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“The Phoenix Keeper”: la recensione dell’adorabile cozy fantasy di S. A. MacLean


the phoenix keeper recensione - s a maclean

The Phoenix Keeper” è il mio nuovo cozy fantasy preferito, e di gran lunga uno dei migliori libri fantasy letti/pubblicati nel 2024.

Lo so, potresti pensare che si tratti di una dichiarazione abbastanza estrema. Dopotutto, il mio amore per titoli come “Legends and Lattes” o “The Very Secret Society of Irregular Witches” è fatto noto e conosciuto in tutto il mondo.

Eppure, credo davvero che “The Phonix Keeper” abbia qualcosa di speciale. Non soltanto un cast di personaggi incredibili e una delle più spettacolari “found family” in cui mi sia mai capitato di imbattermi, ma anche delle tematiche ambientaliste importanti e una graditissima attenzione nei confronti della questione della “diversità” a 360 gradi.

E poi, ammettiamolo: il magico zoo di S. A. MacLean è il posto che occupa i miei sogni e nel quale vorrei ufficialmente andare a vivere… insieme alle magnifiche fenici, ai giocosi grifoni e a tutti gli altri, machiavellici volatili conosciuti attraverso le pagine di questo tenerissimo romanzo d’esordio!


La trama

Aila lavora in zoo destinato ad accogliere creature magiche in via d’estinzione provenienti da ogni angolo del mondo. In modo particolare, Aila si occupa di fenici, una specie gravemente minacciata dall’attività dei bracconieri, perennemente a caccia di un modo per mettere le mani sulle portentose piume fiammeggianti di questi animali.

Fin da bambina, Aila ha sempre coltivato il sogno di far ripartire il programma di ripopolamento e fare in modo che il suo zoo abbia la possibilità di ospitare le prime uova di fenice dopo oltre dieci anni. Così, quando alcuni loschi figuri riescono a rubare i piccoli nati in uno degli zoo vicini, Aila si mette in testa di rinnovare la decrepita struttura un tempo adibita agli scopi del programma e di candidare il suo zoo per una nuova nidiata.

Ma salvare un’intera specie dall’estinzione richiede qualcosa di più delle sue stellari capacità di gestione degli animali. Kelpie carnivori, falchi in grado di evocare i tuoni, draghi dispettosi… Alia non ha mai avuto problemi a trattare con le creature magiche del suo zoo.

Ma quando si tratta di racimolare il coraggio necessario a chiedere l’aiuto della bellissima custode dei grifoni, nonché responsabile dell’attrazione più popolare dello zoo? Missione impossibile.

Specialmente considerando il fatto che la bellissima custode di grifoni in questione è, in realtà, la più grande arci-nemesi di Aila fin dai tempi del college. Il suo nome è Luciana, e si tratta di un’irritante, scontrosa e insopportabile so-tutto-io che sembra sempre pronta a mettere il becco negli affari di Aila…


“The Phoenix Keeper”: la recensione

Per essere un cozy fantasy, con marcate venature da rom-com, “The Phoenix Keeper” è un romanzo piuttosto lungo. Il che spiega, probabilmente, il taglio iper-descrittivo e un pochino prolisso dei primi capitoli.

Per fortuna, provvedono i toni ironici e super-scoppiettanti della narrazione, insieme alla fortissima personalità della protagonista Aila, a rendere perfino questa manciata di scene “introduttive” coinvolgenti e immersive.

Aila, dal canto suo, rappresenta la perfetta incarnazione del concetto di “adorabile disastro”. La sua parte grumpy, che si sposa alla perfezione con la tematica dell‘introversione e dei disturbi d’ansia, emerge sempre nei momenti più esilaranti, ponendo la base per uno splendido e coinvolgente arco trasformativo.

Non che manchino le occasioni, per il lettore, di sentirsi “un tantino” frustrato dalla sua plateale incapacità di “leggere la stanza” intorno a lei e interpretare correttamente lo svolgersi degli eventi. Ma fa parte del gioco… Tanto più che, alla fine, ci si ritrova totalmente sopraffatti dalla fragile vulnerabilità e dalla dolcissima goffaggine con cui Aila si sforza di affrontare le relazioni (e le connessioni umane) che per lei contano di più.


Il grande cuore della custode di fenici

La trama di “The Phoenix Keeper” è piuttosto rocambolesca e la posta in gioco aumenta con lo scorrere delle pagine. Ti dico solo che, ora di arrivare il finale, ho cominciato ad avvertire delle serie palpitazioni e a preoccuparmi davvero per le sorti di Aila e dei suoi amici!

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“The Very Secret Society of Irregular Witches”: la recensione del cozy fantasy di Sangu Mandanna


The Very Secret Society of Irregular Witches - recensione libro

La recensione di “The Very Secret Society of Irregular Witches” ci porta ad accendere i riflettori su un’unica, eloquente espressione: “cottagecore“!

Una parola che riassume un’intera estetica e che ci permette di farci un’idea più precisa non soltanto del worldbuilding e delle vibes, ma anche dei contenuti e del tipo di personaggi che ci attende all’interno di questo popolarissimo bestseller.

Perché “The Very Secret Society of Irregular Witches” rappresenta, a mio avviso, la lettura fantasy perfetta per tutti i fan di autori come Travis Baldree, Lana Harper e T. J. Klune. Ma, a dire il vero, sospetto che anche gli estimatori di Terry Pratchett troveranno diverse parole buone da spendere nei confronti dell’opera della nostra Sangu Mandanna…


La trama

Mika Moon è una delle poche streghe rimaste in Gran Bretagna. Come tale, sa bene che le conviene nascondere la sua magia, tenere la testa bassa e tenersi alla larga dalle altre streghe, in modo tale che i loro poteri non si mescolino e non finiscano con l’attirare un quantitativo di attenzione indesiderata.

E, dal momento che è stata anche un’orfana, allevata da uno stuolo di servitori e governanti stipendiati, Mika è abituata a stare da sola e a seguire le regole… con un’unica eccezione: un account online, in cui Mika posta una serie di video in cui “finge” di essere una strega. Sfere di cristallo, alambicchi di vetro e lettura dei tarocchi: è tutto vero, certo, ma quale membro del popolo internettiano sarebbe mai in grado di dirlo?

Mika è convinta che nessuno prenderà mai sul serio i suoi video. Ovviamente, si sbaglia di grosso.

Un giorno, infatti, la donna riceve un inaspettato messaggio, in cui un cliente misterioso le chiede di viaggiare fino alla remota e misteriosa Nowhere House, per prendersi cura dell’educazione di tre giovanissime streghe.

La richiesta infrange ogni singola regola della congrega, ma Mika decide comunque di andare a dare un’occhiata. Ed è così che finisce invischiata nelle peripezie di un attore in pensione, un’archeologa introvabile, due custodi dalla pazienza apparentemente inesauribile… e di Jamie, un affascinante bibliotecario brontolone.

Tutte queste persone sembrano decise a fare l’impossibile, pur di tenere al sicuro le tre ragazzine e permettere loro di crescere all’interno di un ambiente sano e accogliente. Ma la magia non è l’unico pericolo presente nel mondo, e alla fine toccherà a Maika, contro ogni buon senso, decidere fino a che punto spingersi per proteggere l’unica famiglia che le bambine – e, forse, la stessa Maika – abbiano mai conosciuto…


“The Very Secret Society of Irregular Witches”: la recensione

Amico Lettore, sai che ho divorato il romanzo di Sangu Mandanna in meno di ventiquattro ore?

Un po’ perché si tratta, certo, di una lettura scorrevole e veloce per sua stessa natura, ricca com’è di dialoghi esilaranti e parentesi divertenti, inequivocabilmente scandite da una vena di tipico umorismo british.

Ma anche perché questo libro è riuscito a stregarmi, con la sua irresistibile galleria di personaggi eccentrici e il suo gigantesco cuore, depositario di un’umanità travolgente e di una dolcezza sconfinata.

In effetti, mi sembra giusto osservare che, per essere un libro incentrato sulla love story fra due personaggi etero (che più etero di così non si può), le pagine di “The Very Secret Society of Irregular Witches” risultano pervase da un’energia queer assolutamente prorompente.

Tutto merito della colonna portante della narrazione, l’adorabile trope della found family, ovviamente… ma anche un po’ di Ian, diciamocelo! ;D


“Witchcore” is the new “fairycore”

Il dolcissimo rapporto fra Mika e le tre vivacissime streghette poste sotto la sua tutela rappresenta uno degli elementi più riusciti e coinvolgenti della storia. C’è sicuramente qualcosa di “Mary Poppins” all’interno di questo libro… la stessa magia, lo stesso calore, la stesso tipo di immaginazione effervescente e contagiosa!

Tieni presente, però, che Sangu Mandanna scrive per il pubblico adulto contemporaneo.

E la sua mano leggera contribuisce a infondere un delizioso tocco di modernità, giovialità e allegria in un testo che, a conti fatti, non si sottrae dal tirare in ballo tematiche delicate e importanti quali pregiudizi razziali, abbandono genitoriale, solitudine ecc.

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“Bookshops and Bonedust”: la recensione del prequel di “Legends and Lattes”


bookshops and bonedust recensione - prequel legends and lattes

La recensione di “Bookshops and Bonedust” è qui per rispondere alla domanda che tutti i fan italiani del cozy fantasy si stanno ponendo: vale la pena leggere il prequel di “Legends and Lattes? Come se la cava Travis Baldree in questa nuova/vecchia avventura di Viv, l’orchessa gentile che abbiamo incontrato nel corso del primo libro?

Perché sappiamo tutti che “Legends and Lattes” ha praticamente fondato un (sotto)genere. E la posta in gioco, per i personaggi di un cozy fantasy, potrà anche essere bassina… Le nostre aspettative nei confronti di “Bookshops and Bonedust”, però?

Alte come le Montagne Nebbiose, e più svettanti della Torre di Mordor!


La trama

Viv è finalmente riuscita a unirsi alla rinomata compagnia di mercenari guidata dal leggendario Racksam. La sua carriera fra i Corvi, però, non si sta svolgendo esattamente secondo i piani.

Infatti, mentre il gruppo sta dando la caccia a una potente necromante, Viv subisce una ferita alla gamba ed è costretta a separarsi dal gruppo per cercare rifugio a Murk, una pacifica e sonnacchiosa cittadina costiera. L’orchessa ha il terrore che i Corvi non tornino più indietro a riprenderla, ma che alternative ci sono? La sua gamba malandata ha bisogno di molto riposo per guarire.

Lontana da quell’azione spericolata che tanto brama, Viv inizia a trascorrere le sue ore di ozio in compagnia di Fern, la proprietaria di una libreria sull’orlo del tracollo. A poco a poco, inizia quindi a lasciarsi coinvolgere nelle peripezie di Fern per salvare la sua attività, ritrovandosi a esplorare un mondo in cui non avrebbe mai pensato di avventurarsi… e che pure le fornisce, forse, esattamente l’occasione di cui aveva bisogno per imparare qualcosa di prezioso.

Perché, a volte, le cose giuste ci succedono nel momento sbagliato. Quello di cui abbiamo bisogno non è sempre quello che cerchiamo. E, qualche volta, può perfino capitare di riuscire a trovare noi stessi all’interno delle storie che abbiamo modo di sperimentare insieme…

Eppure, l’avventura non è lontana quanto Viv pensava. Un misterioso viaggiatore vestito di grigio, una gnoma dalla testa calda e un inaspettato romance estivo dimostreranno a Viv che perfino un posto come Murk può rivelarsi, all’occorrenza, ricco di eventi affascinanti e imprevedibili…


“Bookshops and Bonedust”: la recensione

Quando un autore che amo annuncia un prequel, non riesco mai a entusiasmarmi più di tanto. Per natura, e fatta eccezione per un paio di titoli in particolare (qualcuno ha detto “Buffy”, per caso?!) penso di essere una persona abbastanza immune al fattore nostalgia. Nella vita come nella lettura, mi piace guardare avanti, più che al passato.

E dico questo nonostante mi sia poi ritrovata, in più di un’occasione, ad apprezzare un prequel addirittura (quasi) più del romanzo originale.

Ma ti dirò la verità: la cosa che mi “preoccupava” di più, nel caso di “Bookshops and Bondust”, è che il personaggio di Tandri, stavolta, sarebbe rimasto inevitabilmente tagliato fuori dai giochi. E io, al pari di Viv, ho sempre nutrito un debole particolare per la succubus!

A lettura ultimata, però, posso confermarti che il prequel scaturito dalla penna e dall’immaginazione di Travis Baldree riuscirà a risvegliare in te un piccolo tsunami di dolcissime, calde emozioni! Anche perché nessuno degli ingredienti alla base del successo del primo manca all’appello – umorismo, magia, un pizzico di romance e tante, tantissime cozy vibes – e una buona metà dei nuovi personaggi introdotti meriterebbero uno spin-off a parte.

La trama risulta, forse, un po’ più dispersiva, meno “studiata” e incisiva rispetto a quella di “Legends and Lattes”. Ma c’è anche da dire che Baldree, in questo secondo volume, ha fatto ricorso a una dose di azione e a una progressiva crescita di tensione che rendono la lettura particolarmente coinvolgente e immersiva.

E poi, c’è tutto il fattore della libreria e del grande amore per le storie di cui tenere conto…

(insert: sospirone e due giganteschi occhi a cuoricino)


Il potere dei libri e il viaggio dell’orchessa

E, del resto, Travis Baldree non inserisce certo questi stupendi “bookish tropes” a caso, o soltanto per concedere una strizzatina d’occhio al suo lettore. Alzi la mano chi, fra noi, non ha mai sognato di aprire una pittoresca libreria! Meglio ancora se strabordante di volumi, per trascorrere i pomeriggi a catalogare, ordinare, consigliare…

La libreria di Fern, in effetti, costituisce un ottimo catalizzatore per l’arco trasformativo di Viv.

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“The Honey Witch”: la recensione del cozy fantasy di Sydney J. Shields


the honey witch recensione - sydney shields

La recensione di “The Honey Witch” non può che portare una valanga di dolcezza e romanticismo fra queste pagine!

Se anche tu hai sempre sognato di allevare api e usare il loro miele per creare pozioni arcobaleno e lanciare incantesimi d’amore, direi che il libro di Sydney J. Shields è esattamente quello che fa per te.

A patto di amare le streghe, le ambientazioni in stile Regency e il trope del grumpyXsunshine, ovviamente!

Ma diciamoci la verità…

Chi è che non ama una perfetta combinazione di queste tre cose? ;D


La trama

Marigold Claude ha ventun anni e non è affatto sicura di appartenere al mondo in cui è nata. Di fatto, ha sempre preferito la compagnia degli spiriti della brughiera a quella dei corteggiatori e degli altri invitati ai balli che è tenuta a frequentare nel tentativo di accaparrarsi un buon partito.

Così, quando sua nonna si presenta alla sua porta e le offre l’occasione di diventare la prossima strega dell’isola di Innisfree – la famigerata e rispettata Strega del Miele – Marigold accetta senza esitare. Anche se la sua nuova magia e l’indipendenza appena acquisita comportano un prezzo da pagare: una terribile maledizione famigliare, secondo la quale nessuno potrà mai innamorarsi della Strega del Miele.

Ma quando Lottie Burke, una brontolona notoriamente scettica di Innisfree, le annuncia di non credere nella magia, Marigold non riesce a resistere alla tentazione di dimostrarle che si sbaglia di grosso: i suoi poteri sono reali!

Eppure, quella che inizia come una sfida si trasforma, a poco a poco, in qualcosa di più. Finché Marigold non si accorge di provare per Lottie dei sentimenti che non è in grado di controllare.

Così, quando una magia oscura si risveglia nella foresta e minaccia di distruggere la sua casa, Marigold deve imparare a lottare con tutta se stessa per proteggere le cose – e la persona – che ama. A rischio di perdere la sua magia e, forse, il suo stesso cuore.


“The Honey Witch”: la recensione

Il libro d’esordio di Sydney J. Shields ha fatto parte della mia wishlist fin dal giorno in cui è stato annunciato. E questo, nonostante l’opera sia stata spesso definita come una sorta di punto di incontro fra “Amori e Incantesimi” e “Bridgerton” – due titoli per cui non coltivo alcuna venerazione particolare.

Eppure, che posso dirti? Sarà stata colpa delle incantevoli cozy vibes evocate della cover, oppure della promessa di un grande, struggente amore saffico suggerita dalla sinossi… Sta di fatto che Il titolo “The Honey Witch”, per me, è sempre stato sinonimo di hype pazzesco!

A lettura ultimata, posso confermarti che si tratta di un libro adorabile e veramente dolcissimo. La prima parte del romanzo si concentra più sul viaggio interiore di Marigold, sulla sua costante sensazione di essere “diversa” da tutti gli altri esponenti del suo ambiente, nonché sul suo bellissimo rapporto con la nonna, una combattiva ed energica strega solitaria.

Lottie entra in scena soltanto parecchi capitoli più tardi. Eppure, bisogna dire che, grazie alla sua personalità dirompente (e alla sua indole simpaticamente arcigna!) la nostra ragazza dai capelli rossi riesce subito a guadagnarsi il nostro affetto.

Anche perché l’alchimia con Marigold è innegabile; i loro bisticci/goffi tentativi di attirare l’attenzione l’una dell’altra si rivelano sempre molto teneri e divertenti.

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5 libri cozy fantasy del 2024 da aggiungere in TBR


Ormai sappiamo tutti cosa aspettarci da un bel libro cozy fantasy, no?

Un gatto acciambellato sul focolare, una strega un po’ grumpy-ma-dal-segreto cuore d’oro, qualche omino di marzapane, una coppia di fate madrine giocherellone, un incandescente torneo di cucina…

In altre parole: tanto slice-of-lice, un happy ending assicurato, una filosofia in perfetto stile “high fantasy and low stakes”, delle piacevolissime vibes rilassate… meglio ancora se venate di estetica cottagecore!

Fra i libri cozy fantasy più popolari troviamo “Lagend and Lattes” di Travis Baldree, “The House in the Cerulean Sea” e “Nella Vita dei Burattini” di T.J. Klune, “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” di Heather Fawcett,“A Wizard’s Guide to Defensive Baking” di T. Kingfisher e “The Tea Dragon Society” di Kay O’Neill.

Ma quali sono i titoli del 2024 che un amante del cozy fantasy farebbe bene ad aggiungere IMMEDIATAMENTE alla sua TBR? E quanti di questi libri saranno tradotti anche in italiano?

Nel resto dell’articolo, troverai una serie di consigli e un paio di titoli su cui non vedo l’ora di mettere le mani. Se ti va, fammi sapere nei commenti che cosa ne pensi e quali sono i libri cozy fantasy che, secondo te, un lettore non potrebbe assolutamente rischiare di farsi scappare! ^^


5 libri cozy fantasy da aggiungere in wishlist nel 2024: “The Honey Witch”

libri cozy fantasy 2024 - the honey witch

Il libro d’esordio di Sydney J. Shields rappresenta una delle mie uscite più attese del 2024. Anzi: forse la più attesa, in assoluto.

Ho prenotato la mia copia da tempo immemorabile; tant’è che, non appena vedrò arrivare il corriere all’orizzonte, probabilmente metterò da parte qualsiasi altra cosa e mi fionderò sulla lettura di “The Honey Witch” come se si trattasse dell’ultimo libro fantasy rimasto sulla faccia del pianeta!

Ma di cosa parla questo chiacchieratissimo libro cozy fantasy, e perché in molti lo descrivono come una sorta di “Quando Bridgerton incontra Amori e Incantesimi”?

 Bè, diciamo che la trama è abbastanza eloquente…

Marigold Claude ha 21 anni. Ha sempre preferito la compagnia degli spiriti della brughiera a quella dei corteggiatori che hanno provato a conquistarla. Così, quando sua nonna decide di spedirla nel cottage di famiglia, sulla piccola isola di Innisfree, con l’obiettivo di addestrarsi per diventare la prossima “strega del miele”, Marigold non ha un solo attimo di esitazione.

Ma la sua magia, appena scoperta, e la sua indipendenza hanno un prezzo nascosto: nessuno può innamorarsi della Strega del Miele!

Non appena Lottie Burke, una nota scettica e ancor più famosa brontolona che non crede nella magia, si presenta alla sua porta, Marigold non può resistere alla tentazione di dimostrarle che la magia è fin troppo reale. Nel giro di poco, però, Marigold comincia a legarsi a Lottie in modi che non si sarebbe mai aspettata.

Quando una magia oscura inizierà a risvegliarsi, minacciando di distruggere tutto ciò che ama, toccherà a lei combattere per assicurarsi che la sua casa e il suo cuore non vadano in pezzi.

EDIT: la mia recensione di “The Honey Witch” ti aspetta fra le pagine del blog! Su Amazon, invece, puoi acquistare la tua copia del libro in lingua inglese. E’ saltato fuori che il romanzo d’esordio di Sydney J. Shields ha qualche difetto, ma, nel complesso, è veramente tanto, tanto carino: la lettura ideale per chi ama per le ship pucciose, qualche cenno di spicy, le ambientazioni in stile Regency e il trope del grumpyXsunshine! 🙂


“The Teller of Small Fortunes” di Julie Leong

Okay, “The Teller of Small Fortunes” è una gemma imperdibile! Non esagero quando dico che non può assolutamente mancare nella libreria di qualsiasi fan di autori come T. J. Klune e Travis Baldree…

La storia ruota attorno alle avventure on-the-road di Tao, una chiaroveggente itinerante che viaggia per il mondo in compagnia del suo fidato mulo. Tao può prevedere soltanto le “piccole” fortune, però; le vicissitudini di ogni giorno, che si avvereranno nel giro di una settimana: chi bacerà la barista, quando la mucca partorirà il suo cucciolo ecc.

Tao sa, per esperienza personale, che predire le “grandi” fortune comporta sempre delle grandi conseguenze

Anche se la vita che conduce è un po’ solitaria, è comunque sempre meglio di ciò che si è lasciata alle spalle. All’improvviso, però, una piccola fortuna si trasforma in qualcosa di più, mettendo sulla sua strada un ladro (semi-)pentito e un ex-mercenario, pronti a reclutarla nella disperata ricerca di una bimba smarrita. Presto, al loro gruppo si aggiungeranno anche una fornaia con il pallino per l’avventura e – ovviamente – un gatto dall’aria vagamente magica…

La tua copia in lingua inglese di “The Teller of Small Fortune” ti aspetta su Amazon. Con disponibilità a partire da novembre 2024.


“A Letter to the Luminous Deep” di Sylvie Cathrall

libri cozy fantasy 2024 - letter to the luminous deep

Il libro cozy fantasy di Sylvie Cathrall uscirà in italiano per la neonata imprint Ne/oN Libri. Data d’uscita prevista: 16 ottobre 2024.

I lettori italiani hanno accolto l’annuncio con un caldo entusiasmo e, in fondo, basta dare un’occhiata alla sinossi per capire il perché:

Una bellissima scoperta fuori dalla finestra della sua casa sottomarina spinge la reclusa E. a iniziare una corrispondenza con il rinomato studioso Henerey Clel. Le lettere che i due si scambiano sono piene di passione, all’inizio nei confronti dei loro reciproci interessi e poi, inevitabilmente, l’uno per l’altra.

Insieme, i due scoprono un mistero dagli abissi profondi, destinato a trasformare la vita di quel mondo sotto le onde che entrambi amano, e temono, nella stessa misura. Ma poi un maremoto distrugge la casa di E., e lei e Henerey svaniscono nel nulla.

Un anno più tardi, Sofy, la sorella di E., e Vyerin, il fratello di Henery, iniziano a sbrogliare la matassa del mistero che circonda la scomparsa dei loro cari. I principali indizi della loro ricerca proverranno dal denso carteggio dei due amanti e da una serie di appunti e schizzi tracciati sul campo…

A chi preferisce leggere in lingua originale, ricordo che “A Letter to the Luminous Deep” è già disponibile in inglese su Amazon.


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“Emily Wilde’s Map of the Otherlands”: la recensione del secondo libro sulle fate di Heather Fawcett


Emily Wilde's Map of the Otherlands - recensione

Chi è pronto per la recensione di “Emily Wilde’s Map of the Otherlands”?

Bè, questo articolo è sicuramente dedicato a chiunque abbia già letto “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde, il primo capitolo delle avventure della “driadologista” più burbera e imprevedibile di sempre!

In questa nuova avventura firmata Heather Fawcett, Emily e Wendell dovranno affrontare una nemica d’eccezione – la perfida matrigna di Wendell – e spostarsi in un gelido villaggio sulle Alpi austriache.

Fra nuove specie fatate da scoprire, un mucchio di banter e qualche new entry interessante, si dipana quindi il secondo capitolo di una trilogia destinata a conquistare tutti gli appassionati di narrativa fantastica a sfondo fiabesco…


La trama

Quando alcuni faeries misteriosi, provenienti da regni lontani, cominciano a materializzarsi nei corridoi della sua università, la professoressa Emily Wilde decide che è arrivato il momento di scoprire i loro segreti. E di farlo prima che sia troppo tardi!

Emily, adesso, è un’erudita di fama internazionale. La pubblicazione della sua Enciclopedia delle Fate le ha portato una notorietà senza pari nell’ambiente accademico. Nel corso delle sue avventure, ha imparato molte cose a proposito dei Nascosti… Eanche sul conto del suo ex-rivale e compagno di avventure, il solare prof. Wendell Bambleby.

Perché Bambleby, in realtà, è un re delle fate in esilio, in fuga dalla sua matrigna assetata di potere. Wendell sta cercando una porta attraverso la quale fare ritorno nel suo regno. Ma, a dispetto dei sentimenti che prova per lui, Emily non si sente pronta ad accettare la sua proposta di matrimonio. Dopotutto, amare un esponente del Piccolo Popolo non ha mai portato altro che lacrime e rimpianti a un umano.

E poi, Emily ha un nuovo progetto sul quale concentrarsi: realizzare una mappa di tutti i reami fatati. Mentre sta preparando la sua ricerca, però, Wendell la mette di nuovo nei guai, a causa di alcuni spietati assassini inviati dalla matrigna. I due dovranno imbarcarsi in un’altra impresa e viaggiare fino alle pittoresche Alpi austriache; là dove Emily crede possa trovarsi una porta per il regno di Bambleby, e la chiave per liberarlo dal suo oscuro passato


Emily Wilde’s Map of the Otherlands”: la recensione

Tanti anni di letture mi hanno insegnato una delle più sacrosante verità a proposito del fantasy: su ogni “secondo capitolo” di una trilogia pende una sorta di maledizione.

Il volume centrale rappresenta quasi sempre l’anello debole della catena. Probabilmente perché svolge un delicato compito di “raccordo”, assumendosi, di fatto, una doppia responsabilità: collegare il passato con il futuro (riaccogliendo il lettore, a braccia spalancate, in un mondo a lui già familiare) e, contemporaneamente, proiettare la narrazione incontro a un grande cliffhanger, ponendo le basi per lo showdown del libro successivo.

Mi spiace dire che “Emily Wilde’s Map of the Otherlands” non è il romanzo che riesce a sfatare questo mito. Non che sia un libro terribile, anzi: ho amato diverse cose di questo sequel. E mi sono anche divertita parecchio, sulle Alpi insieme a Emily e Wendell!

I dialoghi si confermano arguti, vivaci e divertenti. Le creature – soprattutto Poe e Shadow – restano fantastiche. Senza contare che ti spingono a provare l’irresistibile tentazione di inoltrarti nel bosco dietro casa tua, alla ricerca di cerchi di funghi dai cappelli variopinti e alberi secolari dalle foglie particolarmente vibranti! Lo humor, poi, è ancora il piatto forte della narrazione. Un perfetto compromesso fra “light academia” e pura e semplice “silliness”.

Ma c’è da dire che la trama di “Emily Wilde’s Map of the Otherlands” prende a sfilacciarsi già all’inizio del secondo atto. Penalizzata dal peso crescente di un romance che inizia a farsi sempre più totalizzante. E che, peraltro, esercita il discutibile potere di snaturare la caratterizzazione dei nostri due personaggi principali.

Wendell, in modo particolare, nell’arco di questo secondo volume riesce a perdere parecchi punti originalità. Per come la vedo io, capita un po’ troppo spesso di vedergli indossare la sua armatura di cavaliere senza macchia e senza paura. Anzi, peggio: in un certo senso, è come se lui e Emily si alternassero continuamente in questo ruolo, rendendo a tratti la lettura abbastanza stucchevole


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“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione del libro fantasy di Heather Fawcett


Emily Wilde's Encyclopaedia of Faeries - recensione - heather fawcett

Dopo l’annuncio dell’uscita USA e quella italiana, ormai imminente, arriva la recensione di “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”, libro fantasy sulle fate firmato dall’autrice canadese Heather Fawcett.

Un romanzo dolcissimo (ma tutt’altro che zuccheroso!), avventuroso e ricco di verve, al perfetto crocevia fra cozy fantasy e light academia.

Sai che ti dico?

Per una volta, voglio proprio sbilanciarmi: siamo ancora a febbraio, ma scommettiamo che “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” sarà una delle mie letture preferite del 2023?


La trama

Emily Wilde è una rispettata accademica di Cambridge, una delle massime esperte di folclore e “driadologia”, la scienza che studia gli usi e i costumi delle varie specie fatate disperse ai quattro angoli del globo.

Una sorta di “zoologia” delle fate, insomma.

L’unica cosa che manca alla sua carriera?

Riuscire a firmare la primissima Enciclopedia interamente dedicata al mondo dei faery.

Per questo, Emily ha deciso di dedicare gli ultimi nove anni della sua vita alla stesura di un’immensa guida sul campo, a cui non manca ormai che l’ultimo capitolo… una sezione che Emily intende riservare ai “Nascosti”, una dispettosa razza fatata che vive solo nelle più gelide selve incontaminate dei Paesi del Nord.

La nostra eroina parte dunque alla volta dell’isolato villaggio di Hrafnsvik, determinata a consacrarsi alle sue ricerche e a tenersi alla larga dai curiosi abitanti locali.

In effetti, Emily ama considerarsi un vero e proprio “lupo solitario”. Burbera, goffissima e sorprendentemente incline a dire sempre la cosa sbagliata nel momento più inopportuno, non ha amici all’infuori del suo bizzarro e affettuoso cane nero, Shadow.

Emily non vede motivo di cambiare abitudini. Dopotutto, sta benissimo per conto suo… O così ha sempre pensato.

Almeno fino a quando Wendell Bambleby – il suo solare, esasperante e tragicamente comico rivale accademico – non decide di raggiungerla in città, pronto ad affiancarla nella ricerca sui Nascosti.

La presenza dell’uomo sul posto sortisce il doppio effetto di frustrare e confondere Emily. Anche perché, per la maggior parte del tempo, la studiosa non riesce a decidere se preferirebbe baciare Wendell, oppure strozzarlo con le sue mani.

Tuttavia, mentre si avvicina alla scoperta che le permetterà di svelare i segreti dei Nascosti, la nostra eroina si ritrova improvvisamente per le mani un altro mistero: chi diavolo è Wendell Bambleby, in realtà?

Da dove viene? E, soprattutto, che cosa vuole?

Perché è chiaro che l’affascinante collega le sta nascondendo qualcosa…

Eppure, per trovare le risposte che cerca, Emily stavolta dovrà risolvere il mistero più grande di tutti… il suo stesso cuore.



“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione

Nel remoto caso in cui non si fosse capito, nutro un debole irrazionale per i libri fantasy che parlano del Piccolo Popolo. Sempre stato così, da che sia in grado di ricordare.

Eppure, sulle prime, temevo che “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” potesse rappresentare un’immersione un po’ troppo drastica nel regno del romance (anche se sapevo già che il trope romantico principale avrebbe ruotato attorno alla classica dinamica del “GrumpyXSunshine”, peraltro una delle mie preferite).

E Invece…!

Devo ammettere che, nel giro di pochissimi capitoli, il libro di Heather Fawcett è riuscito a rapirmi, regalandomi un intreccio avventuroso e vivace, un’incantevole ambientazione nordica e un’atmosfera degna di alcune delle mie storie fantasy preferite: mi vengono in mente “Cuore Oscuro” di Naomi Novik e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden, tanto per cominciare; ma anche (e, forse, soprattutto…) l’adorabile “Legends and Lattes” di Travis Baldree.

Parte del mio livello di gradimento va senz’altro attribuito all’ottima costruzione dei personaggi. Emily è una protagonista meravigliosa, forte e al tempo stesso incredibilmente cocciuta, stravagante e piena di insicurezze.

Wendell Bambleby, dal canto suo, è probabilmente il più originale, esilarante e convincente interesse romantico maschile di cui abbia letto negli ultimi anni! Un eroe che ama cucire, riordinare la casa e poltrire sopra ogni cosa; ma che si rivela anche capace, all’occorrenza, di tirare fuori una grinta e un coraggio invidiabili.

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“Legends & Lattes”: la recensione del delizioso libro fantasy di Travis Baldree


legends & lattes recensione - travis baldree

La recensione di “Legends & Lattes” sbarca finalmente sul blog, pronta a portare in dono ai suoi lettori un bastimento carico di innocenza, calore e dolcezza!

Il libro di Travis Baldree è sicuramente un must read per tutti i fan del cozy fantasy; ma anche – sospetto – per chiunque ami alla follia il mondo dei gdr nipponici e delle light novel.

Un romanzo che è in parte coccola, in parte lettera d’amore al regno delle fanfiction in salsa high fantasy. Una storia che racchiude in sé, insomma, tutto il potere lenitivo di una bella tazza di cioccolata calda in pieno inverno…


La trama

Viv ha trascorso intere decadi nei panni dell’orco barbarico: un’avventuriera brutale ed energica, sempre pronta a risolvere i suoi problemi a colpi di spada.

Adesso, però, è giunto il momento di appendere l’arma al chiodo. Perché Viv ha un nuovo sogno: aprire la prima caffetteria mai esistita nella città di Thune. Anche se, da quelle parti, nessuno ha ancora mai sentito parlare di una bevanda con un nome del genere…

Naturalmente, per lasciarsi alle spalle un passato di violenza e riuscire ad avviare un’attività di successo, Viv non può sperare di agire da sola. E, per fortuna, un valido aiuto sembra arrivare dalle fonti più inaspettate.

Mmm…

Sembra quasi che una forza più grande di lei stia complottando per auspicare la buona riuscita della sua impresa.

Eppure, al tempo stesso, antichi rivali e nuovi nemici si preparano a stagliarsi sulla strada di Viv per il successo.

Anche perché il losco ambiente criminale di Thune potrebbe favorire la ricomparsa di oscure tentazioni – inclusa quella di tornare a imbracciare la sua fidata spada – ponendo fine per sempre alla speranza di una seconda occasione…



“Legends & Lattes”: la recensione

Malgrado le apparenze, bisogna dire che il romanzo di Travis Baldree è più denso di eventi di quanto si possa immaginare.

Confesso che la cosa mi ha un po’ stupito: nel prendere atto della descrizione “High fantasy, low stakes” (riportata anche in quarta di copertina…), probabilmente una parte di me paventava l’idea di ritrovarsi alle prese con una storia dall’intreccio totalmente lasco, noioso e inconsistente.

La trama di “Lagends & Lattes” si è rivelata, invece, infinitamente più solida e coinvolgente del previsto, dando prova di una struttura dai tratti forse poco articolati, ma sicuramente compatti e ben torniti.

Stiamo parlando di un’”impalcatura” incredibilmente semplice e lineare, certo. Ma anche di una costruzione che può vantare la stessa grazia e la medesima, affidabile solidità della sua eroina protagonista.

L’arco trasformativo di Viv, del resto, segue gli stessi principi, percorrendo tutte le “tappe” giuste della sua evoluzione. E sempre senza commettere l’errore di rinunciare a quel caratteristico, brioso senso di levità che caratterizza l’intera narrazione.

C’è da dire che, sotto alcuni punti di vista – inclusa la componente f/f, e sottraendo l’elemento spiccatamente gore – “Legends & Lattes” mi ha fatto pensare alla serie di light novel “Roll Over and Die” di Sunao Minakata.

La premessa è molto simile; il worldbuilding (un generico mondo fantasy in stile RPG…) pressoché spiccicato.

Per non parlare dello stile scorrevole e immediato di Baldree…  Un’impronta che, più che al tipico modo di scrivere della maggior parte dei suoi colleghi occidentali, tende ad avvicinarsi alla cifra di certi popolari autori giapponesi di storie per ragazzi.


Don’t worry, be happy

Quali sono, allora, le principali differenze fra i due titoli citati? Perché “Legends & Lattes” viene considerato uno dei titoli fantasy imperdibili del 2022?

Bè, innanzitutto, occorre citare il ferreo patto di complicità che l’autore americano riesce a stringere con i suoi lettori.

Fra le pagine di “Legends and Lattes”, infatti, vige una regola fondamentale: per quanto le cose possano mettersi male, nulla di tragicamente orribile accadrà mai a Viv, o a uno qualsiasi dei suoi amici.

È il genere di certezza rassicurante che contribuisce a mettere a suo agio il lettore, permettendogli di lasciarsi cullare dal tranquillizzante tran-tran della vita quotidiana della caffetteria.

Non si può proseguire la recensione di “Legends and Lattes” senza tirare in ballo, in qualche modo, il concetto di «slice of life». Malgrado la presenza di un climax, di una tematica centrale e di una chiara evoluzione della protagonista, infatti, possiamo contare sul fatto che dialoghi e siparietti domestici costituiscano una buona fetta della narrazione.

I comprimari e i personaggi secondari, dal canto loro, si dimostrano squisitamente pittoreschi e carismatici.

Ciascuno di loro, infatti, contribuisce ad arricchire il viaggio interiore di Viv e il colorato mondo in cui la nostra eroina vive: dal burbero carpentiere hobglobin Cal alla deliziosa succubus Tandri, passando per il geniale topo-fornaio Thimble, il timido bardo Pendry e l’arguta gnoma Gallina


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“Payback’s a Witch”: la recensione della romcom fantasy di Lana Harper


payback's a witch recensione - Lana Harper - libro paranormal romance

Payback’s a Witch” è un cozy fantasy di Lana Harper, primo romanzo della serie “The Witches of Thistle Grove”.

Nel 2021, il libro ha riscosso un discreto successo, confermandosi come una delle rom-com LGBT a tema sovrannaturale più chiacchierate dell’anno.

Peccato che, su di me, la magia della storia non sia riuscita a sortire il minimo effetto. Anzi: a dire il vero, l’ho trovata noiosetta, prevedibile e banale.

In realtà, le pittoresche atmosfere in stile Halloweentown mi sono sembrate molto simpatiche, e un paio di battute sono sicuramente riuscite a strapparmi un sorriso.

Eppure, per come la vedo io, “Payback’s a Witch” è uno di quei romanzi in cui i personaggi (costruiti male, e gestiti peggio…) non sembrano avere assolutamente nulla da dire.

Gli ostacoli sul loro cammino si contano sulle dita di una mano, così che ogni loro cambiamento interiore assume l’aspetto di un dono del cielo, piuttosto che il frutto di una sudata vittoria.

Ovviamente, la totale assenza di alchimia fra la protagonista e il suo love interest non fa altro che peggiorare le cose….


La trama

Emmy Harlow è una strega, ma non una di quelle particolarmente potenti: in parte, perché Emmy non torna a casa, nella sua magica città natale di Thistle Grove, da anni.

Il suo esilio autoimposto è cominciato dopo che Gareth Blackmoore, erede locale della più potente famiglia di stregoni, le ha spezzato il cuore in uno sfoggio di nonchalance, distruggendo di colpo tutti i suoi sogni.

Ma, adesso, a Thistle Grove si sta avvicinando la data del prestigioso torneo di magia che si svolge soltanto una volta ogni generazione. La tradizione vuole che sia un esponente della famiglia Harlow ad arbitrare l’evento, così Emmy, rosa dai sensi di colpa, decide di tornare a casa per adempiere ai suoi doveri.

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