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Come sviluppare la trama di un romanzo: un semplice test per passare dall’idea al plot

Da che parte si comincia a sviluppare la trama di un romanzo?

Come si scrive un plot accattivante?

Che cosa significa lavorare sull'”architettura” di una storia?

Bè, ovviamente non esiste una risposta semplice a nessuna di queste domande.

La strada per l’inferno è lastricata di responsi banali a interrogativi intricati: ci avevi mai fatto caso? ;D

Tuttavia, esistono numerose strategie per affrontare la questione, e oggi ho intenzione di svelarti qualche piccolo trucchetto che, con un pizzico di accortezza, ti permetterà di avviarti sulla giusta strada.

Svilupperemo l’argomento nel corso dei post a seguire. Nelle prossime settimane, infatti, avremo modo di parlare della struttura in tre atti, del metodo “Save the Cat!“, e di parecchi altri spunti interessanti!

Ma, per il momento, preferirei concentrami su un paio di aspetti preliminari….

Come si fa a inventare una storia?

Partiamo dall’ABC. E supponiamo che tu sia stato appena folgorato dalla più brillante, originale e anticonvenzionale idea della storia della narrativa!

Immagino che ne sarai orgoglioso.

Ehi, hai tutto il diritto di esserlo: dopotutto, non è mica una cosa che capita tutti i giorni, e forse nemmeno a chiunque! 😀

Peraltro, ho una certa familiarità con il tipo di “brivido” che può derivare un’intuizione del genere: perciò so che si tratta di una delle più deliziose, entusiasmanti, appaganti, maledettamente intossicanti sensazioni che un autore possa sperimentare nel corso della sua giornata!

Mi rendo anche conto di un’altra cosa, però. Dietro l’estasi, spesso si nasconde, in agguato, l’inizio di un nuovo circolo vizioso.

Perché è probabile che, che, dieci o quindici minuti dopo essere stato travolto dalla tua idea geniale, tu abbia già ceduto alla tentazione di sederti alla scrivania e accendere il PC. Con il cuore a mille. E i palmi sudati.

Le tue dita si librano sulla tastiera, già pronte a comporre le fatidiche parole: “Capitolo 1 – Un incidente inaspettato”…

E, ascolta… so che forse non mi crederai, ma questo è proprio il genere di entusiasmo destinato a scagliarti incontro all’errore più grosso del pianeta!

Un po’ come chiedere a qualcuno di sposarti, dieci minuti dopo aver realizzato che condividete gli stessi interessi e che ti piace davvero tanto il suo profumo…

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Leggere molto ti aiuterà a diventare uno scrittore migliore?

«Se vuoi fare lo scrittore, devi fare due cose sopra le altre: leggere molto e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare questa realtà, non conosco scorciatoie

Stephen King, On Writing

Leggere libri può aiutarti a scrivere meglio.

Abbiamo sentito tutti una variante o l’altra di questo consiglio, dico bene?

La prima volta, magari, sarà stato per bocca della tua insegnante delle scuole medie, magari addirittura delle elementari… e, forse, questo rappresenta una parte importante del motivo per cui non sei mai riuscito a crederci fino in fondo.

Perché ricordi cosa si premurava sempre di aggiungere, quella maestra benintenzionata?

«Bisogna leggere per farsi una cultura. Quindi, leggi per migliorare il tuo vocabolario. Leggi per imparare come funzionano la sintassi e la grammatica.»

E…

Ehi, ascolta: di sicuro, nulla di tutto questo era una bugia, okay?

Ma il punto è che, su di te che aspiri a diventare uno scrittore migliore, probabilmente la solita solfa da propinare agli studenti non sarà in grado di esercitare molto appeal.

Dopotutto, tu possiedi già un’invidiabile conoscenza delle regole che sostengono la lingua italiana. 

Saresti in grado di distinguere la differenza che passa fra l’uso di un congiuntivo e di un condizionale anche nel tuo giorno peggiore.

E non hai problemi a snocciolare una lista pressoché infinita di sinonimi e contrari… tanto più che hai imparato a usare la funzione Thesaurus di Word il giorno stesso in cui i tuoi genitori ti hanno regalato il primo computer.

Quindi, perché diavolo dovresti prenderti la briga di cominciare a leggere meglio, leggere di tutto, leggere di più?

Bè, la risposta breve (e più sincera) è che hai almeno un milione e mezzo di ottimi motivi per farlo!

E sospetto che, sotto sotto, tu lo sappia già.

Ma, forse, ti sei convinto di non avere abbastanza tempo per leggere (tesi che, in uno dei prossimi post, ti aiuterò a confutare).

Oppure, hai semplicemente bisogno di un piccolo incoraggiamento in più.

Quindi, adesso, rimbocchiamoci le maniche e proviamo a esaminare alcune di queste motivazioni da vicino…

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“Una Donna Promettente”: la sottile arte di giocare con le convenzioni di un genere, per costruire una trama rivoluzionaria

una donna promettente - analisi - temi - trama - significato

Abbiamo parlato della STRUTTURA IN TRE ATTI, del metodo SAVE THE CAT! e di alcune semplici strategie che ti permetteranno di cominciare a sviluppare una trama accattivante per il tuo romanzo, a partire dalla tua idea originale.

Adesso è arrivato il momento di analizzare un esempio nel dettaglio e scoprire in che modo gli elementi di cui abbiamo parlato possono (e dovrebbero) interagire durante il processo di costruzione della trama, allo scopo di dar vita a un‘ alchimia potentissima.

Nel piccolo schema che stai per leggere, analizzeremo quindi la struttura dello splendido film “Una Donna Promettente”. Un lungometraggio che, nel 2021, ha fruttato alla talentuosa sceneggiatrice e regista Emerald Fennell il prestigioso Premio Oscar per la Migliore Sceneggiatura Originale.

Da un certo punto di vista, mi sarebbe piaciuto usare un romanzo a mo’ di esempio. Ma temo che sarebbe stata una scelta poco pratica: in effetti, prima di continuare a leggere l’articolo, vorrei che tu guardassi il film, in modo tale da riuscire a seguire i vari “passaggi” della trama senza problemi.

Se non l’hai ancora visto, invece, fermati qui e corri a recuperarlo spoiler di ogni tipo incombono all’orizzonte, e io non intendo correre il rischio di guastarti il finale! 😉

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