“Locklands”: la recensione del libro fantasy di Robert Jackson Bennett


locklands recensione - foundryside 3 robert jackson bennett

Prima di iniziare a scrivere la recensione di “Locklands”, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riprendere fiato. Credimi quando ti dico che il finale di questa trilogia è assolutamente pazzesco… Al pari di tutta la saga di Robert Jackson Bennett, ovviamente.

Un puro concentrato di azioni rocambolesche, heist al cardiopalma e personaggi pronti a ottenere un bel certificato di residenza all’interno del tuo cuore.

La Mondadori sta per portare a compimento la pubblicazione della serie. Per scoprire quando uscirà “Locklands”, non ti resta che scrollare l’articolo e sbirciare qualche paragrafo più in basso.


La trama

In passato, Sancia, Berenice e Clef hanno già fronteggiato molte crisi. Ogni singola volta, le probabilità sembravano completamente contro di loro. Ogni singola volta, sono riusciti a trionfare.

Stavolta, però, i nostri eroi stanno per imbarcarsi in una guerra che sanno di non poter vincere.

Perché, ormai, non si tratta più di derubare baroni corrotti o sconfiggere uno ierofante immortale.

L’entità che sta cercando di schiacciarli è dotata di un’intelligenza che si è già diffusa attraverso il globo. Una creatura a metà strada fra scienza e magia, in grado di usare il potere della scrittura non soltanto per controllare gli oggetti – come hanno sempre fatto Sancia, Ber, Orso e gli altri – ma anche le menti umane.

Per combatterla, i nostri eroi hanno utilizzato la tecnologia sviluppata a Foundryside e accettato di trasformare se stessi e i propri alleati in un’armata – una vera e propria società utopica – diversa da qualsiasi altra cosa l’umanità abbia visto sinora.

Con questa potenza di fuoco alle spalle, San e gli altri sono riusciti a liberare una manciata di “ospiti” dell’intelligenza semi-artificiale contro cui si stanno battendo e perfino a sconfiggere alcuni dei suoi più temibili artefatti, indescrivibili strumenti di pura distruzione.

Eppure, malgrado i loro sforzi, il nemico continua ad avanzare. Implacabile. Inarrestabile.

E così, mentre l’entità si avvicina sempre più al suo vero obiettivo – un’antica porta, da tempo sepolta, in grado di condurre chiunque osi varcare le sue soglie all’interno delle camere nascoste al centro della creazione stessa – Sancia e i suoi compagni intravedono un’ultima opportunità per fermare il loro avversario.

Per coglierla, dovranno prima svelare il segreto che circonda le origini dell’arte della scrittura magica, imbarcarsi in una disperata missione nella roccaforte del potere del loro nemico, e mettere su il più azzardato e pericoloso “colpo” della loro carriera.


“Locklands”: la recensione

Una piccola premessa: ho amato i personaggi, i dialoghi, le ambientazioni e il finale di “Locklands” con tutta la fedeltà di un mastino e il disperato struggimento di una fangirl con la metà dei miei anni!

Ribadirò adesso una cosa che non mi stancherò mai e poi mai di ripetere: se ami autori come Brandon Sanderson, Nicholas Eames e John Gwynne, questa è la saga ideata su misura per te.

Il worldbuilding è esplosivo e il sistema magico a prova di bomba. I dialoghi sono memorabili e la caratterizzazione dei protagonisti riesce a rendere ciascuno di loro un beniamino, soprattutto grazie all’inserzione di tanti piccoli quirk e difetti in grado di enfatizzare la profonda umanità che si nasconde tanto nei personaggi buoni, quanto in quelli “cattivi”.

Con questo terzo volume, ti garantisco che Robert Bennett Jackson è riuscito a superare se stesso. I colpi da scena sono da infarto e il finale chiude il cerchio in maniera (quasi) perfetta.

Malgrado questo, devo confessarti che i primi capitoli del libro sono riusciti a cogliermi alla sprovvista. A… disorientarmi un pochino, per così dire.

Probabilmente perché mi ci è voluto un po’ per accettare la realtà e ammettere che i tempi scanzonati e felici in cui Sancia e gli altri scorrazzavano per le strade di Foundryside, imbrogliando mercanti e ingiuriando nobili, ormai erano definitivamente alle nostre spalle.

Tantissimi cambiamenti da assimilare, insomma, più un inizio in medias res che concede davvero pochissima tregua al lettore.

Soltanto per citare le novità più vistose:

  • In “Locklands”, ritroviamo Sancia, Berenice e Cleff otto anni dopo la fine degli eventi narrati in “Shorefall”. Le nostre eroine risultano considerevolmente invecchiate da allora, e perfino nella vita di Clef hanno iniziato a emergere una serie di sorprendenti cambiamenti …
  • Sancia è ancora la protagonista assoluta della saga. Ma “Locklands” è il libro indiscusso di Berenice e di Cleff. E’ il loro PoV a guidarci attraverso la maggior parte delle scene… E a loro appartengono, difatti, gli archi trasformativi più coinvolgenti e ricchi di dettagli commoventi.
  • L’altissima posta in gioco giustifica un repentino cambio di registro: dai motivetti allegri e faceti del primo e (in parte) anche del secondo volume, ai rintocchi apocalittici e tetri del terzo…

Uomini, IA e dèi

Ma nessuna novità balza più agli occhi di questa: con “Locklands”, Robert Bennet Jackson usa l’elemento arcanepunk per darsi lo slancio e virare a tutta birra in direzione del genere cyberpunk. Moltiplicando, quindi, gli elementi tipici della sci-fi e aggiungendo anche una dose raddoppiata di romance.

Una scelta che comunica una certa audacia e che, pure, mi sento di approvare con tutto il cuore. Non fosse altro che perché testimonia la volontà dell’autore di consegnare ai suoi fan un finale epico, romantico, complesso, dolceamaro e… giusto.

Non c’è davvero altro modo di definirlo, a mio umile parare.

Non fraintendermi: al pari dei suoi predecessori, “Locklands” resta un romanzo plot-driven. Le scene d’azione rappresentano ancora il clou della narrazione. E, forse, la prima trilogia di “Mistborn” costituisce ancora il termine di riferimento narrativo più azzeccato.

Eppure, secondo me, la squisita sensibilità moderna di Jackson Bennett è ciò che gli permette di costruire dei personaggi molto più intriganti, sfaccettati e decisamente meno “astratti” di quelli che potresti aspettarti di trovare in un tipico romanzo di Brandon Sanderson.

Non c’è spazio per tortuosi (e condiscendenti) monologhi sull’etica, la filosofia e la morale, fra le pagine dei libri dell’autore di “Foundryside”. Piuttosto, i protagonisti di “Locklands” si ritrovano continuamente a confrontarsi con le conseguenze pratiche delle loro azioni, chiamati a rispondere di ogni singola leggerezza, preconcetto ed errore.

Ed è proprio dal loro personale modo di elaborare i complessi significati di parole come “umanità”, “progresso” e “tecnologia”, che riesce gradualmente a evolversi il leitmotiv tematico principale del romanzo: vale a dire il conflitto, apparentemente insormontabile, fra Uomo e Natura...


«There is no dancing through a monsoon»

Cos’altro aggiungere?

Ovviamente, la mancanza di Orso si è fatta sentire (come avrebbe potuto essere altrimenti?).

Ma ho sempre intraviste delle enormi potenzialità nel personaggio di Berenice, per cui SAPEVO che la nostra ragazza meritava più spazio di quello ricevuto finora.

In effetti, nel corso della trilogia, Ber è cresciuta tantissimo e si è trasformata in una co-protagonista empatica, credibile e ricca di sfumature.

Dal momento che non dubitavo neanche della capacità di Jackson Bennett di firmare una lunghissima stringa di scene d’azione, aggiungerò che mi ha fatto piacere scoprire che l’autore è stato in grado di gestire anche la componente romance in maniera sensibile ed accorta.

La trama di “Locklands”, sotto certi aspetti, si regge proprio sulla contrapposizione fra due fenomenali e devastanti love story.

La prima parla di un amore così immenso e terribile da riuscire ad aggiustare tutto, senza salvare nessuno.

La seconda, di un amore così sconfinato e generoso da riuscire a salvare tutti, senza aggiustare niente.

Quale dei due preverrà? Per chi arriveremo a fare il tifo?

Per scoprirlo, non ti resta che precipitarti a leggere il finale di “Locklands”…


Quando esce “Locklands” in italiano?

L’edizione italiana di “Locklands” sarà disponibile a partire dall’8 ottobre 2024. La traduzione è stata affidata a Lia Tomasich, per un totale di oltre 650 pagine.

Puoi già acquistare su Amazon la tua copia cartacea o digitale del libro.

Cresce l’attesa, intanto, per l’uscita della nuova serie di Robert Jackson Bennett “Shadow of the Leviathan“. Il primo volume, “The Tainted Cup“, è una sorta di murder mistery in salsa fantastica che richiama un po’ le dinamiche fra Sherlock e Watson, sullo sfondo di un mondo alternativo dalle singolari tonalità weird. Il sequel, “A Drop of Corruption“, è atteso negli USA per febbraio 2025.


Cosa leggere dopo “Locklands”?

  • La Giustizia dei Re” di Richard Swan
  • The Will of The Many” di James Islington
  • Jade City” di Fonda Lee

E tu?

Che cosa ne pensi della mia recensione di “Locklands”?

Avevi mai sentito parlare della trilogia fantasy di Robert Jackson Bennett? 🙂


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2 pensieri su ““Locklands”: la recensione del libro fantasy di Robert Jackson Bennett

  1. Barbara

    Tu lo hai letto in inglese?
    Io sto leggendo Foundryside e mi piace così tanto che vorrei acquistare gli altri due.
    Sai per caso quando Locklands vol.3 della saga sarà fruibile in italiano?
    Grazie
    Barbara

    Rispondi
    1. Simona di Virgilio Autore articolo

      Ciao, Barbara! 🙂
      Sì, io ho letto l’intera trilogia in lingua originale: credo sia una serie meravigliosa, oltre che una delle più sottovalutate degli ultimi anni.
      Purtroppo non so (ancora) dirti quando uscirà il terzo volume in italiano, la Mondadori non ha ancora fatto trapelare nulla al riguardo. Se dovessi azzardare un’opinione (basata su pochi fatti e tantissima speculazione) ti direi non prima dell’inizio del 2024. Speriamo di saperne presto di più…

      Intanto, grazie mille per avermi scritto; è sempre un piacere avere la possibilità di confrontarmi con le opinioni di altri appassionati! 🙂

      Rispondi

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