“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” è stato il primo romanzo thriller del 2025 a catturare la mia attenzione.
E… cosa posso dire? Si è trattato certamente di un colpo fortunato, poiché l’ho trovato intrigante e super-coinvolgente! Un titolo dal ritmo incandescente, che riesce ad ammaliare soprattutto in virtù del curatissimo profilo psicologico dei suoi personaggi e della graffiante intelligenza con cui affronta le sue tematiche.
Un libro che, grazie all’adrenalinico taglio cinematografico delle sue scene e ai suoi numerosi rimandi letterari, ha tutte le carte in regola per attirare un pubblico ampio e trasversale, non necessariamente confinato ai soli fedelissimi delle storie ad ambientazione asiatica…
La trama
Ju-ran è convinta di vivere la vita perfetta. A quasi quarant’anni, ha raggiunto tutti gli obiettivi che la sua società considera importanti: un marito medico, disposto a concederle ogni più insignificante capriccio; un figlio belloccio che se la cava bene in matematica; una splendida casa con giardino in un quartiere benestante…
Un giorno, però, Ju-ran inizia a prendere coscienza dello sgradevole odore dolciastro che si insinua dalle finestre. Un fetore che sembra provenire da quella stessa aiuola che suo marito, Jae-ho, pare intenzionato a coltivare con tanta cura.
Jae-ho cerca in ogni modo di convincerla a lasciar perdere. Tuttavia Ju-ran, turbata da uno strano presentimento, inizia a lasciarsi ossessionare dal miasma che aleggia nel suo giardino. Finché, un giorno, la donna non decide di armarsi di pala e di iniziare a scavare…
Sotto uno strato di terra brunastra, Ju-ran rinviene il dito di una persona.
Nello stesso momento, dall’altra parte della città, la spregiudicata Sang-eun affronta le conseguenze di una vendetta che potrebbe costarle ogni cosa. E’ povera, vedova e incinta, e sua madre sta rapidamente perdendo ogni contatto con la realtà a causa di una gravissima malattia degenerativa.
Eh, sì… Il destino ha dispensato a Sang-eun una mano particolarmente sfortunata!
Ma, del resto, una donna come lei – costretta a vendere materassi per sopravvivere, e a ingoiare ogni giorno migliaia di torti e soprusi con un rigido sorriso sulle labbra – ha sempre saputo la verità: il mondo non è un posto gentile con le persone deboli.
Per fortuna, Sang-eun non ha mai nemmeno saputo cosa sia, la debolezza…
“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“: la recensione
“Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” si pone al crocevia fra thriller psicologico e domestic thriller.
Per trama, velocità narrativa e qualità dei colpi di scena potrebbe ricordare, secondo me, grandi bestseller internazionali del calibro de “La Ragazza del Treno” di Paula Hawkins; ma i suoi personaggi ti fanno pensare anche – e, forse, soprattutto – a certi pungenti romanzi satirici di Gillian Flynn o Sarah Pinborough.
L’amore bugiardo di un matrimonio – anzi, due – come metafora di una società che sembra sempre più pronta a collassare su se stessa, nel narcisistico sforzo di replicare i propri feticci a discapito di ogni morale, legge o semplice buon senso.
Le due protagoniste de “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” brillano di un’energia oscura, magnetica, che ti costringe a tifare per loro nonostante la loro deliberata (e innegabile) sgradevolezza. Le loro voci narranti, irresistibili e ben distinte, spalancano una doppia prospettiva sugli eventi, alternando momenti di autentico shock ad altri di profonda, intima e quasi rammaricata comprensione.
Ju-ran, dopotutto, è una donna frivola, superficiale e ipocrita, ma è anche disposta a rinunciare alla sua vita “ideale” pur di svelare la verità; rivelandosi, a più riprese, totalmente incapace di tornare al suo ruolo di mogliettina devota e di “mollare il colpo”….
Sang-eun, d’altro canto, è manipolatoria, ambiziosa e distaccata… ma la bambina che porta in grembo la induce a cedere agli sporadici assalti della sua coscienza, alla faccia di tutti i suoi tortuosi complotti e della sua fame di riscatto.
Nessuna delle due si rende conto, ovviamente, del tormento dell’altra.
Del resto, lo sappiamo tutti come funziona, no?
L’erba del giardino degli altri splende sempre come una cometa, quando ci arroghiamo il privilegio di osservarla da una certa distanza…
«Basta scavare… Non è poi così difficile!»
Come promette la sinossi riportata in quarta di copertina, la brillante scrittrice e sceneggiatrice Kim Jin Yeong riesce a evocare per noi un’ambientazione che tira palesemente in ballo i conflitti sociali e l’abissale divario fra ricchi e poveri di “Parasite“… ma anche le tematiche femministe, la guerra fra i sessi, l’allucinata desensibilizzazione mediatica che ci ha portato a sostituire il concetto di “etica” con quello di “estetica” (e a compiacerci di noi stessi per l’aberrante errore).
L’autrice non cerca di affrontare i punti nevralgici del suo intreccio con un particolare livello di raffinatezza; in effetti, potrei citarti almeno un paio di scene in cui rifiuta palesemente di andarci giù per il sottile (basti pensare alla rievocazione della prima notte di sesso fra Ju-ran e il futuro marito Jae-ho). Ma si tratta di una “schiettezza” sapientemente calibrata, del tutto aderente agli scopi della narrazione, che ha senz’altro il potere di enfatizzare il messaggio e rendere ancora più magnetica la lettura.
Peraltro, Kim Jin Yeong si rivela perfettamente in grado di prendere in prestito stilemi, suggestioni e tecniche tipici del linguaggio cinematografico… e intendo tanto di quello asiatico, a cominciare da Bong Joon-ho, quanto quello di matrice hollywoodiana e/o occidentale. Tant’è che non puoi davvero aspettarti di leggere il climax de “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” ed evitare di pensare a Jack Nicholson che rincorre Shelley Duvall con un’ascia, o immaginare Mi-ryeong che fuma la centesima sigaretta sul balconcino di casa sua, senza cogliere il riferimento a Hitchcock e alla sua finestra sul cortile…
What goes around…
Sotto certi aspetti, “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino” è un libro che ti trascina “in un altro mondo” (nel senso che le differenze culturali assumono, spesso, delle dimensioni innegabili).
Il finale, per quanto soddisfacente, si guarda bene dallo spiegare e sciogliere ogni singolo nodo dell’intreccio. Diciamo che mi aspettavo l’inserimento di almeno un altro, gigantesco colpo di scena all’inizio del terzo atto. Il twist in questione non è arrivato, ma devo ammettere che la paranoia, la violenza e il crescente livello di follia suburbana hanno reso l’esperienza di lettura particolarmente immersiva.
E, forse, se di recente non avessi visto un magnifico (e sottovaluto) thriller britannico intitolato “The Wasp“, con le bravissime Naomi Harris e Natalie Dormer, l’arguta trovata finale di Kim Jin Yeong sarebbe anche riuscita a prendermi in contropiede…
Perfino così, non posso che consigliare la lettura di “Le Bugie Sepolte nel Mio Giardino” a chiunque sia alla ricerca di un thriller scorrevole, avvincente, grintoso e ben strutturato!
Cosa leggere dopo “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“?
La Giunti ha iniziato il suo anno di pubblicazioni in grande stile, tirando fuori dal cilindro un romanzo che vale assolutamente la pena scoprire! Ti ricordo, già che siamo in tema, che puoi tranquillamente acquistare la tua copia del libro su Amazon, in formato sia cartaceo, sia digitale.
Se, invece, hai già letto “Le Bugie Sepolte Nel Mio Giardino“, ti invito ovviamente a farmi conoscere le tue opinioni attraverso il form dei commenti. E ti annuncio che, fra le pagine del blog, puoi trovare anche la mia recente lista di sette libri thriller coreani da leggere assolutamente…
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