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“Kitsune”: la recensione del libro fantasy/romance di Nicolette Andrews


Kitsune - recensione - nicolette andrews

“Kitsune” è un romanzo sentimentale in salsa fantasy scritto da Nicolette Andrews.

La storia, a metà strada fra fiaba e light novel, è fortemente ispirata al folclore giapponese, e richiama in modo particolare la leggenda degli yokai, spiriti dall’aspetto bestiale che risiedono nel folto della natura incontaminata.

Bisogna ammettere che il worldbuilding della Andrews risulta abbastanza suggestivo, anche se non si sforza certo di sottrarsi a una serie di cliché e luoghi comuni.

Purtroppo la trama, strutturata alla meno peggio e popolata da un esorbitante numero di personaggi e sottotrame da romanzetto d’appendice, onestamente non mi ha colpito in maniera particolare.

Ma sospetto che gli appassionati di anime e manga Shōjo troveranno divertenti i caotici intrighi romantici previsti dalla narrazione, lasciandosi facilmente sedurre dalle iper-drammatiche tonalità delle love story 😆 e da quel caratteristico “vibe” alla Hayao Miyazaki che caratterizza la pittoresca ambientazione


La trama

Rin è una Kitsune, uno spirito elementale in grado di assumere sembianze di donna o di volpe… o di una creatura ancora più impressionante, a metà strada fra le due cose.

Quando una strega malvagia la costringe a infiltrarsi a palazzo, per spiare la vita domestica di un potente capo-clan e dei suoi figli, Rin deve cercare di guadagnarsi la fiducia di Hikaru, l’erede primogenito.

Se riuscirà a far saltare l’imminente accordo di alleanza con un prospero clan vicino, la megera annullerà il maleficio e Rin recupererà l’uso dei suoi poteri e… della sua voce!

Ma, per riuscire nell’intento, Rin ha a disposizione soltanto fino alla prossima luna piena. Dopodiché, se non darà alla strega quello che vuole, finirà trasformata in volpe per sempre e si perderà nella foresta!

Eppure, a poco a poco, i sentimenti di Rin nei confronti di Hikaru cominciano a crescere. Finché, alla fine, la nostra Kitsune si trova al cospetto di una scelta impossibile.

Salvarsi vorrebbe dire tradire la fiducia dell’uomo che ama… forse, addirittura vederlo morire.

Ma qual è l’alternativa?

In un mondo di spiriti indaffarati e sempre pronti a immischiarsi negli affari degli umani, Rin sarà costretta a compiere un sacrificio impossibile.

A cosa dirà addio?

Alla sua anima gemella o… alla sua stessa libertà?


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“Payback’s a Witch”: la recensione della romcom fantasy di Lana Harper


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Payback’s a Witch” è un cozy fantasy di Lana Harper, primo romanzo della serie “The Witches of Thistle Grove”.

Nel 2021, il libro ha riscosso un discreto successo, confermandosi come una delle rom-com LGBT a tema sovrannaturale più chiacchierate dell’anno.

Peccato che, su di me, la magia della storia non sia riuscita a sortire il minimo effetto. Anzi: a dire il vero, l’ho trovata noiosetta, prevedibile e banale.

In realtà, le pittoresche atmosfere in stile Halloweentown mi sono sembrate molto simpatiche, e un paio di battute sono sicuramente riuscite a strapparmi un sorriso.

Eppure, per come la vedo io, “Payback’s a Witch” è uno di quei romanzi in cui i personaggi (costruiti male, e gestiti peggio…) non sembrano avere assolutamente nulla da dire.

Gli ostacoli sul loro cammino si contano sulle dita di una mano, così che ogni loro cambiamento interiore assume l’aspetto di un dono del cielo, piuttosto che il frutto di una sudata vittoria.

Ovviamente, la totale assenza di alchimia fra la protagonista e il suo love interest non fa altro che peggiorare le cose….


La trama

Emmy Harlow è una strega, ma non una di quelle particolarmente potenti: in parte, perché Emmy non torna a casa, nella sua magica città natale di Thistle Grove, da anni.

Il suo esilio autoimposto è cominciato dopo che Gareth Blackmoore, erede locale della più potente famiglia di stregoni, le ha spezzato il cuore in uno sfoggio di nonchalance, distruggendo di colpo tutti i suoi sogni.

Ma, adesso, a Thistle Grove si sta avvicinando la data del prestigioso torneo di magia che si svolge soltanto una volta ogni generazione. La tradizione vuole che sia un esponente della famiglia Harlow ad arbitrare l’evento, così Emmy, rosa dai sensi di colpa, decide di tornare a casa per adempiere ai suoi doveri.

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“Little Eve”: recensione del libro horror di Catriona Ward

Little Eve - recensione - Catriona Ward

Little Eve” è il secondo libro di Catriona Ward, autrice dello straordinario horror psicologico “La Casa in Fondo a Needless Street”.

Una lettura ipnotica e crudele che, per quanto mi riguarda, si è confermata pienamente all’altezza delle aspettative: nel senso che mi ha spezzato il cuore e spinto a rabbrividire fin nel midollo delle ossa!

Ambientato in Scozia, a cavallo fra le due Grandi Guerre, questo appassionante horror storico può essere definito soltanto come un piccolo gioiello di suspense, stile e tensione narrativa.

Una storia tragica, spietata e ammaliante, a metà strada fra “Il richiamo di Cthulhu” e “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello”…


La trama

Eve e Dinah sono sempre state tutto l’una per l’altra. Non si sono mai separate: né di giorno, né di notte.

Le due ragazze sono cresciute all’interno di una comunità di orfani e randagi presieduta da un misterioso predicatore, un uomo che si fa chiamare soltanto “Zio”.

Non conoscono nulla al di fuori della grigia isola di Altnaharra, che siede nel bel mezzo delle scure acque al largo delle incontaminate coste scozzesi.

Eve ama la vita libera e selvaggia dell’isola, e desidera ereditare il potere dello Zio.

Ma non appena l’isolamento di Altnaharra viene infranto, la sua fede e la sua sanità mentale cominciano a sfrangiarsi.

Nel corso di una grande tempesta, nel cuore dell’inverno, un macellaio proveniente dal paese più vicino varca i cancelli della proprietà e si trova al cospetto di uno scenario raccapricciante.

I resoconti di Eve e Dinah su cosa sia realmente accaduto, quella notte, si sovrappongono e si contraddicono a vicenda. Mentre il presente e il passato iniziano a convergere, l’evidenza salta agli occhi: soltanto una delle due sta dicendo la verità.

Ma chi è veramente colpevole, e chi innocente?


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“L’allieva di Sherlock Holmes”: la recensione del libro giallo di Laurie R. King

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L’allieva di Sherlock Holmes” è un libro mistery di Laurie R. King.

Il romanzo, primo volume della fortunatissima serie “Mary Russell and Sherlock Holmes”, ha esordito per la prima volta nelle librerie americane nel 1994. La precedente edizione italiana si intitolava “L’allieva e l’apicoltore” (Neri Pozza).

Possiamo descrivere l’opera come un giallo/storia di formazione, a metà strada fra cozy mistery e pura fanfiction; un reteling in cui l’autrice prova a immaginare cosa sarebbe successo se, svariate decadi dopo essersi ritirato dall’attività, il celebre detective Sherlock Holmes si fosse imbattuto in una talentuosa giovane donna determinata a seguire le sue orme.

Si dimostrerà, l’allieva, in grado di superare il maestro?

Ma, soprattutto… riuscirà il famoso investigatore di Baker Street a lasciarsi alle spalle i pregiudizi che contraddistinguono la sua ristretta visione del mondo femminile? 😀


La trama

Campagna del Sussex, 1915.

Mary Russell è una giovane orfana dall’intelligenza vivace e l’istinto infallibile; un’autentica «donna moderna», sempre impegnata nello studio e convinta seguace del movimento femminista.

Un bel giorno, durante una tranquilla passeggiata all’aperto, Mary si imbatte in un arcigno uomo di mezza età.

La conversazione con lo sconosciuto mette a dura prova la sua pazienza… e le sue facoltà intellettuali.

Quel torvo apicoltore altri se non è Sherlock Holmes, uno dei più noti e anticonvenzionali investigatori privati di tutta la Gran Bretagna.

Ormai in pensione, il detective si è ritirato a vivere in compagnia dei suoi amati alveari. Ma dal momento che – come si sa – il lupo perde il pelo, ma mai il vizio, Holmes si lascia ancora trascinare nelle indagini sui casi criminali più singolari.

Mary è intrigata: la sua ammirazione nei confronti delle straordinarie doti deduttive dell’investigatore è seconda solo al suo sconfinato desiderio di emularlo e trasformarsi a sua volta in un imbattibile segugio.

L’inattesa collaborazione fra questi due stravaganti personaggi segnerà il primo passo verso una profonda, leggendaria amicizia, destinata a cambiare per sempre la vita di entrambi.

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“Spero Tu Stia Ascoltando”: la recensione del mistery queer di Tom Ryan

spero tu stia ascoltando - recensione - tom ryan - Fanucci
I Hope You’re Listening – Fazi

Spero tu stia ascoltando” è un libro thriller per ragazzi firmato dall’autore americano Tom Ryan.

Scorrevole e incalzante, il romanzo fornisce un’alternativa in chiave leggera a titoli come “Far From You” di Tess Sharpe e “Sadie” di Courtney Summers.

Se per te le crime stories e i gialli sono una grande passione, dubito che l’intreccio e i colpi di scena di questo thriller riusciranno a stupirti in modo particolare.

Ma se ami gli YA, e sei alla ricerca di un’emozionante e scorrevole lettura da spiaggia, bè… congratulazioni: hai appena trovato il titolo che fa per te! 🙂

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“Misrule”: la recensione del libro fantasy di Heather Walter

recensione misrule heather walter
Malice Duology – Vol. 2

Misrule” è il secondo libro della duologia fantasy LGBT di Heather Walter; una saga iniziata negli USA nel 2021, con la pubblicazione del suo romanzo d’esordio “Malice”.

I due romanzi costituiscono un retelling della fiaba classica de “La Bella Addormentata nel Bosco”.

In questa originale rielaborazione della storia, per la prima volta la “strega cattiva” si trasforma in protagonista e offre al pubblico la sua personalissima versione degli eventi.

Il tutto all’insegna di una storia d’amore tragica e (forse) maledetta, che vede la “fata” oscura Alyce innamorarsi perdutamente di Aurora, la combattiva erede al trono di un regno incantato.

Se non hai ancora letto “Malice”, ti sconsiglio di proseguire: la recensione di “Misrule” conterrà, per forza di cose, almeno un paio di grossi spoiler inerenti al primo volume…


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“Brava ragazza, cattiva ragazza”: la recensione del libro thriller di Micheal Robotham

brava ragazza cattiva ragazza recensione
Good Girl, Bad GirlFazi

In “Brava Ragazza, Cattiva Ragazza”, primo volume delle adrenaliniche avventure di Cyrus Heaven e Evie Cormac, l’autore australiano Michael Robotham affronta molte tematiche “dure”: trauma, violenza domestica, pedofilia, perversioni sessuali…

Attraverso una travolgente narrazione in prima persona, il romanzo scaraventa il lettore all’interno di una spirale di sospetti, depistaggi e paranoia.

Eppure sullo sfondo aleggia, effimera e spasmodica, un’unica missione: la ricerca della Verità.

Ma che cosa vuol dire, esattamente, questa parola? E in che modo scoprirla potrà aiutare i sopravvissuti a uscire dall’oscurità?

La trama di “Brava Ragazza, Cattiva Ragazza”, superba ed efferata, racchiude in sé una sorta di doppia natura, ponendosi da qualche parte a metà strada fra il thriller psicologico e la crime story.

Ma, in realtà, il romanzo di Robotham eccelle non tanto nella costruzione dell’enigma in sé per sé, quanto in quella di una coppia di protagonisti empatici e straordinariamente sfaccettati…

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“Book of Night”: la recensione del primo libro fantasy per adulti di Holly Black

Book of Night” è il romanzo che sancisce il debutto di Holly Black nel mondo della narrativa fantasy per adulti.

Per l’occasione, l’autrice de “Il Principe Crudele” e “Le Cronache di Spiderwick” abbandona le pittoresche corti fae e ci concede un tuffo nella grigia realtà di Charlie Hall, nota disturbatrice di equilibri e truffatrice “magica” di professione.

Malgrado il balzo di categoria, la sua storia, a metà strada fra urban fantasy e hard boiled, si confronta con le stesse tematiche di sempre: autodistruzione, rabbia repressa, relazioni tossiche, genitori incapaci…

Il risultato è un libro dal ritmo discontinuo, singhiozzante e un po’ anemico, che riesce a soddisfare le aspettative soltanto a sprazzi.

Gli innumerevoli problemi tecnici e strutturali, infatti, abbassano esponenzialmente il livello di coinvolgimento promesso dalla trama, compromettendo – almeno in parte – il piacere della lettura…

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La trama

Charlie Hall non ha mai trovato una serratura che non potesse scassinare, un libro che non potesse rubare, o una pessima decisione che non potesse prendere.

La ragazza ha passato metà della sua vita a trattate con una combriccola di pericolosi maghi in grado di manipolare le ombre ai fini più impensati: sbirciare attraverso stanze sbarrate, strangolare nemici nei loro letti, o addirittura di peggio.

Questi maghi hanno sempre custodito i loro segreti con avidità, creando un’economia underground basata sullo scambio (e sul furto) di volumi magici detti “grimori”.

Adesso, per la prima volta, Charlie sta cercando di distanziarsi dagli errori dal passato.

Ma uscire dal giro non è facile.

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“The Wicked and the Willing”: la recensione del romanzo gotico di Lianyu Tan

recensione the wicked and the willing - copertina lianyu tan

The Wicked and the Willing” è il secondo libro di Lianyu Tan, autrice che nel 2020 ci aveva già “scioccato” con il suo dark romance fantasy “Prigioniera negli Inferi”.

La sua nuova opera è un romanzo horror storico ambientato a Singapore, nel bel mezzo dei ruggenti anni Venti.

Al cuore della trama, la relazione abusiva fra una carismatica vampira britannica e una docile domestica dal passato tormentato.

Inquietante, seducente e brutale, “The Wicked and the Willing” rappresenta un enorme passo in avanti rispetto alla semplice parata di «piaceri perversi» offerti nel precedente retelling della Tan.

Una storia gotica a tinte forti, contrassegnata da un potentissimo nucleo tematico (l’ordalia della violenza domestica) e ispirata tanto ai grandi classici del gotico (“Dracula” e “Carmilla”), quanto al viscerale cinema “a impatto” di Park Chan-wook (“The Handmaiden”).

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