“La Abuela” è un film horror di Paco Plaza, regista spagnolo dell’acclamata trilogia “Rec” e della piccola rivelazione “Veronica”.
Il suo lavoro più recente è una pellicola a metà strada fra “Hereditary” e “The Taking of Deborah Logan”; un convincente (e inquietante!) horror generazionale con qualche sorprendente tocco à la “Rosemary’s Baby”.
In Italia, il film è disponibile sul “canale” streaming Midnight Factory di Prime Video o Mediaset Infinity.
Se stavi pensando di attivare l’abbonamento, sappi che questo potrebbe essere il momento giusto per iscriverti: “La Abuela” è esattamente quel genere di titolo – disturbante, spregiudicato e ipnotico – che i fan del genere non dovrebbero rischiare di lasciarsi scappare…
Abbiamo parlato della STRUTTURA IN TRE ATTI, del metodo SAVE THE CAT! e di alcune semplici strategie che ti permetteranno di cominciare a sviluppare una trama accattivante per il tuo romanzo, a partire dalla tua idea originale.
Adesso è arrivato il momento di analizzare un esempio nel dettaglio e scoprire in che modo gli elementi di cui abbiamo parlato possono (e dovrebbero) interagire durante il processo di costruzione della trama, allo scopo di dar vita a un‘ alchimiapotentissima.
Nel piccolo schema che stai per leggere, analizzeremo quindi la struttura dello splendido film “Una Donna Promettente”. Un lungometraggio che, nel 2021, ha fruttato alla talentuosa sceneggiatrice e regista Emerald Fennell il prestigioso Premio Oscar per la MiglioreSceneggiatura Originale.
Da un certo punto di vista, mi sarebbe piaciuto usare un romanzo a mo’ di esempio. Ma temo che sarebbe stata una scelta poco pratica: in effetti, prima di continuare a leggere l’articolo, vorrei che tu guardassi il film, in modo tale da riuscire a seguire i vari “passaggi” della trama senza problemi.
Se non l’hai ancora visto, invece, fermati qui e corri a recuperarlo… spoiler di ogni tipo incombono all’orizzonte, e io non intendo correre il rischio di guastarti il finale! 😉
La prima stagione di “Night Sky: Notte Stellata” narra la lunga, romantica e solidale storia d’amore fra Irene (Sissy Spacek) e Franklin York (J. K. Simmons).
Una coppia legata dagli anni e dal destino, dalla gioia e dalla perdita; da una complicità fatta tanto di piccoli gesti quotidiani, quanto dalla condivisione di un segretomeraviglioso: l’esistenza di una stanza sotterranea, sepolta nel loro giardino, che permette di ammirare le luminose stelle di un altro mondo…
La trama
Irene e Franklin York sono una coppia in pensione, i classici “nonni della portaaccanto“.
Nel loro giardino si erge un capanno che custodisce un miracolo: una porta che si affaccia su un pianeta alieno, apparentemente deserto e sovrastato da un cielo di una bellezza inconcepibile.
Irene e Franklin si stringono al petto questo segreto da vent’anni. Quasi ogni notte, ammirano le stelle attraverso una vetrata; sospirano, pensando a ciò che potrebbe celarsi dall’altra parte… ma senza mai prendere veramente in considerazione l’idea di varcare quella soglia.
E’ come se non ne avessero mai avvertito il bisogno, non per davvero. In fondo, si sono sempre “accontentati” della loro vita, della loro confortevole felicità domestica.
Che senso avrebbe avuto mettere tutto a repentaglio, per andare in cerca di un’avventura?
Adesso, però, Irene comincia ad avvertire gli affanni dell’età, insieme ai primi segnali di irrequietudine. Il tempo scorre e, in un certo senso, è come se la porta la stesse chiamando…
Potrebbe essere la sua ultima occasione di svelare il mistero?
“First Kill” è una serie tv di genere horror/action, indirizzata al pubblico dei giovanissimi e approdata su Netflix all’inizio di giugno.
La trama è tratta da un omonimo (e adorabile!) racconto di V. E. Schwab, contenuto nell’antologia “Vampires Never Get Old: Tales With Fresh Bite”.
La sceneggiatura del primo episodio (sempre firmata dalla popolare autrice dei romanzi “La Vita Invisibile di Addie LaRue” e “Gallant“…), offre una trasposizione fedelissima della breve storia originale.
In effetti, al pilot bastano una manciata di minuti per sfoggiare il divertente high concept, presentare le due protagoniste e il loro vivace ambiente famigliare, introdurre l’incidente scatenante (galeotto fu il gioco della bottiglia…) e stabilire le irresistibili tonalità in stile “campy horror” della serie.
Un impeccabile esempio di storytelling? Mmm…
Probabilmente no, ma sospetto che perfino il più accanito detrattore dello show rischierebbe di trovarsi in cattive acque, se cercasse di negare l’evidenza: “First Kill” è una serie che si dimostra in grado di anticipare i desideri del suo target con un livello di chiarezza preternaturale, e di consegnargli ciò che vuole praticamente su un piatto d’argento…
“Vampire in the Garden” è un anime in 5 episodi disponibile su Netflix.
La serie sfoggia un’estetica horror alla “Devil May Cry”e una tipica ossatura da racconto distopico. Da un punto di vista strutturale, però, incarna due generi completamente diversi: la STORIA DI FORMAZIONE e la LOVE STORY.
Questo che cosa implica?
Bè, tanto per cominciare, che non dovresti lasciarti ingannare dai dettagli visul-gore delle animazioni e dall’eccitante taglio in stile action della premessa!
Non fraintendermi: la trama di “Vampire in the Garden” si rivela sicuramente in grado di offrire parecchie gustose scene di intrattenimento ad alto tasso di adrenalina.
Ma la sua costruzione tende ad appoggiarsi soprattutto sulla componente romantica e sul viaggio di crescita interiore delle due protagoniste, concedendo poco spazio all’approfondimento del wordlbuiling e alla qualità dei colpi di scena…