
Tempo di pubblicare la recensione de “La Casa dei Cadaveri”, il nuovo, effervescente thriller “blockbuster” di Jeneva Rose!
Per chi non lo sapesse, il libro è rimasto ai vertici delle classiche di vendita negli USA per diverse settimane, diventando, in breve, un bestseller del New York Times. Non è difficile intuire i motivi alla base di questo successo: dopotutto, il romanzo incarna la quintessenza stessa della definizione di “thriller estivo”!
Ma non sarebbe degno di un vero amante del genere lasciarsi dissuadere da un piccolo “disallineamento” stagionale, dico bene? E, con le giornate che si allungano di giorno in giorno, non è neanche così difficile intuire il profilo delle giornate soleggiate che ci aspettano appena dietro l’angolo…
Ad ogni modo, diciamo subito che “La Casa dei Cadaveri” è un titolo che si caratterizza per il suo ritmo serrato, il suo linguaggio scorrevole e un plot dal taglio “lineare”, ma mai banale.
La storia segue, a capitoli alterni, i punti di vista di tre fratelli che si riuniscono, dopo tanti anni di lontananza, per occuparsi insieme dell’eredità di famiglia.
Fra vecchi dissapori, ferite che si riaprono e l’emergere di nuovi rimpianti, si imbatteranno in una scomoda verità: la prova schiacciante dell’atroce crimine commesso dai genitori…
La trama
Dopo la morte della madre, tre fratelli si radunano, dopo aver perso i contatti per tanto tempo, con l’obiettivo di decidere del destino della proprietà di famiglia.
Beth, la figlia maggiore, non ha mai lasciato la casa dei genitori. Ha preferito rimanere con la madre, prendendosi cura di lei fino alla fine.
La figlia di mezzo, Nicole, invece, è scivolata in una sorta di limbo, disprezzata da tutti a causa del suo problema di dipendenza da sostanze stupefacenti.
Micheal, il figlio minore, si è trasferito fuori dalla stato e si è rifiutato di tornare nella loro piccola città del Wisconsin fin dal giorno in cui loro padre, sette anni prima, ha deciso di scomparire nel nulla.
Mentre passano in rassegna gli effetti personali della madre, i fratelli si imbattono in una collezione di vecchie VHS. Il videoregistratore funziona ancora, per cui, dopo qualche tentennamento, decidono di concedersi un’ultima possibilità di rivisitare i loro ricordi d’infanzia.
Ma quel sentimento di innocente nostalgia è destinato ad avere vita breve: una delle videocassette, infatti, rivela una notte del 1999 di cui nessuno di loro sembra conservare la benché minima memoria. Sullo schermo, si materializza il loro padre… farneticante e completamente ricoperto di sangue.
Quello che segue è il primo piano di un cadavere e il terribile patto che i genitori hanno stretto per sbarazzarsi di ogni prova del misfatto.
Il video si interrompe bruscamente. Non c’è altro. Ma ogni cosa è cambiata, e i fratelli lo sanno.
Perché, adesso, Beth, Nicole e Micheal dovranno prendere una decisione molto, molto difficile: lasciare che il passato resti sepolto, oppure riportare i galla tutti gli oscuri segreti che la madre ha cercato di portare con sé nella tomba.
“La Casa dei Cadaveri”: la recensione
La trama de “La Casa dei Cadaveri” mi ha fatto subito tornare in mente l’episodio “Lock Henry” della serie tv “Black Mirror”.
Per amor di precisione, aggiungerò che, nello show cult di Charlie Brooker, si cela senz’altro un livello di caratterizzazione dei personaggi e una profondità di tematiche che all’interno del romanzo di Jeneva Rose, purtroppo, si rivela quasi impossibile ritrovare.
Non che il libro in questione mi abbia deluso in maniera particolare. Anzi, diciamocelo… “La Casa dei Cadaveri” mi ha sicuramente riservato qualche ora di piacevole intrattenimento ed è riuscito a tenermi sulle spine in più di un’occasione!
In effetti, il ritmo martellante e lo stile scorrevole dell’autrice contribuiscono ad avvolgere il lettore in una morbosa rete di curiosità e fascinazione. Sospetto che saranno soprattutto i fan più entusiasti del domestic thriller a rimanere deliziati da questo titolo: le coinvolgenti dinamiche famigliari al centro de “La Casa dei Cadaveri” , infatti, rappresentano senz’altro il maggior punto di forza del romanzo.
Del resto, come ogni buon lettore di thriller sa bene, è sempre meglio non fidarsi al 100% del narratore di una storia. E i tre protagonisti di “La Casa dei Cadaveri”, da questo punto di vista, si confermano degli autentici campioni di ambiguità, sgradevolezza e paranoia.
Anche perché l’autrice riesce a giocare molto bene con questo elemento, sfruttando le rivalità sepolte e le tipiche animosità in gioco fra parenti-serpenti per intorbidare le acque e creare una costante atmosfera di sospetto e tensione.
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