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“La Collezionista di Anime”: la recensione del libro di Kylie Lee Baker


la collezionista di anime recensione - kylie lee baker

È possibile scrivere una recensione de “La Collezionista di Anime”, romanzo fantasy di Kylie Lee Baker, senza affrontare lo spinoso argomento delle traduzioni targate Fanucci?

Ho paura di no.

Perché l’italiano sgangherato e improbabile che caratterizza l’80% del catalogo recente della nota casa editrice romana – incluso questo titolo – sta cominciando a diventare un problema. Non è l’unico motivo che mi impedisce di consigliare ai fan del genere la lettura de “La Collezionista di Anime”, sia chiaro.

Ma è comunque la ragione che mi spinge a dire: «Se volete leggerlo, acquistate l’edizione in lingua originale». Anche se l’oggettiva bellezza della copertina italiana basta a tingere questo consiglio di una lieve sfumatura dolceamara…


La trama

Londra, 1890. Ren Scarborough è per metà Mietitrice, per metà Shinigami. In ogni caso, la sostanza non cambia: raccogliere le anime dei defunti ha sempre fatto parte del suo destino.

Ren è cresciuta a Londra, la città di suo padre. Ma l’unico che sembri avere a cuore il suo destino è il fratellastro, Naven: dal punto di vista di tutti gli altri Mietitori londinesi, infatti, Ren non è altro che una meticcia, un’incapace e una piantagrane, non necessariamente in quest’ordine.

Tant’è che maltrattare Ren è diventato, per molti dei suoi “colleghi” Mietitori, una specie di passatempo del cuore.

Tuttavia, un giorno alcuni di loro commettono l’errore fatale di tirare un po’ troppo la corda; senza volerlo, Ren ricorre quindi ai suoi poteri di Shinagami per fermare le percosse.

Da quel momento in avanti, è come se qualcuno avesse dipinto un bersaglio scarlatto sulla sua schiena.

Ren deve lasciare Londra, e in fretta.

L’unica destinazione possibile? Il Giappone, ovviamente; la terra di sua madre e degli altri Shinigami, l’unico posto al mondo in cui Ren è convinta di potersi liberare di paura e pregiudizi.

Tuttavia, non appena si presenta al cospetto della famigerata Dea della Morte giapponese, la ragazza capisce di aver preso un brutto granchio: di fatto, se vorrà ottenere un posto nel suggestivo e inquietante aldilà nipponico, dovrà guadagnarselo.

Versando sangue; suo e degli altri, ma soprattutto altrui.

E sacrificando anime… quelle degli altri, ma soprattutto la sua.


“La Collezionista di Anime”: la recensione

Sotto alcuni punti di vista, “La Collezionista di Anime” è il libro più noioso e ridondante che mi sia capitato di leggere quest’anno.

Descrizioni statiche e personaggi folcloristici di pochissimo (o nessuno) spessore appesantiscono la prosa di Kylie Lee Baker, una zavorra che minaccia di affondare la trama in più di un’occasione.

Le numerose scene d’azione, blande e strutturate in modo tale da riuscire a esercitare un impatto molto limitato (perché la posta in gioco è sempre troppo bassa o troppo condizionata dalla prospettiva avvelenata di Ren), si avvicendano a un ritmo che può essere decritto come “vertiginoso” nella migliore delle ipotesi, e “dissennato” in tutte le altre.

La trama è un pasticcio, quasi dall’inizio alla fine. Il classico modello del Viaggio dell’Eroe, interpretato nel suo senso più letterale, ma eseguito in modo goffo e alquanto rapsodico.

Come premessa di un plot da videogioco, probabilmente l’idea delle tre prove da assegnare a Ren non sarebbe stata malvagia. Ma ritengo che dovrebbe esistere un limite al numero di volte in cui un personaggio può continuare a risolvere i suoi conflitti usando sempre lo stesso trucchetto (toh, qualcuno per caso ha detto “orologio magico”?!).

Per non parlare della spropositata quantità di dialoghi generici, inutili e infantili che minacciano continuamente di sminuire la storia…


Antieroina, o… inumana?

Perché è sicuramente vero che i tre protagonisti de “La Collezionista di Anime” sembrano decisi a battibeccare come massaie per nessuno scopo al mondo, tranne quello di rivelare al mondo la loro scarsa profondità emozionale

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“My Best Friend’s Exorcism”: la recensione del libro horror di Grady Hendrix


my best friend's exorcism recensione - grady hendrix

In America, i lettori appassionati di horror sanno che “My Best Friend’s Exorcism” di Grady Hendrix è un imperdibile classico moderno del genere.

La più divertente, folle, epica, commovente commedia dark sugli esorcismi che sia mai stata scritta!

Ne avevo sentito parlare spesso, ma, per un motivo o per un altro, mi ero sempre ritrovata a rimandare il momento della lettura. Almeno fino a quando non saputo del suo omonimo adattamento cinematografico, e dell’ imminente sbarco della pellicola sul servizio streaming Amazon Prime Video.

È stato allora che ho capito: era finalmente arrivato il momento di recuperare il romanzo.

E alla buon’ora, ragazzi!

La verità?

Non sapevo cosa mi stavo perdendo…


La trama

È il 1988.

Abby e Gretchen hanno appena cominciato il secondo anno di liceo. Sono migliori amiche sin dai tempi delle elementari, abituate a fare insieme qualsiasi cosa e ad essere l’una il punto di riferimento dell’altra.

Ma una sera, durante un festino finito male, Gretchen si perde nella foresta e rimane dispersa per una notte intera.

Quando torna indietro, l’amica di Abby sembra… diversa. Strana. Irritabile. Imprevedibile.

E, presto, una serie di sinistri incidenti comincia a verificarsi ovunque Gretchen si avvicini.

Abby comincia a indagare, ma l’unica risposta sensata ai suoi tormenti sembra essere quella più inverosimile.

Gretchen non è più se stessa. Gretchen vuole fare del male alla gente. Gretchen è un’altra persona.

Gretchen è… posseduta dal diavolo?!


“My Best Friend’s Exorcism”: la recensione

Chi è convinto che l’amore romantico sia l’unico degno di essere celebrato, l’unico in grado di dare un senso a questa nostra tetra, strana e grigia vita…

Bè, diciamoci la verità: non ha davvero capito una cippa di come funzionano le cose, dico bene?

“My Best Friend’s Exorcism” racconta una delle più belle storie d’amore di cui abbia mai letto.

Solo che:

a) il libro di Grady Hendrix è un horror e, come tale, in grado di farti accapponare la pelle nei momenti più impensati;

b) le protagoniste, Abby e Gretchen, non sono innamorate, nel senso romantico e “fisico” del termine. Sono amiche del cuore. Anime gemelle. Semplicemente la persona più importante, l’una nella vita dell’altra.

Almeno fino a quando non arriva Satana a metterci lo zampino.

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“The Daughter of Doctor Moreau”: la recensione del libro gotico di Silvia Moreno-Garcia


the daughter of doctor moreau recensione - silvia moreno garcia

Sul blog non poteva mancare la recensione di “The Daughter of Doctor Moreau”, il retelling firmato Silvia Moreno-Garcia di uno dei più intramontabili classici della fantascienza di H. G Wells.

Un libro a cui i fan di “Mexican Gothic” non hanno alcuna possibilità di resistere, dal momento che ripropone le stesse atmosfere “calde” e passionali, le medesime tematiche, gli stessi personaggi ambigui e tormentati del popolare bestseller edito in Italia dalla Oscar Vault.

Fra parentesi, non è necessario leggere il romanzo originale di Wells per riuscire ad apprezzare l’opera “collaterale” di Silvia Moreno-Garcia… ma, un paio di giorni fa, vi ho fornito 5 ottime ragioni per leggere “L’Isola del Dottor Moreau“: per cui, mi auguro di avervi convinto a prendere almeno in considerazione l’idea di recuperare questo grande libro! 🙂


La trama

Carlota Moreau: una giovane donna cresciuta in una magione isolata e circondata da vegetazione lussureggiante, al riparo dai conflitti e dalle dilanianti lotte interne che lacerano la penisola dello Yucatán. L’unica figlia di un ricercatore che potrebbe anche essere un genio… ma che molti considerano semplicemente pazzo.

Montgomery Laughton: un malinconico sorvegliante al servizio del famigerato dottor Moreau. Sulle sue spalle grava il peso di un passato tragico, che il giovane si sforza caparbiamente di affogare nell’alcol. Un emarginato, molto lontano dalla natia Inghilterra, assunto per assistere il dottore nei suoi esprimenti, finanziati dalla ricca e potente famiglia Lizaldes.

Gli ibridi: il frutto del lavoro di Moreau. Creature deformi, o comunque affette da gravi patologie, destinate a ubbidire ciecamente al loro padrone. E a rimanere nell’ombra. Perché sono umani soltanto a metà, e sanno benissimo che il mondo non sarebbe mai disposto a perdonare la loro diversità.

Tutti questi personaggi vivono in un mondo perfettamente bilanciato, fatto di stasi, verità sepolte e obiezioni ingoiate. Almeno fino a quando Eduardo Lizalde, l’affascinante e incosciente figlio del mecenate del dottore, non fa il suo trionfale ingresso in scena.

Eduardo, senza saperlo, innesca una reazione a catena dalle conseguenze molto pericolose.

Perché il dottor Moreau ha dei segreti, Carlota ha delle domande e, nel soffocante calore della giungla, passioni letali potrebbero essere sul punto di sbocciare.


“The Daughter of Doctor Moreau”: la recensione

“L’Isola del Dottor Moreau” raccontava una strepitosa storia d’avventura e d’azione, in grado di introdurre una tematica scottante per l’età moderna, quanto per quella contemporanea: il complesso rapporto fra etica e scienza.

C’è da dire che l’argomento ricorre anche fra le pagine di “The Daughter of Doctor Moreau”. Tuttavia, come i fan dell’autrice probabilmente si aspetteranno, in questo caso Silvia Moreno-Garcia preferisce concentrare l’attenzione soprattutto sui conflitti interiori dei personaggi e sulle morbose dinamiche che regolano le interazioni fra i singoli abitanti della penisola.

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“Fiore di Cadavere”: la recensione del libro thriller di Anne Mette Hancock


fiore di cadavere recensione - anne mette hancock

La mia recensione di “Fiore di Cadavere” si apre su una nota di lieve sconcerto: in effetti, il mio livello di gradimento nei confronti dell’atteso thriller di Anne Mette Hancock è stato così basso, da trasformarmi immediatamente nella riluttante portatrice di una “very impopular opinion”!

A livello di intreccio e di personaggi, l’ho trovato un romanzo asettico, banale e deliberatamente manipolatorio.

Peraltro, secondo me, il livello di qualità si aggira, più o meno, intorno a quello di un qualsiasi episodio dello show “Law&Order: Special Victims Unit”.

Con una notevole differenza…

In termini di umanità, credibilità ed empatia, il personaggio di Heloise Kaldan – giovane giornalista investigativa nata dalla penna di Anne Mette Hancock – non ha nessuna speranza di reggere il confronto con la mitica detective Olivia Benson della serie tv!

Urge una piccola precisazione, però: amo il genere crime, ma non sono mai stata una grandissima fan del thriller nordico.

E “Fiore di Cadavere” è un libro che tende sicuramente a seguire il copione di autori come Stieg Larsson o Jo Nesbø


La trama

La giornalista danese Heloise Kaldan ha l’impressione di vivere in un incubo.

Una delle sue fonti è stata beccata a mentire e, da un momento all’altro, lei potrebbe perdere il lavoro.

Come se non bastasse, Heloise riceve la prima di una lunga serie di missive dal contenuto piuttosto criptico… e quanto mai disturbante!

L’autrice delle lettere è una latitante in fuga, una certa Anna Kiel, sul cui capo grava un’accusa di omicidio.

Dal giorno in cui una videocamera di sicurezza ha registrato la sua immagine, inquietante e grondante sangue, sul sito del brutale assassinio di un giovane avvocato, Anna non si è più fatta vedere né sentire.

Le autorità ritengono che abbia lasciato il Paese, almeno fino a quando il detective Erik Scháfer non riesce a individuare una pista che potrebbero collegare Anna al reporter che, ai tempi dell’omicidio, seguì il suo caso per conto dello stesso giornale per cui lavora adesso Heloise.

Pochi giorni dopo, il cronista in questione viene trovato morto nel suo appartamento.

Possibile che Anna Kiel abbia colpito di nuovo? O a piede libero c’è più di un assassino?

Mentre indaga sulla nuova catena di eventi, Scháfer non può fare a meno di chiedersi… perché tutti gli indizi sembrano puntare in direzione di Heloise Kaldan?

E che cosa vuole Anna da lei?


“Fiore di Cadavere”: la recensione

A mio avviso, la sinossi del thriller di Anne Mette Hancock promette un livello di tensione che il plot non si rivela assolutamente in grado di sostenere.

Certo, il mistero che ruota attorno alla figura di Anna è piuttosto intrigante…

Ma siamo seri: alla resa dei conti, non è difficile risolvere l’enigma che circonda la sua vita!

Anche perché, dal punto di vista del lettore, nessuna delle “false piste” predisposte dall’autrice si dimostra credibile, e la caratterizzazione dei personaggi secondari non sembra mai inoltrarsi oltre il mero livello superficiale.

In realtà, “Fiore di Cadavere” è un libro piuttosto “diretto”, che rifiuta ogni forma di sottigliezza e cerca piuttosto di assestare a chi legge un paio di vigorosi colpi sotto la cintura, al diavolo i sottotesti e qualsiasi forma di ambiguità morale!

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“Lightlark”: la recensione del libro fantasy di Alex Aster


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La mia recensione di “Lightlark” non può che iniziare con un piccolo disclaimer: ho deciso di leggere il chiacchieratissimo romanzo YA fantasy di Alex Aster soltanto dopo l’esplosione di polemiche e gli episodi di review bombing avvenuti ai danni dell’autrice nel corso delle ultime settimane.

Se devo essere sincera, all’inizio la trama di “Lightlark” mi ispirava soltanto fino a un certo punto. Ma sono una persona curiosa per natura e, alla fine, le millemila proteste scandalizzate da parte del piccolo esercito di fan internazionali della Aster sono riuscite ad accendere in me una scintilla di interesse.

Bè, suppongo che, alla resa dei conti, tutto questo polverone sia riuscito a giocare a vantaggio della mia esperienza di lettura! All’inizio, infatti, le mie aspettative nei confronti di questo titolo si attestavano intorno a livelli oscenamente bassi.

Eppure, vuoi sapere un segreto?

“Lightlark” non è affatto il libro fantasy per ragazzi più detestabile, pompato e illeggibile dell’anno.

È soltanto il più anacronistico, tradizionale e superato modello di romanzo YA che un appassionato del genere potrebbe ritrovarsi a leggere nel 2022….


La trama

Ogni 100 anni, le nebbie che avvolgono Lightlark si diradano e l’isola si prepara a ospitare il Centennale, un gioco mortale che prevede la partecipazione dei sovrani dei sei regni.

L’invito è una convocazione – una chiamata ad abbracciare vittoria e rovina, coppe di champagne e litri di sangue.

Il Centennale è anche l’evento che offre ai monarchi un’ultima possibilità di spezzare le terribili maledizioni che continuano a piagare i loro regni da secoli.

Il problema è che ciascuno di questi governanti ha qualcosa da nascondere. E che ogni maledizione si rivela maligna e insidiosa nei modi più insospettati.

Nel regno di Isla Crown, ad esempio, le persone sono obbligate a consumare cuori umani per sopravvivere. Inoltre, chiunque riceva l’amore di uno Wilding può aspettarsi di finire assassinato nel giro di poco tempo.

Per questo motivo, il popolo di Isla viene temuto e disprezzato dal resto del mondo.

Adesso, la loro unica speranza risiede nella loro giovane sovrana, considerata da molti forestieri alla stregua di una tentatrice, una seduttrice, e una villain in attesa di sbocciare.

Soltanto se Isla vincerà il Centennale, la maledizione verrà infranta, e gli Wilding saranno finalmente liberi di tornare a una parvenza di normalità.

Ma, affinché la profezia di salvezza si avveri, uno degli altri sovrani dovrà morire.

E, per sopravvivere, Isla dovrà imparare a mentire, barare e tradire… anche quando interverrà l’amore, nella maniera più inaspettata, a complicare tutto.



“Lightlark”: la recensione

Il libro di Alex Aster è un mix fra la trilogia di “Hunger Games” di Suzanne Collins e il bestseller “Tenebre e Ossa” di Leigh Bardugo.

Individuare le fonti di ispirazione per questo romanzo si rivela un gioco da ragazzi; soprattutto dal punto di vista della struttura, dei personaggi e del romance, se non da quello delle tematiche e dell’ambientazione.

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“Locklands”: la recensione del libro fantasy di Robert Jackson Bennett


locklands recensione - foundryside 3 robert jackson bennett

Prima di iniziare a scrivere la recensione di “Locklands”, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riprendere fiato. Credimi quando ti dico che il finale di questa trilogia è assolutamente pazzesco… Al pari di tutta la saga di Robert Jackson Bennett, ovviamente.

Un puro concentrato di azioni rocambolesche, heist al cardiopalma e personaggi pronti a ottenere un bel certificato di residenza all’interno del tuo cuore.

La Mondadori sta per portare a compimento la pubblicazione della serie. Per scoprire quando uscirà “Locklands”, non ti resta che scrollare l’articolo e sbirciare qualche paragrafo più in basso.


La trama

In passato, Sancia, Berenice e Clef hanno già fronteggiato molte crisi. Ogni singola volta, le probabilità sembravano completamente contro di loro. Ogni singola volta, sono riusciti a trionfare.

Stavolta, però, i nostri eroi stanno per imbarcarsi in una guerra che sanno di non poter vincere.

Perché, ormai, non si tratta più di derubare baroni corrotti o sconfiggere uno ierofante immortale.

L’entità che sta cercando di schiacciarli è dotata di un’intelligenza che si è già diffusa attraverso il globo. Una creatura a metà strada fra scienza e magia, in grado di usare il potere della scrittura non soltanto per controllare gli oggetti – come hanno sempre fatto Sancia, Ber, Orso e gli altri – ma anche le menti umane.

Per combatterla, i nostri eroi hanno utilizzato la tecnologia sviluppata a Foundryside e accettato di trasformare se stessi e i propri alleati in un’armata – una vera e propria società utopica – diversa da qualsiasi altra cosa l’umanità abbia visto sinora.

Con questa potenza di fuoco alle spalle, San e gli altri sono riusciti a liberare una manciata di “ospiti” dell’intelligenza semi-artificiale contro cui si stanno battendo e perfino a sconfiggere alcuni dei suoi più temibili artefatti, indescrivibili strumenti di pura distruzione.

Eppure, malgrado i loro sforzi, il nemico continua ad avanzare. Implacabile. Inarrestabile.

E così, mentre l’entità si avvicina sempre più al suo vero obiettivo – un’antica porta, da tempo sepolta, in grado di condurre chiunque osi varcare le sue soglie all’interno delle camere nascoste al centro della creazione stessa – Sancia e i suoi compagni intravedono un’ultima opportunità per fermare il loro avversario.

Per coglierla, dovranno prima svelare il segreto che circonda le origini dell’arte della scrittura magica, imbarcarsi in una disperata missione nella roccaforte del potere del loro nemico, e mettere su il più azzardato e pericoloso “colpo” della loro carriera.


“Locklands”: la recensione

Una piccola premessa: ho amato i personaggi, i dialoghi, le ambientazioni e il finale di “Locklands” con tutta la fedeltà di un mastino e il disperato struggimento di una fangirl con la metà dei miei anni!

Ribadirò adesso una cosa che non mi stancherò mai e poi mai di ripetere: se ami autori come Brandon Sanderson, Nicholas Eames e John Gwynne, questa è la saga ideata su misura per te.

Il worldbuilding è esplosivo e il sistema magico a prova di bomba. I dialoghi sono memorabili e la caratterizzazione dei protagonisti riesce a rendere ciascuno di loro un beniamino, soprattutto grazie all’inserzione di tanti piccoli quirk e difetti in grado di enfatizzare la profonda umanità che si nasconde tanto nei personaggi buoni, quanto in quelli “cattivi”.

Con questo terzo volume, ti garantisco che Robert Bennett Jackson è riuscito a superare se stesso. I colpi da scena sono da infarto e il finale chiude il cerchio in maniera (quasi) perfetta.

Malgrado questo, devo confessarti che i primi capitoli del libro sono riusciti a cogliermi alla sprovvista. A… disorientarmi un pochino, per così dire.

Probabilmente perché mi ci è voluto un po’ per accettare la realtà e ammettere che i tempi scanzonati e felici in cui Sancia e gli altri scorrazzavano per le strade di Foundryside, imbrogliando mercanti e ingiuriando nobili, ormai erano definitivamente alle nostre spalle.

Tantissimi cambiamenti da assimilare, insomma, più un inizio in medias res che concede davvero pochissima tregua al lettore.

Soltanto per citare le novità più vistose:

  • In “Locklands”, ritroviamo Sancia, Berenice e Cleff otto anni dopo la fine degli eventi narrati in “Shorefall”. Le nostre eroine risultano considerevolmente invecchiate da allora, e perfino nella vita di Clef hanno iniziato a emergere una serie di sorprendenti cambiamenti …
  • Sancia è ancora la protagonista assoluta della saga. Ma “Locklands” è il libro indiscusso di Berenice e di Cleff. E’ il loro PoV a guidarci attraverso la maggior parte delle scene… E a loro appartengono, difatti, gli archi trasformativi più coinvolgenti e ricchi di dettagli commoventi.
  • L’altissima posta in gioco giustifica un repentino cambio di registro: dai motivetti allegri e faceti del primo e (in parte) anche del secondo volume, ai rintocchi apocalittici e tetri del terzo…
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“Tutti gli uccelli nel cielo”: la recensione del libro di Charlie Jane Anders


tutti gli uccelli nel cielo recensione - charlie jane anders

È arrivato il momento di pubblicare la recensione di “Tutti Gli Uccelli Nel Cielo”, il fenomenale ed eccentrico libro d’esordio di Charlie Jane Anders in uscita il 30 agosto 2022.

La struttura del romanzo è quella di un’atipica love story. La trama, a metà strada fra sci-fi, arcanepunk e realismo magico, riesce ad abbracciare molte tematiche importanti: sviluppo tecnologico, etica, disuguaglianza, impatto ambientale…

Ma se dovessi ricevere l’incarico impossibile di ricapitolare i punti salienti di “Tutti Gli Uccelli Nel Cielo”, credo che mi sentireste rispondere: «Quello di Charlie Jane Anders è un libro che parla di solitudine, e del dolore che si prova quando si è costretti a crescere come estranei in un mondo in fiamme


La trama

Patricia e Laurence sono due ragazzini sensibili e solitari.

Lei è una giovane strega, in grado di comunicare con gli animali e ricevere consigli dal saggio Albero che dimora nei segreti recessi del bosco.

Lui è un promettente ammiratore delle scienze e della tecnologia, capace di costruire una macchina del tempo amatoriale ancora all’età delle scuole medie.

Il loro incontro segna l’inizio di un legame intenso e viscerale, la storia di un’amicizia talmente profonda da riuscire a sfidare ogni sorta di incognita.

Parenti serpenti, inquinamento globale, mistici assassini, società segrete, fanatiche congreghe di stregoni…

Patricia e Laurence diventano adulti in un mondo che sembra caparbiamente determinato a separarli per sempre… e a lanciarsi di volata in fondo all’abisso dell’odio e dell’autodistruzione!

Trovare un seme di speranza, in queste circostanze, sembra quasi una chimera.

Eppure, forse c’è ancora della bellezza da scoprire, là fuori, da qualche parte…

Con l’Apocalisse che, di giorno in giorno, sembra farsi sempre più incombente, i due ragazzi saranno costretti a fare i conti con due domande fondamentali.

La prima: riusciranno mai magia e scienza – l’equilibrio naturale del cosmo, e la capacità dell’uomo di plasmare il mondo a propria immagine – a trovare un modo per convivere e prosperare?

La seconda: è mai possibile che un albero sia rosso?! 😆

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“She Gets The Girl: Cinque Passi Tra Noi”: recensione della romcom LGBT di Alyson Derrick e Rachael Lippincott


cinque passi tra noi recensione - she gets the girl - lippincott e derrick

She Gets The Girl” (aka “Cinque Passi Tra Noi“) è una tenera e spassosa rom-com LGBT di Alyson Derrick e Rachael Lippincott (già autrice del romanzo “A Un Metro da Te”).

La trama, i personaggi e le atmosfere ricordano una via di mezzo fra “Ancora Una Fermata” di Casey McQuinston e il recente teen-movie “Crush disponibile su Disney+”.

L’età delle due protagoniste – entrambe alle prese con il primo anno di college – potrebbe forse contribuire a dare l’impressione che “She Gets the Girl” rientri nel novero dei libri new adult.

In realtà, il romanzo di Derrick e Lippincott si rivela una lettura priva di complicazioni e totalmente sex-free, perfettamente adatta al pubblico dei lettori giovanissimi


La trama

Alex Blackwood è una ragazza un po’ testarda, con una certa inclinazione per il caos e una considerevole vena civettuola.

In effetti, Alex non ha mai avuto difficoltà a socializzare e a procurarsi appuntamenti. Semmai, per lei il problema è sempre stato quello di riuscire ad approfondire quei rapporti e tenersi strette le persone a cui tiene.

Molly Parker ha tutto sotto controllo. La sua vita è praticamente perfetta… cioè, a parte il fatto di non riuscire praticamente ad articolare parola in presenza dei suoi coetanei. O la consapevolezza che la sua unica amica sia anche – guarda caso – sua madre.

Molly è innamorata della bellissima Cora Myers praticamente da una vita. Solo che… non le ha mai veramente parlato. Non ancora, per lo meno.

Alex e Molly non appartengono allo stesso pianeta; figuriamoci se due come loro potrebbero riuscire ad andare d’accordo nello stesso campus!

Ma quando Alex, fresca di una recente (ma, auspicabilmente, tutt’altro che permanente…) rottura con una brillante musicista, scopre che Molly ha una cotta segreta per Cora, decide che è arrivato il momento di unire le forze e formulare un piano machiavellico.

Perché, forse, se si offrirà volontaria per aiutare Molly a superare la sua timidezza con Cora, Alex riuscirà a provare alla sua ex di non essere la persona egoista e inaffidabile che Natalie la accusa di essere. Che Alex, stavolta, è davvero pronta per impegnarsi in una relazione seria.

Molly, dal canto suo, è sicurissima di non potersi fidare di Alex… ma non può certo negare il fatto che Alex sappia quello che sta facendo, quando si tratta di ragazze.

Riusciranno le nostre eroine a portare avanti il loro (improbabile) piano di conquista in cinque fasi?

Ma, soprattutto, riusciranno Alex e Molly a interagire ogni giorno per settimane, senza uccidersi a vicenda o… finire per innamorarsi l’una dell’altra?


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“Her Majesty’s Royal Coven”: recensione del libro fantasy di Juno Dawson


her majesty's royal coven recensione - juno dawson - libro fantasy

Her Majesty’s Royal Coven” è la risposta di Juno Dawson alle recenti dichiarazioni transfobiche di J. K. Rowling.

Il fatto che si tratti anche, incidentalmente, di un romanzo fantasy, si traduce in una coincidenza nel più ingenuo degli scenari, e in un deliberato atto di provocazione in tutti gli altri.

Dopotutto, l’idea di sfidare la Rowling sul suo stesso terreno dev’essere sembrata alla Dawson praticamente irresistibile.

Non una decisione particolarmente assennata, forse, considerando il calibro dell’autrice a cui decide di lanciare il guanto.

Ma, a quanto pare, irresistibile lo stesso…


La trama

All’alba della loro adolescenza, quattro ragazzine si ritrovano alla vigilia del solstizio d’estate, pronte a fare il loro giuramento.

Stanno per entrare a far parte della Congrega Reale di Sua Maestà, fondata dalla Regina Elisabetta I a mo’ di dipartimento ultra-segreto del governo.

Decadi più tardi, la comunità di streghe sta ancora cercando di riprendersi dalle conseguenze di una sanguinosa guerra civile.

Helena, una di quelle ragazze, è diventata l’Alta Sacerdotessa dell’organizzazione.

Eppure Helena è l’unica, fra i membri del suo vecchio gruppo di amiche, a essere rimasta invischiata nelle maglie soffocanti della burocrazia della Congrega Reale. Tutte le altre hanno deciso di continuare per la loro strada.

Elle, ad esempio, cerca di fingere di essere una normalissima casalinga. Niahm è diventata una veterinaria di campagna e Leonie ha disertato per fondare la Diaspora, una congrega molto più compatta e inclusiva.

Helena è furiosa con lei, ma adesso ha per le mani problemi più grossi. Un giovane stregone, dotato di abilità straordinarie, è stato catturato dalle autorità. La sua stessa esistenza sembra una minaccia per la Congrega Reale: nessun uomo dovrebbe essere dotato di un potere del genere!

La magia è sempre stata prerogativa delle donne.

Mentre, nel tentativo di venire a capo del problema, ideologie conflittuali cominciano a scontrarsi, le quattro amiche dovranno decidere da che parte si erge la loro lealtà: preservare la tradizione, o… fare la cosa giusta.

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“Obscura”: la recensione del libro sci-fi di Joe Hart


Obscura - recensione - libro - joe hart

L’anno scorso, l’uscita dell’edizione italiana di “Obscura”, romanzo fantascientifico di Joe Hart, è passata piuttosto inosservata.

Confesso che, se non fosse stato per Storytel, questa succosa novità targata La Corte Editore sarebbe sfuggita anche a me. Ma, ormai, il colosso degli audiolibri conosce benissimo i miei gusti, e non ha esitato a segnalarmi questo adrenalinico titolo ambientato nello spazio.

Per farla breve, “Obscura” assomiglia un po’ al libro che Dean Koontz avrebbe potuto scrivere, se “L’Uomo di Marte” di Andy Weir, la serie coreana “The Silent Sea” e il film distopico “Awake si fossero improvvisamente infilati fra le sue fonti di ispirazione.

La storia, malgrado le vistose imperfezioni tecniche e stilistiche, scorre e cattura, proponendo al lettore un mix di azione, suspense e thriller al cardiopalma.

Se ti piacciono la fantascienza – soprattutto quella dalle tonalità più “soft” e commerciali – le ambientazioni spaziali e le letture in stile blockbuster… bè, segui il mio consiglio: il romanzo di Joe Hart potrebbe fare al caso tuo! 😉


La trama

In un futuro imminente, un’aggressiva e terrificante forma di demenza ha cominciato a mietere vittime di ogni età.

Le cause del morbo sono sconosciute; i sintomi, semplicemente devastanti.

La dottoressa Gillian Ryan sta cercando di trovare una cura.

Non è un’impresa facile; soprattutto perché lassù, ai piani alti, qualcuno sembra deciso a tagliare definitivamente i fondi della sua ricerca.

Ma anche perché la sua bambina, Carrie, ha contratto la stessa malattia della memoria che ha già portato via suo marito e mandato a pezzi il suo mondo.

Così, quando un ex fidanzato che lavora per la NASA chiede a Gillian di partecipare a una missione per cercare di scoprire cosa diamine stia succedendo a bordo di una stazione spaziale in cui la gente ha cominciato a comportarsi in modo aggressivo, la dottoressa Ryan decide di accettare e partire per lo spazio.

Perché, in cambio, la NASA le offrirà i fondi necessari a completare le sue ricerche.

Ma Gillian soffre di una dipendenza segreta, e sembra anche incline ad accusare intrusivi attacchi di panico e paranoia.

Una condizione che non sembra esattamente l’ideale, per una donna che si appresta a tuffarsi nel buio cosmico.

Soprattutto perché, nei resoconti della NASA, sembra nascondersi qualcosa che non torna.

Qualcuno le sta mentendo. E se dietro i misteriosi eventi della stazione si nascondesse una verità impensabile?

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