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“Il Reietto”: la recensione dell’elettrizzante libro fantasy di Anthony Ryan


il reietto recensione - anthony ryan - fanucci

Quella che stai per leggere è la mia seconda recensione de “Il Reietto”, il brillante libro fantasy di Anthony Ryan.

Se vuoi, puoi ancora leggere la prima. La troverai fra le pagine del mio vecchio blog, il “Laumes’Journey”. L’articolo fa sempre riferimento all’edizione in lingua originale del romanzo (“The Pariah“).

Tuttavia, in occasione dell’imminente uscita italiana de “Il Reietto”, ho pensato che sarebbe stato carino tornare a spendere qualche parola su una storia che – se in questi ultimi anni ho imparato qualcosa – difficilmente riuscirà ad attirare l’occhio di qualche influencer d’ultimo grido e a guadagnarsi un posto in vetrina.

Eppure, lascia che te lo ribadisca: per un appassionato di narrativa fantastica, quello di Anthony Ryan è un volume assolutamente imperdibile!

Primo atto di una trilogia (vagamente) ispirata alla leggenda di Robin Hood, “Il Reietto” è in grado di offrire ai lettori una vera e propria costellazione di scene al cardiopalma, un intreccio denso di misteri (e di sottotrame!) e una solida ambientazione a metà strada fra la Foresta di Sherwood e un gdr americano.

Se ami il grimdark, le storie di formazione e le ambientazioni a sfondo medievale, preparati a tuffarti a capofitto fra le pieghe di una nuova avventura…


La trama

Alwyn Scribe è un fuorilegge nato e cresciuto nel tormentato regno di Albermaine.

Malgrado la sua spiccata attitudine nei confronti della spada, e un ingegno molto più acuto della media, Alwyn non è dotato di grandi ambizioni. In realtà, si accontenterebbe volentieri di un’esistenza trascorsa all’insegna della libertà che soltanto i suoi adorati boschi sono in grado di offrirgli. Una vita spensierata, in compagnia dei suoi amici banditi.

Ma quando un atto di tradimento inimmaginabile manda definitivamente a rotoli il suo mondo, Alwyn finisce per imboccare un nuovo sentiero. Uno forgiato nel sangue e nella vendetta, che lo condurrà, alla fine, a imbracciare le armi e a unirsi alle schiere dell’esercito del re.

Sotto il comando di Lady Evadine Courlain, una nobildonna assediata dalle terrificanti visioni di un apocalisse demoniaco, Alwyn dovrà sopravvivere alla guerra e ai letali intrighi escogitati dalla nobiltà. Senza dimenticare la necessità di presentare un conto salato a tutti quelli che hanno mandato a rotoli il suo passato.

Eppure, mentre forze di ogni tipo – umane e arcane – si addensano per opporsi all’ascesa di Evadine, Alwyn sarà anche costretto a fare una scelta: un uomo come lui, può davvero sperare di trasformarsi nel guerriero di cui il mondo ha bisogno? O rimarrà sempre e soltanto un comune bandito?



“Il Reietto”: la recensione

Secondo molti lettori americani, il primo romanzo della serie “L’Alleanza d’Acciaio” è la lettura perfetta per chiunque abbia amato “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R. R. Martin.

E, in effetti, c’è da dire che i due titoli hanno davvero parecchi elementi in comune: a cominciare dall’ambizioso proposito di inserire l’elemento fantastico all’interno della trama in maniera lenta, ponderata e graduale.

Nei due casi specifici in questione, questo accorgimento vanta l’innegabile vantaggio di riuscire a instillare in chi legge un delizioso, piacevolissimo brivido di anticipazione.

Nel mondo di Alwyn, tieni presente, la magia è una creatura pericolosa, ma sottile; arcana e misteriosa. Un letale strumento al servizio di chi cospira per impadronirsi del potere e, al tempo stesso, un enigma che il lettore dovrà cercare di sbrogliare al fianco di Alwyn.

Altro fattore degno di nota, la natura coinvolgente e super-immersiva della narrazione. Un risultato che Anthony Ryan riesce a portare a casa (anche) grazie alla forza dirompente della voce di Alwyn, un protagonista con cui non si fa minimamente fatica a entrare in sintonia.

Altrettanto carismatici risultano, del resto, i comprimari e i personaggi secondari.

A partire dalle numerose (e conturbanti) figure di donna che popolano le pagine del romanzo. Malgrado la natura pseudo-medievale dell’ambientazione, infatti, Ryan evita di incappare nell’errore commesso da tanti autori di sword and sorcery vecchio stampo, e si tiene alla larga da ogni trito cliché relativo alla costruzione dei personaggi femminili.

Al momento, devo dire che nutro una particolare curiosità nei confronti di Lady Evadine: un’ambigua Giovanna d’Arco, tormentata da una serie di inquietanti premonizioni. Ma mi intriga anche la storyline rappresentata da quella sorta di punto interrogativo ambulante chiamato “Sack Witch”.

Una strega che sa decisamente più di quello che dice, e che sembra destinata a giocare un ruolo fondamentale nel corso dei prossimi volumi.

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“Her Majesty’s Royal Coven”: recensione del libro fantasy di Juno Dawson


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Her Majesty’s Royal Coven” è la risposta di Juno Dawson alle recenti dichiarazioni transfobiche di J. K. Rowling.

Il fatto che si tratti anche, incidentalmente, di un romanzo fantasy, si traduce in una coincidenza nel più ingenuo degli scenari, e in un deliberato atto di provocazione in tutti gli altri.

Dopotutto, l’idea di sfidare la Rowling sul suo stesso terreno dev’essere sembrata alla Dawson praticamente irresistibile.

Non una decisione particolarmente assennata, forse, considerando il calibro dell’autrice a cui decide di lanciare il guanto.

Ma, a quanto pare, irresistibile lo stesso…


La trama

All’alba della loro adolescenza, quattro ragazzine si ritrovano alla vigilia del solstizio d’estate, pronte a fare il loro giuramento.

Stanno per entrare a far parte della Congrega Reale di Sua Maestà, fondata dalla Regina Elisabetta I a mo’ di dipartimento ultra-segreto del governo.

Decadi più tardi, la comunità di streghe sta ancora cercando di riprendersi dalle conseguenze di una sanguinosa guerra civile.

Helena, una di quelle ragazze, è diventata l’Alta Sacerdotessa dell’organizzazione.

Eppure Helena è l’unica, fra i membri del suo vecchio gruppo di amiche, a essere rimasta invischiata nelle maglie soffocanti della burocrazia della Congrega Reale. Tutte le altre hanno deciso di continuare per la loro strada.

Elle, ad esempio, cerca di fingere di essere una normalissima casalinga. Niahm è diventata una veterinaria di campagna e Leonie ha disertato per fondare la Diaspora, una congrega molto più compatta e inclusiva.

Helena è furiosa con lei, ma adesso ha per le mani problemi più grossi. Un giovane stregone, dotato di abilità straordinarie, è stato catturato dalle autorità. La sua stessa esistenza sembra una minaccia per la Congrega Reale: nessun uomo dovrebbe essere dotato di un potere del genere!

La magia è sempre stata prerogativa delle donne.

Mentre, nel tentativo di venire a capo del problema, ideologie conflittuali cominciano a scontrarsi, le quattro amiche dovranno decidere da che parte si erge la loro lealtà: preservare la tradizione, o… fare la cosa giusta.

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“Payback’s a Witch”: la recensione della romcom fantasy di Lana Harper


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Payback’s a Witch” è un cozy fantasy di Lana Harper, primo romanzo della serie “The Witches of Thistle Grove”.

Nel 2021, il libro ha riscosso un discreto successo, confermandosi come una delle rom-com LGBT a tema sovrannaturale più chiacchierate dell’anno.

Peccato che, su di me, la magia della storia non sia riuscita a sortire il minimo effetto. Anzi: a dire il vero, l’ho trovata noiosetta, prevedibile e banale.

In realtà, le pittoresche atmosfere in stile Halloweentown mi sono sembrate molto simpatiche, e un paio di battute sono sicuramente riuscite a strapparmi un sorriso.

Eppure, per come la vedo io, “Payback’s a Witch” è uno di quei romanzi in cui i personaggi (costruiti male, e gestiti peggio…) non sembrano avere assolutamente nulla da dire.

Gli ostacoli sul loro cammino si contano sulle dita di una mano, così che ogni loro cambiamento interiore assume l’aspetto di un dono del cielo, piuttosto che il frutto di una sudata vittoria.

Ovviamente, la totale assenza di alchimia fra la protagonista e il suo love interest non fa altro che peggiorare le cose….


La trama

Emmy Harlow è una strega, ma non una di quelle particolarmente potenti: in parte, perché Emmy non torna a casa, nella sua magica città natale di Thistle Grove, da anni.

Il suo esilio autoimposto è cominciato dopo che Gareth Blackmoore, erede locale della più potente famiglia di stregoni, le ha spezzato il cuore in uno sfoggio di nonchalance, distruggendo di colpo tutti i suoi sogni.

Ma, adesso, a Thistle Grove si sta avvicinando la data del prestigioso torneo di magia che si svolge soltanto una volta ogni generazione. La tradizione vuole che sia un esponente della famiglia Harlow ad arbitrare l’evento, così Emmy, rosa dai sensi di colpa, decide di tornare a casa per adempiere ai suoi doveri.

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“La Abuela” su Midnight Factory: recensione dell’inquietante film horror di Paco Plaza

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La Abuela” è un film horror di Paco Plaza, regista spagnolo dell’acclamata trilogia “Rec” e della piccola rivelazione “Veronica”.

Il suo lavoro più recente è una pellicola a metà strada fra “Hereditary” e “The Taking of Deborah Logan”; un convincente (e inquietante!) horror generazionale con qualche sorprendente tocco à la “Rosemary’s Baby”.

In Italia, il film è disponibile sul “canale” streaming Midnight Factory di Prime Video o Mediaset Infinity.

Se stavi pensando di attivare l’abbonamento, sappi che questo potrebbe essere il momento giusto per iscriverti: “La Abuela” è esattamente quel genere di titolo – disturbante, spregiudicato e ipnotico – che i fan del genere non dovrebbero rischiare di lasciarsi scappare…

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“Misrule”: la recensione del libro fantasy di Heather Walter

recensione misrule heather walter
Malice Duology – Vol. 2

Misrule” è il secondo libro della duologia fantasy LGBT di Heather Walter; una saga iniziata negli USA nel 2021, con la pubblicazione del suo romanzo d’esordio “Malice”.

I due romanzi costituiscono un retelling della fiaba classica de “La Bella Addormentata nel Bosco”.

In questa originale rielaborazione della storia, per la prima volta la “strega cattiva” si trasforma in protagonista e offre al pubblico la sua personalissima versione degli eventi.

Il tutto all’insegna di una storia d’amore tragica e (forse) maledetta, che vede la “fata” oscura Alyce innamorarsi perdutamente di Aurora, la combattiva erede al trono di un regno incantato.

Se non hai ancora letto “Malice”, ti sconsiglio di proseguire: la recensione di “Misrule” conterrà, per forza di cose, almeno un paio di grossi spoiler inerenti al primo volume…


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