
La mia recensione di Madam Tarot basterà a darti un’idea di quanto la lettura di questa originale crime story a tema tarocchi si sia rivelata eccentrica ed esilarante?
Impossibile esserne del tutto certi, ma prometto che farò del mio meglio per illustrarti le caratteristiche di questo avvincente giallo coreano ambientato a Seul. Anche perché sospetto che Madam Tarot – un libro che sembra praticamente nato per dar vita a un adattamento sul piccolo schermo – piacerà moltissimo ai fan delle serie tv procedurali di stampo sia asiatico, che occidentale. Lo gradiranno un po’ meno… tutti gli altri, con ogni probabilità.
Soprattutto chi non ama vedere il concetto di “episodicità” trasposto nel mondo letterario. O chi storce il naso davanti all’uso disinvolto del termine “thriller” come sinonimo di “poliziesco”…
La trama
La vita di Cho Seoran non è mai stata rose e fiori. Del resto, abbandonare la carriera di poliziotta o cercare di lasciarsi alle spalle un matrimonio disastroso non compaiono neanche nella top five degli eventi più problematici che le siano capitati.
Ad esempio, Seoran non vede sua sorella minore da almeno da dieci anni. Per essere esatti, dal periodo in cui il loro padre ha assassinato sua moglie a sangue freddo. Seoran ha sempre pensato che la sorellina fosse scappata di casa, probabilmente per cercare di coronare il suo sogno di diventare una idol.
E, magari, è proprio così che è andata.
Adesso, però, i detective sono convinti che la sorella di Seoran sia morta. Non appena le mostrano una foto del cadavere, Seoran non ha dubbi: si tratta di uno scambio di persona. Eppure, la donna nell’immagine è stata uccisa attraverso dieci coltellate piantate nella schiena, proprio come la loro madre prima di lei. E proprio come l’effige che compare sulla carta del Dieci di Spade dei tarocchi.
Seoran ha studiato a lungo gli Arcani. Diventare una cartomante e ingraziarsi le ragazze che lavorano nel quartiere a luci rosse ha sempre rappresentato la sua sola opportunità di indagare sul destino di Seohee.
Ma il tempo, adesso, stringe. Se Seoran non riuscirà a scoprire dove si trova la sorella prima che ci riesca l’assassino, questi tornerà senz’altro indietro a finire il lavoro. E difficilmente, stavolta, mancherà ancora il suo obiettivo…
Inizia così il viaggio di Seoran, sotto l’egida protettiva della carta del Matto, per riscattare i suoi errori del passato e ritrovare Seohee…
Madam Tarot: la recensione
Madam Tarot è quel tipo di giallo scorrevole e veloce che puoi tranquillamente divorare in poche ore. Non guasta il fatto che, contro ogni aspettativa, sia anche dotato di una sua inaspettata e commovente profondità.
Sul modello di una (intrigante) sceneggiatura televisiva,il romanzo di Lee Suacontiene soprattutto una valanga di dialoghi, un ricco cast di personaggi sui generis e parecchi colpi di scena. Tant’è che si legge, potremmo dire, come il pilot di uno show procedurale contemporaneo (se sei fan di titoli come High Potential o Happy Face, sospetto che Madam Tarot ti colpirà in maniera particolare).
L’intreccio è abbastanza intrigante, ma ciò che colpisce di più, a mio avviso, è la perfetta combinazione di suspense, caratterizzazione psicologica e humor nero. Seoran, infatti, è una narratrice impeccabile, e la sua sottile ironia riesce a conferire alla narrazione una certa vivacità perfino nei momenti più cupi e drammatici.
Dal punto di vista relazionale, sicuramente intriga e diverte il rapporto con il suo burbero ex-marito, con cui l’eroina condivide un bizzarro rapporto di amore e odio. Ma coinvolge anche il cameratismo con gli ex-colleghi delle forze dell’ordine e, soprattutto, l’amicizia al femminile con le numerose ragazze costrette a lavorare nel mondo della prostituzione (per sopravvivere o cercare di garantire un futuro migliore a se stesse e ai propri cari).
Con ciascuno di questi personaggi, Seoran interagisce dimostrando una grande perspicacia e un’ancor più lodevole razione di intelligenza emotiva.
Il ritratto di Seul che emerge da questi scambio di vedute è, al tempo stesso, ipnotico e colorato, frenetico e violento; un’istantanea di contraddizioni, aberrazioni e criminalità, a cui la polizia sembra in grado di mettere un freno soltanto a fatica, e fin troppo sporadicamente…
Il Viaggio del Matto
Il ruolo dei tarocchi, ovviamente, è centrale in questo libro. Non aspettarti premonizioni sconvolgenti o grandi fenomeni psichici in stile The Gift: se Seoran potesse rispondere alle tue domande, con ogni probabilità si affretterebbe a spiegarti che leggere i tarocchi significa, molto semplicemente, essere in grado di leggere “la stanza” e le persone che la riempiono.
Tanta psicologia, un pizzico di intuizione femminile e capacità deduttive straordinarie rappresentano, del resto, le più grandi armi a disposizione di qualsiasi cartomante. Non fa eccezione, la nostra Madam Tarot: una rappresentante della giustizia ,cinica e determinata, che ha deciso di rinunciare al suo distintivo, certo… ma che non riesce assolutamente a fare a meno di “impicciarsi” nelle vite di tutte queste ragazze perdute che continuano a orbitare intorno al suo viaggio, nella speranza di riuscire a dar loro una mano e riscattare finalmente le colpe che si annidano nel suo passato.
E se talune, determinata scelte narrative di Madam Tarot sembrano destinate a generare conseguenze un po’ sopra le righe, forse addirittura esagerate, bè, lascia che te lo dica… Probabilmente non è una buona idea approcciarsi al testo di Lee Sua aspettandosi realismo a palate e una trama a prova di bomba. Tanto più che il plot risente sicuramente di parecchie sbavature, soprattutto a causa di un intreccio che tende a somigliare a un gigantesco collage di episodi (apparentemente) autoconclusivi e slegati fra di loro…
Una partita aperta
A questo punto, mi sembra opportuno concludere questa recensione di Madam Tarot ribadendo che il finale del libro mi ha genuinamente (e piacevolissimamente) sorpreso. In realtà, non tutti i colpi di scena sono riusciti a cogliermi alla sprovvista (e non aggiungo altro per evitare spoiler). Ma l’impennata del ritmo e la pregnanza della tematica sociale riescono senz’altro a conferire un grande slancio alla narrazione, permettendo a chi legge di mantere vivido e intatto il piacere della lettura fino alle ultimissime pagine…
Un’esperienza resa ancora più gradevole e immersiva, del resto, dalle illustrazioni dei tarocchi contenuti nella splendida edizione italiana targata Mondadori (che, come ti ricordo, puoi tranquillamente acquistare su Amazon) e dall’incalzante traduzione di Lea Giulia Elia.
Cos’altro aggiungere?
La partita inizia da/con Madam Tarot, tutt’altro che conclusa, sembra invocare a gran voce un sequel. Ma Lee Sua (pseudonimo di Lee Kanghyun) è un’autrice impegnata: sceneggiatrice, oltre che romanziera, ha firmato per Netflix la serie horror Goedam.
Non ti nascondo che mi piacerebbe avere la possibilità di continuare a seguire le avventure di Seoran nell’esoterico mondo della cartomanzia… Ma Madam Tarot resta un buon titolo autoconclusivo a prescindere: originale, carismatico e, senz’altro, corredato da una credibile e spumeggiante protagonista.
Provare per credere…
Cosa leggere dopo “Madam Tarot“?
- Le Bugie Sepolte nel Mio Giardino di Kim Jin Yeong
- Murder Road di Simone St. James
- Come Uccidono le Brave Ragazze di Holly Jackson
- Insomnia di Sara Pinborough
Puoi anche dare un’occhiata anche alla mia lista di libri thriller coreani da leggere il prima possibile! 🙂
Attenzione: questo articolo contiene alcuni link di affiliazione Amazon. Perciò, se cliccherai su uno qualsiasi di essi e acquisterai qualcosa, otterrò una piccola commissione su tutti i prodotti ritenuti idonei. A te non costerà nulla. In compenso, sosterrai il blog, permettendomi di continuare a proporti contenuti sempre nuovi!