“Spero tu stia ascoltando” è un libro thriller per ragazzi firmato dall’autore americano Tom Ryan.
Scorrevole e incalzante, il romanzo fornisce un’alternativa in chiave leggera a titoli come “Far From You” di Tess Sharpe e “Sadie” di Courtney Summers.
Se per te le crime stories e i gialli sono una grande passione, dubito che l’intreccio e i colpi di scena di questo thriller riusciranno a stupirti in modo particolare.
Ma se ami gli YA, e sei alla ricerca di un’emozionante e scorrevole lettura da spiaggia, bè… congratulazioni: hai appena trovato il titolo che fa per te! 🙂
La trama
Nella sua piccola cittadina, la diciassettenne Dee Skinner è nota come «la ragazza che, quel giorno, non venne portata via.»
Dieci anni fa, infatti, Dee ha assistito al rapimento della sua migliore amica, Sibby. E, sebbene abbia cercato di raccontare alla polizia tutto quello che ha visto, nessun indizio si è rivelato sufficiente a mettere gli inquirenti sulla strada giusta: Sibby non è mai tornata a casa.
Nessuno l’ha più vista.
Ormai adolescente, Dee affronta il suo senso di colpa trasformandosi, ogni notte, nel Cercatore, lo speaker del popolarissimo podcast true crime Radio Silent.
Un programma che ha un unico obiettivo: trattare vari casi di persone scomparse in giro per l’America e distribuire informazioni, in modo tale da permettere ai competenti detective “col portatile” a spasso per il web di risolvere il mistero. O, quantomeno, di fornire una nuova pista alle forze dell’ordine.
Nessuno sa che dietro la voce del Cercatore si nasconde Dee, e la ragazza preferirebbe che le cose restassero in questo modo.
Ma, un brutto giorno, un’altra bambina svanisce dal suo vecchio quartiere, risvegliando antichi demoni e costringendo Dee a confrontarsi con un interrogativo angosciante: e se esistesse un collegamento con il caso di Sibby?
E se il passato fosse sul punto di ripetersi?
“Spero tu stia ascoltando”: la recensione
In “Spero tu stia ascoltando”, ampi brandelli di “trascrizioni” tratti dagli episodi del podcast di Dee si alternano ad avvincenti capitoli narrati in prima persona, creando una struttura dal taglio molto pop e frizzante.
Due diverse linee narrative (due indagini su casi di persone scomparse) continuano a correre parallele per buona della narrazione.
Al punto di incontro, le due “tracce” riescono finalmente a sovrapporsi in maniera dinamica e coinvolgente; da questo punto di vista, il momento del pay-off (il climax) si rivela quindi abbastanza solido ed elettrizzante.
La protagonista, Dee, è un personaggio credibile e ricco di umanità. Non esattamente un concentrato di sfumature, forse, dal momento che a tratti la sua personalità prende a farsi un po’ ambigua (manifestando qualche piccolo problema di caratterizzazione).
Ma non si può certo dire che la ragazza manchi di grinta, empatia o determinazione; tanto più che la sua traumatica backstory giustifica pienamente la sua ossessione per il caso Sibby e la sua dedizione alle indagini attuali.
Da un punto di vista personale, ritengo tuttavia che la sua fase di “rifiuto della Chiamata” si prolunghi un po’ troppo; ne consegue un primo atto interminabile, seguito da un secondo atto infarcito di svolte e colpi di scena dal sapore un po’ precipitoso.
Fatto ancora più grave: le false piste riescono a sviare l’attenzione del lettore soltanto fino a un certo punto, o forse per niente.
Va bene che stiamo parlando di un libro per ragazzi. Ma sfido chiunque ad abboccare all’amo, e lasciarsi convincere dell’innocenza di un certo personaggio…
Soft & queer
Se leggerai “Spero tu mi stia ascoltando”, difficilmente uscirai marchiato e trasformato dall’esperienza.
Ma è un libro piacevole; si lascia leggere in fretta, non cerca di imbrogliare e, soprattutto, non si concede l’opportunità (o il tempo) di annoiare. In pratica, queste caratteristiche bastano a riassumere contemporaneamente i suoi più grandi pregi e i suoi più grandi difetti.
Dev’essere stata proprio la consapevolezza di questo vago “fattore d’anonimità” a spingere la Fanucci a stampigliare sulla copertina l’autoesplicativa etichetta: «Un queer mistery denso e imprevedibile.»
A dire il vero, la trama del libro non mi è sembrata particolarmente densa né imprevedibile. Ma la tenera love story fra la protagonista e una sua coetanea rappresenta senz’altro uno dei pochissimi elementi in grado di aiutare il thriller di Tom Ryan a emergere dalla massa.
Peccato che la componente romance, in definitiva, venga approfondita soltanto fino a un certo punto, e che l’autore si sia lasciato sfuggire l’occasione di concedere al love interest di Dee un ruolo più significativo.
Le potenzialità c’erano. Seguendo un approccio diverso, Sara avrebbe potuto trasformarsi in un gran bel personaggio (uno in grado di dar vita a parecchie, interessanti complicazioni…), e magari contribuire a rendere l’intreccio meno lineare.
Non credo ci sia molto altro da aggiungere, a parte il fatto che, nonostante i difetti, secondo me i temi principali della storia (l’arbitrarietà del senso di colpa, il ciclo del trauma, e il nostro disperato bisogno di restare perennemente “connessi” gli uni agli altri per cercare di superarlo…) riescono a delinearsi in maniera molto eloquente ed efficace.
Un libro da recuperare, quindi?
Sicuramente, a patto di tenere i piedi ben ancorati a terra e non lasciarsi fuorviare da un carico di aspettative eccessive…
Punti di forza
+ uno stile scorrevole, frizzante e moderno
+ un ritmo incalzante;
+ un’adorabile sottotrama romantica (f/f)
+ tematiche dark affrontate in chiave abbastanza “light”… ma sempre dando prova di sensibilità, buon gusto e intelligenza!
Punti deboli
– una struttura dallo stampo molto derivativo, del genere «quando “Disturbia” incontra “Sadie”»;
– un primo atto che sembra trascinarsi all’infinito;
– una manica di red herrings inverosimili e mal congegnate;
– un intreccio eccessivamente “diretto“.
E tu? Hai già letto “Spero Tu Stia Ascoltando”?
Qual è il tuo thriller per ragazzi preferito? 🙂