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“The Gods Below”: due sorelle in guerra contro gli dei nel libro fantasy di Andrea Stewart


the gods below - andrea stewart - copertina

The Gods Below“, dell’autrice americana Andrea Stewart, uscirà negli USA il 5 settembre. E si tratta senz’altro di uno di quei titoli da tenere d’occhio: dopotutto, si è parlato in lungo e in largo della prima trilogia della Stewart (iniziata, nel 2020, con il piacevolissimo e orioginale “The Bone Shard Daughter“), e la trama di questa nuova opera promette di regalarci ancora più adrenalina e colpi di scena!

Il libro, che andrà a inaugurare la serie “Hollow Covenant“, seguirà la storia di due sorelle costrette a separarsi e a lottare divise, in un mondo sconvolto da una terribile guerra fra divinità rivali


“The Gods Below”: la trama

Una guerra divina ha infranto il mondo, lasciandosi alle spalle un’umanità in rovina.

Senza più speranza, gli umani stringono un’alleanza con il malvagio dio Kluehnn: lui restituirà al mondo la sua vecchia gloria, ma a un prezzo talmente alto da costringere i mortali a indebitarsi con lui per l’eternità.

E così, mentre la terra si trasforma, lo stesso succede ai suoi abitanti. Che iniziano ad assumere nuove, stranissimo sembianze… quelli che riescono a sopravvivere, almeno.

Hakara non ha nessuna intenzione di pagare un prezzo del genere. Tutto ciò che vuole è proteggere sua sorella, Rasha. Così, le due iniziano una fuga per un rifugio sicuro, il regno confinante. Ma quando la tragedia le separa, Hakara è costretta ad abbandonare l’amata sorella a una sorte sconosciuta.

Sola e a caccia di risposte, persa nel lato sbagliato del mondo, Hakara scopre un modo per incanalare la magia dalle misteriose gemme che gli abitanti sono costretti a estrarre dalle miniere per Kluehnn.

Questa scoperta, però, ne trascina con sé un’altra: sua sorella è ancora viva. E soltanto i ribelli che complottano per distruggere il patto con la divinità possono aiutarla a salvarla…

E lo faranno. A patto che Haraka accetti di muovere guerra a un dio.


Tre procioni in un trench…

A luglio, Andrea Stewart ha rilasciato una vivace intervista (in tandem con la collega Melissa Caruso…) pubblicata sul sito specializzato in narrativa fantastica The Fantasy Hive”.

Da questo articolo, possiamo dedurre una serie di interessanti informazioni a proposito dell’ambientazione di “The Gods Below” e dei suoi personaggi. Ad esempio, l’autrice ha anticipato ai suoi lettori che:

  • “The Gods Below” seguirà ben cinque punti di vista” Tuttavia, quello di Hakara, la protagonista, sarà decisamente predominante;
  • La storia si svolge in un mondo desolato, in cui la magia esiste sotto forma di particelle nell’aria e la densità aumenta a mano a mano che ci si avvicina al centro: la dimora degli dei. Quando un evento cataclismatico separa Hakara dalla sua sorella più giovane, le due finiscono schierate sui due lati opposti di una guerra clandestina fra divinità;
  • La metafora che Andrew Stewart userebbe per descrivere la personalità della sua eroina è “tre procioni un in trench“: vale a dire, determinata fino a rasentare la follia, dotata di pessime maniere, un po’ rude e pronta a mordere alla minima provocazione…
  • Le scrittrici che hanno maggiormente influenzato la stesura di questo nuovo lavoro sono Robin Hobb, Melanie Rawn, N.K. Jemisin, Octavia Butler e Ursula K. LeGuin.

Quando uscirà “The Gods Below” in italiano?

Nessuna casa editrice italiana ha annunciato, per ora, questo o altri titoli di Andrea Stewart.

Tuttavia, è decisamente presto per disperarsi: dopotutto, come accennavo poco fa, “The Gods Below” sarà disponibile su Amazon, per l’acquisto in lingua inglese, soltanto a partire dal 5 settembre 2024.

Come sempre, mi premurerò di aggiornare l’articolo non appena inizieranno a circolare nuove info…


E tu?

Cosa ne pensi della cover e della trama di “The Gods Below”?

Hai mai letto qualcosa di Andrea Stewart? 🙂


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“Bookshops and Bonedust”: la recensione del prequel di “Legends and Lattes”


bookshops and bonedust recensione - prequel legends and lattes

La recensione di “Bookshops and Bonedust” è qui per rispondere alla domanda che tutti i fan italiani del cozy fantasy si stanno ponendo: vale la pena leggere il prequel di “Legends and Lattes? Come se la cava Travis Baldree in questa nuova/vecchia avventura di Viv, l’orchessa gentile che abbiamo incontrato nel corso del primo libro?

Perché sappiamo tutti che “Legends and Lattes” ha praticamente fondato un (sotto)genere. E la posta in gioco, per i personaggi di un cozy fantasy, potrà anche essere bassina… Le nostre aspettative nei confronti di “Bookshops and Bonedust”, però?

Alte come le Montagne Nebbiose, e più svettanti della Torre di Mordor!


La trama

Viv è finalmente riuscita a unirsi alla rinomata compagnia di mercenari guidata dal leggendario Racksam. La sua carriera fra i Corvi, però, non si sta svolgendo esattamente secondo i piani.

Infatti, mentre il gruppo sta dando la caccia a una potente necromante, Viv subisce una ferita alla gamba ed è costretta a separarsi dal gruppo per cercare rifugio a Murk, una pacifica e sonnacchiosa cittadina costiera. L’orchessa ha il terrore che i Corvi non tornino più indietro a riprenderla, ma che alternative ci sono? La sua gamba malandata ha bisogno di molto riposo per guarire.

Lontana da quell’azione spericolata che tanto brama, Viv inizia a trascorrere le sue ore di ozio in compagnia di Fern, la proprietaria di una libreria sull’orlo del tracollo. A poco a poco, inizia quindi a lasciarsi coinvolgere nelle peripezie di Fern per salvare la sua attività, ritrovandosi a esplorare un mondo in cui non avrebbe mai pensato di avventurarsi… e che pure le fornisce, forse, esattamente l’occasione di cui aveva bisogno per imparare qualcosa di prezioso.

Perché, a volte, le cose giuste ci succedono nel momento sbagliato. Quello di cui abbiamo bisogno non è sempre quello che cerchiamo. E, qualche volta, può perfino capitare di riuscire a trovare noi stessi all’interno delle storie che abbiamo modo di sperimentare insieme…

Eppure, l’avventura non è lontana quanto Viv pensava. Un misterioso viaggiatore vestito di grigio, una gnoma dalla testa calda e un inaspettato romance estivo dimostreranno a Viv che perfino un posto come Murk può rivelarsi, all’occorrenza, ricco di eventi affascinanti e imprevedibili…


“Bookshops and Bonedust”: la recensione

Quando un autore che amo annuncia un prequel, non riesco mai a entusiasmarmi più di tanto. Per natura, e fatta eccezione per un paio di titoli in particolare (qualcuno ha detto “Buffy”, per caso?!) penso di essere una persona abbastanza immune al fattore nostalgia. Nella vita come nella lettura, mi piace guardare avanti, più che al passato.

E dico questo nonostante mi sia poi ritrovata, in più di un’occasione, ad apprezzare un prequel addirittura (quasi) più del romanzo originale.

Ma ti dirò la verità: la cosa che mi “preoccupava” di più, nel caso di “Bookshops and Bondust”, è che il personaggio di Tandri, stavolta, sarebbe rimasto inevitabilmente tagliato fuori dai giochi. E io, al pari di Viv, ho sempre nutrito un debole particolare per la succubus!

A lettura ultimata, però, posso confermarti che il prequel scaturito dalla penna e dall’immaginazione di Travis Baldree riuscirà a risvegliare in te un piccolo tsunami di dolcissime, calde emozioni! Anche perché nessuno degli ingredienti alla base del successo del primo manca all’appello – umorismo, magia, un pizzico di romance e tante, tantissime cozy vibes – e una buona metà dei nuovi personaggi introdotti meriterebbero uno spin-off a parte.

La trama risulta, forse, un po’ più dispersiva, meno “studiata” e incisiva rispetto a quella di “Legends and Lattes”. Ma c’è anche da dire che Baldree, in questo secondo volume, ha fatto ricorso a una dose di azione e a una progressiva crescita di tensione che rendono la lettura particolarmente coinvolgente e immersiva.

E poi, c’è tutto il fattore della libreria e del grande amore per le storie di cui tenere conto…

(insert: sospirone e due giganteschi occhi a cuoricino)


Il potere dei libri e il viaggio dell’orchessa

E, del resto, Travis Baldree non inserisce certo questi stupendi “bookish tropes” a caso, o soltanto per concedere una strizzatina d’occhio al suo lettore. Alzi la mano chi, fra noi, non ha mai sognato di aprire una pittoresca libreria! Meglio ancora se strabordante di volumi, per trascorrere i pomeriggi a catalogare, ordinare, consigliare…

La libreria di Fern, in effetti, costituisce un ottimo catalizzatore per l’arco trasformativo di Viv.

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“The Sky on Fire”: draghi, furti e sopravvivenza nel nuovo libro fantasy di Jenn Lyons


the sky on fire - jenn lyons - libro fantasy

Mettere “The Sky on Fire” di Jenn Lyons in wishlist, dal mio punto di vista personale, potrebbe rivelarsi la più grande genialata del 2024, oppure la più ingenua delle trovate.

Perché non ho amato “The Ruin of Kings” e non sono mai riuscita a costringermi a finire la quadrilogia “Chorus of Dragons“. Anche se si tratta di una serie che ha ricevuto una sorta di plauso generale da parte della critica e del pubblico.

Ma la premessa di “The Sky on Fire” mi incuriosisce e mi attrae così tanto che, in definitiva, so già che concederò a Jenn Lyons un’altra opportunità per farmi cambiare idea!

Voglio dire, dopotutto sulla quarta di copertina sono riportate le parole magiche «un nuovo, avventuroso heist fantasy, destinato a elettrizzare i fan di Temeraire e Fourth Wing»


“The Sky on Fire”: la trama

Anahrod si concentra solo sulla sopravvivenza, forgiando la sua strada attraverso le aspre giungle delle Profondità con il suo drago titano al fianco. Anche quando un gruppo di avventurieri le impedisce di finire prigioniera di un signore della guerra locale, Anahrod non vede l’ora di tornare alla sua vita solitaria.

Ma ciò che è accaduto non equivale a un semplice salvataggio “ordinario”. Il passato di Anahrod, infatti, sta per raggiungerla. E questi intriganti disadattati hanno tutte le intenzioni di trascinarla verso le città governate dai draghi, nella speranza di ottenere il suo aiuto e riuscire a compiere l’impossibile: rubare qualcosa dal tesoro di un drago.

C’è solo un problema: il tesoro in questione appartiene all’attuale reggente, Neveranimas. E lei non vede l’ora di vedere Anahrod passare a miglior vita…


Un po’ di sporco (e di sangue) sotto le unghie

Leggendo un’intervista rilasciata da Jenn Lyons al Grimdark Magazine, confesso di essere rimasta colpita da queste parole:

«Penso sia bello avere la possibilità di scrivere un personaggio principale che non sia l’ingenuo o il prescelto della situazione. Qualcuno che abbia un po’ di sporco (e di sangue) sotto le unghie, che sappia ciò che gli/le piace, che abbia visto delle cose. Abbiamo bisogno di più adulti, nel fantasy, che siano in grado di esistere come qualcosa di diverso dal villain o dal mentore che muore alla fine del primo atto.»

Jenn Lyons

Sarà forse la mia veneranda età che parla, ma non potrei essere più d’accordo con questa dichiarazione!

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“The Fireborne Blade”: la recensione del libro fantasy di Charlotte Bond


the fireborne blade recensione - charlotte bond

La recensione di “Fireborne Blade” è dedicata a tutti gli amanti delle storie di draghi!

Il romanzo breve di Charlotte Bond ha sicuramente un impianto “epico” dal taglio molto classico – la nostra eroina, del resto, è un cavaliere alle prese con la tradizionale quest della caccia al drago – ma può contare su un ottimo twist e su un promettente cast di protagonisti.

Avrei preferito che il libro si/ci concedesse qualche capitolo in più, magari per approfondire un po’ le relazioni fra i personaggi e il worldbuilding? Senz’ombra di dubbio!

Ma “Fireborne Blade” resta un libricino divertente, avvincente e, soprattutto, infarcito di taaaanta dragon-lore


La trama

Maddileh è un cavaliere. Nella sua professione è piuttosto raro trovare una donna, e le sembra spesso che sopportare il disprezzo e i commenti taglienti dei suoi pari sia ancora più difficile che stanare e uccidere draghi pericolosi.

Ma Maddileh è un cavaliere, e può affrontare di tutto.

Un giorno, però, un’infrazione minore la costringe all’esilio. Per rientrare nelle grazie dei regnanti, Maddileh è costretta a trovare un modo per redimere il proprio onore, peraltro nella maniera più drammatica possibile. Per riuscirci, decide di ritrovare la leggendaria Fireborne Blade.

La spada, però, è custodita dalla Dama Bianca, uno dei draghi più antichi e scaltri attualmente in circolazione. Il tentativo potrebbe facilmente costarle la vita. Anche perché, se la storia ci insegna qualcosa, è che, di solito, la parte che recita “o muori provandoci” è quella che finisce per avverarsi…


“The Fireborne Blade”: la recensione

Malgrado il taglio classico della trama, “The Fireborne Blade” si avvale di un tocco di light academia che assolve, in maniera egregia, il duplice obiettivo di modernizzare la narrazione e rendere l’intreccio più inaspettato e misterioso.

Anche perché la componente avventurosa si rivela senz’altro predominante (dopotutto, “The Fireborne Blade” si svolge, per i tre quarti, all’interno del dungeon costituito dal covo di un temibile drago sputafuoco…), ma è grazie all’elemento psicologico che la storia di Charlotte Bond riesce a distinguersi.

E, in realtà, sono proprio i numerosi brani di “scienza draconica applicata” che intervallano l’odissea di Maddileh a tenere insieme le fila del piccolo mistero che si dipana ai margini della trama.

Ovviamente, se sei alla ricerca di un plot characters-driven, questo non è assolutamente il romanzo che fa per te! Intendiamoci: i personaggi risultano un po’ abbozzati, ma presentano senz’altro dei tratti interessanti. Non li reputo malvagi: Maddileh, ad esempio, mi ha ricordato una sorta di via di mezzo fra la Alanna di Tamora Pierce e l’indimenticabile Lady Brienne di Tarth di George R. R. Martin.

Il suo arcigno (e imbranato) scudiero mi ha fatto pensare a una versione meno simpatica e ingenua del Maximus di “Fallout”. Saralene, invece…

Mmm. In realtà, devo ancora inquadrare bene il personaggio della maga: anche perché mi aspettavo qualcosa in più dal punto di vista del romance, e non ho ancora capito se si tratta di una fantasia mia o se, effettivamente, le cose prenderanno una piega diversa a partire dal prossimo volume.

Ma devo dire che ho comunque apprezzato la sfrenata ambizione e la sfrontata capacità di Saralene di sfidare ogni convenzione…


Nella tana della bestia (aka “Toccata e fuga”)

Azione veloce, mostri in agguato nell’ombra e colpi di scena inaspettati: sono queste le parole-chiave della nostra recensione di “The Fireborne Blade”!

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“Five Broken Blades”: intrighi, tradimenti e baci assassini nel libro epic fantasy di Mai Corland


Five Broken Blades - Mai Corland - copertina

“Five Broken Blades”di Mai Corland è un romanzo fantasy per adulti. In lingua inglese, il libro sarà disponibile a partire dal 7 maggio 2024.

Devo dire che mi fa particolarmente piacere contribuire a segnalarne l’uscita. Soprattutto perché non credo che vedremo scorrere di continuo la sua cover sui feed di quelli che, al momento, restano i principali social a tema libroso. Ovviamente, spero di sbagliarmi (teniamo assolutamente le dita incrociate per Mai Corland e il suo debutto!).

Al momento, comunque, devo dire che la trama sembra molto interessante, anche perché promette parecchi colpi di scena, tanti intrighi ed emozioni al cardiopalma.

Andiamo a leggerla insieme…


“Five Broken Blades”: la trama

Il re di Yusan deve morire.

I cinque bugiardi più pericolosi del regno sono stati convocati in maniera misteriosa. Il loro unico obiettivo? Uccidere il re-dio Joon.

Lui se lo merita. Sotto il suo giogo, implacabile quanto immortale, i nobili hanno potuto prosperare, mentre i poveri e gli innocenti sono finiti in prigione, sono stati mandati in rovina oppure sono stati… venduti.

E, adesso, ciascuna delle cinque lame ha messo gli occhi su di lui. Ognuno di loro ha assaporato l’amarezza – dall’assassino a pagamento in cerca di redenzione, all’adorabile assassina in cerca di libertà, al principe bandito per i suoi crimini crudeli. Nessuno può resistere alla dolce, gelida esca della vendetta.

I cinque possono concordare sull’omicidio. Possono concordare sul tradimento. Ma per questi cinque assassini – ognuno dedito all’arte dell’inganno, delle menzogne e dei pugnali nelle spalle – forgiare un’alleanza non sarà mai abbastanza.

Per sopravvivere, dovranno trovare un modo per fidarsi uno dell’altro… eppure, soltanto uno di loro, alla fine, potrà prendere la corona.

L’unica regola, allora? Il miglior bugiardo, vince.


Mai Corland e il fantasy “epico-romantico”

“Five Broken Blades” è il libro d’esordio di Mai Corland.

Mai Corland è un avvocato di origini coreane, nata a Seul ma adottata a New York. Da lì, Corland è fuggita via dai rigori dell’inverno per trasferirsi in Florida e studiare presso il Rollins College e l’Università di Miami.

Publishing Weekly descrive il suo romanzo d’esordio come un fantasy epico “genre-bending”, che riesce a integrare in sé diversi elementi tratti dai generi romance, mistery e thriller.

In una recente intervista – che troverai, ovviamente, pubblicata su Publisher Weekly in versione integrale – Mai Corland racconta da dove è nata l’idea di scrivere “Five Broken Blades”:

«Five Broken Blades inizia con il concetto di una poison maiden: una ragazza che può uccidere con un bacio. Da lì, si è esteso verso la domanda di chi avrebbe potuto voler uccidere e perché la cosa avrebbe dovuto essere così difficile? La risposta era che stava provando a uccidere un re immortale. E da lì è nato Five Broken Blades, con quattro altri assassini che o vogliono la corona e non sono così interessati al benessere di Re Joon, oppure lo vogliono specificatamente morto.»

Mai Corland

E il libro, in effetti, a quanto pare seguirà ben sei punti di vista differenti!

«Avendo a disposizione sei narratori, sono stata in grado di esplorare temi come amore, amicizia, quests e intrighi in una maniera che potrebbe non essere considerata come propriamente romantasy, ma che tuttavia resta profondamente romantica. Amo l’eccitazione che viene dal fatto di non sapere se questi personaggi avranno un lieto fine assicurato, cosa che penso mi conferisca una maggiore flessibilità come autrice e che conduce a una certa tensione per il lettore.»

Mai Corland

Quando esce “Five Broken Blades” in italiano?

In inglese, il libro di Mai Corland sarà pubblicato dall’imprint Red Tower di Entangled. Fino a qualche anno fa, Red Tower rappresentava una “piccola” realtà editoriale. Tuttavia, l’incredibile ondata di successo portata da bestseller di livello internazionale quali “Fourth Wing” e “Assistant to the Villain” sta portando rapidamente Red Tower incontro a un futuro radioso.

Per quanto riguarda l’Italia, non sappiamo ancora quando e se “Five Broken Blades” sarà disponibile nella nostra lingua. Ma su Amazon puoi già acquistare la tua copia del libro in edizione originale.


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“Dark Heir”: il secondo volume della serie “Dark Rise” di C. S. Pacat


dark rise 2 - dark heir italiano

Dark Heir”, il sequel del popolarissimo bestseller fantasy “Dark Rise”, uscirà il 14 novembre 2023. Ovviamente, mi sto riferendo all’edizione originale in lingua inglese del libro di C. S. Pacat; autrice nota in Italia soprattutto per la serie fantasy a tema LGBT “Il Principe Prigioniero”.

Nel primo capitolo della saga, il giovane protagonista, Will, e la sua cerchia di alleati sono riusciti a sopravvivere al primo assalto dell’Oscuro. Ma i nostri eroi devono ancora scoprire a quale terribile costo


“Dark Heir”: la trama

Una nuova minaccia sta per emergere dal passato e, ormai, è rimasto soltanto un pugno di eroi a combattere. Inseguiti dalle forze oscure, Will e i suoi alleati dovranno abbandonare la sicurezza della Hall e viaggiare verso il cuore del mondo antico; stringendo nuove, pericolose alleanze, e svelando alcuni scioccanti segreti del passato.

Ma Will si trascina dietro un segreto oscuro: la sua vera identità. Attratto dal bellissimo e letale James St. Clair, Will verrà risucchiato ancora più a fondo nella ragnatela del passato, e si ritroverà tentato dall’oscurità che si annida dentro di lui.

Mentre il mondo antico minaccia di tornare, riusciranno Will e i suoi amici a sconfiggere il loro fato? Oppure le verità che apprenderanno avranno il potere di distruggere definitivamente il loro mondo, una volta per tutte?



L’inizio dell’avventura: “Dark Rise”

Londra, diciannovesimo secolo. Il sedicenne Will è in fuga, braccato dagli uomini che hanno ucciso sua madre. Poi, un anziano servitore gli spiega che fa parte del suo destino combattere al fianco dei Custodi, che hanno giurato di proteggere l’umanità nel caso in cui il Re Oscuro dovesse tornare.

Will viene scaraventato in un mondo di magia, in cui inizia ad addestrarsi per svolgere un vitale ruolo di difesa all’interno dell’imminente battaglia contro le forze delle Tenebre.

Quando Londra verrà minacciata e antiche rivalità inizieranno a risvegliarsi, Will dovrà ergersi al fianco degli ultimi eroi della Luce per impedire che ciò che ha distrutto il loro mondo, abbia la possibilità di annientare anche il suo.

PS: Come forse saprai, in Italia “Dark Rise” è uscito nel mese di febbraio (2023) per la Mondadori, con traduzione di Claudia Milani.



Full disclosure..

In realtà, non ho (ancora) letto “Dark Rise”.

Difficile spiegare il perché. Probabilmente ha qualcosa a che fare con la mia scarsa propensione a leggere YA la cui quarta di copertina si affretta a tirare in ballo, senza andarci tanto già per il sottile, epiche battaglie fra Bene e Male. Fra l’altro, senza degnarsi di descrivere i personaggi principali, e concentrando piuttosto l’attenzione sui tremendi piani di conquista di un generico super-villain denominato “L’Oscuro Signore” (o una qualsiasi variazione sul tema).

Tuttavia, alcuni giorni fa mi è capitato di imbattermi in una particolare recensione di “Dark Rise” a cura di Natalie Zutter, pubblicata sul fantastico sito Tor.com. Benché l’autrice non si faccia problemi a mettere in luce una serie di difetti che, a suo dire, rendono la narrazione abbastanza letargica, devo ammettere di essere rimasta colpita da questa descrizione:

«Un portale in stile Narnia verso un interludio alla Hogwarts, che prepara per una profetica battaglia saltata direttamente fuori dalla Terra di Mezzo, dimostra le conflittuali tematiche al cuore di “Dark Rise”: o una nuova era incombe su di noi e i vecchi tempi sono finiti per sempre… oppure siamo condannati a ripetere gli stessi errori, ancora e ancora.»

Che è un po’ come dire: sì, certo, “Dark Rise” propone un plot e un’ambientazione dal taglio tradizionale (la Zutter sostiene di averci intravisto, addirittura, una serie di elementi ispirati al grande classico “L’Ultimo Unicorno” di Peter S Beagle, classe 1969)…

Senza mai dimenticare in che anno siamo, però! E, soprattutto, con quali genere di problematiche i nostri giovani lettori devono/dovranno avere continuamente a che fare!

Una prospettiva decisamente interessante, quindi… che la trama di “Dark Heir” manifesta già ogni intenzione di continuare ad approfondire!

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“A Day of Fallen Night”: la recensione del sontuoso libro fantasy di Samantha Shannon


a day of fallen night - recensione - samantha shannon

Ed è finalmente giunto il momento di dedicare un po’ di spazio alla recensione di “A Day of Fallen Night”, aka “Un Giorno di Notte Cadente“, il nuovo romanzone fantasy di Samantha Shannon!

Il prequel de “Il Priorato dell’Albero delle Arance” è sempre stato uno degli epic fantasy più attesi del 2023. E a buon ragione, direi!

Si tratta senz’altro di una delle uscite imprescindibili di quest’anno; un libro destinato a far parlare di sé per parecchio tempo a venire.

Un lunghissimo, struggente “slow burn”, che non ha paura di confrontarsi con le più scottanti tematiche d’attualità.

Senza tralasciare di evocare i demoni della pandemia, in tutta la loro gloriosa e distruttiva magnificenza…


La trama

500 anni prima dell’inizio degli avvenimenti narrati ne “Il Priorato dell’Albero delle Arance”, il mondo ideato da Samantha Shannon è un concentrato di nazioni e culture isolate.

A Inys, la patria del Santo (o del grande Bugiardo, a seconda delle interpretazioni…), Sabran l’Ambiziosa regna al fianco del nuovo Re di Hroth, un territorio barbarico che ha da poco deciso di piegarsi alla religione monoteista degli occidentali. Insieme, i due monarchi cercano di preparare la figlia Glorian per l’ascesa al trono che le spetta di diritto.

Ma, a Inys, il primo e più importante dovere di una regina è sempre stato quello di generare e partorire un’erede. Vale a dire, la figlia destinata a trasformarsi nell’ennesimo anello della “catena” di protezione che, stando alle leggende, dovrebbe impedire all’antica creatura conosciuta come il “Senza Nome” di tornare a mietere distruzione.

Glorian trascorre i suoi giorni nello sgomento assoluto. Se il suo utero – il suo stesso corpo – appartengono al regno, cosa rimane di lei, in realtà? Se la sua vita non è abbastanza – se, al contrario, riesce ad assumere un valore soltanto in virtù del potenziale nascosto nel suo grembo – come potrà mai sperare di offrire alla sua terra la protezione e la guida di cui Inys ha così disperatamente bisogno?

Nella valle di Lasia, intanto, Tunava, influente sorella del Priorato dell’Albero delle Arance e custode della tomba in cui riposa Cleolind, si sforza di ricordare alle altre guerriere il compito sacro affidato loro dalla Madre in persona: imparare a usare i propri poteri e addestrarsi per combattere i “vermi”, i draghi giganti che, un giorno, torneranno a mettere a ferro e fuoco il mondo intero.

Ma le sorelle più giovani hanno smesso da tempo di credere in questa versione. Secondo loro, il Male antico non farà più ritorno. Alcune ragazze sospettano, anzi, che tutti i racconti relativi al Senza Nome e alle imprese di Cleolind facciano soltanto parte di un mito…

A est, sull’isola di Seiki, una sacerdotessa di montagna di nome Dumai scopre di essere destinata a cose molto più grandi del semplice eremitaggio. Quando l’Imperatore chiede il suo aiuto, la giovane non può fare a meno di rispondere al suo appello… Per difendere il Trono d’Arcobaleno delle mire di un clan di nobili rivali, e cercare di ristabilire il contatto spirituale con gli dei addormentati della sua terra.

A Hroth, il giovane soldato Wulf combatte per difendersi dai pregiudizi di alcuni commilitoni. A causa del suo passato misterioso, infatti, i membri più bigotti della sua squadra lo squadrano con sospetto, e lo accusano addirittura di essere il figlio segreto dell’infame “Strega di Inysca”, la terrificante creatura pagana che dimora fra boschi millenari…

Al risveglio delle viverne, il destino di tutti questi personaggi si intreccerà nei modi più imprevedibili, generando un complesso e avvincente racconto corale di sopravvivenza, coraggio, orrore, intrighi e magia.



 “A Day of Fallen Night”: la recensione

Ricordi quando abbiamo riportato alcune dichiarazioni di Samantha Shannon in merito all’ imminente uscita di “A Day of Fallen Night”?

Secondo l’autrice, questo prequel sarebbe stato un libro più lungo e politicamente complesso rispetto a “Il Priorato”. Dotato di un cast più ampio, e fornito di un maggior numero di scenari.

Bè…

Posso confermarti che la Shannon diceva la pura e sacrosanta verità!

Sia messo agli atti: “A Day of Fallen Night” è un libro infinitamente più denso, intricato e dettagliato del suo predecessore.

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“Godkiller”: la recensione del libro fantasy di Hannah Kaner


godkiller recensione - hannah kaner

Nella recensione di “Godkiller”, il nuovo libro fantasy di Hannah Kaner, troveremo spazio per parlare di:

  • un epico viaggio in stile “La Spada di Shannara”;
  •  una premessa narrativa che ricorda da vicino quella di “The Witcher”;
  • la complessa amicizia fra una bambina e una (apparentemente) pucciosa creatura sovrannaturale, simile a quella che lega Lyra a Pan ne “La Bussola d’Oro”.

Un’opera di chiaro stampo derivativo, quindi?

Mmm…

Forse.

Ma se l’unico motivo per il quale il fantasy anni Ottanta/Novanta ti è sempre riuscito un po’ indigesto è per la sua plateale mancanza di inclusività, direi che “Godkiller” potrebbe essere esattamente la lettura che fa al caso tuo…


Trama

Quando Kissen era bambina, la sua famiglia è stata arsa viva da un gruppo di fanatici religiosi, devoti seguaci di una dea del fuoco.

Non sorprenderà quindi nessuno scoprire che, da grande, Kissen è diventata una “Godkiller”, un’assassina di divinità. Una che ama molto il suo lavoro, peraltro; anche perché è convinta che contribuire allo sterminio delle entità conosciute come “dei” le permetterà di lasciare in eredità alle generazioni successive un mondo migliore.

Fino a quando Kissen non incontra Inara, una ragazzina di origini nobili, e il suo amico Skedi: una creatura magica e alata, per metà coniglio, per metà qualcos’altro, che sostiene di essere un dio delle piccole bugie.

Inara e Skedi sono legati in modi che Kissen non riesce a spiegarsi, e sono entrambi in fuga da una banda di assassini sconosciuti.

In compagnia di un nobile cavaliere alle prese con una missione personale, Kissen, Inara e Skedi dovranno quindi viaggiare fino alle rovine della città di Blendaren, un tempo protagonista della guerra fra uomini e dei, e implorare l’aiuto di una delle poche divinità sopravvissute al conflitto.

Inseguiti dai demoni, e ostacolati dagli esordi di una guerra civile, i quattro eroi dovranno quindi fronteggiare una resa dei conti: perché qualcosa di oscuro sta raccogliendo le forze al centro del mondo e, stavolta, soltanto loro avranno il potere di fermarlo.



“Godkiller”: la recensione

Personalmente, non mi ritengo una grande fan dei prologhi (e chi lo è?); eppure, posso assicurarti che quello di “Godkiller” è uno dei migliori in cui mi sia capitato di imbattermi da parecchio tempo a questa parte.

In perfetto stile Holly Black (che ha replicato il trucco all’inizio del suo ultimo lavoro, “The Stolen Heir”), Hannah Kaner decide, infatti, di capitombolare il lettore nel bel mezzo di un’azione brutale e drammatica: il rogo della famiglia di Kissen.

Dal momento che questa scena si delinea presto, ai nostri occhi, come il trauma da cui ogni ferita emotiva dell’eroina ha avuto modo di svilupparsi, va da sé che si tratta di un passaggio imprescindibile: l’emozionante “retroscena” che innescherà la necessità di Kissen di imbarcarsi in un periglioso viaggio interiore, oltre che pratico e letterale.

Coinvolgente, tesa, incalzante, la scena di apertura di “Godkiller” promette ai suoi lettori un’ambientazione spettacolare, una serie di conflitti mozzafiato, la nascita di un’indimenticabile e tormentata eroina… Tutti quegli elementi in grado di dar vita, insomma, a un imperdibile nuovo “classico” del genere.

Purtroppo, come Skedi potrebbe testimoniare, si tratta in realtà di una piccola “bugia bianca”.

Alla resa dei conti, infatti, il resto del romanzo d’esordio di Hannah Kaner non riesce a giustificare l’eccitante senso di aspettativa generato dalle prime cinquanta, sessanta pagine.

Il pesantissimo apparato descrittivo, il ritmo pachidermico e l’intrinseca tediosità di alcuni personaggi rendono la lettura dei capitoli centrali maledettamente faticosa!

Come se “Godkiller” costituisse, a sua volta, soltanto una sorta di “prologo” all’azione vera e propria….


L’ordalia di Gary Stu

Fino all’arrivo a Blendaren, la quest di Kissen e company si rivela, in effetti, stranamente priva di complicazioni. Un paio di attacchi da parte di creature mostruose a caso, una serie di battibecchi fra innamorati fra la cacciatrice di dei e il suo (odioso) love interest.

E, parlando di Elogast, sinceramente non posso fare a meno di tirare fuori la vecchia battuta che continua a circolare in determinati ambienti letterari di stampo femminista:

«Senti un po’. Come lo chiameresti, tu, un Mary-Sue maschio

«Lo chiamerei… il protagonista

Elogast è il più grande guerriero. Nella metà del tempo che serve a Kissen per ferire un nemico, lui riesce a farne fuori cinque, senza versare una goccia di sudore.

È anche un amico fedele. Il confidente ideale. Un impeccabile dispensatore di consigli di vita. Un panettiere sublime. Un cantante dalla voce dolce e melodiosa.

Ha il corpo statuario, Elogast, nonché il sorriso accattivante e lo sguardo espressivo di un cucciolone.

Sarebbe un padre affettuoso e protettivo; un amante generoso e perfetto; il vicino sempre pronto a prestarti una tazzina di zucchero e bla bla bla, chissà quante altre idiozie su questo tenore!

Il suo più grande (e unico) difetto?

Elogast è troppo nobile. Troppo buono. Troppo sincero.

Ora.

Lo intuisci da te, il problema, giusto?

Nobile”, “buono” e “sincero” non sono affatto difetti da superare. Sono soltanto altre virtù, camuffate da difetti.

Perché il loro palese sottotesto è che sia il MONDO a essere in difetto nei confronti di un uomo così leale, così integerrimo, così… così spettacolare.

Elogast non ha veramente motivo di cambiare. Agli occhi della sua autrice, è già “perfetto” così com’è.

Dunque, per quale motivo un lettore dovrebbe trovare interessanti i suoi (patetici) dilemmi morali, o i diecimila capitoli narrati dal suo punto di vista?

Come potrebbe mai, una persona reale, immedesimarsi in questo cavaliere senza macchia e senza paura, o arrivare a fare il tifo per l’(improbabile) storia d’amore nascente fra lui e Kissen?


Il pianeta delle divinità selvagge

Se un lettore leggesse la mia recensione di “Godkiller” fino a questo punto e poi si fermasse, immagino che potrebbe essere portato a pensare: «Wow! Ma allora l’hai detestato davvero un sacco, questo libro, eh?».

In realtà, no.

Il romanzo di Hannah Kaner ha parecchi lati buoni, e vale senz’altro la pena menzionarli.

Oltre al concept da infarto, di “Godkiller” ho apprezzato tantissimo il worlduilding, il sistema magico e la mitologia.

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“Sword Catcher”: la trama e la data d’uscita del nuovo libro epic fantasy di Cassandra Clare


sword catcher - cassandra clare

Sword Catcher”, in italiano, si chiamerà “Lo Scudo del Principe“. Si tratterà del primo romanzo epic fantasy di Cassandra Clare, una delle più popolari autrici di libri YA attualmente in circolazione.

Così come hanno fatto, prima di lei, le illustri colleghe Leigh Badugo (“La Nona Casa”) e Holly Black (Il Libro della Notte”), la scrittrice di “Shadowhunters” si prepara a compiere il fatidico “grande passo”: cambiare fascia di pubblico, firmando il suo debutto ufficiale nel mondo della narrativa fantastica per adulti.

La sua nuova storia verterà sulle intricate vicende di due emarginati. Un ragazzo e una ragazza che si si ritrovano a lottare, loro malgrado, per l’affermazione di un mondo meno ingiusto e corrotto…

Ma quale terribile prezzo pagheranno per la loro ribellione?

“Sword Catcher” debutterà sugli scaffali americani il 10 ottobre 2023. Per leggere “Lo Scudo del Principe”, l’edizione italiana del romanzo, occorrerà invece attendere fino al 2024.


“Sword Catcher”: la trama

Nella vibrante città-stato di Castellane, i più ricchi fra i nobili e i più dissoluti fra i criminali hanno una sola cosa in comune: la costante ricerca di ricchezza, potere e piacere edonistico.

Kel è un orfano, sottratto dalla vita che conosceva allo scopo di essere addestrato come Sword-Catcher: il “doppione” di un erede reale, il Principe Conor Aurelian. Kel è quindi cresciuto al fianco del principe, addestrandosi in ogni aspetto del combattimento e dell’arte di governo.

Lui e Conor sono vicini come fratelli. Eppure, Kel sa di avere un unico destino: un giorno, morirà per il principe. Per lui, non esiste altro futuro possibile.

Lin Caster è un membro degli Ashkar, una piccola comunità che ancora possiede delle abilità magiche. Per legge, gli Ashkar devono vivere al di là di una muraglia che li tiene separati dal resto della città; ma Lin, un medico, si avventura continuamente fuori per occuparsi dei morenti e degli ammalati di Castellane.

Eppure, a dispetto delle sue abilità, Lin non può fare niente per guarire la sua migliore amica, Mariam… almeno, non senza prima garantirsi l’accesso a un insieme di conoscenze proibite.

Dopo che un tentativo di assassinio fallito porta i sentieri di Lin e di Kel a incrociarsi, i due giovani vengono attirati nella rete del misterioso Re Straccivendolo, l’uomo che comanda l’ambiente criminale clandestino di Castellan.

Il Re offre a ciascuno dei due la possibilità di ottenere ciò che desidera di più; ma, mentre sprofondano sempre di più in un mondo di intrigo e oscurità, Lin e Kel scoprono una cospirazione di corruzione che si dipana dai più oscuri anfratti alle più alte torri del potere della città.

E, mentre dei segreti a lungo custoditi cominciano pian piano a riemergere, i nostri eroi saranno costretti a chiedere a se stessi: la conoscenza vale davvero il prezzo del tradimento? Un amore proibito può distruggere un regno?

E se quello che hanno appena scoperto bastasse a scaraventare la nazione in una guerra sanguinosa – e il mondo intero nel caos?



Una serie nuova di zecca per Cassandra Clare

Annunciato nel 2017, “Sword Catcher” arriva quindi a inaugurare una nuova fase della carriera di Cassandra Clare. Un percorso autoriale che, dal 2007 a oggi, ha visto l’autrice di “Città di Ossa” dedicarsi quasi esclusivamente alla sua fortunatissima saga di “Shadowhunters” (se escludiamo la breve parentesi rappresentata dalla pentalogia “Magisterium”, scritta a quattro mani con l’amica/collega Holly Black).

Ma da quanti libri sarà composta la serie “Sword Catcher”? È vero che si tratterà di una semplice duologia?

Per scovare la risposta a questa domanda, basta dare un’occhiata alla recentissima intervista che la Clare ha rilasciato su Paste Magazine:

«Sospetto che nessuno di quelli che conoscono i miei libri resterà sorpreso di sentire che ci sono altri libri della serie Sword Catcher in programma [al di là del secondo annunciato]. So tutto quello che succederà nel libro 2, la maggior parte di quello che succederà nel libro 3, qualcosa di ciò che accadrà nel libro 4, e ho anche una vaga idea di quello che potrebbe venire dopo.

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15 sottovalutatissimi libri fantasy “classici” che hanno cambiato la storia del genere fantastico


15 sottovalutati libri fantasy classici da leggere

Libri fantasy “classici”, o grandi classici del fantasy: i due temi sono affini, ma non bisogna commettere l’errore di sovrapporli.

Alcuni lettori, infatti, utilizzano il termine “classico” come se si trattasse di un sinonimo di “epico”. Ma non è questa l’accezione che intendo dare alla parola nel corso di questo articolo e, fra pochissimo, ti renderai conto di cosa intendo.

In effetti, i libri fantasy classici che oggi passeremo in rassegna hanno in comune soltanto due cose:

  1. Si tratta di romanzi che, nel corso delle varie decadi, hanno continuato a far sognare intere generazioni di lettori, influenzando profondamente l’opera dei nostri ATTUALI autori preferiti;
  2. Nonostante il loro valore, spesso tendono a passare inosservati, o comunque in sordina, soprattutto quando posti al confronto di “mostri sacri” del calibro de “Il signore degli anelli”, “Lo hobbit”, “La storia infinita”, “La spada di Shannara” eccetera.

Ti informo, inoltre, che i libri presi in considerazione all’interno di questa lista sono stati pubblicati nel corso di un’ampia spanna di tempo: dai primi anni Trenta all’inizio del Duemila.

A fronte di una serie di considerazioni, ho deciso di citare soltanto quei titoli che un lettore (o aspirante autore) di narrativa fantasy non dovrebbe avere problemi a reperire in lingua italiana.

Nel caso in cui l’argomento dovesse appassionarti, ti invito comunque a dare un’occhiata all’intrigante manuale Guida alla Letteratura Fantastica”, a cura di C. Asciuti (pubblicato da Odoya Edizioni).

Il volume, infatti, riesce a ripercorrere buona parte della storia del genere fantastico, dedicando gran parte della sua voluminosa mole al minuzioso esame di dozzine di trame e personaggi relativi ai più importanti libri fantasy classici del passato.


“Nightrunner” di Lynn Flewelling (1996)

Un uomo di spettacolo, una spia, un ladro: Seregil ha il compito di raccogliere informazioni per conto della Regina, a proposito della minaccia rappresentata dalla guerra di Plenimar.

Durante una di queste missioni, si imbatte in un orfano e decide di prenderlo sotto la sua ala, trasformandolo nel suo apprendista. Non appena uno dei suoi incarichi andrà in malora, precipitando Seregil in uno stato di coma, spetterà proprio ad Alec portare il suo mentore in salvo, e darsi da fare per fermare un sinistro complotto, dalle conseguenze potenzialmente tragiche.


“L’ultimo unicorno” di  Peter S. Beagle (1968)

Quando l’entità protettrice di un bosco comincia a sospettare di essere l’unica superstite della sua specie, si mette in cammino a caccia di risposte. La maggior parte della gente, insensibile al grande mistero della vita e avvolta da una nube di cinismo e disincanto, non riesce neanche a capire cosa si nasconde sotto i suoi occhi, e scambia la creatura per una semplice puledra bianca. Finché non arriva un mago girovago a cambiare le carte in tavola: il suo nome è Schmendrick, ed è l’unico disposto a vedere l’ultimo unicorno per ciò che realmente è. Insieme, i due si mettono in marcia verso una terra lontana e pericolosa; l’unico posto in grado di custodire la risposta alle loro domande, ma anche una tremenda creatura d’incubo, che non aspetta altro che di trascinare il mondo nell’oblio…


“Terramare” di Ursula K. Le Guin (1968)

Uno dei libri fantasy classici più iconici e celebrati del pianeta; una saga epica e metafisica, che riesce a fare del simbolismo e della propria potenza archetipa i suoi principali punti di forza!

Nel mondo di Terramare, composto quasi interamente da acque e da misteriosi arcipelaghi, un ragazzo di nome Ged si mette in marcia verso una scuola di magia, pronto ad andare incontro al suo destino. Il suo addestramento richiederà impegno e spirito di sacrificio, e si concluderà con la sfida più grande che un uomo o una donna possano affrontare: una lotta senza quartiere contro la propria Ombra, la parte oscura e corrotta che risiede in fondo al cuore di ognuno di noi…


“Kane: La saga” di Karl Edward Wagner (1970)

Un intramontabile classico del sottogenere della sword and sorcery.

Si dice che Kane abbia strangolato suo fratello e sia stato maledetto, costretto da un dio folle a girovagare per le terre del mondo, finché non verrà distrutto dalla stessa spirale di violenza che egli stesso ha creato. Attraversando i millenni, il tormentato antieroe di Wagner cambierà quindi professioni e compagni, senza mai rinunciare alla tendenza a cacciarsi nei guai!

Karl Edgar Wagner scrisse racconti e romanzi di fantascienza, horror ed heroic fantasy fino all’anno della sua morte (nel 1994), un trapasso dovuto alla sua lunga dipendenza dall’alcol. Psichiatra disilluso, descrisse la sua visione della vita come “nichilista, anarchica e assurdista“: una concezione che traspare chiaramente dai racconti del suo ciclo di Kane.


“Sovrani delle tenebre” di Tanith Lee (1978)

Supremo fra tutti i demoni massimi fu Azhrarn. Sue furono le burle che crearono gli incubi sulla Terra, che portarono desiderio e pericolo a coloro che si divertiva a visitare; colui che era in grado di creare meraviglie e orrori inimmaginabili.

Una serie di romanzi dark e lussureggianti, abilmente interconnessi fra di loro e liberamente ispirati a “Le Mille e una Notte”. La splendida edizione proposta dalla Oscar Vault raccoglie i primi tre romanzi del ciclo: fra atmosfere fiabesche, viaggi negli inferi e amori dissoluti, si svolge una delle più famose opere di un’autrice che è riuscita a segnare in maniera indelebile la storia del fantasy.

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