“Where Shadows Bloom”: la recensione del libro romantasy di Catherine Bakewell


where shadows bloom - recensione

Where Shadows Bloom” è il romantasy che mi servirà da monito: non avrei dovuto imparare, alla mia venerando età, che un libro non si giudica MAI dalla copertina?

Eppure, al di là della splendida cover, stavolta anche la sinossi del nuovo romanzo di Catherine Bakewell ha contribuito a trarmi in inganno… Con tutte quelle promesse di amori proibiti, mostri famelici e capricciosi immortali, infatti, pensavo proprio che questo sarebbe stato il titolo giusto per me.

Ragazzi, se ho preso un abbaglio…!


Where Shadows Bloom“: la trama

Ofelia sogna da sempre di trasferirsi presso il misterioso Le Château Enchanté: una corte dorata, ricca di portenti e meraviglie, che si dice sia stata donata all’onnipotente Re Leo dagli stessi dei immortali.

Il castello, infatti, è l’unico luogo al mondo in cui i mostri che infestano le terre al di là dei confini della proprietà della famiglia di Ofelia non possono arrischiarsi a entrare.

Lope, dal canto suo, si addestra all’uso delle armi fin dalla più tenera età. Non appena ha assunto il rango di cavaliere, è in entrata in servizio a casa di Ofelia e ha consacrato la sua intera esistenza alla missione di tenere la ragazza al riparo da ogni pericolo. Lope, infatti, ama Ofelia con una devozione e una perseveranza incrollabile; se potesse fuggire via con lei e abbandonare la spada per abbracciare, piuttosto, la sua vocazione di poetessa incompresa, Lope sarebbe la fanciulla più felice del mondo…

Un giorno, però, le Ombre che minacciano le terre della madre di Ofelia iniziano ad avvicinarsi un po’ troppo al perimetro della loro proprietà…

Sarà questo evento a segnare l’inizio di un viaggio che condurrà entrambe le ragazze attraverso il cuore della stessa oscurità che piaga il loro regno: l’abbagliante e incantevole Château Enchanté!


Where Shadows Bloom“: la recensione

Analizziamo prima gli aspetti di questo libro che mi hanno convinto, che cosa ne dici?

Diciamo subito che per gli amanti delle ambientazioni eccentriche e delle vibes “whimsical”, “Where Shadows Bloom” potrebbe rappresentare senz’altro un’ottima lettura.

Il worldbuilding, a onor del vero, non sembra particolarmente solido, dal momento che si limita a proporre una sorta di mesh-up di elementi tratti da qualsiasi lingua o cultura venga in mente all’autrice (con una predilezione particolare per la francese e la spagnola). Ma l’estetica del romanzo risulta indubbiamente adorabile, forse addirittura suggestiva, con le sue influenze barocche e la sua capacità di sfruttare la delicata raffinatezza insita nelle proprie “location” per esaltare il “sense of wonder” e il fattore dell’immersività.

Sotto molti aspetti, “Where Shadows Bloom” si legge un po’ come una fiaba, e neanche di quelle particolarmente (ri)elaborate. Il che vuol dire che si lascia divorare rapidamente, senza muovere all’intelletto alcuna sfida particolare e, soprattutto, sforzandosi di fornire ai suoi lettori una chiave di lettura abbastanza inequivocabile.

A Catherine Bakewell, infatti, interessa palesemente confezionare una storia dal gusto semplice e dolce, da cui bandire ogni forma di angst o complessità psicologica.

E l’autrice, nel tentativo di coronare questa ambizione, dimostra di saper giocare bene con gli archetipi tipici del genere favolistico, pigiando soprattutto sul pedale della morale (mai commettere l’errore di scambiare per sinonimi gli aggetti “bello” e “buono”…) e della sognante soavità dell’atmosfera.


Bodyguard trope, o… stereotipo della damina vittoriana?

A essere sinceri, però, “Where Shadows Bloom” mi ha deluso sotto qualsiasi altro punto di vista.

Non mi capita spesso di usare questa parola – “deludente” – all’interno di una recensione, perché ho sempre ritenuto che la qualità di un testo abbia ben poco a che vedere con la portata delle mie aspettative. E lo penso ancora!

Ma c’è sicuramente qualcosa da dire a proposito di un titolo che riesce a pasticciare ben tre dei suoi elementi fondamentali: struttura della trama, caratterizzazione dei personaggi e sviluppo del subplot romantico.

Partiamo da quest’ultimo punto.

Lope, la guerriera dal cuore tenero, ama Ofelia praticamente da sempre. E’ innamorata della giovane nobile perché la vede come dolce, pura, buona, gentile ecc. (sì, lo so… qualcuno mi passi un secchio, che mi sto sentendo male! XD) e sarebbe disposta anche a morire, pur di proteggere la sua bella.

Ofelia, d’altro canto, considera Lope come la sua migliore amica. Le è sinceramente affezionata, ma non sogna altro che di trasferirsi in una corte più grande. Soprattutto per essere ricoperta di attenzioni, certo, ma… magari, pure per avere la possibilità di incontrare una ragazza bellissima, galante e perennemente sorridente (ri-passate quel prezioso catino da questa parte, per favore…) e assicurarsi di trascorre il resto della vita con lei a danzare e a raccogliere fiori colorati nei prati che circondano il castello.

Sennonché, un giorno, Lope rischia effettivamente di immolarsi per il bene di Ofelia… E così’ quest’ultima, stringendo fra le braccia l’amica morente, improvvisamente si rende conto che Lope è la persona più nobile e valorosa che conosca (oltre che fisicamente attraente, si capisce…) e decide, seduta stante, di essersi follemente innamorata di lei.


M’ama o non m’ama?

Che non è proprio un granché, come premessa per una love story mozzafiato, diciamocelo…

Soprattutto perché la situazione non migliora. Infatti, se quanto riassunto sin qui si svolge, pressappoco, nell’arco delle prime cinquanta o sessanta pagine del romanzo, considera che il resto di “Where the Shadows Bloom“, dal punto di vista del romance, consiste in un’estenuante susseguirsi di carinerie da parte di Lope e di capricci insostenibili da parte di Ofelia… un personaggio talmente vuoto, infantile e petulante da riuscire a fare seriamente concorrenza al villain, in quanto a narcisismo di primo grado.

Lope, dal canto suo, riesce a suscitare una punta di tenerezza… mista a pietà. Un po’ perché Ofelia, pur confessando a più riprese il suo amore immortale, in realtà continua a trattarla malissimo… ma soprattutto perché le sue poesie sono – oggettivamente – di un cringe allucinante. Se vivesse nel nostro mondo potrebbe trovare impiego, magari, come autrice di biglietti dei Baci Perugina. Nel suo? Mmm. Fossi in lei, aspetterei un momentino, prima di appendere quella spada al chiodo per sempre…

Fra tutte e due, le nostre ragazze finiscono per trascinare la trama in direzioni improbabili, con risultati che oscillano dal perfettamente barboso al moderatamente sorprendente. Tutta la parte centrale, dedicata all’esplorazione del rapporto padre-figlia, ad esempio, per me cade un po’ a vuoto. Il terzo atto, invece, ambientato in una location speciale (che non posso rivelarti per evitare spoiler), secondo me riesce a risollevare parecchio le sorti della narrazione.

Leggerò, in futuro, altri romanzi di Catherine Bakewell?

Probabilmente, se riuscirò a scovare in rete altre recensioni positive.

Ma non penso proprio che commetterò di nuovo l’errore di comprare a scatola chiusa, basandomi soltanto sull’appeal e sui magnetici colori della copertina…

Ma se ritieni che il trope delle friend-to-lovers e le atmosfere sognanti, ricche di vibes poetiche in stile “Il Castello Errante di Howl” di questo titolo possano fare al caso tuo, ti ricordo che “Where Shadows Bloom” è disponibile per l’acquisto su Amazon. Per il momento, esclusivamente in lingua inglese


Cosa leggere dopo “Where Shadows Bloom“?

A Dark and Drowning Tide: Un’Oscura Marea” di Allison Saft

Night Shine” di Tessa Gratton

L’Ultima Ora Tra i Mondi” di Melissa Caruso

Huntress” di Malinda Lo

The Honey Witch” di Sydney J. Shields


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