“A Lesson in Vengeance” in italiano: 3 ottimi motivi per leggere il libro di Victoria Lee (e 1 per non farlo)


a lesson in vengeance in italiano- victoria lee

La mia recensione di “A Lesson in Vengeance” è disponibile sul “Laumes’Journey” già da qualche tempo. Tuttavia, dal momento che la Mondadori ha appena annunciato la sua intenzione di pubblicare la traduzione italiana del thriller per ragazzi di Victoria Lee, ho pensato bene di tornare a spendere due parole sull’argomento.

Ami il dark academia? Ti piacciono le storie oscure e conturbanti, i personaggi moralmente ambigui e le love story appassionatamente, morbosamente tossiche?

Allora preparati a incontrare Felicity e Ellis, e a esplorare insieme a me tre ottime ragioni per leggere “A Lesson in Vengeance”! 😀


La trama

Dopo la tragica morte della sua ragazza, Felicity Morrow torna alla Dalloway School per finire il suo ultimo anno di scuola.

Le assegnano perfino la sua vecchia stanza alla Godwin House, l’esclusivo dormitorio che, stando alle voci del corpo studentesco, potrebbe essere infestato dagli spiriti di cinque ragazze che frequentavano la Dalloway.

Studentesse che, secondo alcuni, erano streghe.

La stregoneria, del resto, è incisa nel tessuto stesso del passato della Dalloway. La scuola non ne parla, ma le ragazze lo fanno. E, nelle stanze segrete e negli angoli bui, si radunano ancora per seguire il loro esempio.

Prima che la sua ragazza morisse, anche Felicity era attratta da quest’oscurità. Adesso, però, è determinata a lasciarsi alle spalle tutte queste brutte storie.

Certo, più facile a dirsi che a farsi, quando la storia occulta della Dalloway sembra annidarsi dappertutto. E quando la nuova arrivata non intende permetterle di dimenticare.

È il primo anno di Ellis Haley alla Dalloway. Romanziera di successo a soli diciassette anni, Ellis è eccentrica, carismatica e brillante, e Felicity non riesce a liberarsi dall’ineluttabile senso di attrazione che continua a spingerla verso di lei. Così, quando Ellis le chiede di aiutarla a fare ricerche sul passato della Dalloway per il suo secondo libro, Felicity non riesce a dirle di no.

Non appena la storia inizierà a ripetere se stessa, Felicity dovrà confrontarsi, una volta ancora, con l’oscurità che si annida nella scuola… e dentro di lei.


3 eccellenti motivi per leggere “A Lesson in Vengeance” di Victoria Lee (e 1 per non farlo)

  • L’incredibile complessità morale delle protagoniste

La componente psicologica è uno degli elementi più notevoli e accattivanti di “A Lesson in Vengeance”.

Sia messo agli atti: né Felicity, né Ellis, a parer mio, tendono a qualificarsi esattamente come dei mostri di simpatia.

Ma Victoria Lee costruisce le loro personalità con un’invidiabile livello di abilità, dando vita a due poli magnetici in grado di esercitare un fortissimo ascendente sull’immaginazione del lettore. La loro immediata connessione, basata su un complesso meccanismo di attrazione-repulsione, risulta viscerale e credibilissima.

Una voragine che è quasi un buco nero; una ferita grigio-scura, in grado di incoraggiare chi legge a formulare ipotesi bizzarre e porsi domande angoscianti.

Insomma, la sinossi dell’edizione originale del libro parla di “romance pericoloso”, e… per una volta, ammettiamolo, non si tratta affatto di un’esagerazione!


  • L’innegabile fascino dell’atmosfera

A metà strada fra gotico e thriller, “A Lesson in Vengeance” potrebbe essere la lettura perfetta per chiunque abbia amato il film “The Pale Blue Eyes: I Delitti di West Point”.

L’intreccio, seppur imbrigliato da un paio di scelte narrative che reputo eccessivamente “scolastiche”, si dimostra abbastanza solido nelle sue parti.

Ma è l’atmosfera l’elemento del romanzo che convince di più: la capacità di Victoria Lee di sfruttare tutte le potenzialità insiste nell’estetica del dark academia a proprio vantaggio, costringendo ripetutamente il lettore a confrontarsi con gli inquietanti sussurri e giochi d’ombra che si rincorrono nei corridoi della sua cupa ambientazione.

Fra un dotto riferimento a un grande classico della letteratura dell’Ottocento e un’ambigua apparizione, insomma, la tensione cresce a dismisura, evocando ombre e sospetti imprevedibili nella mente delle ragazze… e del pubblico.


  • Il finale mozzafiato

Dopo un secondo atto (inevitabilmente) dilatato e morboso, la storia corre incontro alla sua imprevedibile – quanto tenebrosa – conclusione.

“A Lesson in Vegeance” non è un libro perfetto e, se ti è capitato di leggere la mia recensione (scritta “a caldo” nel “lontano” 2021), sai già che non ho apprezzato tutti i suoi colpi di scena.

Ma devo ammettere che il finale del romanzo di Victoria Lee è rimasto annidato in un angolino della mia mente per tutti questi anni, come una piccola perla d’oscurità. Da allora, ho letto altri libri – centinaia di storie, in realtà.

E…

La vuoi sapere una cosa?

Il finale di quasi nessuna è riuscito a restarmi impresso nel cuore tanto quanto quello del romanzo di Victoria Lee.


Una nota dolente: belle, ricche e viziate

Una piccola nota di avvertimento.

Se ti disturba l’idea di ritrovarti alle prese con pagine e pagine infarcite di ragazzine ricche, bianche e privilegiate che si sbronzano e si sballano, filosofeggiando sui massimi sistemi e fingendo di avere la soluzione a tutti i problemi dell’umanità…

La lettura di “A Lesson in Vegeance” (e di tutto il sottogenere del dark academia nel suo insieme) potrebbe risultarti parecchio indigesta.

Alex Brown, pur avendo amato moltissimo il romanzo, nella sua recensione per Tor.com, scrive che: «La Lee affronta anche un’altra questione inerente alle scuole indipendenti e alle accademie: quella del razzismo, del classismo e del sessismo. Dal momento che la protagonista è, a sua volta, una ricca privilegiata, le discussioni su questi temi più pesanti non risultano così profonde come avrebbero potuto essere

Un concetto magnificamente espresso, che considero al limite del puro eufemismo.

Per come la vedo io?

La tematica della sanità mentale, in “A Lesson in Vegeance”, risulta magnificamente trattata.

Tutte queste altre questioni…

Bè, in un certo senso, è come se la Lee si fosse sentita costretta (dai tempi che viviamo, dalla sensibilità moderna, da un sacco di altre cose…) a tirarle in ballo.

Ma senza grande entusiasmo, senza grossa convinzione e – soprattutto – senza una monumentale cognizione di causa a sostenere le sue argomentazioni.


Quando esce “A Lesson in Vengeance” in italiano?

“A Lesson in Vengeance” uscirà in italiano a ottobre 2023.

Per grazia divina, la Mondadori ha scelto di mantenere il (bellissimo) titolo originale dell’opera, senza arrischiarsi a propinarci qualche inutile accozzaglia di parole a caso.

Fra l’altro, l’espressione “A Lesson in Vengeance” rappresenta un omaggio all’omonimo poema di Sylvia Plath (1959).

Uno struggente componimento in cui l’autrice americana fa riferimento ai propri demoni interiori, concentrandosi sull’incessante lotta contro il progressivo deterioramento della sua salute mentale.

Una citazione estremamente colta e pertinente, insomma, che magnificamente si presta allo spirito del romanzo di Victoria Lee.


E tu? Cosa ne pensi ?

Sei felice di sapere che “A Lesson in Vengeance” uscirà in italiano? 🙂


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