Eccoci giunti alla recensione di “Pride and Prejudice and Pittsburgh”, romance saffico di Rachael Lippincott.
Un libro YA, ambientato in parte nell’Inghilterra della Reggenza, in parte negli USA dei giorni nostri, che ti farà sciogliere come zucchero. E desiderare disperatamente di poter viaggiare indietro (o avanti) nel tempo insieme alle sue protagoniste!
La trama
Audrey Cameron ha perso la sua scintilla. Dopo essere stata piantata in asso dal suo primo amore ed essere finita sulla lista d’attesa della scuola d’arte dei suoi sogni – il tutto, nel giro di una settimana – la povera ragazza non ha nessun intenzione di mettersi di nuovo in gioco. Da nessun punto di vista.
Un giorno, il signor Montgomery, noto brontolone locale ,entra nel negozio di quartiere gestito dalla sua famiglia, annunciando di poterla aiutare. Audrey non sa cosa aspettarsi. Di sicuro, non la possibilità di essere trasportata indietro nel tempo, per diventare l’eroina di un romanzo d’amore Regency!
Lucy Sinclair, dal canto suo, non potrebbe restare più sbalordita dal ritrovamento di una strana ragazza americana nel campo fuori dalla sua magione di famiglia. Una giovane vestita in modo assai singolare, peraltro, e dotata di maniere alquanto allarmanti.
Tuttavia, deve ammetterlo: l’incontro potrebbe trasformarsi esattamente nel tipo di distrazione di cui aveva bisogno… Soprattutto perché suo padre, un avido arrivista, ha intenzione di costringerla a sposare un uomo odioso e supponente, nei confronti del quale Lucy non prova il minimo interesse.
Non che Lucy si sia più stata interessata a nessuno, dopo la morte di sua madre. Sembra quasi che la donna abbia portato via con sé nella tomba la capacità di Lucy di affezionarsi, vivere e amare.
Mentre le due ragazze uniscono le forze per cercare di scoprire le cause di questo assurdo viaggio nel tempo e trovare un modo per rispedire Audrey a casa, le loro rispettive scintille tornano da loro… nel più imprevedibile dei modi.
Perché mentre entrambe cercano disperatamente di innamorarsi dei loro corteggiatori e di ottenere il lieto fine che tutti si aspettano da loro, Audrey e Lucy scoprono che non è necessario il minimo sforzo per innamorarsi… l’una dell’altra.
Ma può una storia d’amore inaspettata sopravvivere alle più impossibili delle circostanze?
“Pride and Prejudice and Pittsburgh”: la recensione
Il nuovo libro di Rachael Lippincott assomiglia un po’ a una romcom di Natale targata Hallmark Channel, riletta in chiave f/f e con qualche delicato tocco fantastico aggiunto nel mix. Gli ingredienti segreti? Uno stile vivace, una frizzante atmosfera pop e una sana dose di umorismo!
Onestamente, ho fatto un filo di fatica a entrare in sintonia con il personaggio/punto di vista di Audrey. Difficilmente mi è capitato di imbattermi in un’eroina più piagnucolosa di così, e i suoi atteggiamenti sembrano spesso guidati da quel pizzico di fastidiosa ottusità che, a volte, si fa davvero fatica a ignorare.
Lucy mi è piaciuta molto, ma molto di più. In parte, perché ho apprezzato ogni singolo istante della sua lotta per recuperare i vari tasselli perduti della sua identità (anzi, penso che avrei addirittura gradito un ulteriore approfondimento su questo argomento…). Dopotutto, so che cosa significa interpretare un ruolo per tenersi stretta l’approvazione degli altri, e ho trovato davvero lodevole il modo in cui l’autrice è riuscita a trattare il tema.
Ammirabile anche lo sforzo, da parte di Rachael Lippincott, di creare un solido cast di personaggi maschili di supporto. Non dico che il tentativo sia completamente riuscito (non mancano stereotipi e momenti di stasi), ma, in generale, i comprimari riescono a interagire in modo tale da tenere sempre in movimento la famosa “rotellina” del plot, strappando nel frattempo più di un sorriso spensierato al lettore.
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