Il conflitto in narrativa: la sottile arte di sfidare il protagonista, per stregare il lettore



«Il conflitto sta alla narrazione come il suono sta alla musica.»

 Robert McKee

In narrativa, il conflitto è uno degli strumenti più importanti in assoluto.

Assolutamente imprescindibile.

Senza conflitto, infatti, una storia non avrebbe alcuna possibilità di progredire.

In fondo, l’abbiamo già dimostrato un paio di settimane fa, quando abbiamo parlato dei 5 “step” necessari alla costruzione di una buona scena.

Soltanto gli autori più inesperti, ingenui e totalmente fuori controllo 😆 potrebbero prendere in considerazione l’idea di fare a meno di questo prezioso “ingrediente”.

Prova a rifletterci…

Rinunciare al conflitto narrativo?

Che assurdità!

Dimenticare che lo scontro fra forze antagoniste costituisce il motore a propulsione di qualsiasi storia, a prescindere dal suo genere di appartenenza, sarebbe la via più sicura per tediare (e confondere) mortalmente il tuo pubblico!

Perciò, se vorrai assicurarti che il tuo romanzo/racconto funzioni, questo sarà sicuramente uno dei primissimi passi che verrai chiamato a compiere: capire che cosa sottintenda, esattamente, il concetto di “conflitto” in narrativa, e in che modo potrai usarlo per generare complicazioni e complessità all’interno della tua trama…


Quanti “tipi” di conflitto esistono in narrativa?

In che modo Robert McKee propone di classificare i diversi tipi di conflitto che è possibile trovare all’interno di una storia?

E’ presto detto.

Di fatto, abbiamo:

  • Il Conflitto Interpersonale
  • Il Conflitto Interiore
  • Il Conflitto Extra-personale

Il Conflitto Interpersonale è quello che vede il protagonista opporsi alle azioni di qualsiasi altro personaggio.

Spesso (ma non necessariamente) ci si riferisce allo scontro con il villain o con uno dei suoi aiutanti. In generale, però, possiamo dire che il fulcro del conflitto interpersonale riguarda tutte quelle relazioni che si vengono a instaurare fra l’eroe della storia e il resto del cast, nel momento preciso in cui fra di loro si scatena un attrito.

Nelle storie di formazione, anche le figure genitoriali possono essere spesso fonte di grande tensione narrativa. Considera, ad esempio, il personaggio di Muneeba Khan nella recente miniserie Disney “Ms Marvel”, o il ruolo delle famiglie Fairmont e Burns nello show Netflix “First Kill“.


Il Conflitto Interiore è ciò che si scatena quando il protagonista è costretto ad affrontare i suoi demoni interiori.

Non per niente, parliamo della forza che alimenta l’arco narrativo del personaggio.

Soltanto quando avrà trovato il coraggio di superare le sue cattive abitudini, i suoi traumi e le ferite emotive del suo passato, il protagonista riuscirà a trasformarsi in una persona migliore. Soltanto allora, riuscirà ad avere la meglio sui suoi nemici e a venire a capo delle minacce previste per lui dalla trama (vedi il brillante arco narrativo dell’assistente di volo interpretata da Kaley Cuoco nella serie tv “The Flight Attendant”).


Il Conflitto Extra-personale si verifica, invece, ogni volta che un’istituzione, uno strato sociale, l’ambiente, un fenomeno storico o una catastrofe naturale decide di interferire con le azioni del protagonista per impedirgli di raggiungere i suoi scopi.

Potrebbe trattarsi di una guerra, come avviene nel film “Ritorno a Cold Mountain”. Oppure di un uragano, uno tsunami o di qualsiasi altro cataclisma ambientale.

Ma potrebbe anche significare scontrarsi con le opprimenti convenzioni sociali dell’epoca vittoriana, affrontare incognite come il tempo, la fede e la morte o duellare con più ampi fenomeni sovrannaturali.

Tener testa alla nascita di un governo distopico, opporsi al tramonto di un’ utopia o ribellarsi agli orrori del patriarcato… tutte queste voci rientrano nel quadro del conflitto extra-personale!


La legge del conflitto

McKee ci spiega che, in una storia, il conflitto potrebbe provenire da uno, due o tutti e tre i livelli dell’antagonismo.

Ma, nello sforzo di raggiungere la complessità, uno scrittore dovrebbe sempre cercare di mettere i propri personaggi in conflitto su tutti e tre i livelli dell’esistenza; spesso, contemporaneamente.

Ricordi quando abbiamo parlato della brutale e impeccabile sceneggiatura del film “Una Donna Promettente”?

Ecco.

Emerald Fennell pone la protagonista del suo film, Cassie, al centro di una serie di tensioni che la vedono opporsi all’ingiustizia su ogni possibile livello.

Tanto per cominciare, la trama spinge Cassie ad affrontare un branco di arroganti sgallettati che pensano di poter fare tutto ciò che gli pare e piace. Ma trasforma in “avversari” anche i suoi stessi genitori, incapaci di comprendere l’entità del cambiamento che il trauma della perdita della sua amica ha scatenato dentro di lei (Conflitto Interpersonale).

Al tempo stesso, l’eroina del film è tormentata dai sensi di colpa, dal rimorso di non essere riuscita ad aiutare Nina. Se la protagonista si fosse comportata diversamente, l’amica sarebbe rimasta al sicuro? Come mimino, adesso Cassie non si sarebbe sentita “spinta” da quell’oscura forza dentro di lei, che ogni notte la costringe a indossare un “costume” e a recarsi nei bar a caccia di uomini malvagi (Conflitto Interiore).

Dulcis in fundo, Cassie deve vedersela con il sistema. O, per meglio dire, con quella parte “malata” e piena di preconcetti sessisti della società che ha permesso agli aggressori di Nina di cavarsela, e incoraggiato così tante persone cosiddette “perbene” a puntare il dito contro la vittima di un’aggressione (Conflitto Extra-personale).


Per sfruttare al meglio il conflitto in narrativa, devi SFIDARE il tuo protagonista!

Per creare un conflitto efficace, dovrai riuscirei prima di tutto a capire che cosa VUOLE il tuo protagonista.

Soltanto così potrai porre sul suo sentiero una serie di figure, ostacoli e forze antagoniste, che cercheranno di impedirgli di raggiungere il suo obiettivo a qualsiasi costo.

Indagheremo, un po’ più avanti, sul concetto archetipo di “Guardiano della Soglia”.

Per il momento, “accontentiamoci” di leggere alcuni preziosi consigli proposti da Masterclass:

  1. Più forti dimostreranno di essere le tue forze antagoniste, e meglio sviluppato diventerà il tuo personaggio principale.
  2. Il conflitto dovrebbe sempre essere cucito su misura per il protagonista: non dimenticare mai l’oggetto del desiderio alla base della tua trama!
  3. L’antagonismo (cioè, il conflitto) deve aumentare nel tempo, oppure perderai l’interesse del lettore!

Test your darlings

Per concludere: so che la vita è dura.

Proprio perché lo so, ho il sospetto che, in qualità di autore alle prime armi, potresti essere tentato dall’idea di rendere l’esistenza del tuo personaggio un tantino più facile delle nostre.

Cedere all’impulso di evitargli lo strazio di incappare in ostacoli e conflitti (apparentemente) al di sopra delle sue forze.

Ho un solo consiglio per te, amico mio: non farlo!

Dico sul serio.

Ne abbiamo già parlato, ricordi?

Per riuscire a scrivere un buon personaggio, bisogna accettare l’idea di farlo soffrire. Tantissimo, discretamente o un sacco, ma comunque sempre almeno un po’.

Il concetto di quantità, in questo caso, resta sicuramente una variabile, e come tale dipende dal tipo di storia che ti proponi di raccontare, così come dalla fascia di pubblico, dal genere ecc.

Ma DEVI fare in modo che il tuo eroe si imbatta in avversità, ostacoli e conflitti in grado di mettere realmente alla prova le sue capacità. O la sua resistenza fisica. O le sue facoltà mentali, o una combinazione fra tutte queste cose.

Perciò, prenditi del tempo per rifletterci. Considera le esigenze della tua storia e del tuo pubblico. Scegli con cura.

Genera un conflitto. Poi un altro, un altro e un altro ancora, in progressione, fino ad arrivare al climax.

Non cercare una scorciatoia, per te e per il tuo eroe.

Piuttosto, continua a esercitarti.

Leggi.

Studia.

Scrivi!


E tu? Sei d’accordo con me?

Da 1 a 10, quanto ritieni importante il concetto di “conflitto” in narrativa? 🙂


Un pensiero su “Il conflitto in narrativa: la sottile arte di sfidare il protagonista, per stregare il lettore

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