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I libri di Nahoko Uehashi, l’antropologa giapponese che si è “reinventata” autrice di fantasy YA


i libri fantasy di Nahoko Uehashi

Di recente, ben due nuovi romanzi fantasy di Nahoko Uehashi sono riusciti a trovare la strada per le nostre librerie: il primo si chiama “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, ed è uscito per i ragazzi di Ne/oN Edizioni alla fine del 2024; il secondo è “Erin: The Beast Player“, una delle novità di gennaio 2025 più interessanti previste dalla Fazi.

Ma chi è Nahoko Uehashi, esattamente? Quali sono le sue opere più conosciute in Occidente, e quali sono gli autori che l’hanno ispirata di più?

Mossa dalla mia (solita) curiosità, ho pensato bene di fare qualche ricerca sul conto di questa pluripremiata autrice giapponese di libri per ragazzi. Anche perché ricordo di aver letto con grandissimo entusiasmo “Moribito: Il Guardiano dello Spirito“, quando, nell’ormai “lontano” 2009, la casa editrice Salani decise di proporci un’incantevole edizione di quello che può essere considerato, ancora oggi, come uno dei più popolari romanzi fantasy nipponici per ragazzi mai tradotti in lingua italiana…


Chi è Nahoko Uehashi?

Nahoko Ueashi è un’etnologa specializzata nello studio della cultura degli aborigeni d’Australia.

Al suo lavoro accademico, Nahoko Uehashi ha presto deciso di affiancare una carriera da scrittrice fantasy, e di affrontare questo peculiare genere letterario da un punto di vista quanto mai affascinante e originale: quello dell’antropologia culturale.

Come ci ricorda il magazine “The Japan Times“, «Nahoko Uehashi ha rivoluzionato il genere fantasy in Giappone, grazie alle sue opere di fiction a sfondo naturalistico, usando il suo background di antropologa per realizzare dei mondi immaginari ma realistici, che le hanno guadagnato legioni di fedeli fan, a prescindere dal loro genere e dalla loro età.

«Dopo aver pubblicato, nel 1989, “The Sacred Tree” mentre era ancora una studentessa specializzanda, Nahoko Uehashi ha continuato il suo lavoro di insegnante universitaria per decadi, mentre intanto continuava a produrre, instancabilmente, una serie di storie, dalla saga in 12 volumi “Moribito“, vincitrice di diversi premi, a “Beyond the Fox Whistle” del 2003, per cui ha vinto il Noma Children’s Literature Award, fino ad arrivare al più recente “The Deer king” (2014).

«La serie “Moribito”, da sola, ha ispirato uno show radiofonico, una serie tv animata e una in live action, conferendo all’autrice uno status culturale di regina del pop che trascende il campo della mera letteratura per bambini

L’assegnazione del Premio Hans Christian Andersen, nel 2014, ha sancito per Nahoko Ueashi il momento del meritato riconoscimento internazionale ufficiale.


Erin: The Beast Player“: edizione italiana e influenze letterarie

Diamo un’occhiata più da vicino ai libri di Nahoko Ueashi, a partire dalla sua uscita italiana più recente, alias “Erin: The Beast Player“.

Da questo punto di vista, potrebbe rivelarsi sicuramente illuminante leggere la corposa intervista rilasciata da Cathy Hirano, la traduttrice dell’edizione in lingua inglese di “The Beast Player“.

L’intervistatore, David Jacobson, fa subito notare alla Hirano che il romanzo in questione accoglie al suo interno il popolare trope della “scuola magica”.

Si prende quindi la briga di chiederle se, secondo lei, Nahoko Ueashi non abbia per caso contratto uno specifico “debito” nei confronti della serie di Harry Potter.

La risposta della traduttrice non lascia adito a dubbi: «No, niente affatto. Ai tempi della stesura di “The Beast Player”, Uehashi non aveva nemmeno letto J. K. Rowling. Uehashi ha sempre sostenuto di voler creare storie e mondi che nessuno aveva mai visto prima, e che le più grandi influenze sul suo lavoro provengono da “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, dai romanzi storici di Rosemary Sutcliff e dalla saga di “Earthsea” di Ursula Le Guin. E, personalmente, riesco a vedere l’influenza di Tolkien nella vastità e nell’ampio respiro del mondo che ha creato, la stessa attenzione per il dettaglio realistico della Sutton e la Le Guin nella sua voce letteraria.»


La Ragazza Venuta da Occidente

la ragazza venuta da occidente - i libri di Nahoko Uehashi

Secondo la Hirano, i più grandi punti di forza di “Erin: The Beast Player” risiedono nel worldbuilding, perché la conoscenza e l’esperienza di antropologa di Nahoko Uehashi pervadono e danno forma suoi mondi incantati. «Il libro non è ambientato in Giappone o ovunque altro sulla Terra», spiega la traduttrice, «eppure, il mondo e la sua società sembrano così autentici da darmi la sensazione di poterci camminare in mezzo.»

Diventa facilissimo, considerando queste premesse, immaginare come gli interessi dell’autrice si siano riflessi sulla stesura del suo romanzo “La Ragazza Venuta da Occidente: Kokun“, primo volume della saga “La Dea dei Profumi“.

Crisi dell’ecosistema, solitudine esistenzialista e spiritualismo (tre temi particolarmente cari al mondo dell’antropologia, probabilmente fin dai tempi della “fondazione” ufficiale di questa meravigliosa disciplina… ) rappresentano, infatti, le colonne tematiche portanti di questa nuova, affascinante serie fantasy di Nahoko Uehashi.


Moribito: Il Guardiano degli Spirito”

Anche se nessuna casa editrice ha mai (ancora) provveduto a portare in Italia uno qualsiasi dei suoi numerosi sequel, la buona notizia è che “Moribito: Il Guardiano dello Spirito” è dotato di un finale perfettamente soddisfacente. Per cui, si può tranquillamente leggere come se si trattasse di un romanzo autoconclusivo!

Da una mia vecchia (arcaica?) recensione, ho recuperato alcune memorie di lettura semidimenticate, da cui si evince chiaramente che: a) la trama di “Moribito” segue le avventure di una granitica (ma sensibile) guerriera di nome Balsa, determinata a salvare il figlio posseduto da un demone di un malvagio imperatore; b) il worldbuiling e il sistema magico, con la loro suggestiva sovrapposizione fra mondo fisico (Sugu) e mondo spirituale (Nayugu), rappresentano senz’altro l’elemento della narrazione che colpisce di più!

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