“Insonnia” di Sarah Pinborough: la recensione


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Proseguiamo con la recensione di “Insonnia” di Sarah Pinborough. Una lettura piacevole, incalzante, avvincente… che regala perfino una piccola sorpresa ai fan del thriller bestseller “Dietro i suoi occhi“!

E che pure, secondo me, inizia a scivolare proprio là dove l’autrice britannica dovrebbe essere più ferrata: vale a dire, nella preparazione del diabolico twist finale, gestito in maniera superficiale e, a mio avviso, decisamente poco credibile.


La trama

Dall’esterno, la vita di Emma è assolutamente perfetta. Ha tutto ciò che una donna potrebbe desiderare: una carriera prodigiosa, un compagno amorevole, una bellissima casa, due figli meravigliosi.

Eppure, c’è qualcosa che tiene Emma sveglia ogni notte. E, a mano a mano che il suo quarantesimo compleanno si avvicina, una crescente sensazione di malessere si impossessa di lei.

Emma ha cercato così a lungo di proteggere la sua famiglia, di tenerla al riparo dai segreti più torbidi del suo passato. Ma, si sa, l’ora delle streghe adora i segreti…

E quello di Emma? E’ fatto della stessa materia di cui sono composti gli incubi.



“Insonnia” di Sarah Pinborough: la recensione

A dire il vero, credo di essermi imbattuta nel romanzo di Sarah Pinborough esattamente al momento giusto. Da adulta che lavora (e che, tuttavia, sta cercando di fare un completo reboot della sua vita…), mi sono ritrovata al centro di una sessione di esami universitari abbastanza indiavolata. Per qualche settimana, quindi, mi sono vista costretta ad abbandonare i miei mondi incantati per trasferirmi (metaforicamente parlando) nella Firenze medicea, pronta ad approfondire la mia conoscenza dei classici rinascimentali.

Una bella esperienza, non posso negarlo. E anche preziosa! Tuttavia, nei (rari) momenti di pausa, avvertivo acutamente la mancanza dei “miei” libri. Eppure, immergermi in un tomazzo fantasy di 800 pagine, in queste circostanze, mi sembrava una tentazione pericolosa. Un capitolo tira l’altro, e…  sappiamo tutti come funzionano certe cose, no?

Perché non provare a rivolgermi, allora, a quello che è il mio secondo genere preferito, il thriller, con i suoi ritmi metropolitani e le sue atmosfere avvolgenti, sincopate, stranamente rassicuranti?

E così, ecco entrare in gioco la mia recensione di “Insonnia” di Sarah Pinborough.

Un libro a tratti irritante, a tratti divertente, che gioca con il concetto di narratore inaffidabile e calca costantemente la linea fra il thriller domestico e il mistery sovrannaturale.
I personaggi, diciamocelo, sono di un’odiosità sconvolgente. Una scelta deliberata, si direbbe. E che, peraltro, non sconvolgerà affatto i lettori dei precedenti libri della Pinborough…


Emma, la Mattatrice…

A dirla tutta, il crudo numero di cliché a cui ricorre l’autrice mi ha sconcertato. Ma non posso negare di essermi gustata ogni singolo momento di dissacrante scomposizione della tua piccola, rassicurante, idealizzata famigliola borghese di quartiere…

Dialoghi sgradevoli, rapporti interpersonali fatti di creta, e una protagonista che sembra uscita dell’incubo di un patriarca conservatore di provincia: la “donna coi pantaloni”, quella che porta i soldi a casa ma che, sotto sotto, trova anche un po’ patetico il fatto che tu gliel’abbia lasciato fare.

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“A Fragile Enchantment” di Allison Saft: intrighi, amore e magia nel Regency di Allison Saft


A Fragile Enchantment italiano- Alison Saft

A Fragile Enchantment” di Allison Saft contribuirà ad aggiungere un pizzico di romanticismo nel nostro 2024! Questo atteso “Regency Fantasy”, rivolto alla fascia YA, esordirà in lingua inglese il prossimo 2 gennaio.

Grandi appassionati del “fantasy of manners”, a raccolta: la storia ruoterà attorno alle peripezie di una sarta magica che viene incaricata di realizzare una veste per un matrimonio reale. Neanche a dirlo, si ritroverà invischiata in una ragnatela di scandali, gossip, maledizioni amori proibiti e tentazioni irresistibili…


“A Fragile Enchantment”: la trama

Niamh Ó Conchobhair non si è mai concessa di desiderare ciò che sa di non poter ottenere. La magia che scorre nel suo sangue le permette di cucire le sue emozioni e i suoi ricordi all’interno dei tessuti che le sfilano sotto le dita. La grande tragedia, però? A lungo andare, il suo dono la ucciderà.

Determinata a trascorrere quel poco che resta del suo tempo nel tentativo di assicurare alla sua famiglia un futuro migliore, Niamh decide di cogliere al balzo l’opportunità di disegnare il guardaroba per un matrimonio della famiglia reale, nel vicino regno di Avaland.

Avaland, però, non assomiglia affatto al luogo da favola che aveva immaginato. E, mentre giovani nobili frequentano balli a lume di candela ed eleganti feste in giardino, un’ondata di malcontento sobbolle fra le classi lavoratrici.

Lo stesso sposo designato, Kit Carmine, è un tipo abrasivo e scostante, una pedina politica che si lascia trascinare malvolentieri verso l’altare.

Ma, nel momento esatto in cui Niamh e Kit cominciano ad avvicinarsi, l’improbabile amicizia fra di loro si trasforma in qualcosa di più… fino a quando un anonimo giornalista inizia a diffondere una serie di pettegolezzi sulla loro indiscutibile chimica, promettendo di lasciare i due in pace soltanto nel momento in cui Niahm lo aiuterà a portare a galla i segreti della famiglia reale.

Il marciume alla base del cuore di Avaland scorre in profondità. Eppure, esporre quei peccati potrebbe mettere a rischio il futuro che Niahm non si era mai concessa di sognare, e lo stesso grande amore che la ragazza non si sarebbe mai sognata di vivere.



Amore, fantasy e “manierismo”

“A Fragile Enchantment” è uno YA molto atteso negli USA. Soprattutto perché la più recente uscita di Allison Saft –   “A Far Wilder Magic” – lo scorso anno ha riscosso un grande successo fra i lettori appassionati di fantasy a sfondo romantico!

Più avanti, nel corso del 2024, vedremo debuttare nelle librerie americane e inglesi anche il fantasy saffico “A Dark and Drowning Tide”. Anche in questo caso, il livello di hype generale è davvero notevole.

Come avrai notato, poco fa ho usato l’espressione “fantasy of manners” per descrivere “A Fragile Enchantment”. Ma che cosa significa, esattamente, questo termine?

Bè, per risolvere questo piccolo quesito, partiamo dalle basi.

Per citare un brillante articolo di Ancillary Review of Books , «il mannerpunk (o, più in generale, il “fantasy of manners”) viene a volte descritto come una sorta di “Jane Austen con la magia”. Un tipo di fantasy che pone l’accento sull’elemento della conversazione, dell’etichetta e dell’intrigo. È un genere di fantasy interpersonale, che può ruotare intorno all’insulto sprezzante a corte che cambia le sorti di un mago sfortunato, oppure alle aspettative sociali di un goblin risucchiato all’interno di una società di elfi.»

Qualche esempio?

Il divertentissimo “Sorcerer to the Crown” di Zen Cho o il brillante “Immortal Follies di Alexis Hall. Ma anche “Soulless” di Gail Carriger, “Jonathan Strange e il Signor Norrell” di Susanna Clarke e la saga di “Temeraire” di Naomi Novik.


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“Spice Road”: la recensione del libro fantasy di Maiya Ibrahim


spice road recensione - maiya ibrahim

Nella recensione di “Spice Road”, ci troveremo ancora una volta a fare i conti con la domanda che, da un po’ di tempo a questa parte, tende a ronzarmi nell’orecchio ogni volta che mi accosto a un libro fantasy YA: quale dovrebbe essere, esattamente, lo scopo di un buon romanzo d’avventura per ragazzi?

Dal canto mio, ho sempre avuto una teoria: intrattenere, coinvolgere, affrontare tematiche care alla vita di ogni giorno di un adolescente… e magari, occasionalmente, invitarlo anche a riflettere su alcuni importanti argomenti di attualità.

Eppure, adesso, sta prendendo piede un’altra tendenza. Come se l’obiettivo primario di un libro fantasy dovesse essere quello di… Bè, non voglio dire “indottrinare” il lettore. Sembra una termine un po’ forte, no? Perfino esagerato. Ma devo ammettere che sto facendo fatica a tenermi lontana da questa parola.

Perché quando il tono di una narrazione è così piatto, la tecnica maldestra, i toni melodrammatici e la trama appesa a un filo, è chiaro che si stenta a inquadrare il senso di una storia che non fa altro che spiattellarti in faccia lo stesso messaggio ancora, e ancora, e ancora…


La trama

Qalia è una città segreta, nascosta nel deserto. Qui circola una spezia magica, in grado di risvegliare le affinità di chiunque beva il misterioso tea al misra.

Imani ha diciassette anni e un’affinità nei confronti dell’acciaio. La ragazza è in grado di maneggiare una spada come nessun altro guerriero, cosa che le ha guadagnato una reputazione invidiabile e una posizione fra gli “Scudi”, la guardia d’elite incaricata di proteggere la città.

Imani ha combattuto contro pericolosi djinn, ghouls e altri mostri che si annidano nelle sabbie ai confini della città.

Tuttavia, la scomparsa di suo fratello maggiore ha gettato un’ombra sulla sua reputazione. Perché il giovane, prima di andarsene, ha rubato una scorta di misra, trascinando nel fango il buon nome della sua famiglia e mostrando i primi sintomi di quella che potrebbe presto diventare un’ossessione magica.

Imani credeva che suo fratello fosse morto nel deserto. Ma quando emerge una serie di prove contrarie, la ragazza stringe un patto con il Concilio per ritrovare il ragazzo e riportarlo a casa, prima che possa rivelare al mondo esterno l’ubicazione della leggendaria città di Qalia. Nel suo pericoloso viaggio, verrà accompagnata da Qayn, un dijinn impertinente quando affascinante, e da Taha, un arrogante Scudo in grado di comunicare con gli animali.

Come Imani avrà modo di scoprire, molti segreti albergano al di là delle Terre Desolate – e nel suo stesso cuore. Ma riuscirà a ritrovare suo fratello, prima che il suo tradimento metta a repentaglio il fato di Qalia?



“Spice Road”: la recensione

Se hai apprezzato libri come “The Unbroken” di C. L. Clark o “Babel” di R. F. Kuang, sospetto che “Spice Road” abbia qualche possibilità di colpirti in positivo.

Non necessariamente perché tu abbia gusti o interessi diversi dai miei (questi titoli fanno parte anche della mia libreria, dopotutto). Molto più semplicemente, ho l’impressione che potresti aver sviluppato una soglia di tolleranza più alta della mia, nei confronti di certa supponente autoreferenzialità retorica.

Coltivare soltanto il messaggio politico, a discapito della cura strutturale e formale del testo (personaggi, worldbuilding, archi trasformativi, trama ecc.), francamente sta diventando un trend che non riesco più a giustificare.

A beneficio di “Spice Road”, devo aggiungere che, certo, Maiya Ibrahim dedica una certa attenzione anche all’elemento romantico!

La relazione fra Taha e Imani vanta parecchie sfumature, dal punto di vista emotivo, arrivando a incarnare una versione complessa ed evoluta del trope dell’enemies-to-lovers. Peccato che si tratti di un rapporto altamente tossico, basato sul disprezzo reciproco e su un certo narcisismo di fondo (perché, diciamocelo, vorrà pur dire qualcosa il fatto che i due personaggi principali scoprano di piacersi soltanto nel momento in cui si trasformano l’uno nello specchio dell’altra).

Da un punto di vista “alchemico”, stiamo peraltro parlando di due grandissimi pezzi di legno, del tutto incapaci di generare una scintilla.

A scaldare l’ambientante avrebbe dovuto provvedere, forse, Qayn, il secondo interesse romantico di Imani. Un personaggio che, in linea teorica, avrebbe potuto contribuire a innescare un focolaio di interesse nei confronti delle dinamiche che si sviluppano all’interno della coppia principale. Purtroppo, anche nel caso del djinn, mi è parso di assistere alla compresenza di una quantità sterminata di cliché, elementi che abbiamo già visto interagire in un triliardo di altri sornioni personaggi-trickster prima di lui.

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“Gli Aghi d’Oro” di Michael McDowell: Neri Pozza porta in Italia un altro classico dello scrittore di “Blackwater”


gli aghi d'oro - michael mcdowell

A gennaio 2024, “Gli Aghi d’Oro” di Michael McDowell arriverà in libreria! Il romanzo, edito per la prima volta negli USA nel 1980, uscirà per la Neri Pozza in una bellissima edizione, già pronta a fare pendant con le nostre copie della straordinaria saga di “Blackwater“, uno dei successi editoriali più clamorosi del 2023.

Qualche piccola curiosità: “Gli Aghi d’Oro”, revenge story ambientata nella Golden Age di New York, è stato il terzo libro autoconclusivo di Michael McDowell (dopo “The Amulet” e “Cold Moon Over Babylon”). La traduzione italiana porterà la firma di Elena Cantoni.

Se tutto andrà bene, nei prossimi mesi Neri Pozza proseguirà il progetto “Biblioteca McDowell”, portando in Italia tutti i principali capolavori di questo indimenticabile autore di culto.


“Gli Aghi d’Oro”: la trama

Benvenuti nel Black Triangle, un decadente distretto newyorchese pieno di covi dell’oppio, casinò, marinai ubriachi, prostitute sgargianti e stanze dedicate agli aborti clandestini.

La regina di questo sgradevole quartiere è Black Lena Shanks, la cui famiglia guida un anello di criminali, tutte donne, particolarmente esperte nell’arte della crudeltà. Soltanto un paio di distretti al di là, in mezzo alle eleganti magioni e alle reputazioni immacolate di Gramercy Park e Washington Square, vive il Giudice James Stallworth.

Il giudice si è imbarcato in una crociata volta a distruggere l’impero del male di Lena. Tant’è che ha già condannato a morte tre membri della sua famiglia.

E, adesso, Lena vuole vendetta.

Così, una domenica, tutti gli Stallworths ricevono un invito per un funerale. Il loro. Riuscirà la famiglia Stallworth a proteggersi dalla diabolica sete di vendetta di Lena?



Vendetta, riscatto e matriarcato

gli aghi d'oro mcdowell- gilded needles - mignola

Stando alle recensioni dei lettori stranieri, “Gli Aghi d’Oro” non dovrebbe contenere un esplicito riferimento al mondo del sovrannaturale. Tuttavia, la maggior parte degli autori di questi commenti tende a evidenziare la presenza, all’interno dell’intreccio de “Gli Aghi d’Oro”, di quella particolare “vibe” inquietante che ha rappresentato uno dei principali fiori all’occhiello della saga di Blackwatwer.

Personalmente, più che dagli elementi della trama de “Gli Aghi d’Oro” in per sé per sé, confesso di essere rimasta intrigata: a) dalla fama dell’autore; b) dalla magnifica illustrazione stampata sulla cover di una recente riedizione americana.

L’evocativa immagine a cui mi riferisco – e che puoi ammirare qui sopra – è stata realizzata da Mike Mignola: un grande fumettista, nonché papà del famoso “Hellboy”.

Per il resto, cosa dire? Sospetto che basti pensare a personaggi del calibro di Eleanor o Mary-Love Caskey, per iniziare a farsi un’idea di ciò che possiamo aspettarci da una protagonista controversa e implacabile come Black Lena…


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“Godly Heathens”: il fantasy YA di H. E. Edgmon, fra reincarnazione divina e identità nonbinary


Godly Heathens - H. E. Edgmon - libro fantasy

Godly Heathens” è il primo libro della dilogia fantasy “Ouroboros” di H. E. Edgmon. In lingua inglese, questo atteso YA sarà disponibile a partire da oggi (28 novembre 2023).

Come Publisher Weekly ci informa, H. E. Edgmon ha deciso di dedicare il suo romanzo (in una maniera che trovo mooooolto intrigante) a «Chiunque tema di essere il villain della sua stessa storia».

La storia ruota attorno alle avventure di Gem, un personaggio non-binary proveniente dal nostro tempo che, a un certo punto, scopre di essere la reincarnazione di un dio che appartiene a un altro mondo.

Una piccolissima avvertenza ai lettori di questo articolo: nella traduzione della sinossi che seguirà, farò del mio meglio per essere rispettosa dei pronomi. Tuttavia, non avendo letto il libro, sospetto che finirò comunque con il commettere qualche errore. Confida nella mia buona fede, se puoi, e accompagnami nella scoperta della trama di “Godly Heathens”! 🙂


“Godly Heathens”: la trama

Gem è un adolescente nonbinary che vive nella piccola cittadina di Gracie, in Georgia. I suoi pari tengono Gem in considerazione soprattutto per la sua capacità di provocare in loro un certo risveglio queer, e Gem fa molto conto sul proprio fascino per mascherare la baraonda di caos che avvolge, in realtà, la sua vita.

L’unica persona che conosce bene la sua situazione e le sue ansie è Enzo, un ragazzo trans che si trova a Brooklyn… praticamente, dall’altra parte del Sole, per quel che concerne Gem.

Eppure, perfino Enzo non sa nulla dei sogni di Gem, di quelle strane visioni di magia e violenza che l’affliggono. Sono sempre sembrate un po’ troppo reali, per i suoi gusti. Perciò, come diavolo fa Willa Mae Hardy, fra tutte le persone, a sapere di loro?

La strana ragazza, appena arrivata in città, si comporta come se lei e Gem fossero vecchi compagni, e sembra sapere cose che Gem non ha mai detto a nessun altro.

Quando una sconosciuta attacca Gem, annunciando di essere la Dea della Morte, Willa Mae salva la vita di Gem e comincia finalmente a offrire qualche risposta. Lei e Gem sono due divinità reincarnate, che si sono conosciute e amate attraverso innumerevoli vite precedenti. Gem, però – o, almeno, chi Gem era prima – non era esattamente la divinità più benevola che si possa immaginare.

I due si sono fatti una certa quantità di nemici nel pantheon degli dei. Creature che, al pari della Dea della Morte, adesso continueranno ad attaccare e attaccare…



Tutti i libri di H. E. Eddmon

Il sequel di “Godly Heathens” – nonché volume conclusivo della serie – si chiamerà “Merciless Saviors”. Il romanzo verrà pubblicato negli USA il 16 aprile 2024.

Questa uscita novembrina non rappresenterà la prima opera, in assoluto, di H. E. Edgmon. Infatti, suoi sono anche “The Witch King” e “The Fae Keeper”, usciti, rispettivamente, nel 2021 e nel 2022. La storia è quella del transgender Wyatt, stregone fidanzato (suo malgrado) con il principe fay Emyr North a causa di motivi politici. Se vuole sperare di salvare la sua comunità di streghe dalla rovina, a un certo punto Wyatt dovrà decidere quale sia la sua priorità: la sua gente, o la sua libertà.

A fine novembre uscirà, invece, il primo middle grade di H. E. Edgmon: il post-apocalittico “The Flicker”. La trama verterà intorno al viaggio di due sorellastre che, in seguito a un’eruzione solare che le ha lasciate entrambe orfane, si avventurano con il fratellino appena nato in un pericoloso viaggio alla ricerca della nonna di una di loro. Lungo la strada, incontreranno un altro gruppo di ragazzi smarriti e si imbatteranno in una sfilza di pericoli senza fine.

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“What Lies in the Woods”: la recensione del mistery di Kate Alice Marshall


what lies in the woods recensione - kate alice marshall

Questo martedì, la recensione di “What Lies in the Woods” ci accompagna!

Il libro di Kate Alice Marshall è un nuovo, torbido “small town mistery”. Ma, a essere del tutto sincera, stavolta si tratta di una lettura che ho trovato indigesta, e sotto parecchi punti di vista. Dopotutto, esistono poche cose più noiose di un thriller che non è in grado di coglierti di sorpresa neanche per un secondo, dico bene?


La trama

Un tempo, Naomi Shaw credeva nella magia. Ventidue anni fa, lei e le sue due migliori amiche, Cassidy e Olivia, erano solite trascorrere l’estate scorrazzando per i boschi, immaginando un mondo di cerimonia e di incanto. Lo chiamavano il “Gioco della Dea”.

La loro ultima estate insieme è finita con l’inspiegabile aggressione subita da Naomi. Per puro miracolo, la ragazza è riuscita a sopravvivere a diciassette coltellate e a identificare l’uomo che l’ha attaccata. La testimonianza della ragazza è stata decisiva per identificare il serial killer che stava terrorizzano l’area, peraltro già ricercato per l’omicidio di sei donne.

Agli occhi della comunità, Naomi e le sue amiche si sono comportate da eroine.

Ma, in realtà, le tre ragazze sono delle bugiarde.

Per decadi, hanno continuano a tenersi stretto un segreto per cui potrebbe valere la pena uccidere. Adesso, però, Olivia è pronta a rivelare la verità. Naomi, che soffre di amnesia selettiva, decide allora di scoprire cosa è accaduto davvero quel giorno, svelando la catena di eventi che ha portato al suo attacco.

Ma non ha idea di quello che potrebbe costarle



“What Lies in the Woods”: la recensione

“What Lies in the Woods” schiera in campo una protagonista bisessuale (ma che, stranamente, sembra attratta soltanto dalla sfilza di personaggi maschili che si materializzano sulla sua strada…), un armamentario di twist telefonatissimi, una deprimente collezione di cliché spacciati per archetipi…

Il risultato? Un mistery a forti tinte rose che mi sentirei di consigliare soltanto a un lettore alle primissime armi; uno che, possibilmente, non abbia mai sentito parlare di Paula Hawkins o Gillian Flynn. Ma neanche di Taylor Adams o Simone St. James, se per questo.

Praticamente, ti basta leggere la sinossi riportata in quarta di copertina per scoprire tutto quello che c’è da sapere a proposuto di questa storia e di dove andrà a parare. La stessa cosa che aveva attirato la mia attenzione – il “Gioco della Dea”, la dinamica angosciante e pericolosa che si viene a instaurare fra le tre bambine/giovani donne – si rivela, del resto, una sorta di specchietto per le allodole.

Sì, perché Kate Alice Marshall impiega UN ATTIMO a sminuire la complessità e le sfumature dell’amicizia al femminile, riducendo tutto a una deprimente pioggia di stereotipi.

Per cominciare, le basta trasformare la sua protagonista nella classica eroina tormentata a caccia di un cavaliere dalla scintillante armatura, e proseguire confinando le sue due amiche al ruolo di spalla/macchietta (non scendo nei particolari, per evitare quei due o tre spoiler in cui potresti davvero rischiare di incappare).


La verità è là fuori

Cosa resta, allora, di una premessa che poteva sembrare – non dico rivoluzionaria – ma quantomeno abbastanza intrigante da giustificare la lettura dell’ennesimo thriller?

Bè, sei sei interessato a quel genere di cose, sicuramente l’autrice approfondisce il tema delle varie turbe sentimentali della protagonista. Una donna adulta (che, peraltro, è stata vittima di abusi da adolescente…) e che, adesso, si sente incline sfoggiare le sue cicatrici e a mostrarsi come cinica, disincantata ecc. Ma che poi riesce, miracolosamente, a innamorarsi di un tizio gentile a caso nel giro di quattro pagine e a fidarsi ciecamente di lui… al punto da confidargli allegramente tutti i segreti della sua vita, compresi quelle delle sue cosiddette “amiche”.

Non vorrei, ora, che tu rischiassi di fraintendere i toni di questa recensione di “What Lies in the Woods”. Non nutrivo aspettative stellari nei confronti del titolo di Kate Alice Marshall . Quello che cercavo, semplicemente, era una buona forma di intrattenimento, qualcosa in grado di distogliermi dai miei studi per qualche ora.

Mi era già chiaro, insomma, che il romanzo non sarebbe stato un nuovo “Creature del Cielo” o una versione alternativa di “Mare of Easttown”.

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La trilogia “Come Uccidono le Brave Ragazze” in volume unico, a partire da novembre 2023


come uccidono le brave ragazze - volume unico - trilogia completa

Il volume unico della trilogia “Come Uccidono le Brave Ragazze”, di Holly Jackson, arriverà in libreria a partire dal 28 novembre 2023.

Non dimenticare di segnare questa data in agenda: dopotutto, potrebbe trattarsi di una ghiottissima opportunità per recuperare un successo editoriale di portata clamorosa, senza per questo essere costretti a spendere un patrimonio!

La raccolta in volume unico sarà, ovviamente, proposta dalla casa editrice Rizzoli. Conterrà i romanzi “Come Uccidono le Brave Ragazze” e i suoi due sequel: “Brave Ragazze, Cattivo Sangue” e “Una Brava Ragazza è una Ragazza Morta”.


La trama

Tutti, a Fairview, conoscono la storia.

La bella e popolare Andie Bell è stata assassinata dal suo ragazzo, Sal Singh, che poi si è tolto la vita.

Fin da allora, la tragedia è stata al centro di ogni bisbigliata conversazione cittadina. E adesso, cinque anni più tardi, Pip riesce ancora a vedere gli strascichi che quell’incomprensibile atto di violenza ha lasciato su Fairview.

Eppure, Pip non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che, dietro la versione ufficiale degli eventi di quel giorno, si nasconda un mistero più grande. Magari è solo perché, da bambina, Pip conosceva Sal. Lo considerava uno dei ragazzi più gentili del mondo: com’è possibile che dietro quella facciata si nascondesse, in realtà, un assassino capace di una barbarie del genere?

Giunta all’ultimo anno di liceo, Pip decide di riesaminare il caso, chiuso da tempo, e di trasformarlo in un progetto speciale per il suo corso di studi. All’inizio, il suo unico obiettivo è quello di gettare un alone di dubbio sulle indagini originali. Tuttavia, presto Pip scopre una pista di oscuri segreti, brandelli di verità che potrebbero dimostrare l’innocenza di Sal… Ed è in quel momento che la linea fra passato e presente inizia a confondersi.

Perché c’è qualcuno, a Fairview, che non vuole permettere a Pip di continuare a scavare in cerca di risposte. E, adesso, la stessa vita della ragazza potrebbe essere in pericolo…



Il volume unico: “Come Uccidono le Brave Ragazze – la Trilogia Completa”

Se segui il blog da un po’, probabilmente sai già che mi considero una grande ammiratrice del lavoro di Holly Jackson. In modo particolare, ho amato la sua ri-definizione del sottogenere di “small town mistery” per ragazzi, i suoi intrecci psicologicamente complessi e la straordinaria protagonista a cui è stata in grado di infondere vita.

In effetti, la figura di Pippa Fitz-Amobi – un’effervescente e tenace detective amatoriale – rappresenta senz’altro il cuore pulsante dell’intera trilogia. Il suo tormentato percorso di formazione diventa, a poco a poco, il filo rosso che unisce gli insospettabili delitti in atto a Fairview, una tipica “città da cartolina” che nasconde parecchi scheletri nell’armadio.

Altra elemento che gioca a favore della trilogia “Come Uccidono le Brave Ragazze”: la capacità di queste storie di rendere il confine che separa il campo della narrativa per adulti da quella per ragazzi abbastanza sfumato da diventare, a poco a poco, quasi impercettibile.

E non si tratta nemmeno di un caso isolato: infatti, come è facile dedurre dalla mia recensione di “Five Survive”, anche il successivo thriller di Holly Jackson è riuscito a conquistarmi!

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“Good Girls Don’t Die” di Christina Henry: ovvero, l’enigma della camera chiusa in salsa horror


good girls don't die - christina henry - libro horror

Good Girls Don’t Die” – il nuovo, misteriosissimo libro horror/thriller di Christina Henry – esordisce oggi in tutte le librerie d’oltreoceano e oltremanica (15 novembre 2023).

Il romanzo, un accattivante ibrido fra generi, segue le vicende di un terzetto di personaggi accumunati da un unico, disarmante enigma: tutte e tre le donne, infatti, sembrano essere precipitate attraverso uno squarcio nella realtà che le ha portate a vivere un incubo inspiegabile…

Per sopravvivere, dovranno scoprire chi/cosa le ha intrappolate all’interno di un mondo fittizio e lottare con le unghie e con i denti per trovare una via d’uscita!


“Good Girls Don’t Die”: la trama

Celia si sveglia in una casa che non è sua. Non riconosce suo marito, né la ragazzina che dichiara di essere sua figlia. Si sforza di ricordare la sua vera identità, perché è certa che questa vita – il piccolo ristorante di famiglia che gestisce, la pettegola cittadina in cui vive – non sia la sua.

Allie avrebbe dovuto partecipare a una divertente gita per il weekend – ma poi il ragazzo della sua amica invita inaspettatamente il suo gruppo presso un isolato cottage nel bosco. Il cottage sembra costruito di recente e non pare ci siano animali o altre forme di vita senzienti, nella foresta lì intorno. Nulla è come dovrebbe essere; Allie lo sente. Poi, nel bel mezzo della notte, qualcuno bussa alla porta del cottage…

Maggie, insieme ad altre dodici donne, si sveglia in un container con il numero tre stampato sul retro della T-shirt. Se vuole rivedere Paige, sua figlia, Maggie dovrà completare Il Labirinto: un percorso a ostacoli pericolosamente letale…

Tre donne. Tre storie. Una sola via d’uscita.



Tutte le”brave ragazze” di Christina Henry…

Dal 2015 a oggi, Christina Henry si è costruita una solida reputazione da reginetta dell’horror. Il libro che le ha permesso di imporsi all’attenzione del grande pubblico è “Alice”, un delizioso retelling in salsa dark di “Alice in Wonderland” (di cui puoi leggere la recensione completa sul mio vecchio blog, il “Laumes’Journey”).

Nel corso degli anni successivi, a “Alice” e al suo sequel (“Red Queen“), hanno fatto seguito:

  • Lost Boy” (2017);
  • The Mermaid” (2018);
  • The Girl in Red (2019);
  • The Ghost Tree (2020);
  • Near the Bone (2021);
  • Horseman (2021).

La brutta notizia? Per il momento, nessuno di questi titoli è stato tradotto in italiano! 🙁

C’è da dire che “Good Girls Don’t Die” è una delle uscite in lingua inglese più attese di novembre 2023, soprattutto per quanto riguarda gli appassionati di narrativa mistery e gotica. Un hype alimentato da un concept a dir poco brillante, un rompicapo che fa già pensare a romanzi come “Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle” di Stuart Turton, o allo scioccante film “Don’t Worry, Darling” di Olivia Wilde.

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“How to Sell a Haunted House”: la recensione del folle libro horror di Grady Hendrix


how to sell a haunted house recensione - grady hendrix

La recensione di “How to Sell a Haunted House” di Grady Hendrix sarà un po’ ambigua, temo.

Cercherò di spiegarmi meglio nel corso dell’articolo. Il succo del discorso, però, è che nutro dei sentimenti abbastanza ambivalenti nei confronti di questo surreale campy horror a tema pupazzetti dall’inferno!

Da una parte, infatti, ho sicuramente apprezzato la contagiosa ironia dell’autore, nonché il suo sforzo di conferire un certo livello di profondità emotiva all’intera vicenda. Dall’altra, devo ammettere di non essere rimasta particolarmente colpita dall’altalenante costruzione della trama, né da quella dei personaggi


La trama

Quando Luoise scopre che i suoi genitori sono morti, non è affatto felice all’idea di dover tornare nella sua città d’orgine. Tanto per cominciare, non ha nessuna voglia di lasciare la sua bambina, Poppy, alle cure del suo ex, per volare a Charleston da sola.

E poi, Louise non è certo ansiosa di avere a che fare con la casa dei suoi genitori! L’edificio, infatti, è stracolmo di ricordi. Contiene tutto ciò che resta della carriera accademica di suo padre e dell’eterna ossessione di sua madre verso bambole e pupazzi.

Soprattutto, Luoise non vuole avere a che fare con il suo nullafacente fratello, Mark.

Mark, dal canto suo, non ha certo intenzione di renderle le cose più facili. L’uomo, che non ha mai lasciato Charleston e non è mai riuscito a tenersi un lavoro per più di qualche giorno, cova un grandissimo risentimento nei confronti della sorella. Sfortunatamente, Luoise dovrà trovare un modo per dialogare con Mark, se intende preparare la casa per la vendita.

Specialmente perché, a quanto pare, non bastano una mano di vernice e una sana dose di pulizie per rendere appetibile per il mercato una vecchia magione infestata.

Certe case non hanno nessuna intenzione di essere cedute. Quella di Louise e Mark, ad esempio, sta preparando piani di tutt’altro genere nei confronti dei suoi proprietari…




“How to Sell a Haunted House”: la recensione

Nei suoi aspetti essenziali, “How to Sell a Haunted House” ” si legge quasi come una sorta di bizzarra saga famigliare condensata… con un sadico emulatore del pupazzo Slappy a fare da improbabile collante intergenerazionale, e un gustoso contorno di intermezzi comico-demenziali a ravvivare sporadicamente l’atmosfera.

C’è da dire che, se non avessi divorato – e visceralmente amato – due dei precedenti romanzi dell’autore (“My Best’s Friend Exorcism” e “Gruppo Sostegno Ragazze Sopravvissute”, entrambi in editi in Italia da Mondadori), forse stavolta non sarei riuscita a spingermi oltre pagina settanta.

Perché credo di aver cominciato a sviluppare un piccolo problema nei confronti dei “primi atti” delle opere di Grady Hendrix: i capitoli introduttivi mi annoiano un po’, probabilmente perché ai protagonisti dei suoi libri serve sempre del tempo per riuscire a rendersi riconoscibili ed ergersi al sopra della baraonda di gag, battute e azione sfrenata che l’intreccio tende sempre a scagliare nella loro direzione. Nel caso di “How to Sell a Haunted House”, devo dire che questo fenomeno si è replicato alla perfezione.

In realtà, a fine lettura mi sentirei di definire Luoise, l’eroina del libro, come un “personaggio abbastanza ok“. Suo fratello Mark, viceversa, mi è sembrato un idiota colossale e infantile dalla prima all’ultima pagina. Tant’è che ho fatto veramente fatica a mandar giù una lunga (e delirante) parentesi narrata dal suo punto di vista.

Il che, fra l’altro, rappresenta un altro dei problemi principali: perché i frequenti flashback, i retroscena, le digressioni, a tratti rendono la lettura pastosa e, a mio avviso, anche un filino pedante. Nella seconda parte, per fortuna, questo meccanismo inizia ad attenuare i suoi effetti, permettendo a Hendrix di dispiegare tutti i suoi punti di forza, i suoi caratteristici assi nella manica: ad esempio, il fattore nostalgia, la metafora sovrannaturale, le complicate sfumature dei rapporti famigliari, il sense of wonder tipico dell’infanzia…


Lo “spirito dell’infanzia”

Direi che è arrivato il momento di bilanciare la mia recensione di “How to Sell a Haunted House”, introducendo alcune considerazioni relative a quelli che sono, invece, i miei elementi preferiti del libro.

Ho apprezzato tantissimo, ad esempio, l’atmosfera disturbante e retrò della narrazione. Ma anche l’originalità dei colpi di scena e gli sviluppi imprevedibili (per non dire esilaranti) portati dal classico trope horror dei “pupazzetti malevoli che prendono vita”.

Se i film del franchise “Annabelle” avessero la metà della personalità del romanzo di Grady Henrix, ci troveremmo senza dubbio alle prese con alcuni degli horror più inquietanti e divertenti dell’ultimo decennio!

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“Dark Heir”: il secondo volume della serie “Dark Rise” di C. S. Pacat


dark rise 2 - dark heir italiano

Dark Heir”, il sequel del popolarissimo bestseller fantasy “Dark Rise”, uscirà il 14 novembre 2023. Ovviamente, mi sto riferendo all’edizione originale in lingua inglese del libro di C. S. Pacat; autrice nota in Italia soprattutto per la serie fantasy a tema LGBT “Il Principe Prigioniero”.

Nel primo capitolo della saga, il giovane protagonista, Will, e la sua cerchia di alleati sono riusciti a sopravvivere al primo assalto dell’Oscuro. Ma i nostri eroi devono ancora scoprire a quale terribile costo


“Dark Heir”: la trama

Una nuova minaccia sta per emergere dal passato e, ormai, è rimasto soltanto un pugno di eroi a combattere. Inseguiti dalle forze oscure, Will e i suoi alleati dovranno abbandonare la sicurezza della Hall e viaggiare verso il cuore del mondo antico; stringendo nuove, pericolose alleanze, e svelando alcuni scioccanti segreti del passato.

Ma Will si trascina dietro un segreto oscuro: la sua vera identità. Attratto dal bellissimo e letale James St. Clair, Will verrà risucchiato ancora più a fondo nella ragnatela del passato, e si ritroverà tentato dall’oscurità che si annida dentro di lui.

Mentre il mondo antico minaccia di tornare, riusciranno Will e i suoi amici a sconfiggere il loro fato? Oppure le verità che apprenderanno avranno il potere di distruggere definitivamente il loro mondo, una volta per tutte?



L’inizio dell’avventura: “Dark Rise”

Londra, diciannovesimo secolo. Il sedicenne Will è in fuga, braccato dagli uomini che hanno ucciso sua madre. Poi, un anziano servitore gli spiega che fa parte del suo destino combattere al fianco dei Custodi, che hanno giurato di proteggere l’umanità nel caso in cui il Re Oscuro dovesse tornare.

Will viene scaraventato in un mondo di magia, in cui inizia ad addestrarsi per svolgere un vitale ruolo di difesa all’interno dell’imminente battaglia contro le forze delle Tenebre.

Quando Londra verrà minacciata e antiche rivalità inizieranno a risvegliarsi, Will dovrà ergersi al fianco degli ultimi eroi della Luce per impedire che ciò che ha distrutto il loro mondo, abbia la possibilità di annientare anche il suo.

PS: Come forse saprai, in Italia “Dark Rise” è uscito nel mese di febbraio (2023) per la Mondadori, con traduzione di Claudia Milani.



Full disclosure..

In realtà, non ho (ancora) letto “Dark Rise”.

Difficile spiegare il perché. Probabilmente ha qualcosa a che fare con la mia scarsa propensione a leggere YA la cui quarta di copertina si affretta a tirare in ballo, senza andarci tanto già per il sottile, epiche battaglie fra Bene e Male. Fra l’altro, senza degnarsi di descrivere i personaggi principali, e concentrando piuttosto l’attenzione sui tremendi piani di conquista di un generico super-villain denominato “L’Oscuro Signore” (o una qualsiasi variazione sul tema).

Tuttavia, alcuni giorni fa mi è capitato di imbattermi in una particolare recensione di “Dark Rise” a cura di Natalie Zutter, pubblicata sul fantastico sito Tor.com. Benché l’autrice non si faccia problemi a mettere in luce una serie di difetti che, a suo dire, rendono la narrazione abbastanza letargica, devo ammettere di essere rimasta colpita da questa descrizione:

«Un portale in stile Narnia verso un interludio alla Hogwarts, che prepara per una profetica battaglia saltata direttamente fuori dalla Terra di Mezzo, dimostra le conflittuali tematiche al cuore di “Dark Rise”: o una nuova era incombe su di noi e i vecchi tempi sono finiti per sempre… oppure siamo condannati a ripetere gli stessi errori, ancora e ancora.»

Che è un po’ come dire: sì, certo, “Dark Rise” propone un plot e un’ambientazione dal taglio tradizionale (la Zutter sostiene di averci intravisto, addirittura, una serie di elementi ispirati al grande classico “L’Ultimo Unicorno” di Peter S Beagle, classe 1969)…

Senza mai dimenticare in che anno siamo, però! E, soprattutto, con quali genere di problematiche i nostri giovani lettori devono/dovranno avere continuamente a che fare!

Una prospettiva decisamente interessante, quindi… che la trama di “Dark Heir” manifesta già ogni intenzione di continuare ad approfondire!

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