“Godkiller”: la recensione del libro fantasy di Hannah Kaner


godkiller recensione - hannah kaner

Nella recensione di “Godkiller”, il nuovo libro fantasy di Hannah Kaner, troveremo spazio per parlare di:

  • un epico viaggio in stile “La Spada di Shannara”;
  •  una premessa narrativa che ricorda da vicino quella di “The Witcher”;
  • la complessa amicizia fra una bambina e una (apparentemente) pucciosa creatura sovrannaturale, simile a quella che lega Lyra a Pan ne “La Bussola d’Oro”.

Un’opera di chiaro stampo derivativo, quindi?

Mmm…

Forse.

Ma se l’unico motivo per il quale il fantasy anni Ottanta/Novanta ti è sempre riuscito un po’ indigesto è per la sua plateale mancanza di inclusività, direi che “Godkiller” potrebbe essere esattamente la lettura che fa al caso tuo…


Trama

Quando Kissen era bambina, la sua famiglia è stata arsa viva da un gruppo di fanatici religiosi, devoti seguaci di una dea del fuoco.

Non sorprenderà quindi nessuno scoprire che, da grande, Kissen è diventata una “Godkiller”, un’assassina di divinità. Una che ama molto il suo lavoro, peraltro; anche perché è convinta che contribuire allo sterminio delle entità conosciute come “dei” le permetterà di lasciare in eredità alle generazioni successive un mondo migliore.

Fino a quando Kissen non incontra Inara, una ragazzina di origini nobili, e il suo amico Skedi: una creatura magica e alata, per metà coniglio, per metà qualcos’altro, che sostiene di essere un dio delle piccole bugie.

Inara e Skedi sono legati in modi che Kissen non riesce a spiegarsi, e sono entrambi in fuga da una banda di assassini sconosciuti.

In compagnia di un nobile cavaliere alle prese con una missione personale, Kissen, Inara e Skedi dovranno quindi viaggiare fino alle rovine della città di Blendaren, un tempo protagonista della guerra fra uomini e dei, e implorare l’aiuto di una delle poche divinità sopravvissute al conflitto.

Inseguiti dai demoni, e ostacolati dagli esordi di una guerra civile, i quattro eroi dovranno quindi fronteggiare una resa dei conti: perché qualcosa di oscuro sta raccogliendo le forze al centro del mondo e, stavolta, soltanto loro avranno il potere di fermarlo.



“Godkiller”: la recensione

Personalmente, non mi ritengo una grande fan dei prologhi (e chi lo è?); eppure, posso assicurarti che quello di “Godkiller” è uno dei migliori in cui mi sia capitato di imbattermi da parecchio tempo a questa parte.

In perfetto stile Holly Black (che ha replicato il trucco all’inizio del suo ultimo lavoro, “The Stolen Heir”), Hannah Kaner decide, infatti, di capitombolare il lettore nel bel mezzo di un’azione brutale e drammatica: il rogo della famiglia di Kissen.

Dal momento che questa scena si delinea presto, ai nostri occhi, come il trauma da cui ogni ferita emotiva dell’eroina ha avuto modo di svilupparsi, va da sé che si tratta di un passaggio imprescindibile: l’emozionante “retroscena” che innescherà la necessità di Kissen di imbarcarsi in un periglioso viaggio interiore, oltre che pratico e letterale.

Coinvolgente, tesa, incalzante, la scena di apertura di “Godkiller” promette ai suoi lettori un’ambientazione spettacolare, una serie di conflitti mozzafiato, la nascita di un’indimenticabile e tormentata eroina… Tutti quegli elementi in grado di dar vita, insomma, a un imperdibile nuovo “classico” del genere.

Purtroppo, come Skedi potrebbe testimoniare, si tratta in realtà di una piccola “bugia bianca”.

Alla resa dei conti, infatti, il resto del romanzo d’esordio di Hannah Kaner non riesce a giustificare l’eccitante senso di aspettativa generato dalle prime cinquanta, sessanta pagine.

Il pesantissimo apparato descrittivo, il ritmo pachidermico e l’intrinseca tediosità di alcuni personaggi rendono la lettura dei capitoli centrali maledettamente faticosa!

Come se “Godkiller” costituisse, a sua volta, soltanto una sorta di “prologo” all’azione vera e propria….


L’ordalia di Gary Stu

Fino all’arrivo a Blendaren, la quest di Kissen e company si rivela, in effetti, stranamente priva di complicazioni. Un paio di attacchi da parte di creature mostruose a caso, una serie di battibecchi fra innamorati fra la cacciatrice di dei e il suo (odioso) love interest.

E, parlando di Elogast, sinceramente non posso fare a meno di tirare fuori la vecchia battuta che continua a circolare in determinati ambienti letterari di stampo femminista:

«Senti un po’. Come lo chiameresti, tu, un Mary-Sue maschio

«Lo chiamerei… il protagonista

Elogast è il più grande guerriero. Nella metà del tempo che serve a Kissen per ferire un nemico, lui riesce a farne fuori cinque, senza versare una goccia di sudore.

È anche un amico fedele. Il confidente ideale. Un impeccabile dispensatore di consigli di vita. Un panettiere sublime. Un cantante dalla voce dolce e melodiosa.

Ha il corpo statuario, Elogast, nonché il sorriso accattivante e lo sguardo espressivo di un cucciolone.

Sarebbe un padre affettuoso e protettivo; un amante generoso e perfetto; il vicino sempre pronto a prestarti una tazzina di zucchero e bla bla bla, chissà quante altre idiozie su questo tenore!

Il suo più grande (e unico) difetto?

Elogast è troppo nobile. Troppo buono. Troppo sincero.

Ora.

Lo intuisci da te, il problema, giusto?

Nobile”, “buono” e “sincero” non sono affatto difetti da superare. Sono soltanto altre virtù, camuffate da difetti.

Perché il loro palese sottotesto è che sia il MONDO a essere in difetto nei confronti di un uomo così leale, così integerrimo, così… così spettacolare.

Elogast non ha veramente motivo di cambiare. Agli occhi della sua autrice, è già “perfetto” così com’è.

Dunque, per quale motivo un lettore dovrebbe trovare interessanti i suoi (patetici) dilemmi morali, o i diecimila capitoli narrati dal suo punto di vista?

Come potrebbe mai, una persona reale, immedesimarsi in questo cavaliere senza macchia e senza paura, o arrivare a fare il tifo per l’(improbabile) storia d’amore nascente fra lui e Kissen?


Il pianeta delle divinità selvagge

Se un lettore leggesse la mia recensione di “Godkiller” fino a questo punto e poi si fermasse, immagino che potrebbe essere portato a pensare: «Wow! Ma allora l’hai detestato davvero un sacco, questo libro, eh?».

In realtà, no.

Il romanzo di Hannah Kaner ha parecchi lati buoni, e vale senz’altro la pena menzionarli.

Oltre al concept da infarto, di “Godkiller” ho apprezzato tantissimo il worlduilding, il sistema magico e la mitologia.

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I migliori libri fantasy in uscita a marzo 2023


Cominciavi a temere che l’articolo sui nuovi libri fantasy in uscita a marzo 2023 non sarebbe mai arrivato, eh?

E invece eccolo qua, giusto un paio di giorni in ritardo rispetto alla tabella di marcia…

Se il mese scorso fosse durato più di 28 giorni (o se io fossi stata in grado di auto-produrre un mio dopplenganger capace di tener fronte a tutti gli impegni al posto mio)…

Bè, chissà? Magari, sarei riuscita a pubblicare con la puntualità di un orologio svizzero! ;D

Ma devo ammettere che sono stati giorni particolarmente duri, un po’ sotto ogni punto di vista.

Per fortuna, c’è sempre una nuova lettura all’orizzonte, pronta a far sparire lavoro, dubbi e preoccupazioni come un colpo di bacchetta magica…


“Il trono di gelsomino: The burning kingdoms” di Tasha Suri

libri fantasy marzo 2023 - il trono di gelsomino

Iniziamo l’elenco dei libri fantasy più attesi di marzo 2023 con un assoluto must read, uno dei miei libri epic fantasy preferiti degli ultimi anni (se ti va, ti ricordo che puoi anche dare un’occhiata alla mia recensione di “The jasmine throne”).

Una principessa spietata e una potente sacerdotessa formano un’alleanza per riscrivere il fato di un impero. Esiliata dal suo dispotico fratello, la principessa Malina trascorre il suo tempo a sognare una vendetta che sembra improbabile: dopotutto, è stata imprigionata all’interno dell’Hirana, un antico tempio in cui, tempo prima, pare scorressero le acque magiche in grado di concedere fenomenali poteri a chiunque vi si immergesse. Adesso, però, il tempio è poco più di una rovina… Lo sa bene Priya, che dell’Hirana conosce ogni arcano segreto. Ma, per tenere il suo passato nascosto, la ragazza ora è costretta a lavorare lì in qualità di sguattera, al servizio dell’odiata schiatta del fratello di Malini. Ma quando la principessa assiste a un evento in grado di svelare la vera natura di Priya, i destini delle due donne cominciano a intrecciarsi in maniera indissolubile…

“The jasmine throne: Il trono di gelsomino” sarà disponibile, anche su Amazon, a partire dal 24 marzo 2023.


“The prison healer” di Lynette Noni

La diciassette Kiva Meridian ha trascorso gli ultimi dieci anni a lottare per la sopravvivenza in una nota prigione letale, Zalindov, lavorando lì in qualità di guaritrice dell’istituto.

Quando la Regina Ribelle viene catturata, a Kiva viene assegnato il compito di tenere in vita la donna, affetta da una grave malattia terminale, abbastanza a lungo da permetterle di essere processata attraverso il Giudizio dei Cinque Elementi: un’ordalia che spetta ai peggiori criminali della nazione. Ma poi arriva un messaggio in codice dalla famiglia di Kiva, una missiva che contiene soltanto un ordine: “Non lasciarla morire. Stiamo arrivando.” Consapevole del fatto che il Giudizio ucciderà la regina malata, Kiva decide di rischiare la sua stessa vita, offrendosi volontaria al suo posto. Se avrà successo, sia a lei, sia alla regina, verrà concesso il dono della libertà. Tuttavia, finora nessuno è mai sopravvissuto alla prova…

“The prison healer” sarà disponibile su Amazon, anche in italiano, a partire dal 28 marzo 2023.


“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri – La strada per Neverwinter” di Jaleigh Johnson

Mentre la Paramount prova a resuscitare il franchise cinematografico di “Dungeons and Dragons”, la casa editrice Armenia ci propone il romanzo-prequel dell’imminente film in uscita nelle sale.

La vita del bardo Edgin Darvis è un completo disastro. Tutto quello che gli rimane, ormai, sono il suo liuto, il suo aspetto affascinante e… non molto altro, in realtà. Dopo un incontro casuale con la combattiva Holga, Edgin è costretto a farsi un esame di coscienza e a riflettere seriamente sulla sua lunga serie di scelte sbagliate. Ma la strada per la redenzione è lunga e irta di costi inaspettati. Per fortuna, il mondo è sempre pieno di ricchi idioti che sembrano implorare un ladrocinio o due… E così, Edgin e Holga fanno quello che qualsiasi imprenditore sensato farebbe al posto loro: formano una squadra, e si mettono al lavoro per accontentarli!

“La strada per Neverwinter” sarà disponibile, anche su Amazon, a partire dal 30 marzo 2023.


“La preda scintillante: Re Mida e la gabbia dorata” di Raven Kennedy

libri fantasy marzo 2023 - la preda scintillante

L’atteso sequel del bestseller a tinte forti “La prigioniera d’oro”.

Per dieci anni, la protagonista ha vissuto in una gabbia dorata all’interno del castello d’oro di Re Mida. Ma una notte sola è bastata a cambiare tutto: adesso, la nostra eroina è diventata una prigioniera dell’esercito del Quarto Regno, e non è affatto sicura di riuscire a uscire da questa brutta situazione sulle sue gambe. L’armata si prepara a marciare per la battaglia, e lei sa di essere il “gettone” di scambio destinato a estinguere o ravvivare le scintille della guerra. E, ovviamente, al centro delle sue preoccupazioni c’è sempre lui… il Comandante Rip. Conosciuto per la sua brutalità sul campo di battaglia, la sua insuperabile crudeltà. Ma lei conosce la verità su di lui. Sa cos’è Rip, in realtà. Uno dei Fae; i traditori, gli assassini che hanno quasi distrutto ogni cosa…

“La preda scintillante” sarà disponibile, anche su Amazon, a partire dal 29 marzo 2023.


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Tutti i libri gialli e thriller in uscita a marzo 2023


Curiosi di scoprire i nuovissimi libri gialli e thriller in arrivo a marzo 2023?

Fra una crime story e un elettrizzante mistery storico, una spy-story e un noir al cardiopalma, qualcosa mi dice che, anche questo mese, i fan del genere avranno l’imbarazzo della scelta!

Io, per esempio, ho già aggiunto almeno tre titoli in wish-list… Un minuto di silenzio per il mio povero portafogli, please! XD


“Nel buio” di Fiona Cummins

libri gialli e thriller marzo 2023 - nel buio

Il Luogo: Seawings, una magnifica casa art deco che si affaccia sulla baia di Midtown-on-Sea.

Il Crimine: una famigliola felice, gli Holden – Piper, Gray e i loro due figli adolescenti – è scomparsa dalla casa senza lasciare traccia.

Il Detective: l’investigatore Saul Anguish; un tipo brillante, ma con un passato oscuro. Un uomo che cammina perennemente in bilico fra luce e oscurità.

Una mattina di tardo autunno, la migliore amica di Piper arriva a Seawing e scopre una scena inquietante: la radio sta suonando, i telefoni sono in carica, le automobili aspettano in garage. Ma la casa è deserta. E, nella stanza del quindicenne Riva Holden, qualcuno ha lasciato una scritta sullo specchio tracciata con il sangue. Tre semplici parole: “Digli di smetterla”. Che cosa significa? Che cosa è successo agli Holden? E che cosa accadrà adesso?

“Nel buio” sarà disponibile, anche su Amazon, a partire dal 3 marzo 2023.


“La figlia del giudice” di Martin Edwards

Fra tutti i libri thriller in arrivo a marzo 2023, “La figlia del giudice” è sicuramente uno di quelli che aspetto con maggiore impazienza!

Londra, 1930. La storia è quella di di Rachel Savernake, considerata da tutti una donna eccentrica, enigmatica, assolutamente impossibile. Figlia di un giudice del posto, Rachel ha causato l’imbarazzo di Scotland Yard risolvendo il cosiddetto Omicidio della Ragazza del Coro, ed è adesso sulle tracce di un altro, pericoloso criminale. Nel frattempo, Jacob Flint, un giornalista locale di cronaca nera, sta cercando di aggiudicarsi lo scoop che sancirà l’ascesa della sua carriera. Flint, infatti, è convinto che dietro ai metodi amatoriali di Miss Savernake si nasconda qualcosa. Non è l’unico a pensarlo. Le ricerche su Rachel Savernake condurranno il giornalista a scavare sempre più in profondità; omicidio dopo omicidio, fino a inabissarsi nel ventre di un labirinto di inganni e corruzione.

“La figlia del giudice” sarà disponibile, anche su Amazon, a partire dal 10 marzo 2023.


“Colpevoli segreti” di Giulia Beyman

L’undicesimo volume dedicato alle indagini di Nora Cooper si apre con la morte di Scott Brooks, noto stilista malato di Alzheimer.

Ufficialmente parlando, l’uomo è rimasto vittima di una brutta caduta dalle scale. Gli sopravvivono le due figlie, le sorelle Hope e Natalie; il loro legame è sempre stato caratterizzato da tensioni e rivalità, e di certo rimanere orfano non ha mai aiutato nessuno a sentirsi più sereno e disposto a stabilire un canale di comunicazione. Sennonché, Nora Cooper, vecchia amica di famiglia, a un certo punto inizia a notare una serie di discrepanze nelle circostanze della scomparsa di Scott. Fino a quando non raggiunge un’inquietante conclusione: e se, in realtà, la morte dello stilista non fosse stata affatto frutto di un incidente? E se… Hope e Natalie nascondessero segreti più oscuri di quanto chiunque possa sospettare?

“Colpevoli segreti” sarà disponibile, su Amazon e Kindle Unlimited, a partire dal 9 marzo 2023.


“The final gambit” di Jennifer Lynn Barnes

libri thriller marzo 2023 - final gambit

Ed ecco arrivare il terzo volume della saga bestseller “The Inheritance Games”, un titolo popolarissimo fra gli appassionati di mistery young adult!

Per entrare in possesso di un’eredità pazzesca, tutto quello che Avery Kylie Grambs deve fare è sopravvivere a qualche altra settimana di residenza a Hawthorne House. I paparazzi seguono ogni suo passo. La pressone finanziaria sta salendo alle spalle. E il pericolo è… bè, un fatto della vita. Ma mentre l’orologio scandisce i secondi che separano Avery dalla vittoria, un nuovo guaio arriva sotto la forma di un visitatore che ha bisogno del suo aiuto – e la cui presenza a Hawthorne House potrebbe cambiare ogni cosa. Perché, a quanto pare, c’è ancora un ultimo, intricato puzzle da risolvere, e Avery e i fratelli Hawthorne stanno per essere trascinati in un gioco mortale da un nuovo e sconosciuto giocatore.

 “The final gambit” sarà disponibile in italiano, anche su Amazon, a partire dal 7 marzo 2023.


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“Babel”: la recensione del libro fantasy di R. F. Kuang


babel recensione - la necessità della violenza - r f kuang

Intendo aprire la mia recensione di “Babel”, il nuovo libro di R. F. Kuang, ponendo al lettore due domande all’apparenza insignificanti.

La prima: fino a che punto ami l’estetica del dark academia?

La seconda: in un romanzo fantasy, l’importanza e l’attualità della tematica, secondo te, dovrebbero avere la precedenza su tutto, o essere comunque subordinate allo sviluppo di una trama e di un sistema magico fatti come si deve?


La trama

Oxford, 1836.

La città delle spire sognanti. Il cuore di tutta la conoscenza e il progresso del mondo. E il suo centro è Babel, l’Istituto Reale di Traduzione. La torre dalla quale scorre tutto il potere dell’Impero.

Dopo che una piaga ha spazzato via il resto della sua famiglia, è qui che approda Robin Swift. Di origini cantonesi, portato in Inghilterra da un guardiano che ha sorvegliato scrupolosamente la sua educazione – ma che non si è mai preso la briga di mostrargli un minimo di affettività – il ragazzo è convinto che Babel sia un paradiso, il luogo in cui tutti i suoi sogni diventeranno realtà.

E, all’inizio, è così.

Robin, infatti, stringe una profonda amicizia con tre ragazzi del suo anno e si dedica anima e corpo ai suoi studi. Diventerà qualcuno, dice a se stesso. E trascorrerà la vita a servire quella stessa città che gli ha offerto così tanto.

Fino a quando non entra in contatto con un membro di una società segreta di ribelli; un giovane con cui Robin scopre di avere parecchie cose in comune, e che sembra pronto a metterlo a parte dei risvolti più oscuri dell’attività di traduzione magica in atto nella sua università.

E così, a poco a poco, Babel si trasforma per Robin in una prigione.

Riuscirà uno studente a stagliarsi contro il potere dell’impero?





“Babel”: la recensione

In molti hanno descritto il nuovo romanzo di R. F. Kuang come un capolavoro imprescindibile, uno dei migliori libri fantasy del 2022.

E…

Ascolta, non dirò che trovo queste dichiarazioni inspiegabili: la gente è furiosa per le ingiustizie del mondo. Lo è dappertutto e, fra l’altro, direi che fa/facciamo moooolto bene a esserlo!

E “Babel”…

“Babel” è un libro che riesce a esporre le crudeltà, le violenze e le ingiustizie del regime coloniale britannico in tutto il loro aberrante splendore.

Solo che, nella sua fretta di tagliare la testa al toro, la Kuang si ostina a passare sopra (come suo solito) a tutte le complesse sottigliezze politico/culturali del caso e si limita a sbatterci in faccia i nostri peccati di ricchi bianchi privilegiati: dopotutto, la civiltà occidentale è stata alimentata dal sangue e dal sacrificio di tantissime altre popolazioni mondiali, e l’autrice – come è lecito aspettarsi – non ha alcuna intenzione di indorare la pillola ai suoi lettori.

Se hai letto la sua trilogia (peraltro, consigliatissima) de “La guerra dei papaveri”, probabilmente conosci già l’efferata brutalità con la quale la Kuang è solita dissezionare le sue tematiche.

C’è da dire che portare acqua al mulino della sua causa non è un compito particolarmente difficile; soprattutto perché ha ragione, e nulla di quanto sostiene è una bugia.

«Ma allora per quale motivo», ti starai chiedendo, «la lettura di “Babel” ti ha snervato e deluso così profondamente?».


Noi e Loro

Bè… prima di tutto, perché il romanzo della Kuang si traduce in un’arringa inarrestabile, un patrocinante flusso di fuoco e fiamme in difesa degli oppressi.

Nella sua trama, nella stessa costruzione dei suoi personaggi, non è possibile rilevare sfumature. Peggio ancora: non è previsto alcuno spazio per un’eventuale controtesi degli avversari, cosa che, a lungo andare, trasforma la narrazione in un prevedibile e oltraggiato cumulo di accuse.

Come un procuratore distrettuale al cospetto di una giuria da persuadere (in questo caso noi, il popolo dei lettori), R. F. Kuang elenca i mali della società mondiale e si limita a ignorare l’esistenza di tutti quegli indizi che non si prestano a supportare la sua semplicistica visione di un mondo perennemente diviso fra innocenti e colpevoli.

Politica internazionale, carenza di risorse, assolutismi, patriarcato, tensioni religiose, semplice contraddittorietà della natura umana?

Pfui!

L’autrice di “Babel” non sa che farsene, di certe quisquilie.

A giudicare da questo libro, per lei esiste soltanto la necessità di tracciare una netta linea di separazione fra Noi e Loro.

Tutta questa parzialità innesca, a lungo andare, una narrazione dai toni infiammati e didascalici; estremamente supponente e, a mio avviso, priva di qualsiasi potere dialettico, proprio perché incapace di concedere voce in capitolo alla sua controparte (fosse anche solo per concedersi la possibilità di demolire le loro tesi).

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“Un fantasma in casa”: la recensione del film disponibile su Netflix


un fantasma in casa - recensione - netflix

Non so fino a che punto la mia recensione di “Un fantasma in casa” potrà aggiungere qualcosa a quanto già detto da tanti altri.

Per una volta, infatti, sento di poter concordare appieno con la maggior parte del pubblico e della critica internazionale: il film di Christopher Landon è un mezzo flop, un semplice prodotto “riempitivo” da propinare ai bambini nel corso di un’uggiosa domenica pomeriggio.

Non che manchino un paio di gag particolarmente riuscite, intendiamoci. Il cast è interessante, e sicuramente le dinamiche fra il giovane protagonista e il suo amico fantasma riescono a intenerire al punto giusto.

Eppure, nel complesso, trovo che “Un fantasma in casa” fallisca nell’unico compito che aveva il “dovere” di assolvere: divertire il pubblico, regalandogli un paio d’ore spensierate all’insegna di buoni sentimenti e magia…


La trama

La famiglia dell’adolescente Kevin (Jahi Winston) si è appena trasferita in una sinistra magione scricchiolante.

I Presley hanno avuto un po’ di problemi economici, ultimamente; soprattutto a causa delle ripetute (e improbabili) trovate “imprenditoriali” di Frank (Antony Mackie), il padre di Kevin.

Il giovane protagonista non riesce a perdonare ai genitori i continui fallimenti e gli inevitabili traslochi da un capo all’altro della nazione. Anche per questo, il suo rapporto con la famiglia e con i coetanei sta diventando sempre più teso e ricco di fraintendimenti.

Almeno fino a quando, vagolando di notte nella sua nuova casa, Kevin non si imbatte nel fantasma di uno stempiato (e smemorato) giocatore di bowling di nome Ernest (David Harbour).

Mentre Frank fa di tutto per sfruttare la presenza dello spettro a proprio vantaggio e trasformarsi nel nuovo divo di Internet, il nostro eroe decide di aiutare il povero Ernest a venire a capo delle misteriose circostanze che avvolgono la sua morte.

Malgrado le interferenze di una suadente presentatrice televisiva (Jennifer Coolidge) e di un’ex agente della CIA fissata con l’aldilà (Tig Notaro), fra i due sboccerà una bella storia di amicizia sovrannaturale.


“Un fantasma in casa”: la recensione

Per come la vedo io, il disperato tentativo di guadagnarsi un posto all’interno del collaudato filone “viva gli anni Ottanta!” finisce con il compromettere pesantemente l’identità del film.

Di Landon avevo apprezzato tanto le commedie horror “Auguri per la tua morte” e “Freaky”. Un po’ meno, per usare un eufemismo, mi aveva convinto la sceneggiatura del film “L’Esorcismo della mia migliore amica” (vale però la pena ricordare che, in quel caso, Landon era coinvolto soltanto nelle vesti di produttore esecutivo).

Non saprei dire che tipo di speranze covassi nei confronti di un progetto come “Un fantasma in casa”. Dopotutto, il titolo, di per sé, risulta abbastanza autoesplicativo, no?

Eppure, considerando i precedenti del regista/sceneggiatore, probabilmente speravo in un film con un pizzico di… personalità in più, se riesco a spiegarmi?

Invece, devo ammettere che lo scarso senso dell’umorismo e la debolezza del plot mi hanno spiazzato. Per non parlare dell’incapacità dello script di armonizzare spunti che sembrano tratti da una mezza dozzina di fonti di ispirazione diverse.

In realtà, secondo me, le gag più divertenti sono quelle che inseguono un trend tutto contemporaneo: prendere allegramente in giro il folle mondo dei social!

Ma fino a che punto è possibile continuare a tifare per i protagonisti di un film che non sembra in grado di scegliere fra la necessità di portare fino in fondo il proprio (demenziale) concept, e l’inspiegabile tentazione di prendersi troppo sul serio?

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“Strange Sally Diamond”: eroine dark e oscuri segreti famigliari nel nuovo thriller di Liz Nugent


strange sally diamond - liz nugent

Qualcosa mi dice che, nell’arco dei dei prossimi mesi, sentiremo parlare spesso di “Strange Sally Diamond”: a detta di molti, un thriller originale e incredibilmente ricco di suspense.

La scrittrice si chiama Liz Nugent, e di suo Neri Pozzi ha già pubblicato “Il Mistero di Oliver Ryan”.

Chiunque abbia avuto il privilegio di leggere il nuovo libro in anteprima, si professa già innamorato pazzo della storia, dei suoi inaspettati colpi di scena e dei suoi pittoreschi personaggi.

“Strange Sally Diamond” uscirà in Gran Bretagna e in Irlanda il 2 marzo 2023. Bestseller annunciato, racconta la storia di una reclusa dal temperamento estremamente enigmatico, che si prepara a confrontarsi con i misteri sconosciuti del suo passato…


“Strange Sally Diamond”: la trama

Sally Diamond non riesce a capire: cosa avrà mai fatto di così strano? Dopotutto, stava soltanto facendo quello che suo padre le aveva chiesto…

Non è colpa sua se l’uomo desiderava essere messo fuori insieme alla spazzatura, una volta passato a miglior vita!

Eppure, adesso Sally si ritrova nell’occhio del ciclone. E non sono soltanto i media affamati di attenzione o i detective della polizia a ossessionarla, ma anche la sinistra voce di un passato che non riesce a ricordare.

E così, mentre comincia a riscoprire gli orrori della sua infanzia, Sally è costretta a mettere piede nel mondo reale per la prima volta; a trovarsi dei nuovi amici e a prendere delle grosse decisioni, mentre inizia a imparare che, nella vita, non sempre le persone che ti circondano intendono davvero quello che dicono.

Ma chi è l’uomo che osserva Sally dall’altro capo del mondo? E perché il suo vicino di casa sembra così interessato a lei?

Sally ha sempre avuto problemi a fidarsi delle persone. Non sa che i suoi limiti stanno per essere severamente messi alla prova…



Una testa piena di pensieri

Thriller domestico, tragicommedia dark, romanzo satirico: “Strange Sally Diamond” sembra pronto a offrire ai suoi lettori un connubio perfetto di tutti questi generi.

Paula Hawkins descrive il nuovo libro di Liz Nugent come «strano e intelligente; scioccante, disturbante e incredibilmente originale!». Mentre Ian Ranking lo definisce (in maniera assai più inquietante…) come una terrificante via di mezzo fra “Room” e “Il Collezionista”.

Da un punto di vista personale, non riesco a fare a meno di pensare a “Mrs March” di Virginia Feito.

L’unica cosa di cui al momento possiamo essere assolutamente certi, però?

“Strange Sally Diamond” ci proporrà il ritratto di una nuova, anticonvenzionale e indimenticabile protagonista femminile. Uno sviluppo sicuramente interessante, dal punto di vista della carriera di Liz Nugent; dopotutto, stiamo parlando della stessa autrice che, nel corso di un’intervista rilasciata all’Irish Times nel 2020, aveva assicurato di «trovare più facile scrivere dal punto di vista maschile, perché gli uomini hanno “meno pensieri in testa” rispetto alle donne».

Non che la Nugent abbia qualcosa contro il genere maschile, si capisce. Anzi. Ritiene gli uomini tutt’altro che stupidi, o poco interessanti.

Semplicemente, pensa che questi ultimi, al contrario delle donne, siano in grado di comportarsi in maniera estremamente lineare, semplice e diretta.

«Le donne hanno la tendenza a pensare troppo. So che per me è così, e anche per la maggior delle altre che conosco…»

Liz Nugent

Varrà lo stesso per la sua Sally Diamond?


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“The Magician’s Daughter”: il nuovo libro fantasy di H. G. Parry


The Magician's Daughter - h g parry

The Magician’s Daughter”, il nuovo romanzo di H. G. Parry, sarà una delicata storia di formazione in salsa fantasy.

L’autrice dell’acclamato bestseller “L’ improbabile fuga di Uriah Heep” tornerà nelle librerie d’oltreoceano e d’oltremanica il 23 febbraio 2023. Il suo nuovo lavoro, già accolto con caloroso entusiasmo da noti scrittori di speculative fiction quali Alix E. Harrow, Cameron Johnston e Andrea Stewart, uscirà per la Orbit negli USA e per la Red Hook in UK.

Secondo fonti attendibili, si tratterà, ancora una volta, di un libro assolutamente autoconclusivo. Pronto a stagliarsi, peraltro, al punto d’incontro ideale fra il sottogenere del fantasy storico e la fiaba classica


“The Magician’s Daughter”: la trama

Su un’isola remota al largo delle coste irlandesi, nascosta dalla magia, si cela un luogo di rovine e alberi antichi, di aria salata e di storie di fate.

Hy-Brasil è l’unica casa che Biddy abbia mai conosciuto. Approdata sulle sue coste da piccolissima, la giovane ha condotto sulle sue spiagge un’esistenza pacifica e tranquilla, con l’unica compagnia del suo guardiano, l’imprevedibile mago Rowan.

Una vita che, ormai, Biddy trova sempre più soffocante.

Almeno fino a quando Rowan non svanisce, risucchiato da uno dei suoi misteriosi viaggi; per ritrovarlo, Biddy dovrà quindi avventurarsi nel pericoloso e vasto “mondo di fuori” per la prima volta.

Ma Rowan ha dei nemici potenti, forze che stanno cercando di accaparrarsi tutta la magia del mondo, e che hanno già puntato gli occhi sui numerosi segreti custoditi dal mago.

Biddy potrebbe essere la chiave per fermarli. Eppure, più si avvicina alle risposte che cerca, più la nostra eroina comincia a mettere in dubbio tutto ciò che credeva di sapere a proposito di Rowan, del suo passato, e della stessa natura della magia.



Magia sull’isola

«Another gem of a novel from a talented writer.»

Kirkus Review

Che cosa succede quando una giovane donna, allevata da un mago nel più completo isolamento, scopre che le cose non sono quello che sembrano ed è costretta ad avventurarsi nell’Inghilterra dell’inizio del Novecento?

In quali ignoti pericoli si imbatterà? Fino a che punto sarà costretta a spingersi, per assicurarsi che il potere della magia non venga definitivamente sottratto al nostro mondo?

Devo dire che mi è bastato dare un’occhiata alla trama di “The Magician’s Daughter” (letteralmente: “La Figlia del Mago”) per tornare con la mente alle soffuse atmosfere incantate de “Le Diecimila Porte di January”, lo straordinario romanzo d’esordio di Alix E. Harrow.

Sarà un buon segno? Mi piace pensare di sì…

In realtà, non ho ancora letto nulla di H. G. Parry. Ma “L’ improbabile fuga di Uriah Heep” fa parte della mia lista da tempo immemorabile, per cui ammetto che la tentazione di recuperare inizia a farsi sempre più impellente…


I libri di H. G. Parry

“The Magician’s Daughter” sarà il secondo romanzo di H. G. Parry. Ma non dobbiamo dimenticare che, fra il 2020 e il 2021, l’autrice ha pubblicato anche una duologia di “novelle” (cioè, una coppia di romanzi brevi) chiamata “Shadow Histories”.

A Declaration of the Rights of Magicians” è un racconto ucronico ambientato nel pieno di un Illuminismo alternativo; un’epoca piena di fermenti politici e magici, in cui il necromante Robespierre si prepara a scatenare la rivoluzione in Francia, il mago del tempo Toussaint L’Ouverture conduce gli schiavi di Haiti incontro alla loro giusta liberazione, e l’audace Primo Ministro William Pitt inizia a soppesare la legalizzazione della magia fra i sudditi comuni e l’abolizione nelle sue colonie d’oltreoceano.

Eppure, nel mezzo di tutti questi complicati cambiamenti, si nasconde una forza sconosciuta, determinata a incitare l’umanità verso il violento conflitto armato. E sarà necessario ricorrere all’aiuto combinato di rivoluzionari, maghi e abolizionisti per smascherare l’identità di questo nemico, prima che il mondo intero sprofondi nella tenebra assoluta.

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“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione del libro fantasy di Heather Fawcett


Emily Wilde's Encyclopaedia of Faeries - recensione - heather fawcett

Dopo l’annuncio dell’uscita USA e quella italiana, ormai imminente, arriva la recensione di “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”, libro fantasy sulle fate firmato dall’autrice canadese Heather Fawcett.

Un romanzo dolcissimo (ma tutt’altro che zuccheroso!), avventuroso e ricco di verve, al perfetto crocevia fra cozy fantasy e light academia.

Sai che ti dico?

Per una volta, voglio proprio sbilanciarmi: siamo ancora a febbraio, ma scommettiamo che “L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde” sarà una delle mie letture preferite del 2023?


La trama

Emily Wilde è una rispettata accademica di Cambridge, una delle massime esperte di folclore e “driadologia”, la scienza che studia gli usi e i costumi delle varie specie fatate disperse ai quattro angoli del globo.

Una sorta di “zoologia” delle fate, insomma.

L’unica cosa che manca alla sua carriera?

Riuscire a firmare la primissima Enciclopedia interamente dedicata al mondo dei faery.

Per questo, Emily ha deciso di dedicare gli ultimi nove anni della sua vita alla stesura di un’immensa guida sul campo, a cui non manca ormai che l’ultimo capitolo… una sezione che Emily intende riservare ai “Nascosti”, una dispettosa razza fatata che vive solo nelle più gelide selve incontaminate dei Paesi del Nord.

La nostra eroina parte dunque alla volta dell’isolato villaggio di Hrafnsvik, determinata a consacrarsi alle sue ricerche e a tenersi alla larga dai curiosi abitanti locali.

In effetti, Emily ama considerarsi un vero e proprio “lupo solitario”. Burbera, goffissima e sorprendentemente incline a dire sempre la cosa sbagliata nel momento più inopportuno, non ha amici all’infuori del suo bizzarro e affettuoso cane nero, Shadow.

Emily non vede motivo di cambiare abitudini. Dopotutto, sta benissimo per conto suo… O così ha sempre pensato.

Almeno fino a quando Wendell Bambleby – il suo solare, esasperante e tragicamente comico rivale accademico – non decide di raggiungerla in città, pronto ad affiancarla nella ricerca sui Nascosti.

La presenza dell’uomo sul posto sortisce il doppio effetto di frustrare e confondere Emily. Anche perché, per la maggior parte del tempo, la studiosa non riesce a decidere se preferirebbe baciare Wendell, oppure strozzarlo con le sue mani.

Tuttavia, mentre si avvicina alla scoperta che le permetterà di svelare i segreti dei Nascosti, la nostra eroina si ritrova improvvisamente per le mani un altro mistero: chi diavolo è Wendell Bambleby, in realtà?

Da dove viene? E, soprattutto, che cosa vuole?

Perché è chiaro che l’affascinante collega le sta nascondendo qualcosa…

Eppure, per trovare le risposte che cerca, Emily stavolta dovrà risolvere il mistero più grande di tutti… il suo stesso cuore.



“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries”: la recensione

Nel remoto caso in cui non si fosse capito, nutro un debole irrazionale per i libri fantasy che parlano del Piccolo Popolo. Sempre stato così, da che sia in grado di ricordare.

Eppure, sulle prime, temevo che “Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” potesse rappresentare un’immersione un po’ troppo drastica nel regno del romance (anche se sapevo già che il trope romantico principale avrebbe ruotato attorno alla classica dinamica del “GrumpyXSunshine”, peraltro una delle mie preferite).

E Invece…!

Devo ammettere che, nel giro di pochissimi capitoli, il libro di Heather Fawcett è riuscito a rapirmi, regalandomi un intreccio avventuroso e vivace, un’incantevole ambientazione nordica e un’atmosfera degna di alcune delle mie storie fantasy preferite: mi vengono in mente “Cuore Oscuro” di Naomi Novik e “L’Orso e l’Usignolo” di Katherine Arden, tanto per cominciare; ma anche (e, forse, soprattutto…) l’adorabile “Legends and Lattes” di Travis Baldree.

Parte del mio livello di gradimento va senz’altro attribuito all’ottima costruzione dei personaggi. Emily è una protagonista meravigliosa, forte e al tempo stesso incredibilmente cocciuta, stravagante e piena di insicurezze.

Wendell Bambleby, dal canto suo, è probabilmente il più originale, esilarante e convincente interesse romantico maschile di cui abbia letto negli ultimi anni! Un eroe che ama cucire, riordinare la casa e poltrire sopra ogni cosa; ma che si rivela anche capace, all’occorrenza, di tirare fuori una grinta e un coraggio invidiabili.

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“Assassin of Reality”: Fazi conferma l’uscita italiana del sequel di “Vita Nostra”


sequel vita nostra - tentativi ed errori - assassin of reality

L’attesissimo sequel di “Vita Nostra”, uno dei dark academia più eccentrici e acclamati degli ultimi anni, debutterà in lingua inglese a marzo 2023. Ma ci sono ottime notizie anche per i fan italiani: proprio oggi, infatti, la casa editrice Fazi ha confermato, tramite i suoi canali social, che “Assassin of Reality” arriverà in traduzione anche da noi!

Se non vedi l’ora di scoprire cosa si nasconde nel futuro di Sasha, preparati dunque a compiere un altro, claustrofobico tuffo nel suo oscuro (e linguisticamente intricato) mondo di paradigmi, misteri, ombre e incantesimi.

L’Istituto di Tecnologie Speciali nasconde ancora parecchi segreti e, ancora una volta, il compito di svelarli spetterà proprio alla nostra eroina…


“Assassin of reality”: la trama del sequel di “Vita Nostra”

In “Vita Nostra”, Sasha Samokhina, una studentessa del terzo anno presso l’Istituto di Tecnologie Speciale, si trovava nel bel mezzo dell’esame finale quando si è trasformata in una parte del Grande Discorso.

Dopo aver superato ogni aspettativa nutrita dai suoi insegnanti, Sasha emerge quindi dall’esame sotto forma di Password, una parte del discorso unica e potentissima.

Soddisfatta e pronta ad abbracciare il suo nuovo ruolo, Sasha scopre presto che i suoi poteri rappresentano una minaccia per il vecchio mondo e che, a dispetto del suo duro lavoro, potrebbe essere destinata a fallire ancora prima di cominciare.

In ogni caso, Farit Kozhennikov, l’oscuro mentore di Sasha, trova un modo per tirarla fuori dall’oblio e riportarla indietro per i propri scopi.

E, a causa di questo gesto, Sasha dovrà correggere i propri errori prima di ricevere l’autorizzazione a diplomarsi ed essere costretta a compiere ciò che a pochi è stato chiesto, e in meno ancora sono riusciti a portare a termine: diventare una parte integrante del Grande Discorso e trasformarsi in una dei rari individui in grado di alterare la realtà.

Se fallirà, dovrà affrontare un fato peggiore della morte: la scelta sarà sua.

Con i suoi insegnanti inclini a disprezzarla e/o a temerla, i compagni che non si fidano di lei e un nuovo, fragile amore all’orizzonte – per un giovane pilota privo di qualsiasi affiliazione verso la scuola – Sasha apprenderà che i piani e i progetti personali degli umani tendono ad andare in malora più spesso che no.

Il che significa che Sasha dovrà riscrivere il mondo per impedire che ciò accada… o fallire in via definitiva.


Il “Ciclo delle Metamorfosi”

“Vita Nostra” è il primo romanzo di una serie di romanzi fantasy firmati da Marina and Sergey Dyachenko, una coppia di autori ucraini abituati a scrivere in lingua russa.

Fra i grandi estimatori del loro lavoro, non possiamo fare a meno di citare Lev Grossman e R. F. Kuang.

Quest’ultima, in modo particolare, deve sicuramente tantissimo a questa imprevedibile e rivoluzionaria saga dark fantasy per lettori adulti: dopotutto, è difficilissimo immaginare che il suo “Babel” avrebbe mai visto la luce del sole, se non fosse stato per Sasha e le sue intricate avventure nel mondo della linguistica avanzata.

“Assassin of reality” riprenderà a narrare gli eventi dal punto esatto in cui si erano interrotti al termine del primo libro, o quasi.

E io, naturalmente, mentirei se affermassi di aver capito proprio TUTTO quello che c’era da capire a proposito di quello sconcertante finale. Anzi, probabilmente, prima di leggere il sequel di “Vita Nostra”, mi farà bene dare una rispolveratina a qualche teoria e a un paio di plausibili spiegazioni.

Ma non c’è davvero modo di negare il fascino di una storia che, con estrema disinvoltura, riesce a combinare svariati elementi di filosofia, filologia, etica e cosmogonia (più chissà quante altre cervellotiche discipline che finiscono in “-ia”).

Se vuoi scoprire la mia opinione nel dettaglio, ti rimando comunque alla mia recensione di “Vita Nostra”. L’articolo è stato pubblicato per la prima volta ad agosto 2021, sul mio primo blog, il “Laumes’Journey”.


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“Extraordinary”: 5 cose che uno scrittore di libri new adult può imparare guardando la prima stagione


extraordinary - prima stagione - banner

La prima stagione di “Extraordinary” è stata la mia serie tv-rivelazione di gennaio.

A mio avviso, infatti, l’incredibile qualità della sceneggiatura – fresca, graffiante, irriverente… totalmente fuori di testa! – basta e avanza a compensare tutti i suoi (piccoli) difetti a livello tecnico e recitativo.

La trama dello show distribuito su Disney+ verte intorno alle tragicomiche disavventure quotidiane di Jen (Máiréad Tyers), uno dei pochi esseri umani privi di superpoteri in un mondo in cui persino il postino, o la tua amichevole fornaia di quartiere, avrebbe le carte in regola per presentare domanda d’assunzione presso il locale team degli Avengers.

Come saprai, non è la prima volta che la Disney decide di affrontare il tema supereroistico dal punto di vista dell’”escluso” (coff coff… “Encanto”… si schiarisce la voce…).

Eppure, dammi retta…

Sulla piattaforma di Topolino, non hai mai visto nulla di remotamente simile a “Extraordinary”! Un coming-of-age arguto e dissacrante, sulla scia di folli show televisivi come “Fleabag” o “The Flight Attendant”.

E se sei uno scrittore alle prime armi…

Assicurati di guardare la serie tv creata da Erin Moran almeno due volte, e in lingua originale. Da uno show come questo, fidati di me, c’è sempre e solo da imparare…


1. Vedi alla voce “drama queen”: ovvero, come scrivere un personaggio femminile forte, ma totalmente fuori controllo

Come dicevo, ritengo la sceneggiatura di “Extraordinary” estremamente brillante; a partire dal modo in cui sceglie di caratterizzare i suoi personaggi e, in modo particolare, la sua protagonista, Jen.

Un’antieroina disastrosa, anche a voler arrotondare la stima per difetto. Un autentico trainwreck, un riepilogo ambulante di contraddizioni, difetti e nevrosi tipici dell’età contemporanea.

All’inizio di questa prima stagione, Jen ha un carattere orrendo, un modo di fare destinato a ispirare nello spettatore tanto imbarazzo e fastidio, quanta ineluttabile empatia.

Per non parlare della sua marcata inclinazione all’autolesionismo e allo zerbinaggio compulsivo, o della sua all’incredibile capacità di stringere legami inutilmente complicati con chiunque le capiti a tiro.

Certo: ha grinta da vendere, Jen, e un singolare, goliardico spirito dell’umorismo metropolitano.  E poi, vuole davvero bene ai suoi amici, anche se non sempre è in grado di dimostrarlo.

Ma Jen è anche un’imbecille patentata, piena di complessi e di paure infantili che le rendono la vita un inferno. Cose che la spaventano e che la spingono ad agire d’impulso, commettendo gli sbagli più catastrofici che tu possa immaginare.

Insomma, per farla breve: Jen – per quanto a tratti possa risultare ridicola, antipatica, egocentrica, perfino odiosa – è un essere umano a tutto tondo, l’incarnazione stessa del concetto di ANTI-Mary-Sue.

Di più: è una donna dei giorni nostri, una sorta di “specchio” deformante in grado di restituirci un’’immagine ingigantita, ma perfetta, di tutti i nostri più grandi difetti.

Lontana anni luce da ogni stereotipo di genere, insomma.

E, perciò, totalmente irresistibile.


2. Come porre le basi per un solido arco trasformativo del personaggio

Ricordi quando abbiamo parlato dei prerequisiti necessari allo sviluppo di un buon arco trasformativo del personaggio?

Da questo punto di vista, la protagonista di “Extraordinary” non si fa mancare assolutamente nulla.

Jen, infatti, può contare su:

  • Una persistente Bugia che l’affligge sin dai tempi dell’adolescenza (la certezza strisciante di valere poco e niente, a causa della sua mancanza di superpoteri);
  • Una Ferita Emotiva contenuta nel suo background (la spiccata e implacabile preferenza dimostrata da sua madre nei confronti di sua sorella minore, Andy);
  • Un Oggetto del Desiderio superficiale, in grado di alimentare e “mandare avanti” la trama di questa prima stagione (tentare in ogni modo di sbloccare i suoi poteri latenti. Jen, infatti, è convinta che trasformarsi in un super-donna le permetterà di raddrizzare il corso della sua vita);
  •  Una Verità capace di ribaltare la Bugia (che uno abbia la superforza o la capacità di riavvolgere il tempo, o nessuna dote speciale in assoluto, la sostanza non cambia: la vita di ognuno di noi è una specie di farsa grottesca, pronta a farci ridere o piangere a seconda della prospettiva. Imparare a perdonare e a voler bene – agli altri, ma prima di tutto a noi stessi – è l’unico modo per cavarsela).

Mi segui?

Per passare dalla Bugia alla Verità, Jen dovrà compiere innumerevoli passi falsi e subire penose batoste.

Ma sarà proprio la sua capacità di rialzarsi dopo ogni sconfitta, in ultima analisi, a rendercela così cara e vicina (per approfondire l’argomento, ti rimando all’articolo “Come scrivere un protagonista indimenticabile: dalla “ferita emotiva” alla scoperta della propria verità“).

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