“Madre d’Ossa”: il nuovo libro di Ilaria Tuti arriva in libreria a giugno 2023


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Madre d’Ossa” sarà il quinto libro della serie “I Casi di Teresa Battaglia”, un ciclo di romanzi thriller firmati dall’autrice friuliana Ilaria Tuti.

Una novità attesissima, prevista da Longanesi per il 6 giugno 2023.

Nel nuovo volume, il commissario di polizia/specialista dell’arte del profiling più amato della narrativa italiana dovrà affrontare una sfida di ordine estremamente personale, e risolvere un mistero che sembra affondare le radici nelle profondità danneggiate della sua memoria.

Riuscirà Teresa Battaglia a portare a galla la verità, nonostante le allarmanti zone d’ombra che continuano a mettere a repentaglio la sua lucidità?


“Madre d’Ossa”: la trama

Quando Massimo Marini si precipita sul luogo segnalato da una chiamata anonima, si trova al cospetto di una scena inimmaginabile: la sua collega, Teresa Battaglia, intenta a stringere fra le braccia il cadavere di un giovane uomo.

In quel desolato angolo di montagna, un crimine terrificante potrebbe essersi consumato nella più totale indifferenza della natura. Teresa, dal canto suo, non dovrebbe trovarsi lì; la sua presenza è altamente irregolare, una minaccia per la stessa attendibilità delle prove forensi.

Marini, al pari di tanti altri colleghi e amici di Teresa, si vede costretto a saltare a quella che sembra essere la conclusione più logica di tutte. Una sola domanda lo tormenta: che Teresa abbia finalmente perso la battaglia contro il deterioramento della sua memoria e, con essa, la sua preziosa attendibilità?

Eppure, non sempre l’apparenza coincide con la realtà. Per risolvere il caso, e stabilire la verità, bisognerà scavare, ancora una volta, al di là della superficie…



Umanità e dedizione

La verità è che mi riprometto di recuperare i libri di Ilaria Tuti da più di due anni. Che cosa posso dire? Sono una pessima, pessima persona! Perennemente accecata dall’incessante flusso di nuove uscite, ho permesso a me stessa di far cadere questi promettenti titoli nel dimenticatoio.

Sennonché, un paio di giorni fa, imbattendomi nella notizia della pubblicazione imminente di “Madre d’Ossa”, ho ricominciato ad avvertire il fortissimo desiderio di “incontrare” di persona il commissario Battaglia.

E non soltanto perché quelli di Ilaria Tuti sono romanzi popolarissimi, consigliati dalla stragrande maggioranza dei fan del genere.

In realtà, è soprattutto la figura di questa investigatrice sessantenne, malata di Alzheimer e decisamente fuori forma, che tende a suscitare tutta la mia curiosità.

Dopotutto, un’eroina così, non sembra esattamente comune, all’interno del panorama editoriale italiano; non trovi?

E le belle parole di Donato Carrisi non fanno che confermare le mie impressioni positive:

«Con Teresa Battaglia, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi.»

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“Il Reietto”: la recensione dell’elettrizzante libro fantasy di Anthony Ryan


il reietto recensione - anthony ryan - fanucci

Quella che stai per leggere è la mia seconda recensione de “Il Reietto”, il brillante libro fantasy di Anthony Ryan.

Se vuoi, puoi ancora leggere la prima. La troverai fra le pagine del mio vecchio blog, il “Laumes’Journey”. L’articolo fa sempre riferimento all’edizione in lingua originale del romanzo (“The Pariah“).

Tuttavia, in occasione dell’imminente uscita italiana de “Il Reietto”, ho pensato che sarebbe stato carino tornare a spendere qualche parola su una storia che – se in questi ultimi anni ho imparato qualcosa – difficilmente riuscirà ad attirare l’occhio di qualche influencer d’ultimo grido e a guadagnarsi un posto in vetrina.

Eppure, lascia che te lo ribadisca: per un appassionato di narrativa fantastica, quello di Anthony Ryan è un volume assolutamente imperdibile!

Primo atto di una trilogia (vagamente) ispirata alla leggenda di Robin Hood, “Il Reietto” è in grado di offrire ai lettori una vera e propria costellazione di scene al cardiopalma, un intreccio denso di misteri (e di sottotrame!) e una solida ambientazione a metà strada fra la Foresta di Sherwood e un gdr americano.

Se ami il grimdark, le storie di formazione e le ambientazioni a sfondo medievale, preparati a tuffarti a capofitto fra le pieghe di una nuova avventura…


La trama

Alwyn Scribe è un fuorilegge nato e cresciuto nel tormentato regno di Albermaine.

Malgrado la sua spiccata attitudine nei confronti della spada, e un ingegno molto più acuto della media, Alwyn non è dotato di grandi ambizioni. In realtà, si accontenterebbe volentieri di un’esistenza trascorsa all’insegna della libertà che soltanto i suoi adorati boschi sono in grado di offrirgli. Una vita spensierata, in compagnia dei suoi amici banditi.

Ma quando un atto di tradimento inimmaginabile manda definitivamente a rotoli il suo mondo, Alwyn finisce per imboccare un nuovo sentiero. Uno forgiato nel sangue e nella vendetta, che lo condurrà, alla fine, a imbracciare le armi e a unirsi alle schiere dell’esercito del re.

Sotto il comando di Lady Evadine Courlain, una nobildonna assediata dalle terrificanti visioni di un apocalisse demoniaco, Alwyn dovrà sopravvivere alla guerra e ai letali intrighi escogitati dalla nobiltà. Senza dimenticare la necessità di presentare un conto salato a tutti quelli che hanno mandato a rotoli il suo passato.

Eppure, mentre forze di ogni tipo – umane e arcane – si addensano per opporsi all’ascesa di Evadine, Alwyn sarà anche costretto a fare una scelta: un uomo come lui, può davvero sperare di trasformarsi nel guerriero di cui il mondo ha bisogno? O rimarrà sempre e soltanto un comune bandito?



“Il Reietto”: la recensione

Secondo molti lettori americani, il primo romanzo della serie “L’Alleanza d’Acciaio” è la lettura perfetta per chiunque abbia amato “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R. R. Martin.

E, in effetti, c’è da dire che i due titoli hanno davvero parecchi elementi in comune: a cominciare dall’ambizioso proposito di inserire l’elemento fantastico all’interno della trama in maniera lenta, ponderata e graduale.

Nei due casi specifici in questione, questo accorgimento vanta l’innegabile vantaggio di riuscire a instillare in chi legge un delizioso, piacevolissimo brivido di anticipazione.

Nel mondo di Alwyn, tieni presente, la magia è una creatura pericolosa, ma sottile; arcana e misteriosa. Un letale strumento al servizio di chi cospira per impadronirsi del potere e, al tempo stesso, un enigma che il lettore dovrà cercare di sbrogliare al fianco di Alwyn.

Altro fattore degno di nota, la natura coinvolgente e super-immersiva della narrazione. Un risultato che Anthony Ryan riesce a portare a casa (anche) grazie alla forza dirompente della voce di Alwyn, un protagonista con cui non si fa minimamente fatica a entrare in sintonia.

Altrettanto carismatici risultano, del resto, i comprimari e i personaggi secondari.

A partire dalle numerose (e conturbanti) figure di donna che popolano le pagine del romanzo. Malgrado la natura pseudo-medievale dell’ambientazione, infatti, Ryan evita di incappare nell’errore commesso da tanti autori di sword and sorcery vecchio stampo, e si tiene alla larga da ogni trito cliché relativo alla costruzione dei personaggi femminili.

Al momento, devo dire che nutro una particolare curiosità nei confronti di Lady Evadine: un’ambigua Giovanna d’Arco, tormentata da una serie di inquietanti premonizioni. Ma mi intriga anche la storyline rappresentata da quella sorta di punto interrogativo ambulante chiamato “Sack Witch”.

Una strega che sa decisamente più di quello che dice, e che sembra destinata a giocare un ruolo fondamentale nel corso dei prossimi volumi.

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“Poster Girl”: arriva in Italia la nuova distopia di Veronica Roth


poster girl - veronica roth - italia - mondadori

Con “Poster Girl”, la popolare scrittrice americana Veronica Roth proclama di nuovo a gran voce il suo sconfinato amore per il genere distopico.

Il nuovo romanzo dell’autrice della saga di “Divergent” sarà un adrenalinico thriller fantascientifico a là “Minority Report”, incentrato sul tema del complicato e crescente impatto delle tecnologie di sorveglianza sulla nostra società.

Totalmente autoconclusivo, “Poster Girl” arriverà nelle librerie italiane il 4 aprile 2023, a opera di Mondadori. La traduzione sarà a cura di Roberta Verde.


“Poster Girl”: la trama

Per decadi, la popolazione della megalopoli Seattle-Portland ha vissuto sotto la costante sorveglianza di un impianto oculare chiamato Insight, un congegno che permette il tracciamento di ogni parola bisbigliata e di qualsiasi azione.

Ovviamente, i comportamenti spiati attraverso questo strumento sono sempre stati ricompensati o puniti a seconda della loro capacità di allinearsi allo stretto codice morale istituito dalla Delegazione.

Ma poi c’è stata una rivoluzione e, da allora, ogni cosa è cambiata. A partire dalla caduta della Delegazione.

I più preziosi individui di questa organizzazione sono adesso rinchiusi nell’Aperture, una prigione ai confini della città. E tutti gli altri, finalmente liberi dal costante monitoraggio di Insight, hanno avuto la possibilità di andare avanti con le loro vite.

Sonya, un’ex “ragazza poster” al servizio della Delegazione – a Sonya apparteneva, infatti, uno dei volti che comparivano regolarmente sui loro manifesti di propaganda – sta scontando la sua pena da dieci anni, quando un suo vecchio nemico arriva a proporle un accordo: ritrovare una ragazzina scomparsa, portata via ai suoi cari dal vecchio regime, e guadagnarsi la libertà.

Il sentiero che Sonya imboccherà per ritrovare la bambina la condurrà attraverso un mondo post-Delegazione, corrotto e a lei totalmente alieno. Finché, alla fine, Sonya sarà costretta a scavare nel proprio passato – e nei segreti più oscuri della sua famiglia – portando a galla verità insospettabili.



Dalla parte sbagliata della storia

Veronica Roth ama descrivere il suo “Poster Girl” come una sorta di punto di incontro fra “Stazione 11” e “Minority Report”.

Potrei sbagliarmi – non sarebbe la prima volta – ma qualcosa mi dice che i suoi fan di antica data ritroveranno fra pagine di questo nuovo libro anche alcuni degli elementi che hanno reso “Divergent” un bestseller dal respiro internazionale: tanta azione, un pizzico di romance e uno sguardo disincantato sul (gramo) futuro incontro al quale la nostra civiltà sembra così beatamente ansiosa di precipitarsi incontro.

Dopotutto, da un punto di vista tematico, il controverso rapporto fra umanità e la tecnologia ha sempre assunto un ruolo centrale all’interno delle trame di Veronica Roth.

Ma, allora, cosa ci sarà di diverso in “Poster Girl”, rispetto ai suoi romanzi precedenti? E da dove è nata l’idea per questo peculiare progetto?

«Volevo esplorare un personaggio diverso. Ho sempre scritto di eroi di stampo tradizionale, perfino quando si trattava di eroi riluttanti ad agire, all’inizio, ma Sonya non è così. Lei era dal lato sbagliato della rivoluzione.

Ho cominciato a scrivere senza sapere come mi sentivo nei suoi confronti, cosa che per me è strana. La mia politica, di solito, prevede che io stia dalla parte della protagonista. Alla fine, ho sviluppato della simpatia per lei, ma ho anche iniziato a giudicarla un sacco… e mi sono sforzata di tenere questi sentimenti in costante tensione.

Uno dei temi che ne emerge è che puoi essere la vittima e il carnefice nello stesso tempo, in un sistema del genere.»

Veronica Roth, in un’intervista rilasciata al “The Orange County Register”.
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“Le Navi d’Ossa”: pirati, draghi e battaglie nel libro fantasy di R. J. Barker


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Le Navi d’Ossa”, traduzione italiana di “The Bone Ships” di R. J. Barker, arriverà in Italia grazie alla casa editrice Meridiano Zero.

Il romanzo – primo volume di una trilogia fantasy di nicchia, ma molto apprezzata dai fan britannici – arriverà in libreria il 31 marzo 2023. L’uscita segnerà il gradito ritorno in Italia dell’autore de “L’Età degli Assassini”, storia dai toni grimdark approdata da noi nel 2017, per opera della Mondadori.


“Le Navi d’Ossa”: la trama

Per generazioni, le Cento Isole hanno continuato a costruire le loro navi a partire dalle ossa di antichi draghi ormai estinti. Il tutto, allo scopo di portare avanti una guerra interminabile, che si trascina da generazioni e generazioni.

Perché i draghi saranno anche scomparsi… ma la battaglia per la supremazia persiste da tempo immemore.

Sennonché adesso, per la prima volta dopo secoli, un drago vivente è stato avvistato nelle acque distanti. E, naturalmente, adesso entrambe le parti del conflitto vedono in questa scoperta l’opportunità di ribaltare le sorti del conflitto a proprio favore.

È in queste circostanze che Joron Twiner, capitano in disgrazia di una nave maledetta, incrocia il sentiero della determinata dama di nave “Lucky” Meas, pronta a requisire il comando dell’imbarcazione nera per dare la caccia al drago.

Ma, per avere qualche speranza di acciuffare la creatura mitologica che tutti stanno cercando, i due reietti dovranno unire le forze e affidarsi a un pericoloso equipaggio di criminali ed emarginati…



La trilogia “The Child Tide”

Ti dirò: quando l’autrice della saga “I Mercanti di Borgomago” si spinge al punto di definire “brillante” un romanzo fantasy a tema piratesco, solitamente mi sento piuttosto incline a drizzare la antenne.

Del resto, Robin Hobb non è stata l’unica a spendere parole di lode nei confronti della trilogia “The Tide Child” di Barker. Anche John Gwynne, Tasha Suri, Evan Winter e Adrian Tchaikovsky hanno espresso tutto il loro entusiasmo nei confronti di questa saga.

E, ammettiamolo…

Draghi, pirati, avventure, battaglie, una coppia di outsider al comando di un’imbarcazione piena di tagliagole?

Se non è questa la ricetta per un romanzo fantasy esplosivo, non saprei proprio cos’altro chiedere…

Va precisato che ne “Le Navi d’Ossa”, secondo una recensione pubblicata sull’imprescindibile sito “Publisher Weekly”, R. J. Baker dedica un’inusuale livello di attenzione alla cura del dettaglio, soprattutto per quanto riguarda la descrizione della vita marinaresca in tutte le sue sfumature. Tant’è che, verso la fine, l’autore dell’articolo arriva a paragonare il libro a una delle saghe nautiche del famoso romanziere Patrick O’Brian.

Colgo anche l’occasione per ricordare che “Navi d’Ossa” è riuscito ad aggiudicarsi, nel 2020, il British Fantasy Award per il miglior romanzo, sbaragliando la competizione offerta da concorrenti del calibro de “Le Diecimila Porte di January” di Alix E. Harrow, “The Migration” di Helen Marshall e “The Poison Song” di Jen Williams.

La trilogia “The Child Tide” comprende i libri:

  1. The Bone Ships (Le Navi d’Ossa, 2022, Meridiano Zero);
  2. Call of the Bone Ships;
  3. The Bone Ship’s Wake.

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“Killers of a Certain Age”: la recensione dello scoppiettante libro thriller di Deanna Raybourn


killers of a certain age recensione - deanna raybourn

La recensione di “Killers of a Certain Age” è rimasta “in caldo” per un po’, ma è finalmente arrivato il momento di servirla in tavola!

Anche perché posso assicurarti che l’originale libro thriller di Deanna Raybourn rappresenta un’ autentica delizia: l’irresistibile storia di quattro donne sessantenni che, dopo aver trascorso una vita a lavorare come sicari per una misteriosa organizzazione internazionale, finiscono al centro di un complotto per la conquista del potere.

Romanzo autoconclusivo, “Killers of a Certain Age” poggia su una premessa che, su un piano potenziale, sarebbe in grado di fornire dell’ottimo materiale per una serie lunghissima. E poi, vanta l’innegabile vantaggio di offrire al lettore una boccata d’ aria fresca nell’ambito di un panorama (quello della “spy-story”) solitamente fin troppo sovraffollato e infarcito di stereotipi.


La trama

Billie, Mary Alice, Helen e Natalie hanno lavorato per quarant’anni per il Museo, una rete d’assassini d’elite nata con l’esplicito obiettivo di rintracciare ed eliminare tutti i rifugiati nazisti scampati, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, alla loro giusta punizione.

Oggigiorno, però, i loro talenti sono considerati un po’ troppo “vecchia scuola” dai nuovi membri della squadra. Nessuno, infatti, sembra disposto ad apprezzare quello che hanno da offrire, in un’era in cui la gente ha iniziato ad affidarsi alla tecnologia più che alle capacità individuali di una persona.

Così, quando al quartetto viene finalmente offerta la possibilità di ritirarsi con onore, Billie e le altre decidono di accettare. E, per celebrare la loro meritata pensione, il Museo decide di regalare alle amiche quattro biglietti per un’esclusiva crociera di lusso.

Peccato che, manco a dirlo, si tratti di una trappola!

Perché, durante il viaggio, le quattro amiche si trasformano nel bersaglio perfetto per uno dei killer registrati sul libro-paga del Museo. E, dal momento che soltanto il Consiglio, composto dai membri di più alto rango della loro organizzazione, ha il potere di autorizzare la morte di un agente, le nostre eroine capiscono subito di essere piombate in un guaio molto grosso.

Per sopravvivere, dovranno quindi fare ricorso ai segreti della loro decennale amicizia e sfruttare le loro capacità contro il Museo.

Pronte a impartire ai loro ex datori di lavoro l’unica lezione che avrebbero fatto bene a imparare dal principio: che cosa significa mettersi contro una donna – e un’assassina – di una certa età.



“Killers of a Certain Age”: la recensione

Mi piace pensare al libro di Deanna Raybourn come a una sorta di connubio ben riuscito fra i film “Red” e “Gunpowder Milkshake”; un cocktail di elementi che, in realtà, riesce a superare i limiti costitutivi di entrambi questi titoli.

E dire che è stato proprio grazie alla scrittura di “Killers of a Certain Age” che la Raybourne – popolare autrice di mistery storici ad alto tasso di romance, pubblicati in Italia da Harper Collins – ha avuto la possibilità di confrontarsi per la prima volta con il genere thriller e con un’ambientazione di stampo contemporaneo.

Pare, fra l’altro, che l’idea di scrivere un romanzo d’azione incentrato sulla storia di un gruppo di donne non più giovanissime sia stata farina del sacco del suo editore britannico, Berkley. Ma fu la stessa Raybourne a replicare: «Voglio che le mie eroine abbiano un’età compresa fra i sessanta e i settanta, e voglio che siano assassine internazionali.»

Alla Berkely, qualcuno in grado di fare il suo lavoro deve averne approfittato per cogliere la palla al balzo: «Eccellente idea! Facciamolo subito

Ed ecco spiegata, in soldoni, la genesi di uno dei thriller più brillanti, scanzonati e adrenalinici che io abbia mai letto…


The Sisterhood of the Traveling… Knives?!

La protagonista di “Killers of a Certain Age” è Billie. Una donna forte e indipendente che, nel corso di quattro decadi, si è vista costretta a sacrificare parecchie cose sull’altare della carriera.

Tutto, in effetti, al di fuori della sua umanità, della sua lingua caustica e della sua famiglia – gli altri membri del Museo e, in modo particolare, le tre donne con cui è stata reclutata e al fianco delle quali ha continuato ad addestrarsi.

Durante la narrazione, seguire il punto di vista esclusivo di Billie si è rivelata la scelta vincente. Una che, peraltro, non avevo assolutamente messo in conto. In realtà, sono convinta che il “trucco” abbia funzionato soprattutto perché la Raybourne si rifiuta di tralasciare, anche soltanto per un secondo, la necessità di fornire a Helen, Natalie e Mary-Alice un set di personalità e conflitti altrettanto coinvolgenti, forti e interessanti.

In effetti, parte del piacere della lettura, secondo me, deriva proprio dal divertente senso di “caos” generato dalla sovrapposizione di così tanti caratteri diversi e ben sviluppati.

Dopotutto, al di là della loro carriera lavorativa, le quattro protagoniste di “Killers of a Certain Age” hanno sempre seguito sentieri divergenti, più congeniali alle loro inclinazioni personali. Ad esempio, laddove Billie è il sempre stata il classico “lupo solitario”, le altre hanno deciso di mettere su casa, o si sono concentrate sul matrimonio, oppure hanno scelto una vita all’insegna della più aperta socialità.

In ogni caso, la profonda amicizia che lega le quattro eroine non viene mai messa in discussione. E, personalmente, trovo che l’autrice sia riuscita a comunicare l’intensità di questo legame con una leggerezza e un’abilità in grado di togliere le parole di bocca al critico più arcigno…

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“Once More Upon a Time –  C’era Una Volta Ancora”: arriva in Italia il romanzo breve di Roshani Chokshi


once more upon a time c'era una volta ancora - roshani chokshi

A giudicare dalle premesse, “Once More Upon a Time: C’era Una Volta Ancora” ha tutte le carte in regola per rendere felici tutti quei lettori a caccia di un libro fantasy dai toni romantici, frizzanti e leggeri.

Il romanzo di Roshani Chokshi – autrice conosciuta in Italia soprattutto per il bestseller “I Lupi Dorati” – sarà pubblicato dalla casa editrice Fanucci, e arriverà nelle librerie italiane a partire dal 31 marzo 2023.

La sinossi ci promette una fiaba fresca, avventurosa e avvincente. Una storia d’amore abbastanza appassionata da sfidare il potente maleficio di una strega, fra deliziosi personaggi magici e un’atmosfera degna dei migliori classici…


“Once More Upon a Time: C’era Una Volta Ancora”: la trama

Tanto tempo fa, c’erano un principe di nome Ambrose e una principessa di nome Imelda. I due si amavano moltissimo; per questo, un giorno hanno deciso di sposarsi.

Purtroppo, però, adesso le cose non stanno più come prima.

«Ciò che una strega prende, una strega non dà mai indietro»: è questo l’avvertimento da cui i loro amici e la loro famiglia avevano cercato di metterli in guardia. Ma non è servito a niente, perché Ambrose si è rifiutato di ascoltare. Per salvare Imelda, ha chiesto l’aiuto di una strega. E quest’ultima, in cambio del suo soccorso, ha posto sulla coppia una terribile maledizione.

Nessuno dei due giovani reali, adesso, è in grado di ricordare il loro amore; una condizione che li ha visti costretti ad accettare l’esilio e la fine della loro felicità.

Ma, in qualche modo, è soltanto un anno e un giorno più tardi, che la loro storia inizia sul serio.

Costretti a imbarcarsi in un pericoloso viaggio per cercare di recuperare il loro lieto fine, Imelda e Ambrose dovranno quindi sfidare scenari incantati, incontrare creature incredibili, e compiere la missione che permetterà loro di rivendicare la cosa che sta più loro a cuore.

Prima, però, dovranno fare in modo di ricordare cosa sia, questa cosa…



Oltre il lieto fine

Roshani Chokshi ha dichiarato che “Once More Upon a Time: C’era Una Volta Ancora” è un’opera liberamente ispirata alla leggenda di Diarmuid e Grainne, una delle più popolari saghe d’amore della tradizione irlandese.

Pur basandosi su uno dei più grandi presupposti in stile “what if?” di cui sia possibile vagheggiare in riferimento al mondo della favole, la sua commedia in salsa fantasy si presenta come un retelling di stampo tutt’altro che tradizionale.

E anche dannatamente accattivante, quanto a questo!

Perché, dopotutto, chi è che non si è mai chiesto cosa potrebbe succedere ai personaggi delle fiabe, dopo la fine ufficiale delle loro storie? Il matrimonio rappresenta davvero la fine di ogni tribolazione? O quest’ultimo comporta soltanto… l’inizio di una nuova avventura?

In realtà, c’è da precisare che, negli USA, il romanzo ha iniziato il proprio percorso editoriale sotto forma di audiolibro: “Once More Upon a Time”, infatti, rappresentava una parte integrante della collana “Audible Original” di Amazon. Una circostanza che, se ci fai caso, in effetti giustifica pienamente l’insolita brevità della narrazione (l’edizione Fanucci conta appena 180 pagine).

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“Hell Bent: Portale per l’Inferno”: la recensione del libro fantasy di Leigh Bardugo


hell bent portale per l'inferno recensione

Breve introduzione alla mia recensione di “Hell Bent: Portale per l’Inferno”: più ci rifletto, e meno riesco ad avere un’idea chiara del perché, all’interno del mondo italico, così tanti lettori si siano proclamati delusi dalla lettura del secondo libro della serie “Alex Stern”.

Per quanto mi riguarda, il nuovo romanzo di Leigh Bardugo è fantastico, e di gran lunga uno dei miei migliori sequel che io abbia mai letto.

Un intreccio incalzante e un cast di personaggi incredibili offrono all’autrice l’occasione perfetta per replicare l’exploit rappresentato dal super-bestseller “La Nona Casa”.

La sua scrittura – una cifra stilistica ad anni luce di distanza dalla scorrevole frivolezza di “Tenebre e Ossa” – risulta incredibilmente ricca, sorprendentemente vivida, diabolicamente divertente.

Per farla breve?

“Hell Bent” è uno straordinario thriller sovrannaturale ad altissimo tasso di adrenalina, incentrato sul concetto di “demoni personali” e arricchito da una sfilza di dialoghi deliziosamente brillanti.

A perenne dimostrazione del fatto che l’estetica del dark academia non potrà mai essere, in realtà, nient’altro che questo: un insieme di dettami formali in grado di condizionare l’aspetto, il gusto e l’atmosfera di un’opera, ma non certo di influenzare la sua sostanza, la sua potenza o la profondità del suo contenuto.

Per stare in piedi, la struttura di un dark fantasy ha bisogno (anche) d’altro: colpi di scena, archi trasformativi, mitologia, worldbuilding…

Una serie di elementi in cui Leigh Bardugo eccelle, ormai, senza l’ombra di un problema.

Ed ecco spiegato perché il suo “Hell Bent” è riuscito a diventare, in breve, uno dei romanzi fantasy imprescindibili del 2023


La trama

Alex Stern sta cercando di prendere seriamente il suo nuovo ruolo di “Virgilio” all’interno dell’organizzazione conosciuta come “Lethe House”.

Ma la verità è che si sta ancora sforzando di rimettere insieme i pezzi della sua vita catastrofica, mentre, giorno dopo giorno, il senso di colpa per il destino di Darlington continua a divorarla dall’interno.

Alex ha giurato di tirare fuori dai guai il “ragazzo d’oro” di Yale a qualsiasi costo e, adesso, ha tutte le intenzioni di mantenere la sua promessa.

Anche se un giuramento del genere potrebbe richiedere più di un viaggetto improvvisato in un posto moooolto caldo. E anche se nessuno dei suoi superiori pare disposto a darle una mano.

Anzi: in realtà, i pezzi grossi della Lethe hanno espressamente proibito a lei e a Dawes di portare avanti il piano “riportiamo a casa Darlington dall’inferno”, pena l’espulsione immediata delle due ragazze dall’università.

Alex, però, non tiene particolarmente al protocollo. E ciò che pensa a proposito di regolamenti e autorità, bè… non è mai stato un mistero per nessuno.

L’unico problema è che, per trovare un portale per l’inferno, rubare un’anima dannata dal fuoco eterno e compiere il viaggio di ritorno, perfino un tipico lupo solitario del calibro di Alex potrebbe aver bisogno di una mano.

Dopotutto, per citare la battuta di un film che ho avuto di recente il piacere di vedere in sala, la verità è che “da soli, siamo tutti inutili”.

Perciò, per compiere la sua missione, Alex avrà bisogno di reclutare una squadra di improbabili alleati.

Il tutto, mentre cerca di venire a capo di una catena di brutali omicidi in atto a New Haeven; una serie di crimini perversi, che potrebbero coinvolgere direttamente l’esistenza delle decadenti Case Segrete di Yale



“Hell Bent – Portale per l’Inferno”: la recensione

Per liberarsi di una grave dipendenza e riprendere il controllo della propria vita, l’associazione degli Alcolisti Anonimi promuove un metodo scandito in 12 Passi.

Il Nono Passo, per chi non sapesse, prevede un bagno d’umiltà, la necessità di fare ammenda per tutti i danni arrecati in passato.

E trovo che, dal punto di vista di Alex, la missione al centro dell’intreccio di “Hell Bent” in fondo rappresenti un po’ questo: l’ultimo tentativo, disperato e tremendamente urgente, di porre riparo ai millemila errori della sua vita sregolata. Un percorso tortuoso, doloroso e pieno di insidie, che sembra promettere ricadute e una caterva di potenziali passi falsi a ogni bivio.

Riportare a casa Darlington. Proteggere le spalle di Dawes. Recuperare l’amicizia con Turner.

E fare i conti con un fantasma – il Fantasma, quello di una ragazza innocente e sventurata chiamata Hellie – che ha cambiato per sempre il corso della sua storia.

In realtà, credo che potrei dedicare l’intera recensione di “Hell Bent: Portale per l’Inferno” a una dettagliata analisi dell’arco trasformativo di Alex, e non rischiare di rimanere mai a corto di materiale.

In questa nuova avventura, infatti, la straordinaria antieroina della Bardugo dispiega tutto il suo potenziale. Nel farlo, riesce a instillare nei nostri cuori tutta la speranza, la tensione e l’orrore di un vorticoso viaggio nei più sordidi rioni infernali.

Ché i diavoli peggiori, si sa, sono quelli che abitano dentro la nostra testa.

Quelli che ci sussurrano dolcemente dall’altro lato di un varco, pronti ad approfittare della prima occasione buona per spalancare la porta segreta della nostra (in-)coscienza ed essere invitati a entrare…

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“Una Brava Ragazza è una Ragazza Morta”: Rizzoli annuncia il volume 3 della trilogia “Come Uccidono le Brave Ragazze”


una brava ragazza è una ragazza morta - come uccidono le brave ragazze 3

Una Brava Ragazza è una Ragazza Morta”: sarà questo il titolo italiano del terzo volume della trilogia bestseller di Holly Jackson “Come Uccidono le Brave Ragazze“!

Il libro uscirà in Italia il 4 aprile 2023 e sarà tradotto, ancora una volta, dal bravissimo Paolo Maria Bonora.

In questo terzo romanzo, ritroveremo Pippa Fitz-Amobi – la tenace podcaster/intrepida detective adolescente, sempre pronta a battersi in prima linea per la scoperta della verità – alle prese con le numerose cicatrici emotive lasciate dallo sconvolgente finale di “Brave Ragazze, Cattivo Sangue”.

Fedele al motto “nessuna buona azione resterà impunita”, l’esistenza di Pip sta per sottostare a una sfilza di inquietanti cambiamenti. A partire dal terribile stalker che ha iniziato a minacciarla, perseguitandola tanto all’interno della comunità virtuale, quanto nell’ambito della vita di tutti i giorni.

Senza contare il fatto che a Little Kilton, a quanto pare, ogni torbido segreto sta finalmente per venire allo scoperto…


“Una Brava Ragazza è una Ragazza Morta”: la trama

Pippa Fitz-Amobi è tormentata dal modo in cui è finita la sua ultima indagine.

Presto, la nostra eroina partirà per la Cambridge University. Ma è a questo punto che un nuovo caso riesce a trovarla; un caso che, per una volta, la riguarda in maniera piuttosto diretta.

La ragazza, ormai, pensava di essersi abituata alle minacce online. Eppure, ce n’è una che riesce a catturare il suo sguardo, le parole di uno sconosciuto che continua a domandarle: «Chi verrà a cercarti, quando sarai tu a sparire nel nulla?»

E il problema non si limita soltanto alla sfera virtuale, purtroppo. Pip ha uno stalker, qualcuno che sa dove vive. La polizia, tanto per cambiare, si rifiuta di agire; e poi la ragazza scopre una connessione fra il suo stalker e un serial killer locale.

L’assassino è in prigione da sei anni, ma Pip ha ragione di sospettare che dietro le sbarre sia di nuovo finito l’uomo sbagliato.

Mentre si dipana un gioco mortale, Pip inizia a realizzare che, a Little Kilton, il cerchio sta finalmente per chiudersi.

Ma se Pip non riuscirà a trovare, e alla svelta, le risposte ai molti misteri che la circondando, stavolta potrebbe essere lei a finire in un sacco di plastica…



La serie tv nel futuro di Pip Fitz-Amobi

Un paio di mesi fa, ho pubblicato qui sul blog un nutrito elenco di libri thriller simili a “Come Uccidono le Brave Ragazze”. Il duplice scopo di quell’articolo è sempre stato evidente: fornire una cura alla tipica astinenza da small town mistery del lettore compulsivo di gialli e, al tempo stesso, ingannare il tempo in attesa dell’uscita italiana del terzo volume della serie.

Per fortuna, l’affidabile casa editrice Rizzoli, che ci aveva promesso il libro per l’arrivo della primavera, ha mantenuto la parola.

“Una Brava Ragazza è una Ragazza Morta” andrà a chiudere una trilogia YA amatissima, peraltro pronta a fornire il materiale di base per quello che si prospetta già come uno degli adattamenti televisivi più attesi delle prossime stagioni.

Ricordiamo che sarà la rete televisiva britannica BBC a produrre la serie tv tratta dai romanzi di Holly Jackson. Lo show arriverà successivamente in Italia grazie a Netflix.

Il cast include Emma Myers, Zain Iqbal, Asha Banks e Anna Maxwell Martin, mentre la sceneggiatura è stata affidata a a Poppy Cogan, una delle autrici della recente miniserie mistery di Netflix “Red Rose”.

Aggiornamento: da oggi, puoi leggere la mia recensione della serie tv a “A Good Girl’s Guide to Murder” tratta dal romanzo “Come Uccidono le Brave Ragazze”! 🙂

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7 travolgenti libri fantasy simili a “Tenebre e Ossa”


L’articolo dedicato ai libri simili a “Tenebre e Ossa”, l’amatissimo romanzo fantasy di Leigh Bardugo, poteva arrivare sul blog soltanto questa settimana!

Magari non hai ancora cominciato a seguire la seconda stagione dell’omonima serie tv su Netflix, ma hai amato così tanto la trilogia della Bardugo da accusare già una vera e propria forma di “astinenza” da pageturner in salsa YA…

O, forse, hai già terminato la maratona dei nuovi episodi, e non vedi l’ora di tuffarti fra le pagine di un’altra saga fantasy in grado di farti accelerare i battiti e mozzarti il respiro nel petto.

In un caso o nell’altro, niente paura: il post quotidiano è qui per aiutarti a rispondere all’annoso quesito “cosa-leggere-dopo-la-trilogia-di-Tenebre-e-Ossa”…

PS: per non escludere nessuno, stavolta ho deciso di limitarmi a indicare titoli che sono già disponibili in italiano, o che, in ogni caso, lo diventeranno presto! ^^


“Lightlark” di Alex Aster

libri simili a tenebre e ossa - lightlark

Alla fine del 2022, il libro di Alex Asters si è trovato al centro di una serie di inconcludenti polemiche da bar. Si tratta sicuramente di una lettura che ha diviso i fan, peraltro suscitando le ire funeste di alcune lettrici interessate esclusivamente alla componente “spicy” della storia.

Una prospettiva che, in realtà, non mi sento assolutamente di condividere. Se ti interessa scoprire la mia opinione in merito, ti invito a leggere la mia recensione di “Lightlark”.

Ma se parte del tuo amore per “Tenebre e Ossa” deriva proprio dalla natura “tormentata” e lacerante della storia d’amore principale – se, in pratica, non hai avuto difficoltà a lasciarti travolgere dalla tensione sotterranea che unisce i tre vertici del fatidico triangolo Alina/Mal/l’Oscuro –  “Lightlark” potrebbe decisamente essere il libro che fa per te!

La storia è quella di Isla Crown, la giovane sovrana di un decadente regno in difficoltà. Quando arriva il momento di partecipare a una pericolosa competizione magica che potrebbe rappresentare la salvezza o la definitiva dannazione della sua terra, Isla si imbarca in un pericoloso gioco di alleanze, intrighi e tradimenti.

Due giovani uomini problematici – uno bello come il sole, e altrettanto abbagliante; l’altro malinconico, imprevedibile e seducente come una notte d’estate – arriveranno a gettare ulteriore benzina sul fuoco.

Contendendosi il suo cuore, il suo futuro e…  l’incertezza di un destino che pesa più di qualsiasi corona!

L’edizione italiana di “Lightlark” è stata confermata e, con un pizzico di fortuna, non tarderà ad arrivare. Nel frattempo, però, puoi già acquistare la tua copia del libro in lingua originale, anche su Amazon.


“Le Guerriere dal Sangue d’Oro di Namina Forna

La sedicenne Deka vive nel costante terrore della cerimonia di sangue che determinerà il suo futuro: soltanto attraverso il rituale, infatti, la ragazza scoprirà se la comunità in cui è nata e cresciuta la condannerà a morte, oppure le permetterà di continuare a vivere e sperare.

Tuttavia, il giorno della cerimonia, il sangue di Deka non scorre rosso come quello degli altri, bensì di una singolare sfumatura dorata: il colore che gli abitanti del suo mondo associano all’impurità e alla malvagità incarnata. Per sfuggire a un destino peggiore della morte, Deka viene quindi costretta ad accettare l’offerta di una donna misteriosa: unirsi a uno schieramento esclusivo di combattenti al servizio del sovrano, formato interamente da donne “maledette”, come lei.

Soltanto le guerriere dal sangue d’oro, infatti, avranno il potere di fermare la più grande minaccia che l’impero abbia mai conosciuto…

Nel corso della sua storia, Deka affronterà quindi discriminazione, ignoranza, terrore e superstizione.

Un po’ come accadeva ai Grisha nel mondo di Alina, se ci fai caso. Uno dei (tanti) motivi per cui la mia scelta di includere “Le Guerriere dal Sangue d’Oro” all’interno di questo mio piccolo elenco di libri simili a “Tenebre e Ossa” si è rivelata facile, immediata e, da un certo punto di vista, praticamente inevitabile…

Colgo l’occasione per rammentarti che puoi acquistare la tua copia del romanzo di Namina Forna su Amazon, in italiano oppure direttamente in lingua originale.


“La Città di Ottone” di S A Chakraborty

libri simili a tenebre e ossa - la città di ottone

Per le strade de Il Cairo, nel diciottesimo secolo, Nahri è una truffatrice di indiscutibile talento. Per lo più, la giovane si guadagna da vivere ingannando i nobili ottomani, nella speranza di riuscire, un giorno, a guadagnare abbastanza da ribaltare le maree della sua fortuna.

Ma quando Nahri finisce per evocare accidentalmente Dara, un djinn guerriero incredibilmente intelligente e misterioso, apprende in fretta che perfino il più studiato dei piani, a volte, può condurre a conseguenze fatali.

Costretta a fuggire dalla città insieme a Dara, Nahri si mette quindi in viaggio attraverso il deserto, un luogo che pullula di creature di fuoco e di fiumi in cui risposano antiche entità leggendarie. Oltre le rovine di metropoli un tempo magnificenti, all’ombra di montagne sorvolate da predatori che sono molto più di quello che sembrano, fino alle porte di Daevabad, la leggendaria Città di Ottone…

Il primo libro della trilogia di S. A. Chakraborty, tradotto da Lia Desotgiu, è disponibile su Amazon.


“Il Principe Crudele” di Holly Black

Un altro libro popolare e chiacchieratissimo, firmato un’autrice che, nel tempo, ha dimostrato di avere più di un punto in comune con la nostra Leigh Bardugo.

Jude aveva solo sette anni, quando i suoi genitori sono stati assassinati dal suo patrigno, un Berretto Rosso proveniente dalla Corte di Faerie. Da quel giorno, lei e le sue sorelle hanno vissuto nel regno magico delle fate; un luogo sinistro, complicato e affascinante, irto di pericoli e di inganni.

Dieci anni più tardi, Jude è pronta a riconoscere Faerie come la sua unica e vera casa.

Ma la sua mortalità la rende diversa dagli altri; una caratteristica che, purtroppo, la trasforma nel bersaglio ideale per le fate più arroganti e infide della nobiltà. A cominciare dal Principe Cardan, il più giovane e malvagio rampollo dell’Alto Re di Faerie…

Un personaggio controverso, ambiguo e ricco di segreti, questo Cardan; un potenziale “love interest” a cui, sospetto, i numerosi fan dell’Oscuro avranno pochissime possibilità di resistere!

“Il Principe Crudele” è disponibile in italiano, anche su Amazon.


“Crier’s War” di Nina Varela

libri simili a tenebre e ossa - crier wars

Primo volume di un’irresistibile duologia fantasy per ragazzi, che ha senz’altro il grande vanto di riuscire ad “applicare” il trope dell’enemies-to-lovers con un un livello di abilità impareggiabile!

Dopo che la Guerra delle Specie ha devastato il regno di Rabu, gli Automae, originariamente creati per assolvere alla funzione di giocattoli e mezzi di intrattenimento senzienti, hanno usurpato il trono e le proprietà dei loro antichi padroni umani.

Adesso, sono gli Automae a dominare il regno.

E’ in questo contesto che vive Ayla, una giovane servitrice umana che non sogna altro che di vendicare le morti della propria famiglia.

Per riuscirci, Ayla progetta di assassinare Crier, la bellissima figlia del sovrano degli Automae; una creatura eterea, impeccabile e perfetta, apparentemente pronta a perpetuare l’eredità di terrore iniziata da suo padre.

O forse… no.

Perché Crier sta per fare una serie di scoperte – segreti terribili, oscuri e crudeli, che la porteranno ad avvicinarsi ad Ayla e a mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere su se stessa, su suo padre e sui peccati degli umani e degli Automae.

Per il momento, puoi leggere “Crier’s War” in lingua inglese. Ti ricordo però che, lo scorso dicembre, la casa editrice Oscar Vault ha annunciato l’edizione italiana del primo volume della duologia di Nina Varela.

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“My Dear Henry”: terrori vittoriani e amori proibiti nel nuovo libro gotico di Kalynn Bayron


my dear henry - kalynn bayron

Il 7 marzo è uscito negli USA “My Dear Henry” di Kalynn Bayron: un romanzo horror M/M, ambientato nella Londra del diciannovesimo secolo e rivolto al pubblico dei giovani lettori.

Il libro, una rivisitazione in chiave moderna de “Lo strano caso del Dr. Jekyll & Mr. Hyde”, fa parte della collana “Remixed Classics”. La serie, che include per il momento una mezza dozzina di titoli firmati da altrettanti autori, tende a fare dell’inclusività in generale, e della rappresentazione LGBT in particolare, uno dei propri cavalli di battaglia.

Non fa eccezione “My Dear Henry”, un’incursione nelle fuligginose atmosfere vittoriane firmata dall’autrice degli adorabili “Cinderella is Dead” e “This Poison Heart”…


“My Dear Henry”: la trama

Londra, 1885.

Il diciassettenne Gabriel Utterson è appena tornato a Londra. È la prima volta che rimette piede in città, da quando la sua vita – e quella del suo amico più caro, Henry Jekyll – è stata deragliata da uno scandalo che ha condotto alla loro espulsione dalla Scuola Medica di Londra.

Una serie di pettegolezzi circa la vera natura della relazione fra Gabriel e Henry ha seguito i ragazzi per due anni; adesso, per la prima volta, sembra che Gabriel abbia l’opportunità di ricominciare da capo.

Ma Gabriel non ha alcuna intenzione di voltare pagina; non se questo significa rinunciare a Henry. Il suo amico è diventato distante e freddo dopo i disastrosi eventi della primavera trascorsa; le sue lettere, un tempo sporadiche, adesso hanno definitivamente smesso di arrivare.

Disperato (e anche un po’ preoccupato), Gabriel inizia quindi a tenere d’occhio la casa di Jekyll.

È così che si imbatte in Hyde, un giovane uomo dall’aria stranamente familiare, dotato di un fascino magnetico.

Hyde sostiene di essere un amico di Henry, e Gabriel non riesce a fare a meno di ingelosirsi per la loro apparente intimità; soprattutto perché Henry continua a comportarsi come se Gabriel non significasse niente per lui.

Ma il segreto che si nasconde dietro l’apatia di Henry è soltanto la prima parte di un mistero che ha appena iniziato a dipanarsi. Mostri di ogni tipo imperversano nella nebbia di Londra… anche se non è detto che siano tutti a caccia di sangue.



La serie “Remixed Classics”

Oltre a “My Dear Henry”, la serie “Remixed Classics” comprende per il momento i seguenti titoli:

  • A Clash of Steel” di C. B. Lee, un retelling de “L’Isola del Tesoro” scritto dall’autrice del delizioso “Not Your Sideckick”. In questa versione, infusa di elementi tratti dalla mitologia cinese e vietnamita, due ragazze si lanciano in una pericolosa caccia al tesoro a spasso per i sette mari.
  •  “So Many Beginnings” di Bethany C Morrow, un retelling in chiave “all black” del classico di Louisa May Alcott. Mentre altrove infuriano i fuochi della guerra civile, la famiglia March riesce finalmente a mettere radici in un porto sicuro. La colonia dell’isola di Roanoke, infatti, rappresenta una sorta di paradiso per tutte quelle persone che sono riuscite ad affrancarsi dalla schiavitù. E sarà proprio a Roanoke che le quattro sorelle March avranno la possibilità di confrontarsi con tutti i problemi della crescita: amore, amicizia,speranze, conflitti e delusioni.
  • Travelers Along the Way” di Aminah Mae Safi. Il libro narra una differente versione della popolare leggenda di Robin Hood. Ai tempi della Terza Crociata, una banda di emarginati resta invischiata nei giochi di potere della Terra Santa. Due sorelle, in modo particolare, decidono di giocarsi il tutto per tutto, imbarcandosi in una pericolosa missione destinata a fermare i piani espansionistici della cosiddetta “falsa regina”, Isabella…
  • What Souls Are Made Of” di Tasha Suri, autrice dell’indimenticabile “The Burning Throne: Il Trono di Gelsomino” (in uscita in Italia a marzo 2023). “What Souls Are Made Of” è un retelling di “Cime Tempestose” che prova a immaginare cosa sarebbe successo nello Yorkshire del 1786 se, oltre ai guai che avevano già, Catherine e Heathcliff avessero anche potuto rivendicare origini indiane…
  • “Self-Made Boys” di Anna-Marie McLemore, un retelling de “Il Grande Gatsby”. Il protagonista è Nicolás Caraveo, un ragazzo transgender del Winsconsin che, coinvolto in un gioco di intrighi romantici e segreti insospettabili, rischia di rimanere seriamente abbagliato dal glamour della New York degli Anni Venti…
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