia Cornwell, diventerà realtà. Non solo: Amazon Prime Video ha deciso di ordinare ben due stagioni di questo show televisivo, che vedrà Nicole Kidman calarsi nei panni della protagonista – l’analitico medico legale di origini italiane Kay Scarpetta – e la grande Jamie Lee Curtis nei panni di sua sorella, Dorothy.

Ti dirò, saranno almeno quindici anni che non leggo nulla di Patricia Cornwell. Ma devo ammettere di essere comunque entusiasta della notizia: dopotutto, “Postmortem” e “Insolito e Crudele” fanno parte del novero dei titoli che mi hanno avvicinato, ancora adolescente, al mondo della lettura…


Di cosa parlerà la serie tv “Scarpetta”

Nicole Kidman interpreterà Kay Scarpetta, medico legale della Virginia alle prese con una serie di casi difficili. Ma nello show ci sarà spazio in abbondanza, ovviamente, anche per esplorare le travagliate vicende famigliari e le delicate avventure sentimentali della dottoressa Scarpetta. Alle prese – fra le molte cose – con una sorella problematica e una nipote che ha contribuito personalmente a crescere.

Quello che non possiamo ancora prevedere, ovviamente, è se la trama della serie tv Amazon seguirà fedelmente le vicende di uno o più dei romanzi di Patricia Cornwell, o se si limiterà a prendere i nomi dei personaggi e a riscrivere la storia come se si trattasse di una sorta di reboot, sulla scia di quanto accadde al fortunatissimo “Bones” della Fox (a sua volta ispirato alla serie “Temperance Brennan” firmata da Kathy Reichs).

Come sempre, tornerò ad aggiornare l’articolo non appena saranno disponibili ulteriori informazioni.


Il cast

Abbiamo detto che sarà Nicole Kidman a capitanare il cast della serie tv “Scarpetta” e, da un punto di vista personale, ritengo che si tratti di una scelta di casting particolarmente felice.

Non soltanto perché ammiro il lavoro della Kidman (comprese le sue recenti sortite televisive, da “Big Little Lies” a “La Coppia Perfetta“, passando per “Nine Perfect Strangers” e “The Undoing“), ma anche perché, nel corso della sua carriera, l’attrice australiana ha spesso interpretato personaggi in grado di incarnare tutte le qualità che ho sempre associato a Kay Scarpetta: grandi capacità critiche, una mentalità razionale che, a volte, tende a sconfinare nella pura spregiudicatezza, e un atteggiamento algido che, quando meno te lo aspetti, lascia trapelare una delicata fragilità e un senso di umanità straordinario…

Anche il nome di Jamie Lee Curtis lascia presagire grandi cose, ovviamente. (L’hai vista, vero, nel fenomenale “Everything Everywhere All At Once” di Daniel Kwan e Daniel Scheinert?).

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“Il Matrimonio”: il nuovo libro di Jason Rekulak arriva in libreria a novembre 2024


il matrimonio - nuovo libro di jason rekulak

Il Matrimonio“: sarà questo il titolo italiano nuovo libro di Jason Rekulak, autore del fenomenale thriller bestseller “Teddy“.

In lingua originale inglese, “The Last One at The Wedding” sarà disponibile già a partire dall’8 ottobre. Per leggere” il romanzo in italiano, bisognerà pazientare un attimo di più: la traduzione, infatti, uscirà a novembre.

Appena una manciata di settimane di attesa supplementare, insomma. Ma potrebbe valere la pena aspettare: dopotutto, l’infaticabile Giunti si riprometta di portare “Il Matrimonio” sui nostri scaffali in una bella veste grafica, con un cover pronta a fare pendant con l’edizione regular di “Teddy” pubblicata nel 2023…


“Il Matrimonio”: la trama del nuovo libro di Jason Rekulak

Frank Szatowski non vede sua figlia Maggie da anni; una cosa che gli spezza il cuore ogni giorno. Così, quando lei lo chiama, di punto in bianco, per dirgli che sta per sposarsi e che intende invitarlo alla cerimonia, Frank è fuori di sé dalla gioia.

Maggie sta per sposare il rampollo di una delle più ricche famiglie del Paese. Così, ben presto, Frank si ritrova sopraffatto dalle nuove cerchie sociali che la figlia sta frequentando. Ma farebbe qualsiasi cosa per recuperare il rapporto con lei; così, non appena si presenta nella proprietà del New Hampshire che la famiglia dello sposo possiede, Frank del suo meglio per legare con i futuri consuoceri.

Tuttavia, nel corso del weekend, comincia a diventare sempre più chiaro a Frank che, sebbene la famiglia dello sposo non abbia badato a spese, nel fidanzato di Maggie si nasconde qualcosa di decisamente strano.

E forse Frank e Maggie, in realtà, non hanno proprio nulla da festeggiare…


Matrimonio con sorpresa

La Lista degli Ospiti” di Lucy Foley incontra la serie tv “Succession“: con queste parole è stata descritta la trama de “Il Matrimonio”. E, di sicuro, il nuovo libro di Jason Rekulak promette di trasformarsi in un altro, irresistibile pageturner!

Quei lettori che si aspettavano un (improbabile) sequel di “Teddy“, dovranno “accontentarsi” di questa nuova storia al cardiopalma. Per quanto mi riguarda, sono semplicemente al settimo cielo: anche perché non ho alcuna intenzione di diffidare di un libro che il geniale Grady Henrix (autore di piccole gemme del calibro di “Vendesi Casa Stregata” e “L’Esorcismo della Mia Migliore Amica“) ha già definito come «il miglior thriller che abbia letto quest’anno

Voglio dire, dopo aver divorato “Teddy”, non ho la più pallida idea della direzione che una simile premessa narrativa potrebbe imboccare! (Anche se, da un punto di vista personale, ammetto che non disdegnerei né una svolta grand guignol in perfetto stile “Ready or Not“, né una più delicata sfumatura satirica a là “Get Out“).

Al di là di ogni possibile previsione, resta un’unica certezza: non vedo l’ora di scoprirlo…

L’appuntamento in libreria (o su Amazon) per il nuovo libro di Jason Rekulak è fissato per il 6 novembre 2024!


“Teddy”: la serie tv

In diverse misure, siamo tutti rimasti incantati dall’ingegnoso plot e dalle accattivanti vibes di “Teddy”. Incluso lo stesso Stephen King, a quanto pare.

Corre anche voce che il libro sia destinato a trasformarsi presto in una serie tv oppure in un lungometraggio su Netflix. Tuttavia, non è ancora possibile reperire in rete informazioni più precise a proposito di questo potenziale adattamento, al di là del fatto che la più nota piattaforma streaming al mondo si è davvero aggiudicata i diritti relativi a “Hidden Pictures”.

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“Le Trafficanti di Anime”: la recensione del libro gotico di Carmella Lowkis


le trafficanti di anime recensione - carmella lowkis

Ti propongo oggi la recensione de “Le Trafficanti di Anime“, un thriller gotico ambientato in Francia, nel pieno del diciassettesimo secolo. La casa editrice Nord ha portato in libreria il libro dell’esordiente Carmella Lowkis il 27 agosto 2024.

La trama verte sul complicato legame fra due sorelle legate da un passato turbolento e dalle conseguenze di uno scandalo che nessuna delle due riesce a lasciarsi alle spalle. Messe alle strette dalle circostanze, si ritroveranno a indossare di nuovo i loro panni di medium/ciarlatane dell’occulto e a unire le forze per organizzare una pericolosa, ultima truffa ai danni di un’ingenua famiglia aristocratica.

Nelle intenzioni delle ragazze, dovrebbe trattarsi di un piano semplice e indolore. Eppure, l’entità con cui saranno chiamate a fare i conti potrebbe rivelarsi molto più reale e temibile del previsto…


La trama

Parigi, 1866. Quando la Baronessa Sylvie Devereux riceve la visita di Charlotte Mothe, la sorella che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle, si impossessa di lei il terrore che il suo infame passato da medium e appassionata dell’occulto possa intervenire a compromettere la sua reputazione attuale.

Anche perché il nuovo marito di Sylvie, un blasonato e ricco avvocato che ha parecchi anni più di lei, difficilmente sarebbe disposto a tollerare una simile minaccia al proprio rango di di prestigio in seno all’alta società.

Ma Charlotte ha un padre gravemente ammalato a carico, e nessuna possibilità di pagare i conti. E così, Sylvie si lascia persuadere a ricadere nelle vecchie abitudini e ad aiutare la sorella minore a portare a compimento un’ultima truffa.

I loro bersagli sono i de Jacquinots: una famiglia aristocratica altamente disfunzionale, il cui capofamiglia insiste a proclamarsi perseguitato dal fantasma di una zia, brutalmente assassinata nel corso della Rivoluzione Francese.

Sylvie e Charlotte saranno costrette a ricorrere a tutto il loro vasto repertorio di trucchi per terrorizzare la famiglia e persuaderla a separarsi da un (bel) po’ del suo oro.

Tuttavia, nella decadente magione dei de Jacquinots potrebbe essere in atto qualcosa di davvero sinistro. Così, quando una serie di inesplicabili orrori prende ad abbattersi sulle due sorelle e sui loro incauti clienti, le ragazze saranno costrette a porsi la fatidica domanda: e se una forza sovrannaturale si fosse veramente scatenata sui de Jacquinot?

Ma un’entità di che tipo, poi? Lo spirito vendicativo di una contessa massacrata dai rivoluzionari?

O qualcosa di peggio… che finge soltanto di essere la prozia, mentre aspetta di portare avanti i suoi piani e si prepara a esigere il suo tributo di sangue?


“Le Trafficanti di Anime”: la recensione

“Le Trafficanti di Anime” è il titolo scelto dalla Nord per la traduzione (a cura di Claudine Turla) del romanzo gotico “Spitting Gold” di Carmella Lowkis.

Un esordio che ha riscosso un buon successo da parte della critica, dividendo invece il pubblico pressappoco a metà: coloro che hanno apprezzato le numerose somiglianze fra la storia delle sorelle Mothe e alcuni celebri capolavori di Sarah Waters (soprattutto “Ladra” e “Affinità), e quei lettori che, invece, non hanno potuto fare a meno di notare come un confronto troppo diretto fra le due autrici possa risolversi soltanto con una completa debacle da parte della Lowkis.

Anche se non me la sento di esprimere un giudizio troppo negativo (ci sono aspetti de “le Trafficanti di Anime” che ho sinceramente apprezzato), ammetto di propendere un po’ di più per questa seconda versione.

Non fraintendermi: il modello letterario è innegabile. Probabilmente questo aspetto rappresenta una buona parte del problema: mi è bastato ripensare un attimo al complesso intreccio di “Fingersmith” per immaginare quali avrebbero potuto essere i principali colpi di scena de “Le Trafficanti di Anime”, nonché per prevedere in quali punti del plot avrebbero fatto la loro comparsa e su che tipo di sviluppi avremmo potuto contare.

E il Kirkus Review ha ragione: il libro di Carmella Lowkis è davvero un coinvolgente «thriller romantico a sfondo sovrannaturale», scritto da un’autrice in grado di intessere un racconto ricco di stratificazioni e di inganni. Solo che i suoi personaggi, secondo me, non si rivelano neanche remotamente intriganti o sfumati abbastanza da reggere il gioco fino a fine partita.

Anche perché gli indizi sparpagliati nell’arco delle prime cento pagine ti permettono di smascherare i loro obiettivi e di percepire immediatamente il bluff nel tremolio nelle loro voci narranti…


Fiaba della Sorella Buona e della Sorella Cattiva

In compenso, ho amato alla follia l’accattivante parallelismo fra le storia delle sorelle Mothe e il regno delle fiabe. L’ambiguità del Rospo (personaggio chiave della favola tanto amata da Sylvie), il modo sottile ma tenace con cui l’autrice continua a giocare con questo leitmotiv simbolico per farci capire che non esiste una sola verità, che ogni storia può essere letta secondo (almeno) due differenti versioni e che chiunque cerchi di darci a intendere il contrario sta mentendo a noi o a se stesso…

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