Come scegliere (bene) il protagonista del tuo romanzo


come scegliere il protagonista di un romanzo o di una storia

Molti scrittori esordienti tendono a dare la risposta alla domanda “Come faccio a scegliere un protagonista per il mio romanzo?” abbastanza per scontata.

Il che, nella mia esperienza, può essere ricondotto a due semplici motivi: o questi autori, in realtà, nel corso della loro storia personale hanno già accumulato esperienza e hanno le idee molto chiare… oppure non hanno la più pallida idea di cosa stanno facendo!

No in between, Amico Lettore!

Ora…

Dal momento che gli scrittori che appartengono alla prima categoria se la cavano già benissimo per conto loro, proviamo a concentrarci un attimo sugli errori dei secondi.

Diamo un’occhiata ai cliché e ai tipici ragionamenti controproducenti che possono portare un autore alle prime armi a scrivere 768 pagine di space opera incentrata sulle (non-)gesta di un aitante e carismatico re alieno dotato di fenomenali poteri cosmici… Soltanto per rendersi conto, due anni e mezzo di duro lavoro più tardi, che il vero eroe della sua storia avrebbe sempre dovuto essere il contabile delle tasse imperiale: un tizio stempiato, panzuto e probabilmente affetto dalla più noiosa forma di disturbo-compulsivo che possiate immaginare… ma anche segretamente in grado di ergersi al centro di molti più eventi, trasformazioni e colpi di scena!


I luoghi comuni da evitare

Frottola N. 1: Il protagonista deve PER FORZA essere il personaggio che eredita il trono/è il Predestinato della profezia/ ha i poteri più ganzi e originali di tutti. (No. Onestamente, mi sta salendo la pressione al solo pensiero… )

Frottola N. 2: Il protagonista deve PER FORZA essere il personaggio che io, in quanto scrittore, trovo più simile a me. (Che Dio ce ne scampi! Anche senza stare qui a propinarti 50 paragrafi di ramanzina contro i pericoli del self-insert, stammi a sentire: un bravo scrittore è in grado di donare qualcosa di se stesso a ogni singolo personaggio di cui scrive… Chi più, più meno, magari. Ma, comunque, hai afferrato il concetto!).

Frottola N. 3: Il protagonista è il tizio/la tizia che finisce per legarsi sentimentalmente alla persona più cool e sexy della storia… (No. Cioè, in realtà sì, nella maggior parte dei casi è così, ma… Eddai, non è comunque questo il fattore qualificante! ;D)

Frottola N. 4: Se sto scrivendo in prima persona, il protagonista deve necessariamente coincidere con il narratore o, per lo meno, con uno di essi. (Neanche per sogno. Abbiamo già parlato, attraverso l’esempio del grande classico “L’Isola del Dottor Moreau“, di come sia possibile ricorrere all’espediente della narrazione periferica in prima persona…).

Frottola N. 5: Ma, guarda, io tanto intendo scegliere una narrazione corale globale e orchestrale, senza stare lì a perdere tempo con la scelta di un protagonista nel senso vero e proprio del termine… Così faccio una cosa originale, a cui nessuno ha mai pensato prima! (Ah-ah. Tu prova a pensarci. Ci sarà mica un motivo, se nessuno ha mai fatto questa cosa prima…?)

Insomma, come avrai capito, l’elenco delle panzane che potrebbero portarti a scegliere un protagonista sbagliato per il tuo romanzo è ancora spaventosamente lungo!

Perciò, al di là del fatto che si tratta di un errore che può capitare a tutti (perfino agli autori veterani!) e che, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi addirittura salutare per la qualità del tuo lavoro (a patto, certo, che tu sia disposto a buttare alle ortiche la tua space opera e a riscriverla daccapo dal punto di vista del misantropo ragioniere intergalattico…), ho pensato di pubblicare qui una mini-guida al riguardo, in modo tale da aiutarti a scongiurare, nei limiti del possibile, il concreto pericolo di una colossale perdita di tempo.

L’articolo si baserà, perlopiù, sui suggerimenti operativi proposti da Deborah Chester (l’editor che ha “scoperto” Jim Butcher e che lo ha aiutato a valorizzare il suo talento…) nel suo manuale di scrittura creativa “The Fantasy Fiction Formula“, di cui abbiamo già parlato in altre occasioni.


I ruoli narrativi e la scelta del protagonista

Tanto per cominciare, facciamo un po’ di chiarezza, senza stare lì a scendere troppo nel dettaglio.

I personaggi che compaiono all’interno di una storia possono essere divisi in tre categorie: principali, secondari e “comparse”.

I ruoli più importanti, ovviamente, sono quelli del protagonista (che si tratti di un eroe, di un antieroe, quello che vuoi…) e quello del suo avversario, il famoso “antagonista“. Per questo motivo, mi raccomando sempre di riversare nella cura della caratterizzazione (e degli obiettivi) dell’eventuale “villain” della storia lo stesso e identico livello di attenzione che sei disposto a concedere al tuo personaggio principale!

Mi segui?

Benissimo, andiamo avanti!

Abbozziamo qualche esempio di personaggio secondario: appartiene alla categoria il mentore del protagonista (Silente in “Harry Potter”) oppure, che so, uno dei suoi sidekick per eccellenza (Ron o Hermione). Ma anche l’interesse romantico può essere un personaggio secondario; così come, in circostanze diverse, un LI può ambire al ruolo di co-protagonista o addirittura di antagonista…

Fra l’altro, il bello dei personaggi secondari è che lo stesso “tizio” può ricoprire più di una funzione. Il mentore, quindi, può essere il cattivo; un fidato sideckick può essere anche una spia doppiogiochista e, quindi, assumere contemporaneamente il ruolo di aiutante del cattivo…

Non c’è davvero limite alle combinazioni! (Certo, esercitando un attimo di buon senso).

Nell’elenco delle comparse compaiono, d’altra parte, tutti quegli individui di cui non sappiamo quasi nulla, ma che pure si rivelano necessari. Per quale motivo?

Bè, ma perché riescono ad assolvere alle più disparate funzioni narrative: ad esempio, fornendo una serie di informazioni vitali ai protagonisti. Oppure corredando la storia, grazie alla loro semplice presenza, di un opportuno e credibile background di riferimento (che si tratti di un villaggio, di una corte imperiale, di un’accademia di magia ecc.).


Come scegliere il protagonista della tua storia

Ma qual è il primo prezioso consiglio che ci fornisce la nostra Deborah Chester in “The Fantasy Fiction Formula“?

«Pensa molto e a lungo su chi intendi scegliere come protagonista. Perché, se sceglierai il personaggio sbagliato per quel ruolo, la tua storia potrebbe rischiare di perdere il suo focus, mentre un personaggio secondario più attivo, dotato di più obiettivi, ruberà inevitabilmente la scena al tuo eroe!

«Al di là della popolarità di Martin, infatti, sarà meglio evitare di coinvolgere un ensamble di protagonisti fino a quando non sarai diventato un autore abile ed esperto. Invece, concentrati nello sforzo di gestire i tuoi personaggi stabilendo una precisa gerarchia di importanza

Come si fa a stabilire questa “gerarchia” di importanza?

Bè, almeno questa parte è facile:

Scegli il protagonista (fra poco vedremo come).

Gli concedi la maggior quantità di “spazio” in scena (per numero di pagine, se proprio vogliamo essere prosaici).

Intrecci il suo arco trasformativo al plot principale.

Lo trasformi nella “star” assoluta e brillante della tua storia!

Quali sono, però, le quattro domande essenziali che dovresti porti al momento della fatidica scelta del protagonista del tuo romanzo?

Cedendo di nuovo la parola a Deborah Chester:

  • Qual è il personaggio con la posta in gioco più alta?
  • Qual è quello che ha maggiormente da perdere?
  • Chi, fra tutti i personaggi immaginabili, ha la possibilità di porsi più spesso al centro delle azioni più importanti di cui andrai a narrare?
  • Ma, soprattutto… Qual è il personaggio che cambia di più nell’arco del romanzo? Quello che, nel corso della storia, ha più cose da scoprire e da imparare? (Ti ricordi, vero, quando abbiamo parlato del concetto di arco trasformativo del personaggio?)

Almeno un pochino più importante degli altri…

Ma allora“, ti starai forse chiedendo, “quello che stai cercando di darmi a intendere è che non posso scrivere un epic fantasy in multi-PoV, in cui ogni singolo personaggio ha il suo arco e nessuno rimane “in scena” più a lungo degli altri? Devo per forza trovarmi un protagonista-protagonista?

Mmm.

In realtà, quello che sto provando a spiegarti è che te lo sconsiglio. Perché penso, esattamente come Deborah Chester, che forse non ti conviene muovere i tuoi primi passi da scrittore in questa direzione, semplicemente perché scrivere una storia così è più difficile e, se sei ancora alle prime armi, magari è meglio cominciare con un tipo di narrazione più lineare e meno ambizioso.

Se poi vuoi provarci lo stesso, perché te la senti, o perché il senso di sfida stimola la tua creatività, o perché hai sempre sognato di raccontare questo genere di storie… Bè, amico mio: allora questo è assolutamente quello che devi fare! Con la mia più totale e sincera benedizione!

Certe volte siamo noi a scegliere la storia. Certe volte, invece, è la storia che sceglie noi.

PERO’!

(E ti pareva, che c’era un “però”… XD)

Stammi bene a sentire: la narrazione corale in multi-PoV non ti esonera dalla scelta di un protagonista! Anzi. Se ci fai caso, in ogni romanzo di successo, c’è sempre un tizio/una tizia che è almeno un pochino più importante degli altri. Se non in senso assoluto, almeno per quanto riguarda un determinato volume, o lo svolgimento di uno specifico arco.

Pensa, ad esempio, a quello che succede ne “La Via dei Re“, il primo romanzo della serie “Le Cronache della Folgoluce”. I personaggi principali di questo titanico “volumone” sono, come minimo, 6.

Eppure, su un totale di 75 capitoli, Sanderson dedica 42 capitoli a Kaladin, 22 a Dalinar e 15 a Shallan. Non per niente, lo stesso autore definisce “La Vita dei Re” come “il libro di Kaladin”.

In “Parole di Luce“, il secondo volume, assistiamo, invece, a un plateale rovesciamento della situazione: 51 capitoli per Shallan, 38 per Kaladin, “solo” 12 per Dalinar.

Ah, cosa ne pensi?

Parole di Luce” è decisamente “il libro di Shallan”, non è così?


Perciò, capisci dove voglio arrivare?

Scegliere il giusto protagonista per il tuo romanzo può rivelarsi un filino più complicato di come immaginavi… Ma ammettiamolo: il processo “di selezione” può anche essere infinitamente più stimolante e divertente del previsto, non credi?

Basta tenere a mente le perfette regole del casting di cui abbiamo parlato fin qui e… dare sfogo a tutta la propria immaginazione! ;D


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