“Murder Road”: la recensione del thriller di Simone St. James


murder road recensione - simone st james

La recensione di “Murder Road” è qui per testimoniare che nessuno può resistere al fascino di una bella edizione… tantomeno io!

Devi sapere che, dopo aver letto “Ragazze Infrante“, avevo praticamente promesso a me stessa che non avrei comprato altri romanzi di Simone St. James. Ma sto collezionando i volumi della box horror Evernight di Illumicrate, e “Murder Road” era il titolo proposto per il mese di aprile, e… Sai, nonostante le mie numerose eccentricità libresche, continuo a credere in quella vecchia massima che dice che i libri vanno rispettati leggendoli, non lasciandoli lì sulla mensola di una scaffale a prendere polvere.

Perciò…

Anche se con qualche tentennamento, ho letto il nuovo thriller a sfondo sovrannaturale di Simone St. James. La trama, dopotutto, aveva un suono intrigante. Voglio dire, una coppia di protagonisti moralmente ambigui? Un narratore (potenzialmente) inaffidabile? Fantasmi e autostoppisti coinvolti in un vero mistero alla “X-Files”?

Ah, ma ormai dovresti saperlo, amico lettore: io vivo per questo genere di storie…


La trama

April e Eddie hanno imboccato la curva sbagliata.

Adesso, si trovano su una strada lunga e oscura. Il cielo è buio, la notte è calata da un pezzo, e all’improvviso i due neo-sposini si imbattono in una donna, stordita e arrancante sul ciglio della strada.

Chiaramente, la sconosciuta è nei guai. Eddie ferma la macchina e April si protende ad aiutarla. Soltanto quando la donna è già salita in macchina, i due si accorgono che sta perdendo litri di sangue.

E poi, Eddie e April vedono le luci dei fari e sentono il sussurro della donna, roco e terrorizzato:  «Mi dispiace. Lui sta arrivando

Anche se il gruppo riesce a scappare – per il momento – la loro terrificante avventura è appena cominciata. Perché le ferite dell’autostoppista si rivelano fatali; così, la coppia si ritrova intrappolata nella piccola città di Coldlake Falls… e la polizia ritiene che siano proprio loro due i principali sospettati dell’omicidio.

Salta fuori che ci sono state altre vittime, e che non è la prima volta che qualcuno svanisce lungo quella dannata strada nel bosco. Chi è riuscito a sopravvivere, ha parlato di eventi che non possono essere spiegati.

Per lasciare la città e tornare alle loro vite, April e Eddie saranno costretti a risolvere il mistero in prima persona… a costo di rischiare le loro stesse vite.


“Murder Road”: la recensione

Piccola avvertenza ai lettori: non penso affatto che “Ragazze Infrante” sia un brutto romanzo. Anzi. C’è sicuramente qualcosa di ipnotico in quella storia, e bisogna dire che il livello di caratterizzazione generale si attesta su dei livelli piuttosto buoni.

Che poi sono le stesse qualità che ho ritrovato, prendere o lasciare, anche fra le pagine di “Murder Road”. Anche perché Simone St. James è un’autrice che ha capito alla perfezione il significato di “spooky vibes“. E che, ormai, ha imparato a declinare il paradigma dello small town mistery praticamente alla perfezione…

A cominciare dalle interessanti backstory dei protagonisti, che riescono a rivelare i loro segreti al lettore in maniera lenta e appagante, e dagli eccentrici, deliziosi personaggi secondari che danno colore a questo nuovo lavoro. Le due sorelle indagatrici dell’incubo mi sono piaciute in modo particolare, e penso davvero che l’improbabile proprietaria di bed and breakfast Rose meriterebbe – al pari della mitica Holly Gibney kinghiana – una serie di libri tutta dedicata a lei.

Peccato che io sia una lettrice di thriller particolarmente esigente, insomma. E che quasi nessun altro aspetto della narrazione – compresi i colpi di scena – sia riuscito a soddisfare le mie (discutibili) aspettative…


Da “From” a “Ghost Whisperer”

Perché, anche in questo caso, mi è sembrato che la narrazione fallisse proprio là dove il mio minuscolo cuoricino gotico insiste sempre a ricercare le gioie più grandi: la gestione dell’elemento sovrannaturale.

“Murder Road” parte in maniera strepitosa, con questa croccante, deliziosa patina creepy-horror che ti ammanta le spalle come un cappotto autunnale, scagliandoti nel pieno di questa (velenosa?) cittadina circondata dai boschi…

Eppure, una manciata di capitoli è tutto ciò che serve affinché il romanzo inizi a tradire la sua stessa natura, dimostrando di essere pronto ad abbracciare la strada del più canonico e prevedibile degli whodunnit.

Interrogatori, verifica degli alibi, red herrings, un sacco di ruminazioni su un paio di cold cases… e un pizzico di romance fra persone sposate.

Tempo di arrivare alla fine, insomma, e Simone St. James avrà definitivamente gettato alle ortiche l’oscurità e i seducenti toni suggestivi à la “From”, per tuffarsi a capofitto nella tensione drammatica e nel catartico pathos ectoplasmico di “Ghost Whisperer”.

Niente di intrinsecamente sbagliato in tutto questo, sia chiaro. Solo che la brusca virata di direzione mi ha sorpreso. E mi ha anche deluso, perché ha finito con il trasformare una storia (apparentemente) originale e fresca nel solito thrillerino dozzinale da seguire con tua mamma alla televisione.

Perciò, penso proprio che concluderò questa recensione di “Murder Road” attribuendogli una sufficienza, e che non se ne parli più…


Cosa leggere dopo “Murder Road”?

Home is Where the Bodies Are” di Jeneva Rose

Survive the Night: Sopravvivi alla Notte” di Riley Sager

Five Survive” di Holly Jackson

Insonnia” di Sarah Pinborough

Teddy” di Jason Rekulak


Puoi acquistare la tua copia di “Murder Road” di Simone St. James su Amazon. Per il momento, esclusivamente il lingua inglese.


E tu? Cosa ne pensi della mia recensione di “Murder Road”?

Hai mai letto qualcosa di Simone St. James? 🙂


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